DA
20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
PERIODI
STORICI E TEMATICI |
PERSONAGGI E PAESI |
SCHEDA |
CINA |
Dalla
Dinastia Hsia a Mao Tse-Tung
(dalla "Grande Marcia" alla "Rivoluzione culturale"
(vedi qui "LA LUNGA MARCIA")
Dinastia
Xsia 2206-1766 a.C.. |
I Ching dilatarono nel XVIII secolo il loro dominio fino sul Tibet, la Mongolia, e riconquistarono Formosa. Ma il secolo successivo (XIX), cominciò la grande decadenza che favori la penetrazione europea. Con la Guerra dell'oppio (per la pretesa inglese di poter introdurre liberamente dall'India in territorio cinese l'oppio per fini commerciali) la Gran Bretagna aprì cinque porti alle navi occidentali ed ebbe il possesso di Hong Kong; dopo seguì un periodo di rivolgimenti interni che divisero la Cina in due: al nord ci fu il caos e il potere fu conteso dai generali (i Signori della guerra); nel sud si costituí il governo repubblicano di Canton con Sun Yat-sen, fondatore nel 1904 del partito del Kuomintang (partito socialdemocratico nazionalista, della nazione unita); seguì il conflitto anglo-franco-cinese, con il trattato di TienTsin (1861), gli europei ottennero nuovi territori (le capitolazioni); approfittando di lotte intestine, la Francia si prese il Tonchino e l'Amman (1884), la Gran Bretagna la Birmania (1886), il Giappone la Corea e Formosa (1894-95).
La rivolta xenofoba dei Boxers (in cinese I-Ho-Ch'uan, i pugni patriottici, 1910) fu occasione di nuove spoliazioni ma anche della rinascita dello spirito nazionalista cinese, con indirizzo riformista e repubblicano, guidato da Sun Yat-sen che fu poi il primo Presidente della Repubblica cinese.
Questo fu il primo periodo in cui ci furono grandi rivolgimenti interni che divisero la Cina in due: al nord ci fu il caos e il potere fu conteso dai generali (i Signori della guerra) ; nel sud si costituí il governo repubblicano di Canton con Sun Yat-sen, fondatore del partito del Kuomintang (partito socialdemocratico nazionalista, della nazione unita) e tornato al potere quando fu fondato il partito comunista cinese, subito nelle salde mani del poeta e letterato Mao Tse-tung. Nel 1925 i comunisti entravano a far parte del Kuomintang, alla cui direzione subentrò, morto Sun Yat-sen (1925), suo cognato il generale Ciang Kai-shek, capo delle forze armate del sud e legato alla potentissima famiglia dei banchieri Song.La Cina d'oggi è dunque nata da un travaglio politico durato praticamente per tutto il periodo che va dagli ultimi anni del secolo scorso fino al 1949. Per comprendere la Cina attuale, con i suoi ordinamenti politici e i personaggi che ne sono stati i protagonisti è utile fare sommariamente prima una storia della costituzione della Repubblica Popolare Cinese.
1894 1° agosto: il Giappone dichiara guerra alla Cina, che per nulla organizzata né preparata per una guerra, viene rapidamente sconfitta.
1895 La Cina è costretta a cedere al Giappone Formosa, le Isole Pescadores e la penisola Liaotung in Manciuria. Le altre potenze si affrettano a prender posizione in Cina, con centri commerciali.
1898 Il governo zarista ottiene in prestito per 25 anni importanti piazze navali; il porto di Tsingtao è ceduto per 99 anni alla Germania, assieme a miniere e concessioni ferroviarie; la Francia ottiene la baia di Kwangchow per 99 anni; l'Inghilterra Weihaiwei.
1905 Sun Yat-sen fonda la « Lega rivoluzionaria unificata della Cina » (Kuo Ming Tang) per liberare la Cina dalla dinastia mancese dei Ch'ing, al potere dal 1664, fondare la repubblica e realizzare una profonda riforma.
1911 Un'esplosione nella sede del gruppo rivoluzionario cinese di Wuchang scatena la rivoluzione che rovescia la dinastia mancese.
1912 Dopo le prime vittorie, il movimento rivoluzionario sembra destinato a fallire. Sun Yat-sen, che era diventato presidente provvisorio, è costretto a cedere il comando al comandante delle forze imperiali Yuan Shih-kai e scoppia una lunga lotta per il potere; mancando di un esercito proprio, Sun Yat-sen è costretto a venire a patti con alleati insicuri.
1920 Chen Chiung-ming occupa Canton. Da questo momento esistono in Cina due governi: il governo legittimo di Pechino e il governo rivoluzionario nazionalista di Suna Canton.
