... vi fu un tempo
VI FU UN TEMPO.....AL LETTORE
"Eccoci.... siamo noi... i vostri antenati di 100.000 anni fa..... fissateci e ricercate in noi l'origine....... siamo quattro ossa ma vivi... Siamo scampati a mille uragani... a mille fiere... a mille terremoti... a mille pestilenze... a mille guerre... a mille tormenti... a mille miserie... ma abbiamo, nonostante tutto, in un mondo molto più ostile del tuo, scheggiato mille pietre... dipinto mille caverne... scritto mille papiri poi mille e mille libri... per lasciarti in eredità mille saperi ... e tu che ora vivi nell'anno 2000, ci ringrazi così? Dici che non ti interessa nulla!
L'Universo elargendo il dono più grande - creando con i suoi migliori atomi una parte di sè stesso dentro la mente dell'uomo per studiare il resto di sè - non immaginava che alcuni uomini questo dono non l'avrebbero mai utilizzato o utilizzato male"
Quanti! vivono senza una intelligente curiosita!"" Vi fu un tempo in cui l'Umanità non esisteva. La Terra offriva allora un aspetto non molto differente da come si presenta oggi. In luogo della vita intelligente e attiva che circonda sulla sua superficie; in luogo di queste città popolate, dei nostri villaggi e delle nostre abitazioni; di questi campi coltivati, dei vigneti e dei giardini; delle strade e delle ferrovie, dei navigli, delle officine nostre e dei laboratori; in luogo di questi palazzi, dei monumenti, dei templi; in luogo di questa incessante attività umana che trae profitto attualmente di tutte quante le forze della natura, penetra le profondità terrestri, interroga gli enigmi del cielo, studia gli avvenimenti dell'Universo, e sembra concentrare in se stessa l'intera storia del creato ......, non vi erano che foreste selvagge ed impenetrabili, fiumi che scorrevano silenziosamente in mezzo a rive solitarie, montagne senza anima viva che le ammirasse, valli senza traccia di capanne, e sere senza incanti, e notte stellate senza alcuno che le contemplasse. Non scienza, né letteratura; non arti, né industria, né politica, né storia; non parola, né intelligenza, né pensiero.
A quell'epoca i drammi e le commedie della vita umana erano sconosciuti sul nostro pianeta. L'affezione non meno che l'odio, l'amore e la gelosia, la bontà e la perfidia, l'entusiasmo, la devozione, il sacrificio, e tutti i sentimenti nobili o perversi che costituiscono la trama dell'esistenza umana, non erano ancora nati quaggiù.
Fin dalla formazione della Terra, da quando si staccò dalla nebulosa solare, fin da quando si raffreddò ed esiste come pianeta, centinaia di milioni di anni si sono succeduti per renderlo abitabile alla vita, e altri milioni e milioni di anni per arrivare all'alba dell'umanità. Epoche che erano state precedute da un'era primordiale, durante la quale la vita nascente non fu rappresentata che dai suoi primitivi rudimenti, e da specie inferiori, dalle alghe ai crostacei, dai molluschi agli invertebrati.
Davanti a questo ciclo di ere immense, dopo la comparsa delle specie animali superiori, la genesi dei preparativi per il primo essere umanoide, occupa una spazio di soli 4-5 milioni di anni, una millesima parte, se, come ora sembra, dobbiamo credere la Terra sia vecchia di 5 miliardi di anni.""(scriveva , così Frammarion - la seconda parte a fondo pagina)
E' però solo nell'ultimo 1.000.000 di anni che inizia il calendario della vita umana; con i primi 900.000 anni avvolti ancora nel mistero sepolto nelle grotte e nelle viscere della terra; e sono solo gli ultimi 100.000 anni che alcune cose ci danno oggi testimonianze del carattere vitale dei nostri progenitori.
