DA
20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
1
D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
PERIODI
STORICI E TEMATICI |
PERSONAGGI E PAESI |
IL
TEMPIO TERRA LA CREAZIONE DELL'UOMO |
Proseguiamo con Camillo Frammarion (che è un
poeta della narrazione)
(sintesi de "Il mondo prima della creazione dell'uomo"
- aggiornato con le ultime scoperte)
Studiare la storia della Terra è studiare ad un tempo l'Universo e l'uomo, giacché la Terra è un ex astro nell'Universo, e l'uomo è la risultante di tutte le forze terrestri.
Egli non è già il prodotto di un miracolo; ma il figlio della natura.
Nessun può credere oggidì che il mondo sia stato creato in sei giorni seimila anni fa.
Lydell nel 1830 (con Principi di Geologia) e Woheler due anni prima (suo il grido "la materia è chimica è la chimica è la vita") misero allora a rumore tutto il mondo scientifico con le loro prime teorie.
LYDELL, soprattutto con Principi di Geologia , formulò le prime ipotesi-rivelazioni sulla origine dei fossili Si azzardò a formulare una datazione, mettendo così in discussione l'Età della Terra, la Bibbia e perfino la leggenda del biblico Diluvio Universale. Ovviamente mise a rumore il mondo ecclesiastico che seguitava caparbiamente a sostenere (e con loro tutti gli "scienziati" cattolici o a loro servizio) che i fossili pietrificati erano scherzi della natura, e che ogni scheletro di uomo o animale non poteva datare oltre il 4004 a.C. cioè dalla Creazione Biblica del mondo, quella cioè che il teologo LIGHTFOOT nel 1675 aveva fissato (dopo discussioni di secoli) con una sua certezza matematica: "Dio aveva creato il mondo alle ore 9 del mattino del 26 ottobre, appunto del 4004".
Quasi cento anni dopo, nel 1750 c'era stato un uomo audace, BUFFON, che ipotizzò che la Terra aveva 75.000 anni, e affermava che la vita vi era apparsa dopo 35.000 anni. La reazione del mondo degli studiosi fu quella di perdonare questa "buffoneria" , affermando che si addiceva al nome che l'autore portava. Del resto anche lo stesso Voltaire, in una sua Storia del mondo, considera i fossili uno scherzo della natura e nel parlarne sorvola in gran fretta il tema.
Cose d'altri tempi, ma non molto lontani.
Cioè non eravanmo nel buio Medioevo, in questo periodo c'era già la rivoluzione industriale; in funzione c'era il telaio meccanico, il motore a vapore, Coulumb aveva già misurato la carica elettrica, Jenner scoperto il vaccino del vaiolo, Volta la pila, Ampere l'elettromagnetismo; Linneo e Lamarck avevano già compilato la classificazione degli invertebrati. Spallanzani al microscopio aveva ridicolizzato Buffon (che sosteneva la germinazione spontanea), Dalton annunciato la Teoria atomica, Lussac la Cinetica, Berzelius la Tabella dei pesi atomici, Lavosier pubblicato il primo trattato di chimica moderna, Babbage costruito la sua calcolatrice analitica, Stephenson la locomotiva, Henry il motore elettrico, Morse il telegrafo, eppure.......della Terra dove tutti ci vivevano sopra nessuno aveva indagato a fondo. Ignoranza completa. Guai a toccare le verità bibliche.
Nessun può credere oggi che la terra ha 6000 anni, nè può credere che gli animali siano usciti d'improvviso dalla terra alla voce d'un Creatore, già formati, adulti, e associati in coppie di maschi e femmine, dall'elefante fino alla pulce ed ai microbi microscopici; che il primo cavallo sia sbucato fuori da un poggio; che la prima quercia sia stata creata già secolare. Nessuno può ammettere che l'umanità abbia avuto principio 6000 anni fa da una coppia di due giovani creati in un tratto completi all'età virile, e collocati in un giardino preparato per riceverli, in mezzo a fiori ed a frutta mature. Senza dubbio era quella una mitologia seducente e terribile al tempo stesso. Adamo, che nasce all'età di venti o trent'anni, s'annoia ben presto d'esser solo, e Jehovah, staccandogli una costa durante il sonno, ne forma il corpo della prima vergine.