1921 I INTERNAZIONALE a Shanghai. Dodici persone (un ristretto numero di intellettuali tra cui Mao Tse-tung, uno studente dei « giovani nuovi ») fondano il Partito Comunista Cinese. Un ristretto numero di intellettuali fonda a Shangai il Partito Comunista Cinese. I dibattiti di questo primo congresso sono dominati dal delegato del Komintern (l'internazionale comunista o Terza Internazionale costituita nel 1919 e sciolta nel 1943). Cen Tu-shiu viene eletto segretario generale del partito.
(Mao Tse-Tung (1893-1976) Poeta, Intellettuale, Politico, ebbe una personalità contraddittoria nella quale convissero sempre l'ansia di ribellione e l'esigenza di assicurare alla Cina un potere forte, operante a vantaggio della maggioranza povera. Nato in una famiglia di contadini ricchi del Hunan, rifiutò fin dalla scuola il formalismo autoritario confuciano preferendo la cultura eterodossa dei romanzi e dei testi di strategia; volontario nell'esercito repubblicano nel 1911, acquisì una raffinata cultura cinese e una buona conoscenza della storia e della filosofia occidentali nella scuola normale di Changsha, una delle più moderne del paese; in particolare subì il fascino del pensiero di Rousseau. Lettore e collaboratore di Gioventù nuova, nel 1918 si recò a Pechino dove, bibliotecario all'università, divenne marxista sotto l'influenza di Li Dazhao e Chen Duxiu. Tornato nel Hunan fondò, con numerosi protagonisti delle successive lotte, la "Società di studio degli uomini nuovi" e nel 1921 partecipò alla fondazione del Partito comunista cinese. Organizzò il partito tra i minatori del Hunan e passò nel 1923 a Canton e Shanghai nel quadro della collaborazione tra comunisti e i Guomindang che sostenne per i suoi forti sentimenti nazionali.
Nella primavera del 1927, inviato in missione in Hunan, scoprì la forza del movimento dei contadini poveri nel quale identificò subito la spinta decisiva per la rivoluzione: nell'autunno guidò le rivolte di contadini e minatori del Hunan e si rifugiò poi sui monti Jinggang, dove costituì una zona di guerriglia che gradualmente raccolse gran parte dell'armata rossa. Qui iniziò l'elaborazione della sua strategia: per Mao i contadini poveri costituivano la principale forza di classe della rivoluzione cinese; la loro lotta armata, condotta con strategia di guerriglia da un esercito di partito capace di assicurare la copertura dalla repressione, doveva costituire "basi rosse", nelle quali un potere socialmente contrapposto a quello tradizionale era impegnato a mobilitare e educare i contadini, a togliere ai proprietari inattivi la terra e a distribuirla ai poveri. Nonostante le condizioni materiali improbe, le gravi perdite e la pressante repressione del Guomindang che colpiva militanti e villaggi, la strategia di Mao ebbe successo e già nel 1930 le "basi rosse" costituivano una realtà che il partito comunista e l'Internazionale non potevano più trascurare, anche se prima Li Lisan con la sua linea operaista, poi i gruppi di militanti fedeli a Stalin cercarono di emarginare Mao e i suoi seguaci dal potere nelle "basi rosse" e dal controllo delle forze armate rivoluzionarie).
1922 - II INTERNAZIONALE a Shanghai. È adottato il primo statuto del partito. Nello stesso tempo è avviata la cooperazione con i russi e con il Kuomintang di Sun Yat-sen.
Chen Chiung-ming si ribella a Sun, che fugge a Shangai.
1923 III INTERNAZIONALE a Canton. II partito comunista, che contava 195 membri, si allea con il Kuomintang (il partito nazionalista di Sun Yat-sen) al quale riconosce la direzione della rivoluzione. Ciò in seguito al prevalere della corrente moderata del PCC capeggiata dal segretario Cen Tu-shiu. Un delegato del governo russo firma un patto con Sun, in cui l'URSS dichiara di appoggiare la lotta del Kuo Ming Tang per «l'unificazione e l'indipendenza nazionale ».
1924 Gli aiuti russi ai comunisti cinesi (che non hanno armi e quadri) diventano sempre più cospicui.
1925 IV INTERNAZONALE a Shanghai. Il partito sottolinea, per la prima volta, l'importanza del movimento contadino e conferma la partecipazionezione dei comunisti alla lotta politica e militare unitaria condotta in alleanza con il Kuomintang. Poco dopo muore Sun Yat-sen e all'interno del direttivo del Kuo Ming Tang si apre da lotta per la successione. Tra le varie fazioni Chiang Kai-shek acquista forza e prestigio sempre maggiore e assume lui la direzione del partito nazionalista.
1926 Chiang Kai-shek è eletto presidente del comitato permanente dell'esecutivo centrale del Kuo Ming Tang, che subito promuove una « spedizione settentrionale » contro il governo di Pechino, che avanza accolta trionfalmente ovunque, soprattutto dai contadini, cui promette la riforma fondiaria.
