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ANNO 1918

< vedi stesso periodo "RIASSUNTI STORIA D'ITALIA"
- TUTTI GLI ANNI DELLA GRANDE GUERRA

I 14 PUNTI FISSATI DA WILSON  -  PACE E ARMISTIZI  E COME POI FINI '  - IL DRAMMA DEL VENETO
Scoperte/Scienza  - Cultura/Costume

Arrivano gli americani, mentre l'Europa si sta dilaniando da sola. Ed � solo l'inizio La guerra fin�... ma tutto fu rinviato al dopo.....

Gli americaniLE IMMAGINI DEGLI ULTIMI GIORNI DI GUERRA

DIARI. MEMORIE, POESIE - ("della sola igiene del mondo"

IL SOFFERTO "PATTO DI LONDRA"

IL TRATTATO DI PACE CON LA GERMANIA

LA GRANDE GUERRA - L'Austria se in questo inizio anno � allo sfacelo, non lo � per nulla la Germania, che ha 63 divisioni, 790 battaglioni, 1.100.000 uomini ancora efficienti sul teatro delle operazioni. Purtroppo i tedeschi vengono messi fuori combattimento per asfissia logistica provocata dagli anglo-americani a nord-ovest che ha tagliato loro tutti i rifornimenti. I tedeschi hanno l'esercito quasi intero, valido, non sconfitto sul campo, ma per� impotente. 

Inoltre la Germania � messa in condizione di non potere intervenire con la sua grande flotta navale, efficiente, tecnologica: ferma  perch� intrappolata dentro i mari del Nord a Scapa Flow e che a fine guerra dovr� consegnare interamente. Una umiliazione questa che il futuro Hitler (che ha partecipato anche lui alla guerra, alla battaglia della Somme, ed � stato anche ferito a Ypres) raccogliendo tutta l'amarezza dei tedeschi, non perdoner� mai, e proprio su questo ferito orgoglio nazionale, costruisce la sua carriera politica: il nazionalsocialismo (nazismo).


L'intera flotta navale tedesca intrappolata nei mari del nord
( consistente in 27 fra navi e incrociatori da battaglia, 19 incrociatori leggeri, 101 fra cacciatoperdiniere e torpediniere e 135 sommergibili).


(Dopo aver affrontato (il 31 maggio 1916) la flotta inglese,  nonostante i gravi danni inflitti, i tedeschi ne uscirono battuti (e intrappolati) e la loro arma navale non tenter� pi�, nel corso della guerra, di ingaggiare battaglia. Intensificher� solo la guerra sottomarina che annuncer� (nel gennaio 1917) "senza restrizione". Colpendo cos� numerosi mercantili americani. Azione che fecero rompere le relazioni con gli Stati Uniti, che infine entrarono in guerra il 6 aprile 1917, sbarcando ai primi di giugno in Europa. A fine guerra i tedeschi dovettero consegnare l'intera flotta, accettare il disarmo, pagare i danni di guerra, cedere tutte le colonie).

Siamo in gennaio; con gli interventi degli americani la guerra appare ai pi� ormai gi� vinta. In molti Stati, compresa l'Italia si alimentano le illusioni, e tutti pensano ai "Patti di Londra", ma dimenticano  che a Londra nel 1915 non c'erano gli Stati Uniti, e sono loro quest'anno a dare  il contributo (di mezzi ed economici)  risolutivo alla guerra. Soprattutto all'Italia che in quattro anni di enormi sacrifici, umani, materiali, e dopo aver contratto ingenti debiti, ha conquistato solo pochi metri sul Carso triestino e le poche case di Gorizia; e nemmeno tutte.

Gli interventi degli americani in Europa non sono solo militari o semplici aiuti economici offerti ai francesi, agli inglesi e per ultimi anche agli italiani, ma sono essenzialmente politici, egemonici, con precisi indirizzi da dare alla guerra, e a conflitto concluso, dare una "piegatura" a tutta la politica europea; un altro commentatore pi� maligno (inglese) disse invece "per  svendere l'Europa".

