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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
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ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI
.

in breve I MOVIMENTI CULTURALI dell'Et� Moderna
 che hanno interessato e influenzato la letteratura, la filosofia, l'arte, la musica, le varie forme di spettacolo


  LE ORIGINI - L'ANTICA - LA LATINA - FINO AL 1870     VEDI   QUI   I RIASSUNTI

 qui sotto - SCOLASTICA - UMANESIMO - NEOPLATONISMO - UMANESIMO D'OLTRALPE  -  I PROTAGONISTI

RINASCIMENTO - CLASSICISMO  E MANIERISMO - AUTORI E PERSONAGGI 

BAROCCO  -  ARCADIA - NEOCLASSICISMO - ILLUMINISMO - EMPIRISMO

ROMANTICISMO  - REALISMO - VERISMO - NATURALISMO - SCAPIGLIATURA

DECADENTISMO -  SIMBOLISMO - IMPRESSIONISMO - ESPRESSIONISMO - AVANGUARDIE - FUTURISMO

DADA - SURREALISMO - CREPUSCOLARISMO

ERMETISMO - ESISTENZIALISMO - NEOREALISMO 
'900 - LE INFLUENZE DEGLI AUTORI "DEL SOSPETTO" (MARX-NIETZSCHE-FREUD)

LETTERATI E ARTISTI DEL '700  - '800

LETTERATI E ARTISTI DEL '900
E BREVI SCHEDE DI OLTRE 400 AUTORI ITALIANI

LETTERATI E ARTISTI DEL '700 - '900
E BREVI SCHEDE DI OLTRE 400 AUTORI  

LETTERATI E ARTISTI DEL '900
E BREVI SCHEDE DI OLTRE 200 AUTORI  ESTERI

(TITOLI IN MARRONE - ATTUALMENTE IN  FASE DI COSTRUZIONE)


in breve i termini di questo periodo
in breve i personaggi   "         "

UMANESIMO - XIV . XV secolo (Italia - Europa )

Prima di inoltrarci nell'Umanesimo, dobbiamo necessariamente accennare alla SCOLASTICA. Un movimento filosofico nato nelle scholae sorte presso cattedrali e monasteri a partire dal sec. XI; luoghi dove gli insegnanti, detti scholastici, elaboravano e insegnavano le loro dottrine. Scolastica � perci� il nome generico con cui s'indicano diverse dottrine filosofiche e teologiche che, sviluppatesi tra il secolo XI e il XIV, hanno in comune alcuni caratteri fondamentali. Anzitutto il metodo impiegato � quello del sillogismo deduttivo di derivazione aristotelica, anche se molte delle opere di Aristotele si conobbero solo a partire dal sec.XIII attraverso la mediazione dei filosofi arabi. 
I sistemi prodotti dalla scolastica non tendono tanto a fornire strumenti per un' indagine critica, quanto piuttosto a rendere intelleggibile il patrimonio della rivelazione cristiana. I contenuti perci�, dal platonismo presente nelle opere di S. Agostino e di Boezio. Essi sono le autorictates e la Scolastica � innanzitutto un commento ai loro scritti , per la comprensione della verit� gi� data. In questo ambito assumono significato le dispute scolastiche sull' autonomia delle singole scienze di fronte alla teologia e sui rapporti tra fede e ragione. Alcuni di essi tra cui Boezio di Dacia sostengono l'autonomia della ragione, altri tendono a subordinarla alla fede. Altro punto di controversia � la disputa sugli universali, che � servita, in base alle soluzioni date, per distinguere i vari periodi della SCOLASTICA: la prescolastica (sec. XI-XII), l'epoca classica (sec. XIII) in cui emergono le figure di TOMMASO d'AQUINO (1225-1274) e DUNS SCOTO (1265-1308) e la decadenza (sec. XIV) con GUGLIELMO DI OCKHAM (1295-1300).

