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SETTEMBRE 1943 |
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"....sono
cessate le ostilit� di tutte le forze italiane in ogni luogo.."
"...esse per� reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra
provenienza...".
Non specific� la provenienza. E i primi a non capire - pur avendo
cultura e mestiere - furono i suoi colleghi. Gli ufficiali superiori.
Infatti nel dubbio si diedero alla fuga, lasciando l'esercito, la marina
e l'aviazione allo sbando. Il primo a scappare fu proprio lui, Badoglio!
Poi improvvisamente lo ritroveremo a capo del Governo.
Poteva esserci un'altra soluzione o un altro uomo pi� intelligente
e pi� forte? Forse. Ma � anche certo che nella situazione in cui
si trovava ormai l'Italia a settembre, agli anglo-americani non era gradito
un uomo che avesse le due virt� sopra accennate.
( Churchill
ci toglie ogni dubbio: " Badoglio � stato un utile strumento per
noi quando egli ci ha consegnato la flotta a dispetto del nemico, nelle
nostre mani senza incidenti". (Loewenheim- Langley- Jonas, Lettere
di Churchill a Roosevelt, pag. 526, doc. 377, lettera 10 giugno 1944)
Conveniva insomma un uomo che facesse delle "badogliate", gi�
note fin dalla prima guerra mondiale, poi in Abissinia, in Francia e in
Grecia. Solo un uomo cos� poteva firmare l'armistizio che riportiamo
qui sotto.
Fra gli ufficiali alleati, ma anche in mezzo ai caporali e nella truppa, divenne
persino un modo di dire denigratorio il "to do not badogliate"
che � simile al nostro pi� popolano "non fare una cazzata".
Pi� che un armistizio (che significa un reciproco cessate il fuoco temporaneo)
� una capitolazione incondizionata. La consegna delle armi fu infatti
una esplicita richiesta di resa, non certo un'alleanza e tanto meno una
co-belligeranza (senza armi?).
In nessun punto si parla di alleanza (anche se in seguito li continueremo
a chiamare "Alleati"). I prigionieri infatti non furono liberati.
Gli Italiani nemici erano e nemici rimasero.
N� i soldati del nuovo Governo potevano essere considerati "cobelligeranti"
visto che gli erano state requisite le armi, gli aerei e le navi. Un co-belligerante
senza armi, aerei, navi a disposizione perch� consegnate al nemico, non
� un co-belligerante. Infatti i pochi militari che Badoglio a
Brindisi mise a disposizione agli alleati, furono usati da questi solo come
facchini, a scaricare merci al porto. Solo molto più tardi utilizzarono
alcuni reparti, ma sotto il loro comando, e dove volevano loro.
""Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 (FIRMATO IL 3) la sovranit�
di fatto o meglio l'autorit� del potere legale fu, nella parte dell'Italia
ove risiedeva il Governo legittimo (ossia quello del Re), esercitata
però dalle Potenze "alleate" "occupanti" (cio�
gli anglo-americani). Non poteva essere diverso, dal momento che, durante
il regime dell'armistizio, permaneva lo stato di guerra e l'occupante era
sempre giuridicamente "il nemico". Pertanto il Governo del Re
era un governo che esercitava il suo potere, "su condicione",
nei limiti assegnati dal comando degli eserciti nemici, (...) Se questi
erano gli aspetti giuridici della Sovranit� nell'Italia del Sud, non poteva
di certo questo governo che aveva solo questa limitata potest� che le potenze
occupanti gli concedevano, interferire nell'Italia del Nord e del Centro,
dove gli alleati (ossia gli Anglo-americani) non erano ancora pervenuti".
(Tribunale Supremo Militare di Roma, sentenza 26 aprile 1954 (infra, cap.6,
nota 2), motivazione, p.859. Cfr Silvestri, Contro la vendetta, p.149)
Perfino quando il governo Badoglio dichiar� guerra alla Germania, la
sua dichiarazione non era di certo autonoma. Ricordiamo che nel documento
che Badoglio aveva firmato c'era la clausola che affermava che "l'Italia
sarebbe stata priva, di qualsiasi libertà e potere in materia di
politica estera; essendo un Paese sconfitto (resa incondizionata) ogni suo
atto internazionale sarebbe stato soggetto al beneplacito dei vincitori".
"Pi� esattamente, tutti i pubblici poteri appartenevano all' AMGOT
(Allied Military Government od Occupied Territory - ma il 10 novembre
del '43 divenne solo AMG, omettendo ufficiosamente le ultime due parole)
dipendente dal Theatre Commander in Italy, ed all'Allied Control
Commission, dipendente dal Supreme Allied Commander in Algeries.
