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La guerra sul Piave
QUI LA "BATTAGLIA DI CAPORETTO"
QUI LA CAPORETTO DELLE FAMIGLIE
LA GRANDE GUERRA - Dall'Austria, oltre la notizia della morte dell'imperatore FRANCESCO GIUSEPPE che l'Italia ha accolto con un senso di sollievo per il proseguimento delle operazioni e con un morale pi� alto dentro i reparti, giungono pure le notizie dei vari successi ottenuti dagli anglo francesi e dai russi che hanno prostrato rispettivamente tedeschi e austriaci. Sono entrambe notizie distensive anche per le intese politiche; poi se ne aggiunse un'altra......
3 FEBBRAIO - La guerra sottomarina per la Germania era rimasta l'unica risorsa sul mare- l'intera marina tedesca che stanziava nei Mari del Nord era bloccata. Negli ultimi mesi divenne molto intensa questa attivit�; si volevano bloccare ad ogni costo i rifornimenti ai paesi nemici, soprattutto isolare economicamente l'Inghilterra. Finch� scoppi� l'incidente.
Un sottomarino tedesco colpisce e affonda una nave statunitense: la Sussex. La marina tedesca, che ormai puntava tutto il suo potenziale navale sui sottomarini, venne informata, probabilmente da fonti americane, che la nave da carico Sussex trasportava soldati che sarebbero sbarcati in Europa, ma in realt� la nave trasportava feriti, e non soldati. Ma secondo i tedeschi è un incidente "provocato", quasi si volesse cercare un pretesto. Gli americani ribattono che ritengono essere un loro diritto solcare i mari con qualsiasi carico a bordo (che spesso era appunto materiale bellico per l'Europa).
L'incidente port� alla ribalta la risentita reazione degli Stati Uniti; questi colpiti nei loro commerci - in rapida espansione per la forte richiesta proveniente dalle potenze dell'Intesa- dapprima ruppe le relazioni diplomatiche con la Germania il 3 febbraio e infine le dichiararono ufficialmente guerra il 6 aprile).
E' l'incidente che coinvolge gli Stati Uniti nella guerra.
E' la prima volta che gli Stati Uniti nella loro breve e recente storia osano infrangere il terzo comma delle famose 3 Leggi Monroe. Vi si affermava: 1) Nessuna ulteriore colonizzazione negli Usa da parte di Stati Europei. 2) Qualsiasi tentativo in tal senso sar� interpretato come atto ostile. 3) Gli Usa se gli europei rispettavano i primi due punti non avrebbero mai interferito a loro volta con gli affari del vecchio continente.
Le motivazioni dell'intervento in questa guerra saranno giustificate al Congresso, con una formula che d'ora in avanti diventer� molto comune quando in ogni parte del mondo ci sar� una presenza americana. WILSON il presidente degli Usa cos� la espose: "Questa nostra entrata in guerra � indispensabile per la difesa dei valori, della democrazia e della libert� dei popoli".
In sostanza gli Usa si assumeranno da soli l'impegno di essere "i gendarmi del mondo" ogni qual volta una nazione veniva minacciata da un'altra. Anche se accadr� molto spesso che alcuni Paesi (dove esistono grandi interessi economici) hanno un trattamento diverso, cio� o pi� difesi alcuni o meno difesi altri.
6 APRILE - Gli USA si preparano quindi a intervenire nel conflitto con armi e mezzi che andranno ad incendiare l'Europa, che diventa ora un vero teatro di guerra totale e mondiale e che alla fine avvantagger� tutta l'economia americana. Crolleranno invece in Europa tre Imperi storici, e dai resti nasceranno nuovi Stati e risorgeranno vecchie nazioni.