Ma 100.000 anni fa non era ancora l'alba! Solo negli ultimi 40.000 anni troviamo le prime espressioni di una intelligenza superiore; e purtroppo - anche se preziosi per le nostre conoscenze - dei primi 30.000 anni possediamo solo reperti che negli ultimi cento anni la scienza moderna ( la paleontologia, la paleontropologia, la paletnonologia, la geologia e l'archeologia) ha reso possibile interpretare, chiarire, commentare, spesso con vivaci dispute accademiche fino a poche decine di anni fa.Per sapere invece qualcosa di più indubitabile abbiamo solo gli ultimi 10.000 anni, quando iniziamo a scoprire e a conoscere a fondo alcune forme di comunicazione primitiva con le prime iscrizioni pittografiche; vale a dire i primi veri monumenti-documenti proto-storici. In seguito poi, alcuni popoli con l'introduzione della scrittura negli ultimi 5000 anni, come mezzo per esprimere visibilmente e durevolmente il pensiero diventata ormai un'esigenza della necessità spirituale e pratica elementare, ci hanno lasciato numerose, accessibili e comprensibili documentazioni. Sono con queste testimonianze che...
HA INIZIO LA STORIA
Senza dover noi interpretare, ma solo leggere e venire a conoscenza, iniziano i nostri antenati con queste testimonianze scritte che ci hanno lasciato, a farci conoscere molteplici aspetti della loro vita culturale, religiosa, artistica, letteraria, politica.
HA INIZIO LA CIVILTA'
Le più antiche iscrizioni che compaiono prima del 3000 a.C. sono tutte a graffiti su rocce o su antichissimi monumenti. Più che iscrizioni sono incisioni di figure simboliche. Le iscrizioni su supporti mobili e maneggevoli sono databili solo a partire dal 3000 a.C. circa.
Ultimamente ne sono state rinvenute in Egitto già con la tecnica pittografica su placchette di osso, databili 3400 a.C. Sembra dunque che l'invenzione della scrittura sia attribuibile agli egiziani e non ai Sumeri come finora ritenuto. L'archeologo Dreyer le ha rinvenute in una necropoli reale ad Abydos nella provincia di Suhah a circa 400 chilometri del Cairo. Forse é la tomba di un avo di Re Scorpione I; il primo di tre re noti del periodo che precedette la prima dinastia dei faraoni. Sono delle iscrizioni su tavolette che sembrano essere delle ricevute di imposte riscosse dal sovrano. Fu dunque una invenzione, sollecitata dal bisogno di avere un documento che attestasse un dovere assolto. La tecnica l'abbiamo accennata, era pittografica.Sempre presso gli Egiziani la scrittura, dopo circa 400 anni si manifestò con segni pittografici isolati (potremmo dire mobili) e iniziano a chiamarsi pittogrammi. Gruppi di questi segni messi in sequenza vanno quindi a creare non più la rappresentazione di un oggetto, ma da come sono disposti riescono a formare una frase - sempre ideografica ma questa volta anche fonetica - con il vantaggio di usare solo 20/30 figure isolate per esprimere un concetto ben preciso. Non é ancora un vero e proprio alfabeto ma la filosofia della costruzione concettuale é quella. (cioè quella dei "caratteri mobili" che qui diventano "figure mobili")
Dopo questa data, questi pittogrammi-ideografici diventano ieratici (quasi di esclusivo uso sacerdotale) su papiro (gli egiziani disponevano di questa singolare risorsa); mentre presso i Sumeri l'evoluzione del segno inciso si trasformò subito in quasi alfabetico, in una forma cuneiforme su tavolette di argilla. La più antica iscrizione sumera è del 3000 a.C., quindi contemporanea a quella egiziana. La disputa del primato tra i due Paesi non è mai finita.