Dio, che passeggia nel giardino durante gli ardori delle ore pomeridiane, e li sgrida d'aver ceduto alla tentazione per la quale egli aveva creata Eva; a figli di quella prima coppia, maledetti fin dal loro nascimento, e poi il diluvio che giunge, a punirli delle loro prevaricazioni; poi Noè, che rinchiude nell'Arca tutte le specie di animali, ecc., tutto ciò è originale, ma ingenuo; e gli amici del miracolo devono rimpiangere che ciò non possa essere vero. Ma nessuno ignora ai giorni nostri che Dio non ha creati gli animali che esistono attualmente, e che questi ultimi sono stati preceduti da specie primitive, differenti, ma non straniere, sconosciute al tempo di Mosè; nessuno ignora che il nostro globo è assai antico, e che i suoi strati geologici racchiudono i fossili di età diverse; nessuno ignora che anatomicamente il corpo dell'uomo è lo stesso di quello dei mammiferi; nessuno ignora che noi possediamo inoltre degli organi atrofizzati, che non ci servono a nulla, ma sono le vestigia di quelli che esistono ancora presso gli animali nostri antenati, nessuno ignora che ognuno di noi è stato, prima di nascere, durante i primi mesi di concepimento...
....nel seno della propria madre, mollusco, pesce, rettile, quadrupede, riassumendo così la natura in piccolo la sua grand'opera dei tempi antichi; nessuno ignora infine che tutte le specie viventi sono legate fra di loro come gli anelli d'una stessa catena, che si passa dall'una all'altra mediante gradini intermediari quasi inavvertibili, che la vita è cominciata sulla terra dagli esseri più semplici ed elementari, (la piante che non avevano nè foglie, nè fiori, nè frutta, e potevano a mala pena portare il nome di piante, da animali che non avevano nè testa, nè sensi, nè muscoli, nè stomaco, nè mezzi di locomozione, e che meritavano a mala pena il nome di animali, e che lentamente, insensibilmente quasi, per gradazioni, secondo lo stato dell'atmosfera e delle acque, la temperatura, le condizioni di mezzo e d'alimentazione, gli esseri sono divenuti più vitali, più sensibili, dotati di maggior personalità, meglio individualizzati, più perfezionati, per giungere ai fiori brillanti e profumati che sono l'ornamento delle nostre campagne e giardini, agli uccelli che cantano nei boschi, per giungere soprattutto all'essere umano, il più elevato di tutti nell'ordine della vita.
Sì, noi abbiamo le nostre radici nel passato, noi abbiamo ancora dei minerali nelle nostre ossa, ed il miglior patrimonio nostro lo ereditammo dai nostri avi della serie zoologica, e sotto alcuni rispetti siamo ancora un po' piante; non lo sentiamo noi in primavera, in quei bei giorni inondati di sole in cui i succhi della vita circolano con maggior intensità nelle nostre arterie, così come circolano nei fiorellini, negli alberi, nei fili d'erba?
L'essere umano, il re della creazione terrestre, non è d'altronde così isolato, così nettamente staccato dai suoi antenati, così personale, così intelligente quanto sembra. È al contrario assai vario egli stesso nelle sue manifestazioni.
Su migliaia di milioni di esseri umani che esistono nel nostro globo (e che si riproducono senza un solo istante di tregua, allo scopo di dare alla natura cento mila e più nascite per giorno) non ve ne sono forse molti, e quanti! che vivono senza compiere mai un solo atto d'intelligenza?
Vi sono, non solamente nei paesi selvaggi, non solamente presso le tribù dell'Africa centrale, presso i Samoiedi o gli abitanti della Terra del Fuoco, ma anche presso i popoli civilizzati, milioni di esseri umani i quali non pensano, i quali non hanno mai domandato a sé stessi perchè esistono sulla terra; che non s'interessano a nulla, né alle stesse loro sorti, nè alla storia dell'umanità, nè a quella del pianeta; che non sanno dove essi sono, e non se ne inquietano minimamente; in una parola vivono assolutamente come bruti.