1927 V INTERNAZIONALE ad Hangchow. Il quinto congresso è definito il congresso della sconfitta perché segue di pochi giorni il colpo di forza di Ciang Kai-shek contro i comunisti, la formazione di un governo nazionalista a Nanchino, e l'inizio di dure repressioni dei comunisti. Aumenta la tensione esistente tra Chiang Kai-shèk e la sinistra del Kuo Ming Tang, e nello stesso tempo aumentano le perplessità del Partito Comunista Cinese, incerto se continuare ad appoggiare la lotta del Kuo Ming Tang di Chiang Kai-shek.
Chiang Kai-shek conquista Shangai e rompe i suoi rapporti con il PCC.
1928 Le forze del Kuo Ming Tang conquistano Pechino: Chiang Kai-shek è la persona più potente della Cina. Sotto la guida di Mao Tse-tung, intanto i comunisti cinesi si riorganizzano nel Chingkanshan.
1928 VI INTERNAZIONALE a Mosca. Il congresso, che è dominato dal Komintern, muove severe critiche a Cen Tushiu che viene sostituito da Ciu Ciu-pai. Intanto Mao Tse-tung continua a organizzare il movimento di resistenza nelle campagne aprendo il periodo piú epico della rivoluzione cinese; la Lunga Marcia, e la creazione della base dello Yun-nam.
1929 Gennaio - Mao e le unità dell'Armata rossa che è riuscita a raccogliere attorno a sé si dirigono verso un territorio più sicuro, stabilendosi nel Kwangtung (Kiangsi) qui con le sue "basi rosse" Mao Tse-Tung proclama il regime dei soviet. Nasce la la Repubblica sovietica cinese del Kiangsi,
1930 Chiang Kai-shek tenta l'accerchiamento dei comunisti, senza risultati.
Le "basi rosse" costituivano una realtà che il partito comunista e l'Internazionale non potevano più trascurare, anche se prima Li Lisan con la sua linea operaista, poi i gruppi di militanti fedeli a Stalin cercarono di emarginare Mao e i suoi seguaci dal potere nelle "basi rosse" e dal controllo delle forze armate rivoluzionarie.
Per essere una rivoluzione marxista l'atteggiamento sovietico era abbastanza singolare. E vi è infatti un retroscena che provocò le misure disciplinari contro Mal Tse-tung.
Alla base, ossia nei villaggi, questa posizione di incertezza dei comunisti, posti tra le masse e il Kuomintang, è stata descritta con vivacità da Liu Chih-hsiin:"A quel tempo eravamo perplessi. Da una parte, dovevamo lottare contro le forze feudali dei despoti locali e dei notabili corrotti e contro la borghesia; dall'altra, dovevamo collaborare con il Kuomintang che rappresentava quelle forze. Dovevamo renderci amici e patteggiare con i residui del feudalesimo, i grandi proprietari e i capitalisti. Dovevamo evitare che gli operai e i contadini risolvessero da sé i loro problemi. Dicevamo loro di attendere gli ordini dal quartier generale del Kuomintang. Ma l'attesa era senza fine, come quella di chi aspetti che le acque del Fiume Giallo diventino chiare".
Essendo questo l'atteggiamento di Mosca, difficilmente Cen Tu-shiu poteva essere criticato per la linea politica che aveva adottato. Sulla questione delle armi, per esempio, alla fine del marzo 1927, il Comintern telegrafò al Comitato Centrale del PCC di evitare ad ogni costo scontri armati tra gli operai e le truppe di Chiang e diede istruzioni affinché tutte le armi degli operai fossero nascoste. E il Partito obbedì regolarmente all' ordine Bukharin che tra l' altro aveva detto: « Non era forse meglio nascondere le armi, non accettare battaglia ed evitare quindi di essere disarmati? » Più tardi, ad Hanklw, si ripeté la stessa storia, e le armi furono anche questa volta nascoste al fine di evitare uno scontro aperto. Per seguire le istruzioni del Comintern e mantenere l'entente tra il PCC e il Kuomintang, furono prese anche varie altre iniziative: i ministri dell'Agricoltura e del Lavoro evitarono di concordare una politica unica che potesse migliorare le condizioni dei contadini e degli operai; il primo organizzò un giro nelle campagne per frenare gli eccessi contadini; il PCC accettò di sciogliere alcune organizzazioni di combattimento come i picchetti operai e le squadre di ragazzi.Vi fu anche il famoso telegramma inviato, il 30 maggio, da Stalin al PCC, a Borodin e a Roy, che ordinava loro: « Confiscare le terre, ma non toccare quelle degli ufficiali dell'esercito; frenare lo zelo eccessivo dei contadini con il potere degli organi centrali del Partito; eliminare i generali attualmente poco fidati; armare 20 000 comunisti e scegliere 50 000 elementi operai e contadini nello Hupei e nello Hunan per costituire un nuovo esercito; inviare al Comitato Centrale Esecutivo del Kuomintang nuovi elementi operai e contadini per sostituire i vecchi membri; organizzare un tribunale rivoluzionario, presieduto da un noto membro del Kuomintang, per sottoporre a giudizio gli ufficiali reazionari »
Era possibile prendere nello stesso tempo misure così contraddittorie? Dal momento che « tutti i proprietari terrieri erano direttamente o indirettamente protetti dagli ufficiali », la confisca delle terre avrebbe provocato, come già era accaduto, uno scontro armato con gli ufficiali.