Ognuno di essi afferma che ha imitato l'altro.A scompaginare poi tutto arrivarono pochi anni fa le 14 "Tavolette Tartaria" rinvenute però sui Balcani (quindi non in Egitto e nemmeno in Mesopotamia - cioé dove non ci dovevano essere) una scoperta che è diventata un giallo, perchè sono state scritte nel 3500 a.C. in una forma quasi cuneiforme ma con aspetti pittografici. (e la cuneiforme nacque inizialmente anch'essa pittografica). In pratica sono figure di comuni oggetti, incisi. Vi appare ad esempio la "n" è la "m", ed entrambe sono rappresentate sia in sumero che in egizio allo stesso modo: significa l'acqua di un fiume e di un mare, simbolizzate con due o tre onde - un segno che non è mai stato abbandonato dagli alfabeti successivi, dal fenicio, fino ai nostri giorni. Già questo è abbastanza singolare. Sarebbe una coincidenza poco credibile che due popoli così diversi usassero contemporaneamente lo stesso segno pittografico per rappresentare un oggetto (fra mille a disposizione) per farne un pittogramma. E in seguito i fenici per farne una lettera alfabetica.
Il giallo consiste in questo: la cuneiforme più tardi in Mesopotamia nel 3000 a.C. appare quasi come un alfabeto fatto di segni incisi nell'argilla, ma nello stesso 3000 a.C. in Egitto appare la pittografica modificata in pittogrammi che diventa anch'essa quasi alfabetica (ideogrammatica - regola di un segno) perchè vuole legarsi a un suono (fonogrammatico - adattandolo a un fonema umano)
Insomma l'idea è la stessa, cambia la tecnica nel rappresentarla e il supporto. Cioè fare alcuni segni mobili, che rappresentano un fonema, per creare delle frasi, e perfino un concetto. Che è l'idea sostanziale di tutti gli alfabeti. Comunque restano in Egitto alcuni segni extra-alfabetici (diventati solo virtualmente alfabetici ma che sono pitto-ideografici).
La pittografia la usiamo ancora oggi. Il $ che abbiamo sulla tastiera alfabetica del computer, indica una moneta di una nazione; la @ o la & hanno un significato ben preciso e sono riportati con un segno pittografico-ideografico e non con un pittogramma alfabetico o un fonogramma - cioè fuori della grammatica. E proprio questo avvenne nella trasformazione degli antichi segni egiziani pittografici, quando giunse l'"idea" sumerica sulle sponde del Nilo)Un po' di leggenda sulla scrittura. In Egitto, si narra che fu Thot, scriba degli Dei egiziani a inventarla; mentre presso i Sumeri una iscrizione Assira di Sardanapolo V ci tramanda che fu la divinità Nebo a concepire la scrittura e insegnarla agli uomini.
A quanto pare, nello stesso periodo, non furono i soli: contemporaneamente in Cina la tradizione vuole che sia stato Ts'ang-Scian a inventare la scrittura utilizzando la pittografica prima, quella a ideogrammi poi, incisa su gusci di tartaruga e ossa; mentre nella leggenda Indù é Brahma che regalò agli uomini la conoscenza delle lettere.
Non manca in un periodo più tardo in Irlanda una rivendicazione dell'invenzione a Ogmios, mentre nella saga nordica l'invenzione dei caratteri runici (inizialmente non proprio un alfabeto fonetico) é attribuita al dio Odino (o Wotan).Ma arriviamo al vero e proprio alfabeto nella scrittura.
Più tardi in Grecia, Plinio ci tramanda nel 70 d.C. le sue ricerche-conoscenze in proposito: scrive che la scrittura alfabetica nacque a Tebe dall'eroe Cadmo, che la introdusse dalla fenicia nel 1519 a.C. (vedi sotto) con 16 lettere, che Palamode nel 1220 a.C. ne avrebbe aggiunte altre tre, e che infine nel 627 a.C. Simonide altre quattro (ma altri narrano che fu Epicarmo ad aggiungere queste ultime quattro, e solo nell'anno 472 a.C.)
Ai segni fenici, le ultime scoperte inducono a non contestare più a questa popolazione il merito dell'invenzione o scoperta dell'Alfa-Beto che sono poi questi i primi due segni della serie dei 22 fonogrammi (che corrispondono tutte a un suono articolato- la novità fu questa).