(Ricordiamo che in tutta la campagna in Italia, l'America ebbe una sola vittima (1 - una!) )

All'inizio dell'anno (a soli venti giorni dall'aver dichiarato guerra all'Austria) e prima ancora dell'inizio delle operazioni vere e proprie, � il Presidente Wilson ad enunciare l'8 gennaio al Congresso Americano le condizioni di pace da imporre ai paesi belligeranti. E' lui, in quattordici punti a dettare le condizioni. E' lui a ridisegnare la nuova cartina dell'Europa con le famose Righe di Wilson "secondo linee di nazionalit� facilmente riconoscibili". Ed � ancora lui a pretendere che nei mari dell'Europa  gli Usa, d'ora in avanti, avranno piena libert� di commercio e libera navigazione.

Per quanto riguarda le spartizioni territoriali, WILSON mortifica del tutto i patti fatti dagli alleati europei all'intesa di Londra nel 1915, compresa l'Italia che nelle linee fissate sulla cartina, non vede riconoscersi un bel nulla, salvo (ma Wilson � infuriato) Trento e Trieste che si � presa (dicono americani e austriaci a "ostilit� finite"). Nella spartizione � escluso l'Alto Adige, Fiume, l'Istria, gran parte della Dalmazia, il protettorato dell'Albania, la citt� di Valona, le 12 isole del Dodecanneso, le miniere di carbone di Adalia in Turchia, e altre colonie in Africa in possesso dei tedeschi. Cio� meno di quanto offriva l'Austria nelle sue trattative di pace nel 1915 prima di entrare in guerra. Una beffa. Una guerra disastrosa fatta per nulla. I patti? Le spartizioni concordate ? Tutto cancellato a Versailles.
La conferenza di pace si chiuder� cos� con un'affermazione della supremazia franco-inglese che risulter� troppo superiore alla realt� dei rapporti di forza per poter essere duratura.

Gi� nel 1914 l'Inghilterra con il colonialismo aveva portato in pochi anni, da 10 milioni a 33.000.000 i kmq delle sue colonie (100 volte la superficie italiana). E la sua concorrente, la Francia, poteva gi� contare su una superficie di oltre 10.000.000 di kmq di possedimenti. (30 volte l'Italia). A Versailles aggiunsero i possedimenti in Oriente sottratti alla Turchia e tutte le colonie tedesche, tagliando fuori del tutto l'Italia, cio� la potenza pi� debole.

NASCITA DELLA IUGOSLAVIA

Il governo fa le sue rimostranze con SONNINO a Londra, ma gli inglesi possono far ben poco, propongono solo alcuni compromessi e qualche piccola rinuncia sull'Adriatico; una rinuncia che con il Patto di Roma, l'Italia anche se non ufficialmente concede (gi� si grida allo "scippo") ma si oppone a tutto il resto, e all'indipendenza di quel vasto territorio che Wilson ha voluto a suo capriccio riunire (Bosnia, Croazia, Slovenia, Dalmazia e Serbia, Montenegro -che si chiamer� d'ora in avanti IUGOSLAVIA - Con quale criterio non lo sapremo mai. Storia, etnia, carattere dei popoli, religione; tutto viene ignorato.

Da questa unione nasceranno molte altre incomprensioni etniche. Quando il contrasto � etnico, culturale o religioso, il compromesso (fra l'altro imposto dall'esterno) � molto pi� arduo che non quando il contenzioso � politico o economico. Un serbo non poteva diventare un albanese,  n� un croato un montenegrino, come un siciliano non pu� trasformarsi in un tirolese alto atesino. Alla domanda sull'identit� la risposta pu� essere solo o la tolleranza compiuta o l'intolleranza totale. Ma della Iugoslavia, l'occidente se ne occuper� sempre marginalmente, e solo quando far� comodo (Per fermare Hitler ad esempio!) pur pagando la Iugoslavia dei prezzi molto alti in vite umane e in distruzioni; paradossalmente sempre per essersi schierata, due volte a favore di quella forza  che poi dominer� l'occidente.

SONNINO si oppone anche alla linea tracciata a Salorno in Alto Adige, dove ancora WILSON ha deciso lui la divisione, perch� il Sud Tirolo (Alto Adige) � di lingua tedesca "facilmente riconoscibile" cos� � contemplato al 9� punto del "suo" Trattato di Pace esposto al Congresso americano.
Ma questo criterio non sarà invece applicato nei territori slavi, applicando così due pesi e due misure.