Gli uomini che pensano, che esistono per lo spirito, sono una minoranza nella nostra specie. Il loro numero tuttavia si accresce di giorno in giorno. Il sentimento della curiosità scientifica si è risvegliato e si sviluppa. Il progresso che si è manifestato con lentezza nel perfezionamento dei sensi e del cervello della serie animale, continua, e noi lo vediamo all'opera nella nostra stessa specie, in passato rude, grossolano, barbaro, ma oggi più sensibile, delicato ed intellettuale. L'uomo cambia più rapidamente forse d'ogni altra specie. Chi ritornasse sulla terra tra centomila anni non riconoscerebbe più l'umanità.
Già fin d'ora, quando noi paragonassimo uno dei passeggi di Parigi, la sala dell'Opéra, una veglia da ballo, un concerto sinfonico, una seduta dell'Istituto, un esercito in campagna, ecc., con le riunioni primitive dei nostri antenati dell'età della pietra, noi non potremmo fare a meno di riconoscere un progresso evidente a favore della nostra epoca, non solamente morale, ma fisico. Non sono più uguali gli uomini, nè le stesse donne. La distinzione dello spirito e l'eleganza del corpo si sono raffinati. I muscoli sono meno forti, i nervi più sviluppati. L'uomo moderno è meno materiale, meno rozzo, il cervello ha il sopravvento. La donna moderna è più artista, più fine; la sua capigliatura è più lunga e setacea, il suo sguardo più limpido, più piccola la sua mano, ed è di una indolenza più voluttuosa.
Di tratto in tratto delle invasioni barbariche tutto sconvolgono e determinano un abbattimento generale. Ma non è che la fermata di un momento, e il passare breve di un turbine. L' insieme della massa è trasportato verso il cosciente desiderio del meglio, verso l'ideale, verso la regione dei sogni. Si cerca. Che cosa? Nessuno lo sa. Ma si aspira, e l'aspirazione trascina seco l'umanità verso uno stato intellettuale sempre più progredito, e non mai soddisfatto. Il cranio foggia il cervello, e il corpo lo spirito.
L'esercizio delle membra sviluppa quelle che vengono più adoperate. Quelle trascurate scemano a poco a poco e finiscono perfino ad atrofizzarsi. Si potrebbe giudicare dei costumi di un' epoca dalla statura degli individui. Benchè ai giorni nostri si possa ancora sostenere, con una apparente verosimiglianza, che « la forza inculca il diritto », gli spiriti sono abbastanza progrediti per sentire che è quello un assioma completamente falso.
Verrà un giorno in cui non vi saranno più nè armate, nè guerre, in cui l'uomo si sentirà coperto di vergogna vedendo come egli non s'affatichi che per mantenere in armi dei reggimenti, e in cui la Francia, l'Europa e il mondo intero fatto libero, respireranno senza ceppi, scuotendo e gettando nel letamaio questo mantello di lebbra, di sciocchezza e d'infamia che vien chiamato il "budget della guerra".
No, colui che ritornasse sulla terra fra centomila anni, non riconoscerebbe più l'umanità. Nessuna delle nostre lingue sussisterà allora, e vi si parlerà un linguaggio del tutto diverso. Non più una delle nostre nazioni, non una delle nostre capitali. Una civiltà rigogliosa avrà portata la luce nei luoghi più oscuri del pianeta. L'Europa sarà passata al disopra dell'America per andare a ritrovare la Cina. L'atmosfera sarà solcata da aeroscali che sopprimeranno le frontiere e semineranno la libertà sugli Stati Uniti dell'Europa e dell'Asia. Nuove forze fisiche e naturali saranno conquistate... e chissà! che qualche telegrafo fotonico non ci faccia conversare con gli abitanti dei pianeti più vicini.
La terra cambia senza posa, lentamente, poiché la sua vita è lunga, ma perpetuamente. - Qui il mare rode le scogliere e s'avanza nell'interno delle terre; là al contrario i fiumi trasportano sabbie e ghiaia, formano delta, estauri e vedono protendersi le loro rive nel mare; le pioggie e i venti fanno discendere le montagne nei fiumi e nell'Oceano; le forze sotterranee ne sollevano altre; i vulcani distruggono e creano; le correnti del mare e dell'atmosfera modificano i climi; le stagioni variano periodicamente; le piante si trasformano non solamente per la coltura dell'uomo, ma altresì per le variazioni dell'ambiente; gli uccelli della città costruiscono già oggi i loro nidi coi rifiuti delle manifatture; le città umane nascono, vivono e muoiono; un moto prodigioso travolge ogni cosa nel suo corso.