Abbiamo accennato scoperta, perchè anche i Fenici sembra che l' idea sia venuta osservando (loro che viaggiavano molto) i segni ieratici egiziani, quelli mesopotamici e forse anche gli ideogrammi cretesi (ma ora sembra provenienti dall'antica Tracia
Il più antico documento a noi pervenutoci con i primi 20 segni (detto Alfabeto n. 1) resta quello di Ugarit (dove era in uso già da circa 1350 anni il cuneiforme sumerico) datato 1650 a.C. Ma devono passare altri 664 anni perchè l'alfabeto fenicio arrivi ad una evoluzione con quello di 22 lettere (detto Alfabeto n. 2) nel 986 a.C. e sempre a Ugarit (Iscrizione della Stele d'Hiram).Giallo anche qui nei riguardi degli Etruschi. I primi Etruschi abbandonarono l'Egeo guidati da Tirreno nell'anno 1195, quindi portarono con sè in Italia in Umbria e in Toscana l'alfabeto n.1. Trascorsero 400 anni. Nel Lazio i Latini invece di mutuare quello etrusco n.1, creano l'alfabeto Romanico nell'800 a.C. circa, utilizzando i segni del nuovo alfabeto e impostando il romano-latino guardano al greco-fenicio n.2, e non al tosco-etrusco n.1.(dove i rapporti non erano certo idilliaci;
a Roma c'erano più scambi con la lontana Grecia che non con la vicina Toscana-Umbria).
Analizzando i due alfabeti scopriremo che quello etrusco, ha infatti, conservato molti segni del n.1 mentre quello romano-latino proviene dal greco-fenicio dell'anno 800 a.C. quando nell'Egeo avvenne la rivoluzione nella grafia sillabica dei vecchi segni, cioè quelli che si erano portati dietro gli Etruschi nel 1195.
Non essendoci in Grecia e nei dintorni con il primo alfabeto alcun testo letterario conservato, proprio nei luoghi dov'era nato era del tutto scomparso con l'avvento del nuovo: quello che darà inizio finalmente alla grande produzione di testi scritti, che comparvero numerosi in Grecia proprio dopo l'800 a.C.
In questa trasformazione l'Etruria resta assente, distante e isolata. In seguito (come il Fenicio a Cartagine) quando gli Etruschi saranno sconfitti e integrati con i romani, oltre il sistema politico crollò anche l'intera loro cultura e insieme il vecchio modo di scrivere. Dopo 4-5 generazioni l'Etrusco svanisce nel nulla. Creando in seguito grandi difficoltà agli studiosi per comprendere la lingua che Tirreno dalla Lidia-Fenicia si era portato dietro. Difficoltà anche quando l'abate Barthelemy riuscì a decifrare l'alfabeto fenicio n. 2.
( vedi ETRUSCHI a fondo pagina)
Salvo qualche iscrizione, veri e propri testi letterari scritti in etrusco fino ad oggi non sono ancora venuti alla luce, sempre che esistono. Del resto gli etruschi al pari dei Fenici non usavano la scrittura per compilare opere letterarie, indubbiamente non avevano questa vocazione.(Qualcosa del genere accadde in molti altri luoghi; in seguito anche in Italia. Nel 1414, a Firenze il Consiglio della città, stabilì che tutte le scritture concernenti atti, contratti ecc. dovevano essere stesi non più in latino ma in volgare per essere capiti da tutti. Il latino insomma dopo duemila anni rimase relegato agli studiosi e dentro la Chiesa. Scomparve dalla scena quotidiana della popolazione).
Sappiamo che i 22 segni fenici (tutte consonanti - una grafia sillabica seguita da una vocale non scritta) i greci li perfezionarono aggiungendo (ricordiamo nell'800 a.C.) le 7 vocali (5 quelle italiane) che i fenici non avevano mai usato ( né col primo né col secondo alfabeto, perché non portati alla raffinatezza della letteratura; anzi si pensa che l'alfabeto fenicio sia nato unicamente ai fini di semplificare le necessità del commercio di questo popolo dotato di grande spirito pratico che come sappiamo derivarono le loro più grandi risorse dal commercio e dalla navigazione. Rarissimi sono i testi letterari fenici.