(
RAPPORTO FEDE RAGIONE IN OCKHAM: Gulielmo di Ockham � considerato l’ultima grande figura della scolastica e allo stesso tempo la prima figura dell’et� moderna. Infatti, il problema sul quale la Scolastica era sorta, l’accordo tra ragione e fede, viene, da Ockham, per la prima volta dichiarato impossibile.
Le basi di questa affermazione vanno ricercate nel radicale empirismo di Gulielmo. Difatti, poich� l’unica conoscenza possibile � l’esperienza e l’unica realt� conoscibile � la natura, che ci � rivelata dall’esperienza, ogni altra realt� che trascenda quest’ultima non � umanamente conoscibile. Molto importante ai fini del discorso � un passo tratto dalla Logica (opera di Ockham), il quale afferma che "gli articoli di fede non sono principi di dimostrazione n� conclusioni e non sono neppure probabili giacch� appaiono falsi a tutti o ai pi� o ai sapienti, intendendo per sapienti quelli che si affidano alla ragione naturale". In conclusione afferma Ockham che le verit� di fede non possono essere evidenti di per se stesse e non sono dimostrabili per mezzo della ragione naturale. Anche le prove dell’esistenza di Dio, in quest’ottica, non hanno valore dimostrativo: viene respinta la prova ontologica e quelle a posteriori )

La SCOLASTICA � il pi� grande sforzo speculativo della Chiesa: per questo non muore nell'Umanesimo e nel Rinascimento, perch� si � ripresentata come una seconda scolastica. Questa va dal secolo XV, il momento della sua rinascita dopo la decadenza, al sec.XVII, con in mezzo la Riforma cattolica e il Concilio di Trento. La ripresa della problematica teologica e filosofica della Scolastica visse soprattutto in tre indirizzi sorti dalle rovine del periodo precedente: l'occamismo, lo scotismo e il tomismo, nel segno di una vigorosa ripresa del vigore speculativo proprio di queste correnti. Questa ripresa fu ulteriormente favorita dal Concilio di Trento; e soprattutto in Spagna emersero personalit� che non si limitarono a ripetere il pensiero precedente, ma strinsero fecondi contatti con la nuova filosofia e con le scienze naturali.


IL NEOPLATONISMO

 Come per la Scolastica, agli inizi dell'Umanesimo, troviamo anche un ritorno al NEOPLATONISMO: sorto nel II sec. si estese fino al VII sec. 

Rifiorito nell'epoca umanistica, la riscoperta del platonismo (neoplatonismo) � uno dei fenomeni abbastanza rilevanti dell’umanesimo. Esso prima trova le premesse nell’opera del Petrarca che, tramite lo studio di Agostino, indicava nel pensiero di Platone la filosofia pi� affine al cristianesimo, poi tale corrente influenz� la cultura nel suo complesso, l’arte figurativa, la musica e la letteratura. Il platonismo umanistico fu anzitutto filologico: l’Europa, tramite la collaborazione dei maestri bizantini, cominci� a rileggere Platone nella ricchezza della sua opera complessiva.
Fondamentali a questo fine furono poi le traduzioni e il commento dell’intero corpus platonico realizzati da MARSILIO FICINO (1433-1499). Proprio esaminando questo autore si possono capire a pieno i caratteri del neoplatonismo, che deve considerarsi il punto culminante di una vicenda che ha attraversato l’antichit� e il Medioevo per offrire i suoi ultimi frutti all’et� moderna. 