Soltanto all'inizio de 1935, nel pieno della Lunga marcia, Mao conquistò un primato nel partito che in seguito consolidò allontanando alcuni avversari e acquisendone altri alle sue posizioni. Fu comunque la scelta di impegnare totalmente il partito nella resistenza al Giappone, scatenando contro l'invasore una lotta totale attraverso la guerriglia contadina e la costituzione di "zone liberate" controllate dal partito, a porre Mao Tse-Tung al centro del movimento comunista cinese e a identificare i comunisti con la "resistenza nazionale".
1931 Maggio - Chiang Kai-shek dà inizio ad una nuova campagna contro i comunisti.
1931 Settembre. Iniziano le ostilità dei giapponesi in Cina.
1931 Novembre. Il 1° Congresso dei Soviet di tutta la Cina fonda la Repubblica Sovietica Cinese unificata: i comunisti cinesi hanno un proprio territorio ed un proprio governo.
1932 Già a inizio anno, La Repubblica Sovietica Cinese Unificata dichiara guerra al Giappone.
1933 Chang Kai-shek tenta per la quinta volta di annientare le forze comuniste ora unite in una "resistenza nazionale".
1934 Gennaio. Il Il° Congresso dei Soviet Cinese decide di iniziare la « lunga marcia » dal Kiangsi verso nord-ovest, verso regioni più sicure e tranquille. Da Juichin parte la colonna principale, in ottobre.
1935 Ottobre. Dopo un anno le principali colonne della « lunga marcia », convergono su Paoan, nella provincia di Shensi. Intanto (come già detto nel '30) Mao Tse-tung -dimostrandosi grande condottiero delle "resistenza nazionalista" acquista un potere sempre maggiore all'interno del PC Cinese.
1936 Dicembre. Chang Kai-shek è fatto prigioniero a Sian da alcuni suoi capi militari che vorrebbero una condotta più energica contro il Giappone che spadroneggia nelle regioni orientali della Cina.
1937 Si giunge ad una tregua tra il Kuo Ming Tang ed il Partito Comunista Cinese. Nel luglio i giapponesi occupano Pechino, e ad ottobre quasi tutte le principali città della Cina settentrionale sono in mano giapponese.
1938 Ottobre. In un suo rapporto, Mao Tse-tung giustifica la collaborazione tra i comunisti ed il Kuo Ming Tang.
1939 Chiang Kai-shek approva il nuovo governo comunista della regione Shansi-Chahar-Hopeh.
1940 Anno piuttosto tranquillo, mentre in Europa sta iniziando e infuriando la guerra.
1941 Iniziano aperte ostilità tra le truppe nazionaliste e quelle cinocomuniste, con gravi perdite da tutt'e due le parti.
1942 Febbraio. Mao Tse-tung riesce ad eliminare le ultime tracce di opposizione all'interna del partito: da questo momento è il padrone incontrastato.
1943 Peggiorano i rapporti tra il Kuo Ming Tang e i comunisti.
1944 Autunno. Il servizio segreto americano riferisce che sia i nazionalisti sia i comunisti spendono più energie a combattersi reciprocamente che a combattere i giapponesi.
1945 14 agosto. Sulla base " degli accordi di Yalta, truppe sovietiche entrano in Manciuria per combattere i giapponesi, proprio quando il Giappone, dopo Hiroshima e Nagasaki è costretto alla resa. Intanto in un clima di grande confusione divampa la lotta tra comunisti e nazionalisti: i primi avanzano rapidamente grazie alla guerriglia.
1945 Novembre - Il presidente Truman incarica il generale Marshall di aprire in Cina negoziati tra nazionalisti e comunisti.
Dopo la liberazione dai giapponesi, la vittoria sul Guomindang nel 1949 e l'eliminazione dei proprietari terrieri, Mao accettò il modello sovietico per l'industrializzazione e per la gestione dei settori moderni della Repubblica popolare, di cui assunse la presidenza. Riprese però l'elaborazione di un'autonoma strategia sociale con la collettivizzazione agraria del 1955 e soprattutto con la creazione delle comuni popolari nel 1958
1945 VII INTERNAZIONALE a Yún-nan. È il congresso della vittoria sul Giappone e dell'unione intorno a Mao che fin dal 1935 ha assunto le redini del partito. È approvato un nuovo statuto che fa del pensiero di Mao la linea direttrice del partito. Dopo altri tentativi di accordo con il Kuomintang, comincia la fase conclusiva della guerra civile che terminerà il 1° ottobre 1949 con l'ingresso dei comunisti a Pechino.