(vedi I FENICI )
Del 1400 a.C (quindi dopo 250 anni dall' invenzione del primo alfabeto) conosciamo solo rarissime opere, quelle di Ras-Shamra, e anche dopo (con il secondo alfabeto) la produzione letteraria fenicia é quasi inesistente. Né bastano i pochi frammenti scoperti dopo 2000 anni per darci un idea di come, dove e quando cambiarono i segni delle lettere nell'arco di 14 secoli. L'uso del fenicio sillabico scomparve poi del tutto con la distruzione di Cartagine (nel 146 a.C.) dov'era ancora abbastanza diffuso; sostituito da un neopunico che fece già uso di alcune vocali, ma che il greco e il latino seppellì per sempre subito dopo. Fino al 1700 non sentiremo più parlare di questa pionieristica invenzione dei Fenici e neppure di questo popolo, quasi del tutto dimenticato per diciotto secoli. (Fu infatti Barthelemy a decifrare le prime iscrizioni e a rintracciare nel Fenicio le radici di quasi tutti gli alfabeti fonetici delle lingue conosciute. Rendendo così giustizia ai Fenici).Dunque da quello fenicio derivarono tutti gli altri 3 grandi gruppi: ARAMEO, SABEO, ELLENICO.
Dall'ARAMEO, deriva l'Arabo, l'Armeno, l'Ebraico, il Georgiano, il Mongolo, il Parsi, il Pehlevi e il Siriaco
Dal SABEO, l'Etiopico e l'Indiano e si divide il primo, in Amarico, Birmano, Coreano (la parte a sud), Giavanese, T'ai, Singalese; Il secondo in Nagari-Dravico, con il Bengali, Cascemir, Malese, Tibetano, Kanarese, Tamil, Telugu.
Dall'ELLENICO deriva il Copto, il Greco, il Latino, il Russo (e dalle ultime due tutte le altre a ovest, a Nord e a Est dell'Europa)
(vedi QUI - pagina alfabeti)
Ora lasciamo per un momento da parte la scrittura, utilizzata solo a partire dal 3000 a.C., e inoltriamoci nella Preistoria con i soli reperti che all'inizio del 1800 fecero sorgere dispute e discussioni a non finire. Vere e proprie liti. Ricordiamoci che l'opera di Lydell, Principi di Geologia , esce nel 1830, con le nuove rivelazioni sui fossili, mettendo in discussione l'Età della Terra. E' lui che fa il più grosso "botto" scientifico. Mettendo nientedimeno in discussione la "teoria leggenda" del biblico Diluvio Universale. Il secondo "botto" lo farà il 28 novembre otto anni dopo, nel 1838, Darwin, con i primi capitoli di Origine della specie. (I Principi di Spencer arriveranno solo nel 1862).
Non eravamo nel Medioevo, nel mondo c'era già la rivoluzione industriale; in funzione c'era il telaio meccanico, il motore a vapore, Coulumb aveva già misurato la carica elettrica, Jenner scoperto il vaccino del vaiolo, Volta la pila, Ampere l'Elettromagnetismo; Linneo e Lamark avevano già compilato la classificazione degli invertebrati, Spallanzani al microscopio aveva ridicolizzato Buffon (quello che sosteneva la germinazione spontanea), Dalton annunciato la Teoria atomica, Lussac la Cinetica, Berzelius la Tabella dei pesi atomici, Lavosier pubblicato il primo trattato di chimica moderna, Babbage costruito la sua calcolatrice analitica, Stephenson la locomotiva, Henry il motore elettrico, Morse il telegrafo, eppure.......