" GERMANIA - LA NASCITA DELLA REPUBBLICA DI WEIMAR"

"" La fine della I Guerra Mondiale segna anche la fine del sistema autocratico Tedesco creato dal grande statisca Bismarck.
Il tardivo raggiungimento dell'unit� nazionale dello stato tedesco avvenuto per opera della Prussia, che attraverso il sistema di equilibri creati da Bismarck, aveva dato vita ad un � egemonia esercitata attraverso un potere assoluto basato sulla figura dell'Imperatore e del cancelliere, che comprometteva l'autorit� del governo federale e limitava lo sviluppo delle forze borghesi. A sconvolgere tale stato di cose fu appunto la crisi cui si trov� di fronte il potere imperiale nel momento in cui la sconfitta bellica si mostrava come una realt� ormai scontata.
La crisi del sistema autocratico imperiale si era manifestata gi� nel luglio del 1917, quando il partito Socialista della corrente maggioritari disdiceva l'appoggio incondizionato al governo del Reich, dichiarando che l'approvazione dei crediti di guerra richiesti in quella occasione sarebbe stata concessa solo a patto che il governo accettasse la democratizzazione e la parlamentarizzazione dello stato. L'adesione a questa proposta da parte degli altre correnti politiche dava origine alla "Rivoluzione dall'Alto" che prese concretezza con le riforme costituzionali avvenute poi nell'anno successivo(1918).
Nel novembre del 1918 s�innesca un movimento rivoluzionario che si propagava in tutta la Germania. Operai e soldati si organizzavano in consigli e conquistavano il potere nelle maggiori citt� tedesche. Il 10 novembre dello stesso anno l�assemblea plenaria dei consigli degli operai e dei soldati di Berlino, ponendosi come rappresentante di tutti i soldati e gli operai rivoluzionari, elesse il nuovo governo repubblicano dei sei commissari del popolo, che senza alcuna opposizione veniva riconosciuto in tutta la Germania. La fine dell�Impero avveniva con un decreto redatto di propria iniziativa da Max Von Baden cancelliere del Reich. Tale decisione veniva presa in conseguenza del gi� citato movimento rivoluzionario.
Riconosciuta la Repubblica il problema che si poneva alle forze politiche era quello di darsi un ordinamento costituzionale la cui stesura avvenne nella citt� di Weimar al quale personaggi come Hugo Preuss e Max Weber dettero un importante contributo. La Costituzione creata a Weimar, per l�organizzazione ed il bilanciamento dei poteri statali, � stato un importante esempio di carta costituzionale. La Repubblica Tedesca regolata dalla suddetta Costituzione varata nel 1919, cadde con l�avvento di Hitler nel 1933""". (By: Magazzini Gianluca)

LE OPERAZIONI BELLICHE NEL CORSO DI 
QUEST'ULTIMO ANNO DI GUERRA

In agosto la stampa italiana si scatena con una campagna contro l'incapacit� di SONNINO di far rispettare i patti. Intanto il 15 giugno inizia l'offensiva austriaca sull'Altopiano di Asiago e in Valsugana (sul Piave vedi altre pagine). Il 21 giugno � respinta ma fortunatamente con una controffensiva si riconquistano le posizioni; ma solo il terreno che si era perso all'inizio della guerra: Asiago e il Monte Grappa.

Il costo in vite umane anche in queste operazioni � enorme per i risultati ottenuti. 8.000 morti. 29.000 feriti. 45.000 prigionieri. Gli austriaci ne sono usciti peggio, 11.600 morti, 81.000 feriti, 25.000 prigionieri. Il confine dell'Italia appare in questo istante immutato dopo quattro anni di guerra e con 600.000 morti. Ci si chiede a cosa � servita questa guerra?

Con questo limitato successo scoppiano le polemiche fra DIAZ/BADOGLIO che intendono lanciare un'offensiva nella prossima primavera 1919, mentre il governo con SONNINO/BISSOLATI hanno invece intenzione di scatenarla subito. Ma queste sono del resto -ora- le intenzioni e le sollecitazioni politiche degli alleati e non degli italiani, che nell'intero scacchiere contano sempre meno. Rispetto ai territori del centro Europa, quello italiano non ha nessuna importanza, territoriale ed economica.