In quelle ore patetiche della sera in cui, sul declivio delle colline solitarie noi fuggiamo i rumori del mondo per associarci ai misteriosi spettacoli della natura, nell'ora in cui il sole sta per tramontare nel suo letto di porpora e d'oro, in cui la luna falcata si stacca, celeste navicella, sull'oceano azzurrino, e in cui le prime stelle si accendono nell'infinito, e sembra che tutto sia in riposo, in riposo assoluto intorno a noi, e che la natura incominci ad addormentarsi in un sonno profondo; ebbene quest'apparenza è falsa. Nella natura non vi è mai riposo, ma sempre lavoro, lavoro armonico, vivente e perpetuo. La terra sembra immobile; ed essa ci trasporta nello spazio con una velocità mille e cento volte la velocità d'un treno diretto; la luna ci pare quasi ferma, ed essa ci segue nel nostro corso intorno al Sole e gira intorno a noi in ragione di più di mille metri al minuto secondo, adoperandosi ad ogni istante, con la sua attrazione, per smuovere il nostro globo, spingerlo innanzi o indietro, produrre le maree, ecc.
Anche le stelle ci sembrano fisse; e ciascuna d'esse vola invece con una rapidità vertiginosa, inconcepibile, percorrendo centinania di migliaia di chilometri all'ora. Il Sole stesso sembra tramontato, ed egli brilla sempre, senza aver mai conosciuto la notte, e s'avvolge in bagliori intensi, e lancia incessantemente intorno ad esso, colle sue irradazioni di luce e di calore, delle esplosioni di fuoco che si elevano a migliaia di chilometri di altezza, ricadendo in fiamme d'incendio sull'oceano solare che arde sempre.
-Il fiume che scorre ai nostri piedi è calmo come uno specchio; ma egli va, va sempre, riconducendo senza posa all'Oceano l'acqua delle piogge che sempre cadono dal cielo, delle nubi che sempre si formano, dei vapori che sempre s'innalzano dall'Oceano. Anche l'erba sulla quale stiamo seduti non parrebbe esser che un tappeto inerte; ma essa cresce e si fa alta, e giorno e notte, senza un istante di riposo, le molecole d'idrogeno, d'ossigeno, d'acido carbonico vi fanno lotta o vi si combinano in una attività perpetua; l'uccello sta zitto nei boschi, ma sotto la tiepida peluria della femmina che cova, le uova sono in vibrazione profonda, e benpresto i piccini stanno per uscirsene.
Noi stessi infine che contempliamo, fantasticando, questo grande spettacolo della natura, noi ci crediamo in riposo, e siamo inclini a credere che almeno durante il nostro sonno la natura riposi in noi; errore, errore profondo! Il nostro cuore pulsa, spingendo ad ogni battito la circolazione del sangue fino all'estremità delle arterie; i nostri polmoni funzionano, rigenerando senza tregua questo fluido della vita; le molecole costitutive di ogni millimetro del nostro corpo si urtano, si sovrappongono, si accoppiano, si inseguono, si sostituiscono senza un minuto di fermata, e se noi potessimo studiare col microscopio i tessuti dei nostri organi, i nostri nervi, il nostro sangue, il nostro midollo, e soprattutto i movimenti d'ogni particella del nostro cervello, noi assisteremmo a un lavoro permanente, che fa vibrare notte e giorno ogni atomo del nostro essere, dal momento della nostra concezione fino al nostro ultimo respiro e più oltre, giacché partita l'anima, questo corpo ritorna, molecola per molecola, alla natura terrestre, alle piante, agli animali e agli uomini che ci succedono; nulla si perde, nulla si crea, e come noi siamo composti della polvere dei nostri avi, così i nostri discendenti lo saranno della nostra.
Tutto cambia, tutto si metamorfosa. Non vi è stata maggior copia di creazione d'oggidi. La causa prima non si è risvegliata un bel giorno, dopo un' eternità d'inazione, per creare il mondo! ella è la forza iniziale anche della natura, e fin dal primo momento della sua esistenza, essa agisce. L'Universo è coeterno con Dio, e infinito come lui. Invano mille religioni diverse hanno avuto l'audacia ingenua d'inventare degli dèi a immagine dell'uomo; invano una d'esse osa pretendere che l'uomo può alla sua volta crear Dio e metterselo nella tasca; sono queste inqualificabili stravaganze. Dio è l'Infinito e l'Inconoscibile. L'Universo è in creazione perpetua.