1946 Gennaio. Una tregua è faticosamente raggiunta, ma in aprile, improvvisamente i cinocomunisti s'impadroniscono di Changsun. Intanto gli Stati Uniti iniziano ad appoggiare militarmente i nazionalisti.
1947 Gennaio-febbraio. Malgrado i successi militari conseguiti, i nazionalisti sono in crisi e cominciano ad accusare defezioni.
1948 Ottobre. In questo periodo già 300.000 nazionalisti sono passati nelle file comuniste.
1949 Gennaio. Pechino si arrende ai cinocomunisti. A maggio è la volta di Shangai.
1949 - 21 settembre: a Pechino Mao Tse-tung proclama la Repubblica Popolare Cinese.
" 21 settembre 1949 - New York - La radio comunista informa che Mao Tse-Tung ha annunciato la costituzione della "Repubblica popolare cinese". L'annuncio è stato dato da Mao all'apertura della conferenza consultiva, cui partecipano 600 delegati, che si è iniziata a Pechino".
(Comunicato diffuso dall'Agenzia Ansa in Italia alle ore 19.00, del 21 settembre 1949)
"22 settembre 1949 - Shangai - Nel suo discorso, Mao ha detto tra l'altro che "grazie alla dittatura democratica popolare il popolo coinese sarà protetto contro qualsiasi tentativo dei suoi nemici interni ed esterni di ristabilire la loro influenza nel paese". Egli ha soggiunto che l'alleanza con l'Urss consente al popolo cinese di non essere isolato in campo internazionale".
(Comunicato diffuso dall'Agenzia Ansa in Italia alle ore 16.00, del 22 settembre 1949)
( I particolari, nei comunicati ufficiali) dei due anni fatidici: 1948 e 1949 )
Dopo la liberazione dai giapponesi, la vittoria sul Guomindang, e l'eliminazione dei proprietari terrieri, Mao accettò il modello sovietico per l'industrializzazione e per la gestione dei settori moderni della Repubblica popolare, di cui assunse la presidenza. Riprese però l'elaborazione di un'autonoma strategia sociale con la collettivizzazione agraria (nel 1955) e soprattutto con la creazione delle comuni popolari (nel 1958).
Chiang Kai-shek si ritira a Formosa.
1950 14 febbraio - Firma a Mosca di un trattato di amicizia, alleanza e assistenza reciproca tra URSS e Cina.
1950 Mao Tse-tung dà inizio alla riforma agraria su vasta scala.
1950 25 giugno - Scoppio della guerra di Corea; assistenza militare di Mosca ai nordcoreani e ai volontari cinesi. Cino-comunisti penetrano in Corea e nel Tibet.
1953 Gennaio. Inaugurazione del Primo piano quinquennale.
1953 5 marzo - Muore Stalin, poco dopo si firma il trattato di armistizio in Corea (27 luglio 1953).1954 ottobre - Visita di Kruscev a Pechino: viene restituito Port Arthur, vengono annullate le ultime concessioni russe in Cina (ferrovie, società miste) e viene concesso un aiuto economico.
1954 Primo bombardamento di Quemoy.
1955 Conferenza afro-asiatica di Bandung: si cerca di dare il via ad un'era di buoni sentimenti tra la Cina e questi paesi.
1956 Kruscev sviluppa le sue tesi sulla coesistenza pacifica.
1956 febbraio - Pechino non accetta la risoluzione del XX Congresso (condanna della politica stalinista).
VIII INTERNAZIONALE anomala in quanto si svolge a Pechino in due sessioni. La prima, nel settembre 1956, ribadisce in politica estera i principi della coesistenza e dell'alleanza con l'URSS anche se è cominciata l'era della destalinizzazione. La seconda sessione si svolge nel maggio 1958; è il congresso del «grande balzo in avanti » sul piano economico e di vigorosi attacchi al revisionismo sul piano politico.