La situazione � ormai definitivamente compromessa, tanto che dopo pochi giorni, il 7 OTTOBRE sugli altri fronti, la Germania e l'Austria chiedono a WILSON l'armistizio. Sul fronte austriaco italiano e nei rispettivi quartieri generali, la cessazione della guerra appare ormai vicinissima, scontata, e gi� ci si disimpegna nelle retrovie austriache, logorate pari a quelle italiane.

Con un contingente di anglo-americani in Valsugana, il 12 ottobre, la strategia dell'Italia, con DIAZ al comando, cambia completamente tattica; ed � del tutto assente il "suo programma" attendista, cio� di aspettare la primavera.

Le istruzioni alla VIII armata con 55 divisioni di cui 6 anglo-americane (800.000 uomini) sono quelle di dare una spallata, con un'offensiva dal Grappa al Piave, fino alle ultime postazioni austriache ancora attive. Che non sono molte ed efficienti, e quelle che invece sono tali, sono senza ordini e senza ufficiali (vedremo dopo perch�)

Il 24 OTTOBRE si sferra l'attacco partendo dal Grappa; in 24 ore si � gi� quasi sul Piave. Gli austriaci pur numerosi, ma senza comandanti, vivono nello sbando, scoraggiati, malati, vinti. Una disfatta annunciata.

La battaglia decisiva ebbe inizio non sul Piave, che la piena autunnale in questi giorni rendeva difficilmente transitabile e nemmeno era stata ipotizzata, ma sul monte Grappa con un attacco della IV armata del generale Giardina. Previsto inizialmente come un'azione dimostrativa, l'attacco presto assunse carattere risolutivo, impegnando, con pesanti perdite, l'esercito austriaco quasi allo sbando. Nella notte del 26 i genieri  avevano gi� costruito precari ponti sul Piave,  che per� la piena del fiume spazz� via in poche ore, lasciando in condizioni critiche  le teste di ponte italiane. Il 28 procedendo (perch� costretti)  verso nord, a Grave di Papadopoli e a Sernaglia si riusc� ad aprire un'altra via. Il 29 mattina il comando austro-ungarico chiese la sospensione delle ostilit�, ma DIAZ  e BADOGLIO preferirono protrarre le trattative cos� da permettere alle truppe di riconquistare buona parte del Veneto: il 30 fu poi occupata Vittorio (Veneto) e il 31 Feltre; due porte spalancate e non pi� difese per dilagare su Trieste a Trento.

NEL FRATTEMPO.....
Al Casello T di TN (il confine) l'Austria il 29 OTTOBRE mattina aveva chiesto ufficialmente l'armistizio!
La stessa notte del 29-30 OTTOBRE, l'VIII armata passa il Piave e dilaga nella pianura, raggiunge Vittorio (Veneto) e il Cadore, mentre l'altra armata la X, dilaga verso il Tagliamento poi verso Trieste.

In vari resoconti si parla poco delle truppe inglesi sul fronte del Piave. Salvo Fritz Weber, tenente austriaco che partecipò alla prima guerra mondiale e scrisse poi il libro "Tappe della disfatta". Weber scrive che 9 giorni dopo la ritirata, quindi circa il 2 novembre, transitò per Lubiana e trovò truppe inglesi. Eppure le truppe italiane furono fermate da un capitano ex-austriaco, ora iugoslavo, dopo Postumia, prima d'imboccare la strada per Logatec, che portava a Lubiana.
Dopo la proclamazione dell'indipendenza della Slovenia e Croazia e della loro unificazione con la Serbia, a Trieste per qualche giorno ci fu una triarchia: il Luogotenente imperiale (austriaco) che sedeva nell'attuale prefettura, il comando militare iugoslavo in Villa Necker, il Comitato di salute pubblica dopo l'insurrezione popolare del 30 ottobre. Due armatori sloveni mandarono una delegazione a Venezia per far arrivare a Trieste le truppe italiane, che vi giunsero il 3 novembre. Gli Sloveni triestini non volevano sottostare al governo di Lubiana. Infatti c'era il pericolo che il comando di Villa Necker (Iugoslavo) facesse confluire truppe iugoslave su Trieste.