Genesi di mondi si accendono oggigiorno nei cieli; lente agonie hanno fine intorno ai vecchi soli, e cimiteri di pianeti estinti si aggirano nella profondità di notti stellate. Le comete vagabonde, che gravitano di sistema in sistema, seminano sui loro passi le stelle cadenti, ceneri di mondi distrutti, e il carbonio germe degli organismi venturi. Ogni pianeta ha la sua infanzia, la sua giovinezza, la sua età matura, la sua vecchiaia, la sua morte. Verrà giorno in cui il viaggiatore, errando sulle rive della Senna, del Tamigi, del Tebro, del Danubio, dell'Hudson, della Neva, cercherà il posto in cui Parigi, Londra, Roma, Vienna, Nuova York, Pietroburgo avranno, durante tanti secoli, brillato, capitali di nazioni fiorenti, come cerca in oggi l'archeologo il posto in cui Ninive, Babilonia, Tiro, Sidone, Menfi, Ecbatana risplendevano un tempo lontano in mezzo alle attività, al lusso ed ai piaceri.
Verrà giorno in cui l'umanità, più volte trasformata, discenderà la, parabola del suo progresso, si stringerà cogli ultimi elementi vitali del pianeta, e s'addormenterà nell'ultimo sonno su di una terra oramai deserta e solitaria, in cui l'uccello più non farà udire i suoi canti, nè più sbocceranno i fiori, in cui l'acqua non scorrerà più, ne più soffieranno i venti, in cui il bianco sudario delle -ultime nevi e degli ultimi ghiacci si allungherà sinistramente dai poli fino all'equatore. E il Sole, il nostro grande, il nostro potente, il nostro bello, il nostro buon Sole, si estinguerà esso pure nel centro del suo sistema! Nessuna tomba, nessuna pietra mortuarla, nessun epitaffio segnerà il posto in cui l'umanità tutta quanta avrà vissuto, il posto in cui tante nazioni potenti, tante glorie, tante imprese, tante gioie e tante sventure si saranno susseguite... e perfino questo posto non esisterà più, giacche la Terra fin dalla sua origine, travolta nel suo giro affannoso intorno al Sole che vaga egli pure con tutto il suo sistema, in mezzo alle stelle, la Terra su cui noi siamo, non è passata due volte sulla stessa via da che esiste, e il solco etereo che noi abbiamo percorso insieme da un' ora in qua, questo solco si rinchiude dietro a noi per non riaprirsi mai più sui nostri passi.
La legge suprema del progresso tutto regge, tutto signoreggia. Noi non vi pensiamo, ma camminiamo innanzi con rapidità, e lungi dal desolarci in certe epoche di prostrazione, noi dovremmo essere ben soddisfatti della via percorsa. Che sono mai due, tre secoli nella storia:? Sono sei, otto, dieci generazioni: è un giorno. Ora nella stessa Francia, il 1619, nel XVII secolo, sotto Luigi XIII e sotto Richelieu (è una storia di ieri), il filosofo Vanini non è egli stato bruciato vivo a Tolosa per le sue opinioni religiose, poco differenti da quelle che noi esponiamo ora? Lo si condusse intorno per la città, in camicia e colla corda al collo (ed era una fredda giornata d'inverno); lo si volle forzare ad abiurare le sue idee, il che egli rifiutò; lo si fece salire sul patibolo in mezzo ad una plebaglia tumultuante; e il carnefice introdusse di viva forza le tenaglie nella sua bocca, gli strappò la lingua fino alle radici e la gettò sul fuoco mentre il dolore gli fece emettere un grido così straziante che tutti quanti vi assistevano fremettero; e infine lo si bruciò e se ne dispersero le ceneri ai venti.