La crisi dei paesi dell'Europa orientale nell'autunno del 1956 rivelò a Mao Tse-Tung la fragilità dei regimi controllati dai partiti comunisti e lo indusse a intensificare la mobilitazione delle forze sociali rurali più organicamente legate alla rivoluzione. La rinnovata priorità alla lotta sociale agraria aggravò però le nascenti tensioni tra il potere del partito e gli intellettuali, mentre il sostegno del proletariato urbano era condizionato dalla piena occupazione e da meccanismi assistenziali: Mao si trovò cosi a condurre una battaglia politica che godeva di scarso consenso nei settori moderni della società. Mentre i sovietici con Kruscev, perseguivano con gli Stati Uniti una politica di distensione che, per il continuato rifiuto americano di riconoscere il regime di Pechino, appariva ai comunisti cinesi come una collusione contro la Cina, Mao trasse dall'analisi della situazione sovietica la conclusione che fosse necessario combattere contro ogni ripiegamento dalle scelte rivoluzionarie, anche a prezzo di accentuare le tensioni interne e di dover intensificare repressione di classe, condizionamenti culturali e mobilitazione ugualitaria delle masse.
1957 Mao Tse-tung a Mosca dichiara che « il vento dell'est prevale sul vento dell'ovest »: il socialismo è cioè superiore all'imperialismo.
1957 15 ottobre - Kruscev promette alla Cina la bomba atomica.
1957 novembre Primi screzi tra Russia e Cina.
1958 Mao Tse-tung inaugura il « grande balzo in avanti », con lo slogan « vent'anni in un giorno ». Rivolta nel Tibet contro i cinesi. Secondo bombardamento di Quemoy.
1958 primavera. Prima denuncia in Cina del revisionismo. Apertamente si critica la Jugoslavia, ma l'obiettivo è Mosca.
1958 agosto-settembre - Crisi dello stretto di Formosa, i cinesi bombardano Quemoy. Kruscev non concede a Mao l'assistenza prevista.
1959 I cinesi rafforzano i loro concentramenti di truppe ai confini con l'India, dichiarando che un territorio di vaste dimensioni entro il confine indiano « è sempre stato territorio cinese ».
Mosca per la prima volta critica le posizioni di Pechino.
1959 giugno - Mosca rifiuta l'accordo dell'ottobre 1957 sulla bomba atomica.
1959 settembre - La visita di Krushev negli Stati Uniti provoca critiche di Pechino.
La Tass biasima gli scontri di frontiera cino-indiani. Primi scontri di frontiera cinorussi nel Sinkiang.
1960 Mao Tse-tung assicura l'appoggio cinese ai processi rivoluzionari dell'America Latina, dell'Asia e dell'Africa. II 16 aprile, la direzione cinocomunista sferra il primo deciso attacco contro i « revisionisti ». -A maggio i russi iniziano a ritirare migliaia di tecnici dalla Cina.
1960 21 aprile - Primi editoriali pubblicati a Pechino sulla controversia ideologica con i russi.
1960 20 giugno - Congresso a Bucarest del partito comunista romeno, violenti attacchi rivolti ai dirigenti cinesi.
L'Albania si allinea con Pechino.
1960 16 luglio - L'Unione Sovietica richiama i suoi tecnici dalla Cina e pone fine praticamente a ogni forma di assistenza. Questa "scomunica" è stata paragonata - forse un po' enfaticamente - "allo scisma fra Chiesa di Roma e Chiesa di Bisanzio".
1961 17 ottobre - Denuncia dell'Albania al XXII Congresso del partito comunista sovietico. Rilancio in Cina della campagna contro lo stalinismo
1962 Ottobre.
1962 settembre-ottobre - Conflitto cino-indiano alla frontiera himalaiana. La Cina invade l'India, ma si ritira subito. Pechino accusa Mosca di fornire aiuti a Nuova Delhi.
1962 ottobre - La crisi di Cuba porta la tensione al suo apice; Pechino accusa Kruscev di capitolazione.
1963 - È l'anno della confessione pubblica della controversia ideologica.
1962 5 agosto - Firma a Mosca del trattato sulla limitazione degli esperimenti nucleari; nuove aspre critiche di Pechino.
1964 febbraio - Rapporto di Suslov al partito comunista sovietico sulle accuse sovietiche al partito comunista cinese. Insuccesso delle conversazioni di Pechino sui tracciati delle frontiere.
1964 15 ottobre - Destituzione di Kruscev seguita dallo scoppio della prima bomba atomica cinese.
1965 Inizia la lotta per la successione a Mao.
1965 gennaio-febbraio - Tentativi, senza successo, di riconciliazione fatti da Breznev e Kossighin.