Scrive
Fritz Weber: "La marcia degli italiani nella valle di Lubiana dura due giorni. Nella città trovano gli inglesi, a quanto pare giunti da Trieste in ferrovia. Si dice che disarmino tutti e prendano anche cavalli e viveri." (pagg. 351- 352).
Da ciò si può dedurre un'ipotesi: che la destinazione degli italiani fosse proprio Lubiana? E che gli inglesi sapendolo volevano bloccare questa mossa d'accordo con i serbi? In ogni caso che gli inglesi siano passati per Trieste, se ne sa molto poco da qualsiasi storia scritta sulla Prima Guerra Mondiale.




Lo sfondamento � totale, ed � avvenuto rapidamente (in soli 6 giorni, di cui 4 ritardati dal fiume in piena);  sembra spontaneo, semplicemente accaduto, quasi senza nessuna logica strategica, di certo non � un vero e proprio punto mirato strategicamente da un comandante (doveva essere dimostrativo) cioè una zona come un'altra, tanto che lo stesso DIAZ (l'attendista) al suo quartiere generale di Padova ai presenti che gli hanno comunicato la notizia dello sfondamento a Vittorio, non avendolo mai sentito nominare quel paese, e non riuscendo a trovarlo sulla cartina (indubbiamente vecchia) che aveva davanti esclam� spazientito  "....ma dove c.... si trova questa Vittorio?". Non sapeva nemmeno da che parte si trovasse!

Il paese era nato il 27 settembre 1866 con l'unione di due preesistenti vicini comuni di Ceneda e Serravalle, assunse solo il 22 novembre 1866 il nome di "Vittorio" in omaggio a Re Vittorio Emanuele II. Mentre il suffisso "Veneto" sulle cartine fu aggiunto molto più tardi, nel 1923

Alla proposta austriaca del 29 ottobre (quella portata al casello T), segu� la grottesca scena di Abano (un 8 settembre 1943 all'incontrario, questa volta per i "tedeschi"). Per vari giorni a Villa Giusti non sanno come comportarsi, sia gli austriaci sia gli italiani (mentre si muore ancora sui campi di battaglia). Sono del resto gli USA che decidono a Versailles; come risposta alla richiesta fatta il 29 al Casello T, il 2 Novembre parte da Parigi la bozza dell'armistizio e le condizioni della resa in cui (art. 1- 3- 5) si contempla ENTRO 24 ore (a partire dalla mezzanotte del 3) la.....Smobilitazione e lo Sgombero del nemico fino alle linee tracciate ed evidenziate sulla cartina europea (si badi bene) da Wilson in persona!
Il corriere diplomatico fa il suo dovere ma deve compiere il tragitto Parigi-Abano

Ma ad Abano il 3 (causa impazienza) per un piccolo banale incidente al Casello T di TN (un soldato austriaco sul confine accidentalmente fece partire un colpo contro gli italiani), si ha il pretesto e si d� l'ordine di inseguire il nemico fino al Brennero e stessa direttiva per quelli sul confine orientale a  Trieste, in mezzo allo sbando delle truppe in ritirata ormai senza ordini. Alle ore 24 del 3 Novembre, l'Italia entra e prende possesso di TN e TS. Poi arriva l'intero testo di Wilson da Versailles, a cose gi� fatte.

per maggiori particolari sui fatti vedi in questa pagina > > >

Il comando supremo austriaco accuser� in seguito gli italiani di "soverchieria, di aver trasgredito le condizioni Wilson, di avere inventato e fabbricata una vittoria inesistente, che non aveva mai arriso alle truppe italiane". Queste note rese pubbliche compaiono ufficialmente sul Wehrzeitung. E attenzione! Da qui nasce l'odio reciproco tra i due Paesi, e cosa pi� grave, per l'Italia la "beffa" delle spartizioni. ("la Vittoria Mutilata").