I belligeranti europei nell'incapacit� di mettersi d'accordo su nazionalismi vecchi di oltre mille anni, uscirono tutti sconfitti, in quanto la guerra segn� - se non la caus� direttamente - uno spostamento della potenza internazionale dall'Europa all'America da un lato, alla Russia dall'altro, per rimanere a fine conflitto due blocchi, e i padroni assoluti del vecchio mondo. (Nella Seconda Guerra Mondiale, si ripeteranno le stesse condizioni e le stesse situazioni nazionalistiche, che altro non erano che una prosecuzione della Prima Guerra, come vedremo in seguito).Ma ritorniamo sui campi di battaglia. Notizie quelle di sopra fanno ritornare l'ottimismo in Italia visto che ora gli Austriaci non possono contare molto sugli alleati tedeschi in difficolt�, inoltre sono rimasti senza l'Imperatore Francesco Giuseppe che ha abbassato non poco il morale degli austriaci mentre lo ha fatto alzare in quello italiano. Infatti, questa debolezza diventa plateale quando (e sempre con reciproci accordi segreti) alla Francia gli austriaci propongono il 31 MARZO una pace separata all'insaputa del governo italiano, con relative concessioni e spartizioni, con l'Italia esclusa da ogni beneficio. Altra umiliazione!
Il governo italiano viene a conoscenza del piano segreto, e con SONNINO a Londra, reclama e rifiuta le ipotesi di fine del conflitto senza conoscere queste condizioni "segrete". Poi ottiene (come assicurazione in tal senso) una dichiarazione anch'essa segreta il 19 APRILE dagli inglesi, ma che a loro volta non ne viene informata la Francia. In pratica l'Italia ha fatto un patto con gli inglesi, ne ha fatto un altro con i francesi che a loro volta ne hanno fatto uno con gli austriaci. Tutti i "conti" sono fatti senza gli "osti": e sono gli americani che poi scompagineranno tutto, e saranno loro, e solo loro, a tracciare la nuova cartina dell'Europa a guerra vinta. Tutti questi patti sono ignorati. "Noi non c'eravamo allora, quindi non sono validi".
18 AGOSTO - La guerra continua con queste ambiguit� degli Stati, che partecipano come abbiamo letto ai pi� osceni, ambigui e segreti incontri. In Italia si nutre ancora la speranza che CADORNA riesca a sfondare le linee austriache sull'Isonzo da dove non si � mai mosso. Ma non � cos�, nella decima offensiva (il 12 MAGGIO) e nell'undicesima (il 18 AGOSTO) vittoria sull'altopiano della Baisizza (ma è un'altra colossale disfatta se ci riferiamo alla perdite, un'altra tragedia immane dell'esercito italiano: 165.000 uomini fra morti e feriti in due battaglie, e senza risultati decisivi, solo la conquista di un piccolo monte, Monte Santo. Che per molti soldati italiani si trasform� in un vero CampoSanto. Di positivo fu che preoccupò il comando austriaco da indurlo a chiedere l’aiuto dell’alleato tedesco per alleggerire la crescente pressione italiana.
CADORNA non incolpa la sua (o quella voluta e imposta dai politici) errata strategia, che dopo undici battaglie ha causato un'ecatombe senza ottenere nessun risultato di rilievo, ma attribuisce molti suoi errori strategici ai sobillatori socialisti, ai disfattisti che operano dentro l'esercito e fuori sull'opinione pubblica in generale con la stampa e opuscoli vari. Di disfattismo � accusato anche il Papa che ha accoratamente proposto una trattativa "ai capi dei popoli" per far cessare "la inutile strage". La si ignora, non la si commenta, non se ne parla. Ma al fronte qualcuno è infuriato "Quel disfattista bisognerebbe impiccarlo". Lo sconforto dei cattolici divide ulteriormente l'Italia. I pacifisti sono considerati dai media tutti disfattisti.
22 AGOSTO - Gli italiani , non guidati, ma spontaneamente, in varie citt� scendono in piazza erigendo barricate, provocando scontri sanguinosi con le forze dell'ordine. Quella di Torino � la pi� clamorosa, con l'ammutinamento anche di alcuni soldati che si uniscono ai ribelli e consegnano le armi. Ci si ribella per la guerra, per la carneficina dei propri mariti, figli e fratelli, ma anche contro la fame che sta attanagliando il Paese per le enormi spese di guerra che ha provocato carenza di prodotti di consumo di prima necessit� (perfino il pane) e ha alimentato di conseguenza la borsa nera.