� molto significativo ricordare che Ficino non si limit� a tradurre i dialoghi di Platone, ma anche le opere di Plotino e di molti altri esponenti della tradizione neoplatonica (oltre che gli inni attribuiti a Orfeo e a Omero; la Teagonia di Esiodo; le Argonautiche; i Dialoghi di Platone).  Secondo Ficino il verbo (rivelazione) si � dapprima manifestato presso i persiani, gli Egizi, gli Ebrei e poi presso i greci ha inspirato il divino Platone e da lui si � trasferito al cristianesimo e ad Agostino.
Cosicch� Marsilio inizia a credere, come molti intellettuali dell’epoca, che platonismo e cristianesimo sono due facce di una stessa vicenda spirituale, che ha come scopo la lotta al Materialismo e all’Ateismo.
Strumento ideale di questo cammino � l’eros; l’amore platonico. Tramite esso l’uomo comunica con la forza amorosa che circola nell’universo, cos� da identificarsi nell’amore di Dio.
Non � dunque Ficino un personaggio secondario, ma uno dei principali esponenti dell'Umanesimo, che per� con Teologia Platonica, volle ad ogni costo conciliare la filosofia classica e la religione cristiana in una concezione armonica dell'universo in cui l'uomo � al centro e nello stesso tempo mediatore tra la molteplicit� degli esseri e l'unit� divina. 
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Ora ritorniamo all'Umanesimo. Il nome deriva da studia humanitatis, parole usate da Cicerone per definire gli studi che tendono alla formazione culturale e spirituale dell'uomo. Il termine -anche se di recente acquisizione storiografica- fu ripreso ai primi del Quattrocento da LEONARDO BRUNI, e anche lui lo us� per indicare lo studio dell'uomo in una prospettiva antroprocentrica (opposta alla tradizione medievale), in cui lo studio degli autori classici � la base per elaborare una morale e una pedagogia laiche.
Il movimento culturale nato in Italia si diffuse nell'Europa centrale ed occidentale, manifestandosi come una generale reazione alla mentalit� mistica e teologale del medioevo, e come un vivo interesse al mondo umano, della natura e della storia.
Dal punto di vista letterario, l'azione degli Umanisti dapprima si limita alla scoperta dei codici o testi classici, poi diviene critica, sia nella correzione, sia nel giudizio estetico dei testi classici, infine artistica, in quanto gli umanisti si dedicano a comporre in prosa e in poesia latina, imitando gli autori antichi.

E' dunque caratterizzato questo movimento culturale da una vigorosa ripresa dello studio (questa fu la principale caratteristica) dei classici latini e greci,  tramite l�utilizzo di una filologia scientifica. La ricostruzione dei libri antichi, in particolare di quelli sacri, veniva in principio fatta semplicemente per penetrare pi� a fondo una cultura passata, e solo in seguito gli intellettuali utilizzarono la filologia (*) per estrapolare dai testi quei principii utili a riformare la societ� a loro contemporanea; ed � anche  il punto di partenza del successivo periodo del Rinascimento. 

( (*) FILOLOGIA: "( dal greco philologia = amore del discorso ) designa il complesso di procedimenti tecnici e interpretativi che mirano a liberare il testo dalle incrostazioni e dagli errori accumulati nei secoli (soprattutto a causa di sviste dei copisti, ma anche di censure o di manipolazioni consapevoli), per riportarlo alla sua forma originaria".)

Durante l'Umanesimo fioriscono le Accademie, si aprono Biblioteche, prospera l'arte editoriale (di recente acquisizione) e si rinnovano i metodi d'insegnamento.