A questa spartizione di Versailles (dove l'Italia � "gabbata" - il termine fu usato da pi� di un giornale, ed � proprio questo) Sir GEORGE (inglese) esclam�: "Ho la sensazione crescente che gli USA si stiano comportando da prepotenti" . Mentre SHUTS delle Nazioni Unite, aggiunse "l'intera Europa, oggi, sta per essere liquidata per 2 miliardi di sterline". Tutto questo fu l'origine di tanti mali del poi; dopo la "pausa".

WILSON infuriato si vide scavalcato dall'iniziativa italiana che aveva occupato TN-TS-BZ mentre preparava di suo pugno l'armistizio, dettava la resa definitiva, metteva le sue condizioni alla spartizione dei territori, ed era impegnato a fare le "righe Wilson". Voleva essere lui e solo lui a spartire i territori a fine guerra, e lo zelo italiano gli fu cos� fastidioso, che tratt� l'Italia peggio di un Paese vinto, umiliandola, e neppure invitandola alle trattative. Per un paese che sosteneva di aver vinto la guerra era piuttosto mortificante!

4 - NOVEMBRE ore 18 "pace" per tutti (In Italia l’armistizio scattò alle ore 15 del 4 novembre, ma in Francia si combattè fino all’11 novembre) e pace eterna anche per 1.800.000 tedeschi morti, 1.400.000 francesi, 1.350.000 extra-europei, 750.000 inglesi, 350.000 serbi, 2.000.000 russi, 650.000 italiani, e (in Italia) 1 americano (8.450.000 MORTI, 21.188.000 di feriti, 7.751.000 dispersi). 



Per l'Italia una "vittoria" con grossi debiti per 62 anni.
Il costo della guerra per l'Italia -per vari aspetti, non solo in termini economici, pur rilevanti- furono incalcolabili.

LA CIVILT� UMANA HA COMMESSO UN'ALTRA PAZZIA.
COME SE NON BASTASSE LA NATURA.

Perch� a risolvere la situazione, non furono solo gli uomini ma sbarc� in Francia con gli USA, pure l'influenza spagnola! Il confluire delle truppe americane in Francia, poi la promiscuit� dei soldati nei disagi su ogni fronte, determin� le condizioni ambientali per l'insorgere di un'epidemia a carattere pandemica su tutta l'Europa. Che dilagò in pochi mesi.

Di morti la Spagnola in quattro mesi ne caus� 20.000.000, pi� del doppio delle vittime di 5 anni di guerra. In alcuni reparti austriaci, i soldati colpiti furono anche del 40 % , mentre fra i comandanti dei vari reparti e al quartiere generale, con generali molto anziani, si toccarono punte del 80%, di cui il 70% morirono. Vi furono interi reparti senza alcun superiore che dava comandi. Allo sbando.
Insomma sui due fronti, la Morte Epidemica non guard� tanto i confini, ma ebbe per� un occhio di riguardo per le truppe italiane, che erano in certe zone pi� isolate e meno esposte alla grande influenza, e anche meglio immunizzate. Pur povera e scarsa la dieta alimentare nell'esercito italiano, comprendeva però verdure e frutta, meno energetica di quella austriaca (essenzialmente solo carnea) ma molto pi� efficace come apporto vitaminico e quindi pi� immunitaria per combattere l'influenza o almeno a renderla meno letale.

Anche se accompagn� alla tomba in quattro mesi 650.000 italiani fra civili e militari (tanti quanto in 5 anni di guerra) al di l� delle Alpi nei ranghi dei nemici, fra gli austriaci-tedeschi, di morti la Spagnola ne caus� il triplo, 2.000.000.
La Storia Italiana non menziona mai questa "alleata"
, divenuta decisiva, mentre la Storia tedesca invece attribuisce a questa calamit� la disfatta (oltre quella politica - mentre su quella militare non aveva subito alcun scacco).