1965 marzo - Riunione a Mosca di 19 partiti comunisti per la preparazione di una conferenza internazionale. La Cina non aderisce all'invito di partecipare1966 maggio - Inizia in tutta la Cina la «rivoluzione culturale» delle «guardie rosse» (ne parleremo più avanti)
Mao Tse-Tung è convinto che il partito, dotato del monopolio totale del potere sullo stato e sull'economia, stesse divenendo fonte di nuovi privilegi: la trasformazione dei gruppi dirigenti in nuova classe privilegiata poteva far "cambiare colore" al partito, trasformandolo in una forza di tipo fascista destinata a reprimere le masse e ad accentuare le differenze sociali. Per impedire questi sviluppi, nei quali ravvisava il rischio di perdere tutto ciò che la rivoluzione aveva conquistato a tanto caro prezzo (personalmente Mao perdette nella lotta la prima moglie, i fratelli e poi un figlio caduto in Corea), nel 1966 egli scatenò la -"rivoluzione culturale facendo appello alle iniziative eversive dei giovani, penalizzati dal consolidarsi del nuovo assetto sociale e dal carattere repressivo della società, e al sostegno dei militanti rurali formatisi nella lotta sociale e militare ispirata dalla sua strategia. Il suo sforzo per salvare, contro le autorità installate dalla rivoluzione, i valori in nome dei quali la rivoluzione era stata combattuta mise tuttavia Mao nella posizione contraddittoria di essere a un tempo vertice di un regime e capo di ribelli: quando le spinte di protesta, accumulatesi a lungo tra le masse giovanili urbane in una società autoritaria e frustrante, misero in pericolo la stabilità del potere, Mao accettò di far rientrare il suo tentativo, ma visse gli ultimi anni nella tragica certezza che gli ideali che avevano ispirato la lotta sua e dei suoi compagni sarebbero stati presto rinnegati dal partito e dalla società.
Sono questi anni in cui la situazione si fa confusa. Inoltre nasce uno smaccato antisovietismo cinese e varie ostilità diplomatiche verso i successori di Kruscev.
1967 gennaio-febbraio - Assedio dell'ambasciata sovietica a Pechino e manifestazioni antisovietiche da parte delle Guardie rosse, cui fanno subito seguito altrettante ostili manifestazioni da parte dei russi nelle piazze e nelle fabbriche.
1968 maggio - Inizio delle conversazioni di pace per il Vietnam a Parigi: Pechino disapprova apertamente Hanoi.
1969 2 marzo - . Primi sanguinosi incidenti alla frontiera sull'Ussuri. Già nel 1962 Mosca affermava che i cìnesi, in quell'anno, avevano violato cinquemila volte la frontiera sovietica.
1969 IX INTERNAZIONALE IX nel 1969 a Pechino. Viene consacrata la vittoria della « rivoluzione culturale", si forma il Comitato permanente del "Politburo" e si designa il successore di Mao Tse-Tung.
1) Mao Tse-tung (n. 1893) Presidente del partito (veterano della Lunga Marcia).
2) Lin Piao (n. 1907) Vicepresidente del partito, successore designato di Mao, ministro della Difesa nazionale, comandante dell'esercito, n° 7 dell'ex Politburo (veterano della Lunga Marcia).
3) Chou En-lai (n. 1899) primo ministro, n° 3 dell'ex Politburo (veterano della Lunga Marcia).
4) Cen Po-ta (n. 1904) presidente del gruppo centrale della rivoluzione culturale, ideologo, giornalista, ex segretario di Mao, n° 24 dell'ex Politburo.
5) Kang Sheng (n. 1899) membro del Gruppo dirigente della rivoluzione culturale, ex capo dei servizi segreti, specialista nelle relazioni internazionali del PC, n. 25 dell'ex Politburo.
1969 15 marzo - Nuova battaglia, con l'impiego di artiglieria e di mezzi corazzati, sull'isola Damanski.
1969 29 marzo - Dichiarazione di Mosca che si dichiara pronta per consultazioni con i cinesi.
1969 11 giugno - Scontri al confine tra il Sinkiang e il Kazakistan. Nello stesso mese Mosca propone di riprendere i colloqui con la Cina, arrestati nel 1964.
1969 8 luglio - Ennesimi scontri di frontiera sull'isola di Pacha e lungo il fiume Amur. Trapelano notizie circa colloqui tra le due parti.
1969 13 agosto - Violenti scontri si registrano nel Kazakistan, nel Sinkiang e nella regione di Semigalatinsk.
1969 11 settembre Kossighin si incontra a Pechino con Chou En-lai.
1969 20 ottobre - Pechino è disposta a iniziare i negoziati con Mosca. Una delegazione sovietica comincia le trattative in Cina che si concluderanno l'anno dopo..
1970 luglio - Dopo 4 anni di congelamento Mosca e Pechino si scambiano di nuovo gli ambasciatori. Ma i rapporti restano tesi, soprattutto per il rifiuto dei russi a concedere i brevetti indispensabili per una veloce industrializzazione.
Ciò ha fatto sì, che nella primavera del....
1971 i Cinesi hanno operato una apertura agli Stati Uniti, che, per il modo con cui è stata fatta, ha preso il nome di "Diplomazia del Ping-Pong".
Effettivamente la mossa in sé di poco conto (si trattava di un invito agli sportivi americani a recarsi in Cina per qualche partita di tennis da tavolo) è, nello stesso tempo, fragorosa perché capovolgeva l'atteggiamento appariscente cinese verso gli Stati Uniti.