UMANESIMO D'OLTRALPE

 Sempre nello stesso periodo il problema religioso e l'impegno riformatore costituirono il momento centrale del pensiero e dell'attivit� dei maggiori umanisti d'oltralpe. Anch'essi usando le armi della filologia scientifica e del metodo critico che l'umanesimo italiano aveva elaborato per studiare i testi sacri, al fine di rendere possibile un incontro pi� diretto con il pensiero cristiano, avviarono una nuova riflessione su decisive questioni della teologia cristiana. In questo modo l'umanesimo nord-occidentale, in particolare in Germania, Francia, Inghilterra e nelle Fiandre, riusc� a mantenere uno stretto legame con il travaglio spirituale della societ� europea. L'opera di Erasmo da Rotterdam, che � la figura pi� rappresentativa della corrente, si svolse soprattutto nello studio dei testi sacri e del pensiero cristiano. Egli, animato dal desiderio di rinnovamento della chiesa, introdusse nel campo teologico il metodo della filologia umanistica, realizzando opere critiche come il "Manuale del cavaliere cristiano", "Querela pacis", "Elogio della follia", dove il formalismo, l'ipocrisia, e la corruzione della chiesa venivano aspramente denunciate. Insieme a lui e animati con lo stesso spirito operavano altri umanisti come John Colet, Tommaso Moro, Hulrich Zwingli e Juan Luis Vives. L'umanesimo cristiano con la sua critica delle forme della religiosit� medievale, ebbe larghissimi consensi, eppure anche questo movimento di idee fall� nel tentativo di riformare la chiesa. Alcuni umanisti come Erasmo, accettarono la sconfitta, rimanendo nell'ortodossia cattolica, altri, come lo Zwingli, giunsero a posizioni pi� radicali e alla rottura con la chiesa. Tuttavia l'umanesimo cristiano contribu� con la sua critica a preparare e spianare il terreno alla riforma protestante. Ebbe anche forte influenza nella parte pi� aperta dei prelati che operarono in seno alla Riforma Cattolica, come i cardinali Pole e Morone. Tuttavia quest'orientamento pi� conciliante nei confronti dei riformati venne sconfitto con l'affermarsi delle posizioni pi� intransigenti come quella del cardinale Carafa poi Paolo IV.

I MAGGIORI UMANISTI ITALIANI

il gi� accennato LEONARDO BRUNI (1370-1444), POLIZIANO (1454-1494), FRANCESCO PETRARCA (1304-1374);  GIOVANNI  PONTANO (1429-1503); COLUCCIO SALUTATI (1331-1406); POGGIO BRACCIOLINI (1380-1459); FLAVIO BIONDO (1392-1463); LEON BATTISTA ALBERTI (1404-1472); LORENZO VALLA (1405-1457); MARSILIO FICINO (1433-1499); ENEA SILVIO PICCOLOMINI (1405-1464); LORENZO DE' MEDICI (1449-1492); GIOVANNI PICO DELLA MIRANDOLA (1463-1494).
Tra gli stranieri, in Germania primeggia
ERASMO DA ROTTERDAM (1466-1536); NICCOLO CUSANO (1401-1464); JOHANNES RAUCHLIN (1455-1522); in Francia JACQUES LEFEVRE D'ETLAPES (1450-1537); PIETRO RAMO (1515-1572). In Inghilterra, giganteggia TOMMASO MORO (1478-1535).
Le pi� note Accademie: quella PONTANIANA (Napoli 1442); l'ACCADEMIA ROMANA (Roma 1460); l'ACCADEMIA PLATONICA (Firenze 1463).

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UMANESIMO E LETTURA DEI TESTI SACRI

Caratteristiche principali del movimento sono: la riscoperta, da parte degli intellettuali citati sopra, dei testi classici latini e greci e il conseguente superamento degli ideali medievali quali erano ad esempio quelli di un impero universale o di una religiosit� troppo legata a riti e norme che poco rispecchiavano l�essenza vera del cristianesimo. 

Tale corrente invest� molti campi del sapere. In particolare la letteratura umanista si basa sul concetto di imitazione  e si sviluppa quasi interamente partendo dalle tematiche e dal linguaggio dei grandi scrittori antichi. 

L�amore per la cultura port� gli intellettuali dell�epoca a formare le prime biblioteche laiche che fiorirono, soprattutto a Firenze, sul modello di quella costituita nel XIV� secolo dal Petrarca  e che conferirono ai libri una presenza ben pi� consistente nella vita cittadina. 

Il costituirsi di tali biblioteche � la conseguenza di un profondo lavoro di ricerca e analisi di testi dei secoli precedenti andati perduti o dimenticati. Questo lavoro, basato sull�attivit� filologica, era volto a riportare ad una forma pi� possibile vicino all�originale testi antichi in modo da poter comprendere a pieno il messaggio di vita che essi originariamente erano destinati ad impartire. 

Il termine filologia, di origine greca, composto da philos, (amico) e da logos, (parola, discorso) indicava in principio l�amore per la parola e in genere per le lettere. Durante i secoli il suo significato, pur rimanendo fondamentalmente lo stesso, assunse varie accezioni.