Nei testi italiani l' "alleata Spagnola" la troviamo citata solo nella Storia della Medicina, alla voce Storia delle pandemie, oppure in "Storia della Peste e delle epidemie nel mondo" di William H.. Mc. Neil.(Ed. Einaudi - 1982- a pag 262 e seg.).
Ma la gravità della situazione nei ranghi militari, la possiamo trovare anche in un comunicato dello Stato Maggiore della Svizzera ai suoi reparti militari. (pur non essendo in guerra, e ben nutriti).
(COMUNICATO CHE ALLEGHIAMO IN CALCE )


Non bisognerebbe ignorare queste variabili perch� si rischia di forgiare una mentalit� vincente non dovuta n� a mezzi n� a forze, ma solo ai capricci della natura. Il mito dell'efficienza, della razionalit� non garantisce a priori i risultati previsti, c'� di mezzo il caso e l'imprevedibilit�; e ne è padrona solo la Natura, non gli uomini.

 



Determinante tuttavia fu l'arrivo degli americani di WILSON, che sbarcarono con imponenti mezzi a Ovest in Francia (oltre che con l'alleato Virus)   3.000.000 di soldati. Inoltre, se la guerra non fosse terminata prima, 500.000 uomini attendevano ordini a Sud, a Salonicco, ed erano pronti a risalire i Balcani.

SCHUTZ (v. sopra) Non sbagli� a indicare i 2 miliardi di sterline! Tanto era il debito delle nazioni vincenti contratto con gli USA, che inoltre dal conflitto si trov� avvantaggiata sull'intera economia.
Alla fine, ci fu la conclusione: che abbiamo gi� accennato sopra.


La guerra segn� la fine di un'era. Le grandi dinastie dell'Europa centrale ed orientale - i Romanov, gli Asburgo e Hohenzollern - vennero spazzate via. Il conflitto segn� anche la fine del dominio dell'Europa sulla scena mondiale e l'inizio della politica globale. Apr� inoltre la strada alla dissoluzione degli imperi coloniali, al trionfo del comunismo in Russia, e all'ingresso degli Stati Uniti sulla scena mondiale come grande potenza.

Erano dunque crollati tre imperi storici e dallo sfacelo nascevano nuovi stati e risorgevano vecchie nazioni, ma da un altro punto di vista tutti i belligeranti europei nell'incapacit� di mettersi d'accordo, uscirono dal conflitto tutti sconfitti, in quanto la guerra segn� - se non la caus� direttamente - uno spostamento della potenza internazionale dall'Europa all'America da un lato, alla Russia sovietica dall'altro. Per rimanere da questo momento in avanti (i 2 blocchi) padroni assoluti dell'Europa.

In Italia si chiuse cos� la guerra. Gli alleati hanno fornito un aiuto che si pu� misurare dal numero dei loro morti al fronte italiano.
1024 britannici
480 francesi
336 cecoslovacchi
1 (uno) americano
(cit. Il Melzi, Riepilogo della 1a Guerra Mondiale. pp. 601-606)

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L'INFLUENZA SPAGNOLA (causò 20 milioni di morti)

Dei provvedimenti sanitari presi dalle potenze belligeranti all'interno dei reparti militari non se ne sa nulla, però si può leggere un documento svizzero, dove l'epidemia doveva essere molto grave. La Svizzera non aveva alcuna remora nel comunicare alla stampa la situazione, cosa che non fu fatta dalle altre nazioni, per ovvii motivi bellici.

In media e in base alle fonti contemporanee, dal 50 - 80% dei militari svizzeri si ammalarono. Le truppe territoriali furono colpite più gravemente dell’esercito. Il 17 luglio il numero degli influenzati era di 6954, e raggiunse un primo picco proprio nell’esercito con numerosi decessi. Ciò diede origine ad una profonda insicurezza nella popolazione e ovviamente nei ranghi militari. Ed è per questo motivo che fu dato alla Stampa il comunicato sotto.

Nel solo mese di agosto si registrarono altri 2270 casi di morte. E dopo quattro mesi, al termine del 1918, i decessi assommavano a 21.491.

Immaginate quanti nei campi di battaglia, con la massiccia vita promiscua eterogenea, con vitto carente, e come alloggi le trincee o le caverne.