Forse che esecuzioni consimili potrebbero ancora aver luogo ai giorni nostri'? Forse anche in mezzo a violenti commozioni politiche, sotto la esacerbazione di guerre civili e internazionali, ma non mai a sangue freddo, tranquillamente, legalmente, per opinioni filosofiche o religiose. La libertà di coscienza è una conquista definitiva assicurata al progresso umano. All'epoca stessa, Giordano Bruno saliva sul rogo in piena Roma, in mezzo ad una festa pubblica, per aver proclamato una dottrina assolutamente conforme alla nostra: la pluralità dei mondi o l'inconoscibilità di Dio; nel 1634, Urbano Grandier, curato di Londun, era bruciato vivo come stregone ; e in quell'epoca d'intolleranza, migliaia di vittime spirarono sui roghi, mentre il popolo, il popolo ignorante e istupidito, applaudiva. Quel tempo è passato, é passato definitivamente. L'Inquisizione non condannerebbe più oggi Galileo ad abiurare l'eresia del moto della Terra. La scienza, l'incremento del pensiero umano, l'affrancamento delle coscienze, la libertà trasportano l' umanità nella apoteosi della luce.
Sì, il mondo cammina verso un ideale senza tregua più elevato; i costumi si raddolciscono, gli spiriti si illuminano, l' umanità progredisce nel suo insieme del pari che in ognuno dei suoi membri. Possiamo noi ammettere che questa legge universale del progresso comune a tutti gli esseri sia senza scopo, che l'esistenza stessa delle cose non abbia meta alcuna, che l'umanità terrestre cammini verso un apogeo ideale per non lasciar proprio nulla dietro di sè, e che ognuno di noi non sia che un accidente fortuito, un fuoco fatuo che si estinguerà come si è originato; che l'Universo intero, in una parola, e tutti gli esseri eminenti od oscuri, felici od infelici, saggi o pazzi, buoni o cattivi, virtuosi o scellerati che lo compongono, dal nostro infimo pianeta fino alle profondità più inaccessibili dello spazio infinito, possiamo noi ammettere che tutto ciò esista senza causa e senza scopo?
Noi non lo pensiamo. Sarebbe triste e desolante. In questa concezione meccanica dell'Universo, tutto non sarebbe che illusione, fantasmagoria, menzogna, e vi sarebbe minor logica nel più meschino pensiero umano che nell'insieme della natura, cosicchè non avremo più che ad astenerci dal pensare per renderci degni della nostra fine. Quale strana dottrina ! Ha no ; ogni anima deve vivere eternamente, progredendo sempre.
La storia della Terra porta in sè stessa, a favore della legge del progresso, la più magnifica ed eloquente testimonianza che sia accessibile alle' nostre osservazioni. Essa è in certa maniera il progresso stesso incarnato nella vita, dal minerale fino all'uomo. Il nostro pianeta incominciò dall'essere una nebulosa informe, che gradatamente s'è condensata in globo.
Questa nebulosità gassosa, d'una densità incomparabilmente più debole di quella dell'aria che noi respiriamo, questa immensa boccia di vento, era formata d'un gas, senza dubbio omogeneo in origine e più leggero dello stesso idrogeno, attrazione mutua di tutte le molecole verso il centro, la condensazione progressiva ch'ebbe a risultarne, le combinazione e la trasformazione di questa gran cascata centripeta in calore, le prime combinazioni chimiche forgiatesi da questo sviluppo di calorico, l'influenza dell'elettricità, l'azione multipla e svariata delle forze della natura derivanti in certo modo le une dalle altre, determinarono la formazione dei primi elementi, dell'idrogeno, dell'ossigeno, del carbonio, dell'azoto, del sodio, del ferro, del calcio, del silicio, dell'alluminio, del magnesio, e dei diversi altri minerali che appaiono tutti formati geometricamente quasi che fossero dei multipli dell'elemento primitivo di cui l'idrogeno sembra essere la prima condensazione. Le specie minerali si sono separate successivamente.
Queste stesse sostanze che costituivano il nostro pianeta primitivo allorchè esso brillava come stella nebulosa, quest'ossigeno, quest'idrogeno, questo sodio che bruciavano, fuochi ardenti, come essi bruciano oggidi nelle vampe del Sole, si combinarono In tutt'altra maniera dopo l'estinzione della Terra come stella.
Il fuoco divenne l'acqua. Fisicamente, essi costituiscono gli estremi; chimicamente è lo stesso elemento. L'oceano che ancor oggi fascia de' suoi flutti il globo, è formato d'idrogeno, d'ossigeno e di sodio.