Credendo ancora a CADORNA e ai suoi fantasmi che vestono i panni di "disgregatori" e di "disfattisti", a Roma, si vara un decreto che punisce chi "con manifestazioni, con atti e parole deprime lo spirito dei soldati". Molti socialisti finiranno arrestati e condannati per aver manifestato dopo la disfatta di Monte Santo, o per avere espresso (e questo fu considerato reato) il loro dissenso in pubblico sulla guerra, sulla politica estera e sui governanti. Ma non erano soli! In piazza c'erano milioni di cittadini, anche se privi di forza e ininfluenti, visto che i cinque milioni di uomini validi erano ormai tutti al fronte (gli uomini in guerra, in et� lavoro, toccheranno in certi periodi il 60%)
Si scatena su ordine del governo in Italia una campagna propagandistica appoggiata da tutti i direttori di giornali (una cinquantina), che s'impegnano a risollevare il morale con il miraggio di una guerra, che se vinta (con l'abnegazione), avrebbe riportato pace, pane e lavoro nel Paese.
(sono slogan che diventeranno dei boomerang quando a fine guerra ritorneranno a casa i reduci e non troveranno n� pane n� lavoro, e in quanto a pace iniziarono ad azzuffarsi perfino tra loro).
Con vari slogan si affaccendano a presentare i nemici come assassini e nei confronti dei pacifisti si scatena il disprezzo generale presentandoli come soggetti indegni. Si opera con una diffusione capillare e quantitativamente massiccia. Il Governo e il Comando Supremo ha dato precise direttive e ha preso impegni con i giornali per aiutarli in quest'opera di persuasione; acquista dagli editori e distribuisce circa 1.000 000 di copie da distribuire al fronte. I contenuti degli articoli si possono solo immaginare; perche tutti quelli che li scrivono (autori e editori) sono prezzolati.
4 OTTOBRE - Gli Austriaci dopo Monte Santo e l'altopiano della Baisizza, si sono riorganizzati; gi� si prevede - ci sono informazioni a tal riguardo - di un attacco massiccio nella stessa zona. CADORNA lo sottovaluta, per un mese non da altre disposizioni, e ignora questa volta ostinatamente i suggerimenti dei due Comandanti di armata CAPELLO e DUCA D'AOSTA, che volevano e insistevano di voler operare con una strategia (preventiva) offensiva, o al limite far decentrare le truppe da quella pericolosa sacca . Un luogo infido dove il pi� grosso pericolo, in caso di un attacco, era rappresentato da un possibile e non poco probabile accerchiamento. CADORNA per� insiste con la sua strategia, che � quella della "difesa ad oltranza di un solo punto" e cadr� nella tragica (ma fin troppo ingenua) trappola!
19 OTTOBRE - I movimenti segnalati, fanno prevedere un massiccio attacco austriaco. Il generale CAPELLO insiste di preparare una adeguata controffensiva, essendo chiaro che gli austriaci stanno preparandosi per una offensiva. Cadorna invece insiste nel rinforzare le divisioni solo per la "difesa a oltranza". Lui vede solo una guerra di posizione.
Inoltre per la diserzione di un ufficiale nemico, che si era portato dietro tutti i piani di battaglia, conoscevano addirittura l'ora, il giorno, quanti soldati impegnati, e dove avrebbero attaccato gli austriaci.
(Vedi nei particolari il link sopra della BATTAGLIA DI CAPORETTO)24 OTTOBRE - E' CAPORETTO: la disfatta! Gli italiani sono accerchiati da due direttrici offensive austriache. Travolgono e avanzano per 150 chilometri. E' una mattanza. 11.000 morti, 29.000 feriti, 280.000 prigionieri e 350.000 allo sbando convinti che la guerra era ormai finita e persa. In fuga anche 400.000 profughi civili. Gli austriaci il 28 ottobre occupano Cividale, poi Udine, occupando (sembra una beffa) la sede del Quartier Generale Italiano. Cadorna nell'ordinare la ritirata (ma non era necessario, tutti fuggivano, soprattutto alle bombe di gas asfissiante) si trasferisce con il comando a Padova.