TRADUZIONE

STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO - Berna, 20 luglio 1918

Ufficio stampa -
Alla stampa

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Misure prese contro l'epidemia di Grippe[1]

(Comunicato del Comando dell'Esercito e del Dipartimento militare svizzero)

I primi casi di epidemia spagnola che si sono verificati nell'esercito non permisero di prevedere la gravià che la malattia avrebbe preso in seguito; non sembravano indicate delle misure speciali. A giudicare dalle pandemie precedenti, specificatamente quella del 1889, si potrebbe ammettere che, restando queste condizioni, non si tratterebbe che di un'influenza ordinaria a decorso rapido e benigno. I nuovi venuti dalla Spagna confermerebbero questa ipotesi.

L'epidemia non ha presentato caratteri di gravità dal giorno quando è apparsa nel R.J. mont. 6, durante una marcia dal Vallese al Giura. Fu necessario lasciare alcuni ammalati isolati ad Aigle con il personale sanitario necessario, poi farli trasportare a Sonceboz (Berna).

Essi sono tutti attualmente guariti o in via di guarigione. Ma quando la malattia cominciò a imperversare più massicciamente, la marcia del reggimento fu interrotta e la truppa fu alloggiata a Friburgo e dintorni in buone condizioni d'igiene e sistemazione.

Tuttavia, come l'epidemia cominciò espandersi presso le altre truppe mobilitate dell'esercito attivo, divennero più indispensabili delle misure più generali. Per rinforzare i presidi sanitari, il personale degli stabilimenti di tappa e i distaccamenti del S. Gottardo, sono state mobilitate successivamente, su proposta del Comando dell'Esercito, le compagnie sanitarie 20 e 19, la compagnia sanitaria di montagna 50, le ambulanze I e II/12 e la compagnia sanitaria di montagna 11/7. Delle truppe sanitarie comandate per fare il loro servizio negli stabilimenti sanitari di tappa e che avrebbero dovuto essere sostituite da altre unità resteranno in servizio in questi stabilimenti nello stesso tempo delle unità destinate a sostituirle. Il servizio territoriale ha messo a disposizione delle formazioni sanitarie militari, a titolo di rinforzo, delle colonne della Croce Rossa.

Inoltre, al fine di evitare ai corpi di truppa e alle regioni fino adesso indenni dal rischio di contagio, sono revocate fino a nuovo ordine o a data da destinarsi, con il consenso dell'Esercito e del Consiglio federale, gli arruolamenti delle seguenti truppe, prima previsti per la fine di luglio e l'inizio di agosto:

(segue elenco)

Per lo stesso motivo si è rinunciato momentaneamente ai differenti corsi previsti ne quadro del servizio attivo: corsi tattici per ufficiali di cavalleria, corsi di tiro per ufficiali di batterie d'obice 15 cm, corsi abbreviati dei furieri, ecc

Licenza di alcune unità segue elenco)

Inoltre i comandi di truppa hanno ricevuto l'ordine di evitare tutte le dislocazioni e sostituzioni che non fossero assolutamente indispensabili.

I preparativi iniziati già da qualche tempo per dotare l'esercito di baracche, ci hanno ugualmente permesso di utilizzare come ospedali per la truppa quattro baracche pronte a essere liberate. Degli ordini superiori sono passati, sulla base di un credito illimitato accordato dal Consiglio federale, per cui ugualmente gli uomini ben portanti potranno dormire nelle baracche dovunque gli acquartieramenti attuali rendano questa riforma desiderabile.

Nello stesso tempo che il Comando dell'Esercito prese le misure qui indicate, il Dipartimento militare svizzero ha preso le seguenti decisioni relative ai corsi e alle scuole poste ai suoi ordini:

Pieni poteri dati al Medico della Croce Rossa di installare, nella misura ritenuta necessaria, delle colonne di Croce Rossa.
Licenziamento delle scuole per le reclute e i seguenti corsi:
(segue elenco)

Licenziamento della scuola di aspiranti di artiglieria, come pure della scuola di aspiranti sanitari i cui studenti di medicina sono messi a disposizione dell'Esercito.
Rinvio fino a nuovo ordine della scuola di sotto-ufficiali di complemento e della scuola delle reclute di fanteria a Losanna, Lucerna e Frauenfeld, come pure della scuola per furieri di Thoune.
Quanto alle misure puramente mediche che incombono alla sanità militare, questo è stato oggetto di un rapporto speciale alla stampa.

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