L'osservatore dello spazio avrebbe potuto vedere il nostro pianeta brillare da principio sotto forma di pallida nebulosa, risplendere poi come un sole, divenire stella rossa, stella cupa, stella variabile con fluttuazioni di bagliori, e perdere insensibilmente la sua luce e il suo calore per giungere allo stato in cui osserviamo oggi Giove.
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Già la Terra girava intorno a sè stessa, e intorno al Sole. Allorchè si abbassò la temperatura di quella massa espansa, allorchè i vapori atmosferici si condensarono, allorchè il mare primitivo si estese tutt'intorno al globo, in mezzo alle convulsioni vulcaniche dell'infanzia terrestre, fra gli strappi dei fulmini e i fragori del tuono, nelle acque tiepide e feconde, le prime piante, i primi animali si formarono mediante combinazioni di carbonio, semi solide, semi liquide, pastose, malleabili, docili, mobili e variabilissime. Questi primi esseri sono le cellule primitive o semplici associazioni di cellule, di alghe, di fuchi, di anellidi, di corpi gelatinosi, di molluschi ; sono inoltre minerali, non meno che piante ed animali, sono zoofiti, coralli, spugne, madrepore, crostacei. I primi animali non meno altro che piante senza radici. Mediante il perfezionamento secolare delle condizioni organiche del pianeta, mediante lo sviluppo graduale di alcuni organi rudimentali, la vita si migliora, si arricchisce, si perfeziona. Durante l'epoca primordiale non si vedono che invertebrati navigare nelle acque ancor tiepide dei mari primitivi. Verso la fine di quest'epoca, durante il periodo siluriano, si vedono apparire i primi pesci, ma solamente i cartilaginosi; i pesci ossei non verranno che molto tempo dopo.
Durante il periodo primario, cominciano gli anfibi piuttosto grezzi, i grossi e pigri rettili, e i lenti crostacei. Alcune isole si elevano dal seno delle onde, e si coprono di una vegetazione splendida. Ma il regno animale è ancora ben povero. Durante milioni d'anni tutti gli abitatori della terra sono stati sordi e muti : i primi animali apparsi sul nostro globo, quelli che occupano oggi la serie più bassa, sono tutti sprovvisti di voce; la voce non comincia che alla metà dell'epoca secondaria, e l'orecchio non si è formato che assai più tardi.
Oltre a ciò, durante milioni d'anni, animali e piante sono stati senza sesso. Le prime manifestazioni di questo genere sono meschine, mal definite, senza ardori (amori di pesci). Ma gradatamente la vita progredisce, si perfeziona. Ben presto il regno animale si diversifica in ispecie distinte e numerose. I rettili si sono sviluppati; l'ala porta l'uccello nell'aria; i primi mammiferi, i marsupiali, abitano le foreste. Durante l'età terziaria, i serpenti si staccano completamente dai rettili perdendo le loro zampe (di cui le connessure primitive nel loro ventre sono ancor oggi visibili), il rettile uccello, l' Archeopterix, sparisce esso pure, e gli avi delle proscimmie si sviluppano sui continenti insieme a tutte le robuste specie animali.
Ma la razza umana non esiste ancora. L'uomo sta per comparire, simile all'animale per la sua costituzione anatomica, ma più elevato nella scala del progresso, destinato a dominare un giorno il mondo per la grandezza della sua intelligenza. Lo spirito umano brilla alfine sulla terra, contempla, percepisce, riflette, pensa, ragiona. Nella storia del pianeta, l'uomo è stato il primo abboccamento della Natura con Dio.
Ogni strato della terrà nei campi e nei boschi o sui versanti delle valli, ogni banco di pietra nelle cave, ogni deposito del mare o dei fiumi, ci mostra la successione lenta delle epoche della natura e l'opera secolare della vita terrestre.
Non è ancor molto che si credeva il mondo creato letteralmente in sei giorni, e scrittori quali Bernardino di Sàint-Pierre fra gli altri, opinavano seriamente che gli esseri di cui vediamo gli avanzi nelle viscere della terra non hanno in realtà vissuto, e che il mondo è stato creato già vecchio. Sarebbero sorte delle foreste in piena espansione, che proteggevano animali che non avrebbero avuto infanzia: gli uccelli di preda avrebbero divorato cadaveri in cui non spirò mai soffio di vita. « Si sono viste delle giovinezze d'una mattinata, e delle decrepitezze d'un giorno.»