Il primo valeva per il fronte e le retrovie secondo le esigenze militari;
l'altro valeva per tutto il restante territorio occupato. La completa soggezione
della sovranit� italiana al potere angloamericano risulta evidente dalle
competenze dell'Allied Controll Commission che, a tali fini, si suddivideva
in quattro sections: Political, Economy, Administrative e Regional
control and military government che aveva altre sei subcommission
(telecomunicazioni, prigionieri, guerra nazionale, esercito, marina, aviazione).
(Documents of American foreign relations, VII (luglio 1944 giugno 1945),
a cura di L.M. Goodrich e M. J. Carrol, ed Princeton University Press, Norwood
1947, pag. 175-179)
vedi anche la BIOGRAFIA DI CASTELLANO
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Il 29 settembre 1943 nelle acque di Malta, sul quadrato
della nave britannica � Nelson �, si riunirono:
* per gli �alleati�, il gen. Eisenhower, l'ammiraglio
Cunningham, il gen. MacFarlane, il gen. Gorth, coi loro ufficiali;
* per l'Italia (dopo la infelice ma provvidenziale fuga
a Chieti, poi a Brindisi); il Maresciallo Badoglio, il gen. Ambrosio, il
gen. Roatta, il gen. Sandalli, l'ammiraglio De Courten, coi loro ufficiali.
Nella riunione fu discussa la dichiarazione di guerra del R. Governo italiano
(del Sud) da presentare alla Germania, richiesta dagli anglo-americani attraverso
il gen. Eisenhower (che l'ha suggerita, trovandosi l'Italia in una situazione
giuridica del tutto anomala)
(Ma la presentazione della dichiarazione di guerra alla Germania ufficialmente
non avvenne mai; i tedeschi si rifiutarono di riceverla, proprio perch�
la stessa veniva da un governo sotto costrizione, non autonomo, quindi non
riconosciuto nell'esercizio della propria sovranit�. - C'era del resto un
precedente, avvenuto alla capitolazione della Francia il 24 ottobre 1940.
E quella volta furono gli Inglesi a rifiutarsi di accettare le (ufficiali)
ostilit� francesi nei confronti degli inglesi, perch� il governo francese
(sotto i tedeschi) veniva considerato prigioniero, quindi costretto a servire
il suo vincitore contro il suo ex-alleato.) (la dichiarazione di guerra
dell'Italia alla Germania fu sempre considerata nulla e non avvenuta; infatti
alla fine della guerra, nel trattato di pace, nessuno menziona una pace
fra Italia e Germania, perchè la guerra non era stata mai (ufficialmente)
dichiarata. Nè l'Italia era nelle condizioni di dichiararla, non
rientrava fra i poteri e le competenze del Governo Italiano (che si era
"arreso senza condizioni" agli Alleati.
Ricordiamo che nel documento che Badoglio aveva firmato
(armistizio lungo) c'era la clausola che affermava che "l'Italia
sarebbe stata priva, di qualsiasi libertà e potere in materia di
politica estera. Essendo un Paese sconfitto ("resa incondizionata")
ogni suo atto internazionale sarebbe stato soggetto al beneplacito dei vincitori".)
In tutto il periodo armistiziale, per l'Italia gli anglo-americani erano
il "nemico" e ovviamente gli italiani "nemici" degli
anglo-americani, e tali rapporti sono giuridicamente rimasti fino
alla conclusione del trattato di Parigi del 10 febbraio 1947 ricordato
all'inizio.
Fino a questa data vigeva il principio di uno stato giuridico che era quello
di uno Stato che aveva �intrapreso una guerra di aggressione� e "in
attesa di una punizione". Che furono poi, la mutilazioni del territorio
nazionale, la rinunzia alle colonie, le riparazioni, le limitazioni della
sovranit� dello Stato precedente, i divieti per gli armamenti anche solo
difensivi, e restrizioni di ogni genere.
Che leggeremo appunto nel lungo TRATTATO DI PACE
che l'Italia "dovette" firmare a Parigi.
Che riportiamo integralmente in lingua originale (184 PAGINE)
Intanto leggiamo le condizioni aggiuntive fatte a Malta.
Ma poi ce ne fu un altro, il 9 novembre, con un protocollo di modifica di
alcune parole che Badoglio si ostinava a non voler comprendere. Ed erano
quella della "resa incondizionata", accettata e firmata da lui,
e non "dalle forze armate".