CADORNA attribuir� ancora una volta la disfatta alla "vilt�" e alla "codardia" degli italiani "che si sono arresi ignominiosamente al nemico" o "vilmente ritiratisi senza combattere" e insiste sulla propaganda "disfattista" di alcuni "italiani traditori". Lo scrive sul Comunicato Ufficiale, che per� opportunamente -per la troppa durezza e le gratuite accuse- non verr� pubblicato interamente.
IL 5-6 NOVEMBRE, alla conferenza di Rapallo, la Francia e l'Inghilterra (e gli americani che sono gi� sbarcati nel mese di giugno in Francia) vedono compromessi i loro successi tattici dagli insuccessi catastrofici di CADORNA. E dettano le loro condizioni. "Impiegheremo le nostre truppe al vostro fianco, ma solo se cambierete quel generale... Anzi vogliamo noi fare i piani, perch� non intendiamo mandare al massacro nemmeno un uomo".
Insomma ora si cambia tattica e strategia. Vogliono fare loro i piani per l'offensiva. E come si era gi� accennato, questa nuova visione del terreno di guerra dove operare, parte proprio da quella linea che dalla Valsugana Trentina (in mezzo gli altipiani di Asiago) alla Valsugana Vicentina (Monte Grappa) e fino al Piave. (Robert Musil lo sapeva, era stato chiarissimo: quello era il punto debole, bastava avere in mano un suo giornale nel 1916!).
Insomma questo "incubo di morte" che era CADORNA il 9 novembre termina quando il generale viene destituito dal comando supremo dell'esercito e sostituito con il generale ARMANDO DIAZ.
Gli austriaci intanto sono passati in pochi mesi dalla prostrazione alla fiducia. Prima si erano allarmati, poi iniziarono a nutrire qualche speranza di un capovolgimento della situazione quando le cose mutarono nel corso dell'anno sul fronte est. In Russia, la Rivoluzione scoppiata a febbraio aveva rovesciato il regime zarista, aveva creato una repubblica e aveva formato un governo provvisorio socialrivoluzionario guidato da Kerenskij, che aveva deciso di proseguire la guerra contro gli austro-tedeschi. La Triplice accolse con favore la notizia, anzi si attendeva dal nuovo governo, una volta ristabilito il consenso popolare, risultati militari pi� brillanti. Tuttavia ci� non accadde e fu invece la Germania ad approfittarne, penetrando profondamente nel territorio russo. Poi la situazione si capovolse .....
Quasi subito, dopo l'entrata in guerra degli USA, il governo bolscevico intraprese le trattative di pace con i Tedeschi. Fu una decisione molto contrastata anche allinterno del Partito bolscevico: una parte di esso infatti pensava che la guerra dovesse continuare, perch� avrebbe favorito lo scoppio della rivoluzione prima in Germania e poi in Europa. Lenin riusc� ad imporre il proprio punto di vista: la guerra doveva essere interrotta sia perch� era questo che si aspettavano le masse, sia perch� essa avrebbe rischiato di compromettere laffermarsi della rivoluzione in Russia.
La pace di BrestLitovsk costrinse la Russia a rinunciare ad una parte notevole del suo territorio (gli stati baltici, la Polonia, lUcraina e la Finlandia), comprese alcune regioni fertili o ricche di importanti centri industriali.
7 NOVEMBRE - E' la data (24-25 ottobre russo) del primo governo socialista rivoluzionario uscito dalla Rivoluzione d'Ottobre russa. Il nuovo governo bolscevico sale al potere; il 15 dicembre i nuovi rappresentanti del Cremlino firmano l'armistizio con gli austro-tedeschi. Significa questo per l'Austria, dopo la scomparsa del fronte russo, a non dover temere attacchi da est, quindi pu� ora concentrare le proprie truppe sull'Italia per scatenare una grande offensiva. Questa viene messa in programma per la prossima primavera; ma non hanno previsto che gli americani il 7 dicembre presenteranno la dichiarazione di guerra all'Austria. Le motivazioni degli USA sono molto semplici: "Siamo in guerra con la Germania, quindi chi l'aiuta � contro di noi, quindi nostro nemico".
