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- Tardo Cenozoico Da 26 a 2 milioni di anni fa |
11 - Tardo Cenozoico
Da
26 a 2 milioni di anni fa
Al Tardo Cenozoico appartengo due periodi il MIOCENE e il PLIOCENE. I continenti nel Tardo Cenozoico si avviano ad assumere la disposizione attuale. Gli ultimi periodi sono caratterizzati da una forte attività orogenetica (nascono o "ricrescono" molte montagne) e da un intenso vulcanismo (si hanno parecchie eruzioni).
L'avvicinamento tra America meridionale e America settentrionale è costante: si avranno tuttavia frequenti fasi in cui l'istmo corrispondente all'attuale America centrale sarà sommerso per poi riemergere: più volte i due blocchi continentali saranno isolati e poi riuniti, con notevoli conseguenze per la distribuzione delle faune. L'America centrale è ancora molto "attiva" dal punto di vista geologico: numerosi sono i coni vulcanici in attività e spesso si hanno gravi terremoti. Il viaggio vertiginosamente rapido (sempre in termini geologici, s'intende) dell'India sta per concludersi: a una velocità che è stata stimata in circa 16 cm/anno la zolla raggiunge, alla fine del Cenozoico, l'Asia.
Paesaggio del Tardo Cenozoico
Anche la definitiva unione della Penisola Italiana e di quella Balcanica all'Europa si completa. Il bacino del Mediterraneo, relitto dell'antica Tetide, si chiude a Oriente. Questo importante fenomeno provoca nuove spinte "di crescita" nei Pirenei, nel Caucaso, nell'Atlante. Sul bordo occidentale dell'America meridionale "crescono" le Ande, come conseguenza del continuo movimento di deriva della zolla. Anche le Montagne Rocciose trovano, nell'America settentrionale, un nuovo assetto nel tardo Cenozoico.
Le
testimonianze sugli eventi geologici sono spesso molto dettagliate perché,
in termini assoluti, si tratta di fenomeni "recenti". Per esempio
conosciamo perfettamente gli ambienti che sono stati coinvolti in alcune grandi
eruzioni vulcaniche. Questi "panorami" sulla vita di un~ certa fase
del Cenozoico molte volte si presentano come immense (e drammatiche) istantanee,
fotografie che hanno fermato nel tempo un'associazione biologica, un certo stadio
di sviluppo delle specie e così via. Recentemente presso Orchard, nel
Nebraska , sono stati scoperti i resti di 'una ricca fauna uccisa dalle ceneri
di un'eruzione vulcanica di potenza eccezionale (il cono che può aver
eruttato quelle ceneri si trovava a un migliaio di chilometri di distanza, nel
New Mexico). La catastrofe si è verificata circa 10 milioni di anni fa,
nel tardo Miocene. In questo contesto, oltre a molti altri animali di grande
interesse, si sono rinvenuti resti di un "cavallo" a un dito (F/iohippus)
e di un "cavallo" a tre dita (forma da attribuire al genere Hipparion).
Il diffondersi dei mammiferi erbivori in questo periodo fu favorito anche da
profondi mutamenti geologici, che portarono alla emersione di nuove pianure.
I mari poco profondi si ritirarono, lasciando allo scoperto' immense estensioni
di terreno. Queste si rivestirono ben presto di una coltre di foreste e di praterie,
formate da piante molto simili alle attuali. Il ritiro delle acque favorì
anche lo scambio di specie tra il continente americano e quello euroasiatico.
Lo Stretto di Bering, infatti, rimasto all'asciutto, diventò un ponte
attraverso il quale gli animali poterono migrare liberamente. Questa enorme
migrazione di animali attraverso lo stretto di Bering durò dieci milioni
di anni per quasi tutto il periodo Oligocene e portò ad una notevole
mescolanza di razze, oltre che alla comparsa di nuove specie.
L'Oligocene, iniziato trentasei milioni di anni fa, durò circa undici
milioni di anni. Ad esso successe il Miocene, la cui durata si calcola sia stata
di dodici milioni di anni. Il clima subì una notevole evoluzione: nell'Oligocene
era ancora caldo e temperato, mentre nel Miocene si fece più freddo,
influendo in modo decisivo sulla distribuzione dei vegetali. Molte piante di
tipo tropicale o subtropicale scomparvero,e vi fu anche un notevole regresso
delle boscaglie, sostituite da immense praterie erbose. Questo mutamento ebbe
grosse conseguenze nel campo dell'evoluzione animale: molti mammiferi che usavano
cibarsi di germogli di alberi ed arbusti si dovettero adattare a cibarsi di
erbe, e questo portò ad una loro lenta trasformazione, che si notò
soprattutto nella forma dei denti e nella struttura delle zampe e del collo.
La fauna terrestre aveva ormai raggiunto la varietà di forme attuali
quando, circa un milione d'anni fa, grandi mutamenti di clima intervennero a
modificare la distribuzione della vita nei continenti. Il freddo si fece sentire
intenso e grandi cappe di ghiaccio coprirono il globo fino alle nostre latitudini,spingendo
verso le zone tropicali quasi tutti gli esseri viventi. Alcuni animali, però,
seppero adattarsi alle nuove condizioni climatiche e continuarono a vivere nelle
regioni settentrionali. Tipico è l'esempio del mammut, un grosso elefante
lanoso, i cui resti sono stati trovati anche recentemente tra le sabbie gelate
della Siberia. Il grande freddo avvolse la Terra a più riprese, congelando
enormi masse d'acqua, specie in corrispondenza dei Poli.
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