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L'armistizio
"LUNGO"
Malta 29 settembre 1943
Nella
stessa riunione fu firmato l'atto definitivo dell'armistizio italiano,
intitolato �Condizioni aggiuntive di armistizio con l'Italia�, e integrava
il primo schema di quello che era stato denominato "armistizio corto�,
firmato il 3 settembre '43.
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Firmato
a Malta il giorno 29 settembre 1943:
M.llo PIETRO BADOGLIO,
Capo del Governo italiano
DWIGHT
D. EISENHOWER,
Generale dell'Esercito degli Stati Uniti, Comandante in capo alleato
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A questo testo, fu poi aggiunto
il 9 NOVEMBRE un protocollo di modifica, per
togliere ogni dubbio interpretativo che Badoglio aveva sulla parola "resa
senza condizione". Ed inoltre veniva aggiunto oltre al Governo degli
Stati Uniti e della Gran Bretagna, il "Governo dell'Unione Sovietica".
IL PROTOCOLLO DI MODIFICA LO RIPORTIAMO IN ALTRE PAGINE
Il
10 Novembre 1943 gi� operava la
Commissione Alleata di Controllo
che aveva il compito:
"...di porre in atto i termini dell'armistizio e di allineare l'economia
italiana integralmente a sostegno della guerra delle Nazioni Unite contro
la Germania... La Commissione ha il controllo delle attivit� militari ed
economiche dell'Italia... Curer� che tutte le risorse economiche e la capacit�
di lavoro dell'Italia siano utilizzate, quando � possibile, nel migliore
modo per la guerra". (cos� sintetizzava Degli Espinosa, in Il Regno
del Sud, pag. 85). E avendo vissuti quei momenti cos� proseguiva:
" ....finita la giornata di lavoro, ministri e funzionari raggiungevano
le mense e le case, ed ascoltavano la radio. Radio Londra dette le notizie
militari, poi pass� a quelle politiche, e ad un tratto si ud� una comunicazione
dell'United Press. IL presidente Roosevelt, nella conferenza
stampa della mattina... aveva informato i giornalisti tiuniti che il messaggio
(di Stalin) trattava dell'impiego della flotta italiana, di cui una parte
doveva essere utilizzata dalla Russia.... La richiesta russa risaliva all'epoca
dell'armistizio. Colp� soprattutto il fatto che il governo italiano dovesse
conoscere la notizia ascoltandola alla radio come un privato qualsiasi.
Si disponeva della cosa in quel momento pi� preziosa dell'Italia, senza
darne il preavviso al Governo d'Italia. Nulla pi� di questa procedura misurava
la decadenza italiana". (Ib. pag. 300).
Il 16 Novembre il "governo tecnico" badogliano inizia a operare.
In un grave disagio morale. "...ministri comandati senza riguardo da
ufficialetti inglesi e americani...un caporale inglese, se non un soldato,
poteva imporsi ad un ministro italiano" (Ib. pag. 237).
Lo stesso BADOGLIO ammetteva: "...Persino nelle province, anche il
pi� modesto funzionario alleato poteva sospendere o neutralizzare provvedimenti
adottati dalle massime autorit� italiane...." (cio� lui! Ndr)-
"...Per ordine del comando supremo alleato, il governo italiano non
poteva comunicare direttamente con nessuna potenza alleata o neutrale; ma
doveva solo comunicare per tramite della commissione di controllo"
(Augenti- Mastino Del Rio - Carnelutti, Il dramma di Graziani, pag.
281, 289).
"Niccol� Carandini che era stato nominato "Italian Representative",
presso il governo britannico fin dal 25 ottobre 1944 con il "rango"
di ambasciatore non era stato ammesso a "presentare le credenziali
a re Giorgio d'Inghilterra", anzi era sottoposto alla normale sorveglianza
della polizia, ed in pubbliche cerimonie, non aveva un posto riservato,
"ma staccato dagli altri ambasciatori accreditati".
(Carandini, Diario, di Filippone-Thaulero, pag. 328) (cit. Tribunale Supremo
Militare, sentenza 26 aprile 1954 "durante il periodo di armistizio,
permaneva lo stato di guerra e l'occupante -ossia gli Anglo-americani- era
sempre giurdicamente "il nemico". (citato anche in Repubblica
Sociale Italiana e resistenza, di Balboni, Nobetti, Menarini, Ed. Politeia,
Ferrara, 1990)
Le cose non cambieranno neppur con la costituzione, il 27 aprile 1944, del
cosiddetto "Governo di Salerno", sempre sotto la "tutela"
esercitata dall' Allied Military Government.