... nel 1826 Woheler annunciando la sua sintesi organica e gridando a destra e a manca che "la materia è la chimica , e la chimica è la vita", più che un "botto", provocò i "fuochi artificiali" di tutto il mondo accademico, e addirittura l'opera di Lydell sconvolse quello ecclesiastico che seguitava caparbiamente a sostenere che i fossili pietrificati erano scherzi della natura, e che ogni scheletro di uomo o animale non potevano essere antecedenti il 4004 a.C. cioè dalla Creazione Biblica del mondo, che il Teologo Lightfoot nel 1675 aveva fissato (dopo discussioni di secoli) con una sua certezza: Dio aveva creato il mondo alle ore 9 del mattino del 26 ottobre del 4004.
Nel 1750 Buffon invece (nonostante la favola della germinazione spontanea) fu il primo studioso audace, ipotizzando che la Terra aveva 75.000 anni e che la vita vi era apparsa dopo 35.000. La reazione del mondo degli studiosi fu quella di perdonare, visto il nome che portava. Del resto anche lo stesso Voltaire in una sua Storia del mondo della stessa data, i fossili li considera anche lui uno scherzo della natura e nel parlarne sorvola in gran fretta la questione.Ma arriviamo a FLAMMARION
Camil Flammarion (1842-1925) uno dei primi grandi e geniali compilatore di monumentali opere di divulgazione scientifica, appoggiandosi alle nuove sconvolgenti scoperte sui fossili e in quelle archeologiche (le prime sono dell' inizio '800) che stavano scardinando ogni altro tipo di precedenti conoscenze sul passato dell'uomo, nel suo famoso "Il mondo prima della creazione dell'Uomo", iniziava, con il fra virgolette che abbiamo messo sopra all'inizio di questa pagina; poi ... così proseguiva....
"Questa storia è la storia di un mondo. Tentare di concepirla è avere la nobile ambizione d'iniziarsi ai più profondi misteri della natura. Come non interessarsi a queste meravigliose conquiste della scienza moderna, la quale scrutando ansiose tombe della terra, ha saputo resuscitare i nostri antenati disparsi? Al comando del genio umano, questi mostri antidiluviani hanno trasalito nei loro tetri sepolcreti, e da una cinquantina d'anni, essi si sono levati, ad uno ad uno, dalle loro tombe, e sono usciti dalle petriere, dai pozzi dei minatori, dalle caverne e dalle grotte finora a noi sconosciute, da tutti gli scavi, e sono riapparsi alla luce del giorno.
Da tutte le parti, con fatica, lentamente, e quasi in stato di letargo, a pezzi, la testa qua e le membra più lontane, spesso incompleti, questi vecchi cadaveri, già pietrificati al tempo, hanno udito la tromba del gran giudizio, del giudizio della Scienza, ed essi sono resuscitati e riunitisi come un'armata di legioni straniere di tutti i paesi e di ogni secolo, ecco che essi vengono a sfilarci davanti, strani, bizzarri, inaspettati, goffi, maldestri, mostruosi, che sembrano venire da un altro mondo, ma forti, solidi, soddisfatti d'essi stessi, quasi che avessero coscienza del loro valore, e ci dicessero nel loro silenzio di statua:"Eccoci, siamo noi...... i vostri antenati; noi, senza di cui voi non esistereste. Fissateci e ricercate in noi l'origine di ciò che voi siete, poichè siamo noi che vi abbiamo fatti. Di quei vostri occhi, con cui voi scrutate l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo, ecco i primi saggi, modesti, rudimenti, ma di ben grande importanza, giacché se quei primi tentativi non avessero sortito esito in noi, voi sareste ciechi. Le vostre mani, così eleganti, e così sapientemente modellate, ecco di quali zampe sono esse il perfezionamento; orsù, non ridete troppo delle nostre zampe quando trovate le vostre mani utili e ben fatte, la vostra bocca, la vostra lingua, i vostri denti, tutto ciò é, a dir vero, ben delicato, piacente, gentile, ma sono le nostri fauci, i nostri musi, i nostri graffi, i nostri becchi che divennero la vostra bocca.