 In epoca umanistico-rinascimentale la filologia si � configurata come amore peculiare per i testi classici e come impegno per recuperarli dalle contaminazioni subite nel medioevo. Il lavoro di recupero, che non era agevole, si basava sull�emendatio, cio� sulla correzione degli errori evidenti, spesso effettuata attraverso il confronto tra manoscritti diversi.

l pi� grande filologo del XV� secolo � Lorenzo Valla.  Con costui lo "studio della parola" raggiunge la sua pi� alta coscienza teorica divenendo una vera e propria scienza basata su storia, retorica, diritto, morale e religione. 

LORENZO VALLA (1405-1457) nato a Roma, si trasfer�, da adulto, a Firenze studiando sotto la guida di Giovanni Aurispa. Dopo la conoscenza del Panormita, Lorenzo compose importanti opere. Durante un soggiorno a Pavia, volto ad approfondire le sue conoscenze giuridiche, acquist� grande esperienza della filologia e della storia.

Nel 1435 l�avversione per la chiesa e le sue istituzioni e la sua esperienza di filologo- umanista convergono per dar vita ad una delle opere pi� conosciute del Valla, l�opuscolo "De falso credita et ementita Constantini donatione" (la falsit� della donazione di Costantino), l�opera che con estremo rigore filologico e senso storico dimostr� la falsit� dell�editto su cui si basava il potere temporale della Chiesa. 
Secondo la tradizione infatti tale potere traeva origine e legittimit� da un documento in cui l�imperatore Costantino avrebbe ceduto al papa Silvestro I il possesso, giuridico ed amministrativo, del futuro Stato Pontificio. Sempre alla luce di una visione libera del cristianesimo compose nel 1449 le "Adnotatione in novum Testamentum". A tale impresa egli si accinse confrontando tre manoscritti greci e tre latini del Nuovo Testamento.

Con i componimenti del Valla si ha l�inizio di quella corrente filologica basata sull�analisi critica e la ricostruzione dei testi biblici che sar� strumento essenziale della Riforma protestante  e che rappresenter� il centro della speculazione "filosofica" degli "UMANISTI D'OLTRALPE" (accennati sopra). In questo quadro di grande sviluppo culturale, il problema religioso, come si � detto, non era rimasto estraneo agli umanisti, i quali anzi ne avevano affrontati vari aspetti. Con l�atteggiamento critico nei riguardi della religione "SCOLASTICA" (pure questa accennata sopra) infatti, gli intellettuali europei e in special modo quelli italiani cercarono anche se indirettamente, di intraprendere un movimento di riforma all'interno alla Chiesa. E� perci� sbagliato pensare alla civilt� umanistica come un�et� percorsa da atteggiamenti paganeggianti e antireligiosi.

E' invece un'Et�, dove si ha una rivalutazione dell�uomo basata sull�impronta data dai classici e che tiene conto della totalit� sia dell�individuo che della societ� e che quindi non tralascia il problema religioso. Due, in particolare, erano le linee su cui verteva il dibattito: da un lato la polemica contro la corruzione del clero, dall�altro la formulazione di una nuova religiosit� fondata sull�esperienza interiore.

Su queste posizioni troviamo a fine '400 molti umanisti italiani quali: COLUCCIO SALUTATI, LEONARDI BRUNI, il gi� citato LORENZO VALLA e POGGIO BRACCIOLINI. Soprattutto nell�opera di quest�ultimo molto spesso predomina una polemica antiecclesiastica, facilmente evidenziabile in opuscoli quali il "De avaritia" e il "Contra hypocritas". Allo stesso tempo � importante ricordare che in linea con l�operato di tali umanisti si svilupparono, in tutto il 400, delle correnti di rinnovamento spirituale come, ad esempio, la devotio moderna.
Di Valla invece leggeranno invece  molto poco, le sue pi� ardite opere furono sepolte nelle cripte; vedranno la luce solo nel  1869 e nel 1882 (vedi pi� avanti, in Rinascimento).