Qual differenza di grandiosità fra questa meschina concezione del mondo e quella che noi abbiano testè riassunta ! Tenendo conto solamente della vita a cielo scoperto, negli intervalli di sommersioni oceaniche, gli abitanti di Londra non sono che i secondi locatari del loro paese, i Parigini non ne sono che i terzi occupanti, e gli Austriaci di Vienna furono preceduti da tre specie di esseri, appartenenti, per così dire, a tre creazioni differenti.
Gli strati geologici del globo terrestre, che noi svolgiamo oggi come i fogli di un libro, ci mostrano in tal modo questa successione di fossili sepolti.
(Omettendo la lunga epoca azoica, in cui la vita non aveva ancora fatto la sua apparizione, o vi cominciò appena coll'Eozoon canadese, noi passiamo dalle trilobiti e dalle graptoliti del Cambriano e del Siluriano, ai pesci ganoidi del Permiano, ai pesci placoidi ed ai sauri del Carbonifero, epoca in cui andarono sommerse quelle grandi foreste di sigillarie e cicadee che ci dànno in oggi i preziosi depositi di carbon fossile.
Nell'epoca mesozoica belemniti ed ammoniti percorrono i mari triassici, in cui sguazzano plesiosauri ed ittiosauri spaventevoli. Sono dell'epoca giurese le prime tracce degli uccelli. Poi vi sussegue il mare cretaceo, assai più calmo, con vaghe conchiglie, e turriti ed acteonelle, le quali non di rado conservano, anche se fossili, le originarie loro colorazioni.
Sono dell'epoca terziaria gli svariati esemplari della fauna eocenica, tanto studiata al monte Bolca presso Vicenza, i giganti miocenici fra cui il mastodante, ed il colossale megaterio del pliocene.
Nè meno interessanti ci tornano, per quanto concerne l'èra quaternaria, le vestigia dell'orso speleo e del bue primigenio, contemporanei dell'elefante antico e del rinoceronte ticorino, giganteschi mammiferi coi quali è ormai comprovato aver vissuto e lottato l'uomo primitivo).
Le specie si sono succedute gradatamente, come i rami d'uno stesso albero. (Vedi l'albero). Esse derivano da una stessa sorgente; esse si riattaccano fra loro come gli anelli di una stessa catena; esse appartengono allo stesso ordine di cose; esse pongono ad effetto lo stesso programma.
Ma non precorriamo gli spettacoli che stanno per spiegarsi davanti ai nostri occhi. È necessario, ora che noi abbiamo gustato in sintesi questi grandiosi problemi, entrare immediatamente nel cuore dell'argomento.
Come la Terra in cui noi siamo si è essa formata? Quale fata, ha vegliato sulla sua culla? È essa veramente figlia del Sole ? È essa veramente madre della Luna? Quali vincoli di parentela riallacciano il nostro pianeta ai suoi confratelli ? In qual modo le forze della natura hanno potuto dare origine a tutte queste meravigliose specie di animali e di piante che dànno vita e bellezza alla superficie del nostro mondo? Qual è più antico, l'uovo o la gallina ? E che cosa è l'uovo umano? Qual seno l'ha accolto? Quale virilità l'ha fecondato? Quale Eva ha concepito il primo fanciullo? Sotto quale sole si è egli fatto grande? Quali armonie hanno cullato i suoi primi sogni? Quali quadri, quali paesaggi, quali scene hanno abbellito i giorni della Terra, degli antichi e favolosi periodi della genesi primordiale fino alla prima associazione di famiglie umane nelle caverne dell'età della pietra, fino alle prime cacce del rinoceronte, dell'orso, del cervo; fino al primo duello, fino al primo delitto, fino ai primi combattimenti col mezzo di bastoni nodosi, di mazze grossolane, d'armi di selci lavorate e di trecce d'ossidiana? Quali diluvi, quali vulcani, quali trasformazioni hanno canbiato la faccia del globo nei vecchi tempi preistorici ?... Tante questioni, ed altrettanti oggetti affascinanti di studio per tutti gli amici della scienza e della natura.Il velo del tempio TERRA lo abbiamo appena squarciato.
Ora penetriamo nell'augusto santuario della Creazione.
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