Sono ora proprio gli Stati Uniti affiancati dagli inglesi a prendere in mano i destini della guerra: lo fanno con gli imponenti sbarchi di uomini e mezzi. E naturalmente sono loro ad adottare le strategie delle singole situazioni, oltre quella generale dell'intera guerra, sia quella militare che quella politica. Nella prima decideranno loro e nella seconda ignorano le varie intese di patti e spartizioni.
I bolscevichi assumono il potere in ottobre, quando l'abbandono del fronte da parte dei soldati russi era diventato ormai un fenomeno di massa, tutti convinti che la guerra era stata voluta dallo zar e non dal popolo che ora � un "nuovo" popolo, "libero". La "nuova" Russia firma la pace con gli imperi centrali (poi Pace di Brest-Litovsk, ratificata il 3 marzo 1918), che prevede da parte del governo rivoluzionario la cessione alla Germania della Polonia e dei Paesi Baltici, mentre all'Ucraina veniva riconosciuta l'indipendenza.
La debolezza delle linee russe e poi la pace permisero dunque ad Austria e Germania di spostare tutte le truppe sul fronte occidentale e su quello italiano.
Lo svolgersi degli eventi in entrambe le parti le vedremo il prossimo anno.............22 DICEMBRE - La sconfitta di Caporetto ebbe immediate ripercussioni politiche; venne formato un nuovo governo sotto la guida di VITTORIO EMANUELE ORLANDO; mentre sul piano militare si procedette alla sostituzione del generale Cadorna col generale Armando Diaz . Il governo Orlando alla Camera il 22 dicembre ottiene la fiducia con 345 voti a favore e 50 contrari. Con i socialisti sempre all'opposizione.
31 DICEMBRE - Il nuovo comandante generale ARMANDO DIAZ, coadiuvato dal generale GAETANO GIARDINO e PIETRO BADOGLIO, dispone di 55 divisioni (800.000 uomini). 6 sono quelle Alleate anglo-francese (a giugno si aggiunto anche un reggimento americano) che hanno per� tutti i nuovi (a credito) imponenti mezzi, pi� ci sono 3.000.000 di uomini a Nord ovest e 500.000 uomini in Grecia pronti a risalire i Balcani; stanno insomma accerchiando l'Austria, tagliando i rifornimenti, scoraggiando la forza nemica, che � gi� alla merc� degli eventi, nel disagio della morsa della fame e delle malattie (di queste ne riparleremo) con gli uomini forse gi� rassegnati alla sconfitta.FINE ANNO 1917
L'Italia alla fine dell'anno dopo tanti morti e tante defezioni, ha un esercito fantasma; non ha mezzi e non ha uomini. Sono costretti a chiamare di leva quelli del 1899, i 17enni).
Ma ora entrano sulla scena sul piano logistico gli anglo-americani, sul Brenta, sul Monte Grappa. Nei mesi invernali gli Italiani vanno ad attestarsi sul Piave in massa, preparando con il nuovo comandante il generale DIAZ che ha una nuova strategia; questa volta offensiva, anche se � scelta e imposta dagli alleati e appoggiata dai nuovi arrivi di ingenti mezzi, che l'Italia ottiene e pu� impiegare prendendoli a credito dagli inglesi, francesi e americani. (Saranno poi salati i debiti che gli alleati imporranno agli italiani, pari a quelli di una nazione sconfitta come la Germania - da pagarsi in 62 anni - (in pratica fino al 1988) . Saranno questi debiti, cos� onerosi, che porteranno poi Mussolini e la Germania di Hitler a non onorare, scatenando la reazione che vedremo in seguito)