I vostri cuori battono dolcemente, misteriosamente, e questi palpiti umani, che noi non conosciamo, vi procurano, a quanto dicesi, emozioni così profonde e così intime, che talvolta voi dareste il mondo intero per soddisfarne una sola: ebbene, ecco in qual modo ha cominciato la circolazione del sangue, ecco il primo cuore che ha battuto sulla terra. E il vostro cervello? voi vi specchiate in esso, voi salutate in lui il luogo dell'anima e del pensiero, e ne apprezzare a tal punto l'incomparabile sensibilità, che a stento osate di approfondire la delicata struttura; orbene, il vostro cervello é il nostro primo midollo, il midollo delle nostre vertebre che s'è sviluppato, perfezionato, purificato, e senza di noi il geologo, l'astronomo, il naturalista, lo storico, il filosofo, il poeta, lo scienziato non esisterebbero. SI' ECCOCI, SALUTATE I PADRI VOSTRI ! "
"C'è un essere curioso che preferirebbe, per un istante almeno, ad una lettura inutile, quella di questo gran libro della natura aperto per tutti gli occhi, così attraente nelle sue rivelazioni, a questo grande mistero dell'origine dell'uomo, della genesi della Terra, e della culla dell'Universo, superiore a tutte le finzioni e a tutti i racconti?
Ha egli argomento che ci tocchi forse più da vicino,
e possa interessare maggiormente la nostra intelligente curiosità?"
"Eppure, anche oggi, nel nostro mondo dove vivono miliardi di persone (e si riproducono senza un solo istante di tregua allo scopo di dare alla natura ogni giorno centinaia di migliaia di nascite) ve ne sono molti, e quanti! che vivono senza una intelligente curiosità.
Non solo nelle tribù d'Africa, presso i Samoiedi, i Boscimani, o in Giappone gli Ainu, ma anche presso i migliori popoli civilizzati, vi sono milioni di esseri umani che non pensano, i quali non hanno mai domandato a se stessi perché esistono sulla terra; che non s'interessano a nulla, né alle stesse loro sorti, né alla storia dell'umanità, né a quella del pianeta; e che non sanno dove essi sono, da dove vengono; e non s'inquietano per nulla; in una parola vivono assolutamente come i nostri peggiori progenitori." L'unica differenza, è che hanno una cioccolata calda davanti, o poco, pochissimo in più".(Camil Flammarion)
EPPURE C'E' DAVANTI A LORO UN UNIVERSO E UN MONDO DA ESPLORARE.
QUESTO UNIVERSO, ELARGENDO IL DONO PIU' GRANDE - QUELLO DI AVER CREATO CON I SUOI MIGLIORI ATOMI UNA PARTE DI SE STESSO DENTRO LA MENTE DELL'UOMO PER STUDIARE IL RESTO DI Sé - NON IMMAGINAVA CHE ALCUNI UOMINI QUESTO DONO NON LO AVREBBERO MAI UTILIZZATO O UTILIZZATO MALE.
I NOSTRI PROGENITORI COSA DIRANNO? ESSI GRIDANO !!!
"MA COME, SIAMO SCAMPATI A MILLE URAGANI, A MILLE FIERE, A MILLE MALATTIE, A MILLE PESTI, A MILLE TERREMOTI, A MILLE BATTAGLIE; VISSUTI MILLE SECOLI, 40.000 ININTERROTTE GENERAZIONI PER ARRIVARE A TE, SCAMPANDO A MILLE INFERNI, A MILLE DIFFICOLT�, A MILLE MISERIE, A MILLE STENTI, ABBIAMO NONOSTANTE TUTTO SCHEGGIATO MILLE PIETRE, DIPINTO MILLE CAVERNE, SCRITTO MILLE PAPIRI, POI MILLE E MILLE LIBRI, E CON QUESTI ABBIAMO ACCUMULATO E POI LASCIATO IN EREDIT� MILLE SAPERI.....
E TU CI RINGRAZI COS� ? DICI CHE NON TI INTERESSA NULLA ! "IO SPERO DI NO !
ANZI SONO DI SICURO NO !
VISTO CHE TU LETTORE SEI ARRIVATO QUI....FINO IN FONDO
francomputer
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FU UN TEMPO..... |
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