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DEVOTIO MODERNA: Corrente di rinnovamento spirituale che si diffuse a partire dalla fine del Trecento, dai Paesi Bassi alla Germania, dalla Francia all' Italia e alla Spagna. Propagandata soprattutto dai "Fratelli e sorelle della vita comune" (un movimento laicale senza voti), la devotio moderna accentua di contro all'istituzione ecclesiastica il momento individuale, intimo dell'esperienza religiosa. Privilegia il raccoglimento e la meditazione, la diretta lettura dei vangeli pi� che dei trattati di edificazione e s'impegna a calare nel quotidiano l'esempio di Cristo.)

La sua importanza � data dal fatto che alcuni principii propri del movimento, come la diretta lettura dei testi sacri e l�indifferenza verso il formalismo del culto anticipano alcune di quelle che saranno le basi della Riforma Protestante. Il tentativo di riforma portato avanti dagli umanisti, che prelude alla riforma protestante, � indicato con il termine di renovatio, nome che esprime la volont� di ritornare ad un cristianesimo puro e autentico, non pi� appesantito dai dogmi e dalle credenze medievali.

Nonostante tale volont� fosse ben radicata, nelle masse e negli intellettuali, fin dai tempi di Petrarca, i primi insuccessi convinsero gli umanisti italiani a contentarsi il pi� delle volte di un aristocratico distacco dalla religiosit� comune. Questo fatto non a caso fece infuriare uno dei primi uomini che sentirono veramente il bisogno di una riforma radicale che cambiasse la Chiesa dall�interno:
GIROLAMO SAVONARAOLA

(
SAVONAROLA GIROLAMO (1452-1498) Frate agostiniano, divenne figura eminente della Repubblica Fiorentina, formatasi a seguito delle guerre d�Italia. Sono rimaste famose le sue prediche tra cui quella del 1493, nella quale attacc� duramente gli atteggiamenti di rilassamento morale del clero e degli umanisti, rei, a suo dire, di aver perso di vista la realt� e i bisogni della gente comune. La sua figura � rimasta di primaria importanza nei secoli poich� fu uno dei primi ad avvertire il bisogno di una riforma interna alla Chiesa e a capire i pericoli che sarebbero potuti sorgere se ci� non fosse avvenuto. Fu condannato al rogo.)

Il suo capolavoro sono le Prediche in cui attaccava gli umanisti e il clero, rei a suo dire di condurre una vita troppo distaccata ("l'aristocratico distacco")da quella che era la realt� e di aver perso di vista i problemi della vita quotidiana. Nella famosa predica citata sopra del 1493, disse: " nelle case de� gran signori et de gran prelati non si attende se non a poesia e arte oratoria. Va pure et vedi: tu gli troverai co� libri d�humanitate in mano. Et dannosi ad intendere con Virgilio et Oratio et Cicerone saper reggere l�anime."  - "l'aristocratico distacco"  lui non l'ebbe, ma fin� sul rogo.

Il tentativo di riforma interna alla chiesa verr� ripreso nei primi decenni del '500 dagli umanisti d�oltralpe (meno vincolati a Roma) e in special modo da Erasmo da Rotterdam e dallo Zwingli.

(ERASMO DA ROTTERDAM (1466-1536) Importante umanista, reso celebre dagli scritti nei quali esprimeva con forza il bisogno di una riforma interna della chiesa della chiesa. La sua opera pi� nota � L’Elogio della Follia. Con lo scritto sul libero arbitrio prese posizione contro la prospettiva luterana e rimase nell’ambito cattolico; ci� non imped� che i suoi scritti fossero messi all’Indice.)

( ZWINGLI HULRICH (1484-1531) Umanista di formazione erasmiana. Nominato predicatore a Zurigo nel 1519, egli riform� la chiesa locale con l�aiuto delle autorit� politiche, allargando poi la sua predicazione a Basilea e Berna. I punti di maggiore contrasto con i luterani furono la concezione dell�eucarestia ed un atteggiamento pi� aggressivo verso i cattolici. Venne ucciso a Kappel l�11 Ottobre 1531 .)