Questo stato di cose, se inizialmente portarono a fare piani militari di
cooperazione con i soldati e i generali italiani, subito dopo gli alleati
iniziarono ad agire con diffidenza dettata dal timore, come ebbe a dire
Murphy di costituire il nucleo di forza di uno stato comunista dopo la
guerra, e muteranno atteggiamento soltanto nell'estate 1944, ossia quando
avranno convinzione che l'espansionismo russo era una grave minaccia per
l'Occidente. Infatti: "In un colloquio di Alan Brooke con Antony Eden,
il 27 luglio 1944, annotava nel proprio diario, fra l'altro. "...da
oggi in poi dobbiamo guardare alla Germania sotto una luce molto differente...
Dobbiamo salvare la Germania, organizzarla e farla partecipare ad una Federazione
dell'Europa occidentale" ( Documento citato da Montemaggi, in Offensiva,
p. 167).
Churchill il 7 SETTEMBRE non aveva pi� dubbi "...dei pericoli del
comunismo... che si diffonde come un cancro da un paese all'altro... e
nell'agire con le sue valutazioni strategiche "era ormai il momento
cruciale da cui dipender� il futuro del mondo per generazioni". (ib.
pag.180)
Perch� era il momento? Perch� proprio il 7 SETTEMBRE
le truppe sovietiche dopo aver travolto le armate tedesche, con i suoi 912.000
uomini, 20.000 cannoni, 3000 carri armati e 3200 aerei, hanno liquidato
i tre Paesi Baltici, si sono affacciata su Briga, stanno travolgendo
ogni resistenza e sono arrivata al confine della Iugoslavia -in Friuli-
quasi unendosi ai partigiani slavi di Tito, che li stanno aspettando come
salvatori (anche se poi faranno tutto da soli). In Carnia si � formata una
Repubblica Partigiana Comunista che Tito vuole assorbire, mentre agli Azionisti
della Osoppo ordina di sgomberare la zona (entrambe erano del CLN). La strage
di Porzus � una delle tante avvenute in questa circostanza. (vedi 1944 3a
parte). Insomma Italiani antifascisti contro italiani antifascisti
- Insomma non c'entrava pi� n� l'antifascismo n� la lotta contro i tedeschi.
C'era solo la lotta per il potere (politico). E per averlo alcuni
italiani diventarono "pazzi". Adottando gli stessi metodi che
combattevano. Via una dittatura, avanti un'altra!
Churchill molto preoccupato voler� a Mosca il 9 ottobre a "sistemare
la faccende nei Balcani con Stalin. Procedendo a offerte e controfferte
stiracchiate". Fa anche lui le "linee" (come Wilson nel
'18) sulla cartina dell'Europa, usando un foglietto a quadretti di un block
notes. Poi ha pure qualche scrupolo "Non saremo troppo cinici per il
fatto che abbiamo deciso questioni cos� gravide di conseguenze per milioni
di uomini in maniera cos� improvvisata?" (Memorie di Churchill
in La 2nda Guerra Mondiale)
Iniziarono dunque delle trattative per "salvare la Germania",
ma al nord gli italiani non ne sapevano nulla. Lasciarono - pur diffidandoli-
i partigiani a dare la "caccia al tedesco" e ai "fascisti"
e seguitarono a bombardare le citt� del settentrione fino al 27 aprile del
'45. In effetti le bombe non erano indirizzate n� ai tedeschi e neppure
agli italiani, cadevano sull'Italia ma le esplosione dovevano essere
sentite a Mosca.
Come del resto furono poi le due bombe atomiche sganciate sul Giappone.
Soprattutto la seconda su Nagasaki. La destinazione virtuale (per farsi
capire, visto che i Russi avevano dopo la prima iniziato a invadere la Manciuria
giapponese) era Mosca.
Qualcosa del genere era gi� avvenuto in Grecia. Ed � ancora Churchill a
chiarirci le idee: " noi avevamo pagato il nostro prezzo alla Russia,
e non dovevamo esitare a sbarazzarci di quella gente" (i 250.000
partigiani greci) ""Stalin non ci fece una parola di rimprovero,
si attenne strettamente e fedelmente al nostro accordo del 9 ottobre, fatto
sul foglio a quadretti" (Memorie di Churchill):
Infatti Stalin per la Grecia (per i "compagni") non mosse un dito.
Come del resto non l'avrebbe mai mosso se la stessa insurrezione fosse avvenuta
in Italia. Con Togliatti, prima che questi arrivasse in Italia, a Salerno,
fu molto chiaro (ritroveremo queste frasi - confermate poi da Kruscev- in
altre pagine).
sull'armistizio vedi anche BORGHESE >
< < e ovviamente tutto il 1943