( CONTRORIFORMA E RIFORMA CATTOLICA - "La Riforma Cattolica ", scrive H. Jedin, "� la riflessione su di s� attuata dalla Chiesa in ordine all’ideale di vita cattolica raggiungibile mediante un rinnovamento interno; la Controriforma � l’autoaffermazione della Chiesa nella lotta contro il Protestantesimo ".
A maggior chiarimento: l’esigenza di una riforma, cio� di concepire in modo nuovo l’esperienza religiosa, � testimoniata gi� in et� umanistica, trovando molteplici espressioni dalla devotio moderna ad Erasmo e all’orientamento conciliarista, che ritiene fondamentale, per il rinnovamento, la limitazione della potenza papale con l’istituzionalizzazione dei concili ecumenici.
Con il termine "Riforma Cattolica", quindi si fa riferimento a questo complesso di esigenze. La Controriforma invece � costituita dal Concilio di Trento (1542-1563) e dall’opera di riorganizzazione e autoaffermazione che la Chiesa compie in attuazione delle direttive elaborate dal Concilio tridentino. La Chiesa progetta quasi una "riconquista" di quella parte dell’Europa che � ormai in mano agli eretici. Il Concilio sancisce un accentuato ampliamento del potere papale e un centralismo direzionale, che non lasciava spazio a posizioni ed iniziative che non fossero rigidamente "allineate"; come ad esempio il controllo che i "visitatori apostolici" inviati da Roma esercitavano sull’operato dei vescovi o al ruolo puramente esecutivo assegnato ai docenti dei collegi gesuitici.
La Controriforma faceva coincidere l’esperienza religiosa con l’ossequio e l’obbedienza all’istituzione religiosa, nella quale nell’et� post-tridentina si accentuava l’accentramento monarchico. Strettamente collegato a questo centralismo � "l’arroccamento ideologico", la difesa dell’ortodossia perseguita dalla chiesa con "l’ Indice dei Libri Proibiti", con il tribunale dell’ Inquisizione, con la collisione frequente con l’ autorit� statale. Il Concilio di Trento, pur tenendo conto di quell’ insieme di fermenti e di istanze che avevano animato la Riforma Cattolica, stabilisce i limiti dell’ ortodossia e la impone rigorosamente; procede ad una ridefinizione delle questioni ideologiche suscitate dai protestanti, fissa le linee del rinnovamento istituzionale della Chiesa e del suo intervento nella societ�. Alla rigorosa difesa dell’ ortodossia � collegato il problema dei rapporti tra intellettuali e potere(ecclesiastico); molti erano i casi di repressione, con condanna e roghi, contro gli eretici (si pensi a Giordano Bruno, Tommaso Campanella e Galileo Galilei), ma oltre a ci� si osservano anche fenomeni di fuoriuscitismo, con l’esilio di importanti personaggi e fenomeni di nicodenismo, cio� la sofisticata pratica di conformismo e di arroccamento nella propria interiorit� imposta dalla durezza dei tempi.

La ridefinizione teologica si fonda sul problema della salvazione affrontata da Lutero e Calvino. Il Concilio, infatti, respinge la convinzione che il peccato sia riscattato dalla fede e che solo per mezzo di quest’ultima si possa raggiungere la salvezza, decretando una dottrina della giustificazione in senso attivo. Derivano proprio da questa riformulazione del problema della salvezza le modalit� e le finalit� dell’intervento della Chiesa nella societ� in modo pi� operativo. Essa si dedica alla formazione e educazione del clero, opera per un’evangelizzazione del Nuovo Mondo, ed infine, per modellare la societ� secondo la prospettiva di religiosit� ortodossa, si adopera per un controllo della attivit� intellettuale ed artistica. Infatti, nell’"Indice dei Libri Proibiti", che include Macchiavelli e Boccaccio, si accompagnano editti e trattati sulle arti figurative e teatrali, che vengono "legittimate solo se inducono a cristiana devozione".

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