« Un ponte è stato gettato questa settimana dall'Oriente rosso agli USA », scriveva il 14 aprile la Washington Post, « ed esso ha la forma d'un tavolo da ping pong »; molta stampa diceva: « Il viaggio della squadra americana in Cina è uno dei piú importanti avvenimenti politici degli ultimi vent'anni ».
Chou En-lai, il primo ministro cinese, ai giocatori statunitensi dichiarava che la loro visita «apre una nuova pagina nelle relazioni tra i due popoli »; e ha aggiunto, il che è forse ancora piú importante: « La Cina è interessata a intrattenere relazioni amichevoli anche con i paesi che non la riconoscono », capovolgendo di punto in bianco la posizione fino allora tenuta dai cinesi in politica estera.
In risposta a questa innegabile apertura che ha precipitato il ritmo delle trattative che già si stavano avendo tra Pechino e Washington, Nixon lo stesso 14 aprile annunciava una serie di misure per migliorare le relazioni con la Cina: la revisione delle liste dei materiali strategici esclusi dalle esportazioni in Cina: l'attenuazione dei controlli valutari; la concessione di visti a turisti provenienti dalla Cina; l'abolizione delle restrizioni alle forniture di carburante alle navi e agli aerei da e per la Cina; l'autorizzazione al trasporto di carichi cinesi su navi e aerei americani fra porti di paesi terzi.
Il 15 luglio 1971 fu annunciato contemporaneamente negli Stati Uniti e in Cina che Nixon si recava a Pechino entro il maggio 1972 per « normalizzare le relazioni e scambiare pareri sui problemi di reciproco interesse».
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A seguito delle tormentate vicende che abbiamo visto sopra, la Cina era sempre rimasta in una posizione internazionale poco chiara; infatti il governo della Repubblica popolare cinese era riconosciuto soltanto da quelli comunisti dell'Europa e dell'Asia, oltre a Gran Bretagna, Francia, Olanda, Svizzera e Paesi Scandinavi, in Europa; da paesi di recente costituzione in Africa e Asia, ma non da tutti, e da Cuba, unico paese del continente americano.
Per questi motivi, all'ONU andò a sedersi, come rappresentante della "Cina", il delegato della Cina nazionalista di Formosa; infatti l'ingresso della Cina comunista all'ONU venne più volte respinto.
Poi arrivò il "ping-pong" e nello stesso anno la Cina entrò a farne parte.
Gli organi di governo
Altrettanto travagliata è stata l'organizzazione dell'assetto politico. Non è stato infatti regolato all'inizio con un'unica legislazione, ma ha richiesto una lunga serie d'interventi e di modifiche. Le condizioni della Cina nei lunghi decenni di lotte del novecento, avevano infatti contribuito a far sorgere una situazione di crisi estrema, ove era particolarmente precario e difficile riorganizzare le strutture dello stato, sia quelle centrali, che periferiche.
Nel 1954 fu emanata la Costituzione che istituiva gli organi fondamentali dello stato indicandone le prerogative e i rispettivi compiti e limiti. Lo Stato cinese vi è definito come una dittatura democratico-popolare della classe operaia e contadina: è questo infatti il segno di distinzione che differenzia proprio alla base il comunismo cinese da quello russo; questo nacque da una rivoluzione soprattutto operaia, quello è il frutto invece d'una rivoluzione prevalentemente agricola.
La Costituzione sancisce la proprietà statale dei beni di produzione (anche se specie nelle campagne permette l'esistenza di una certa forma di proprietà privata), il principio della pianificazione e collettivizzazione economica, e nello stesso tempo garantisce il carattere multinazionale dello Stato.
Gli organi di governo previsti dalla Costituzione sono i Congressi popolari, e precisamente: il Congresso Nazionale Popolare e i Congressi locali di tre ordini (di Provincia, di Distretto, di Cantone). Il popolo elegge direttamente soltanto i membri del Congresso di Cantone, l'ultimo grado cioè dell'ordinamento politico, mentre i rappresentanti dei Congressi più elevati sono eletti da quelli dei Congressi inferiori.
Uno degli aspetti caratteristici dell'ordinamento politico cinese è la differenza che c'è tra il peso politico degli abitanti delle città e quelli delle campagne: i primi godono di un voto plurimo nella proporzione di 8 a 1, proprio per ovviare al fortissimo squilibrio tra città e campagna che caratterizza la distribuzione geografica dei partito Comunista; ma accanto a questo, in Cina, cosa questa poco conosciuta, non esiste un solo partito, ma accanto a quello Comunista, che ha posizioni di indubbia preminenza e controlla tutta la vita sia politica che economica della Cina, vi sono altri partiti.
LA RIVOLUZIONE CULTURALE
La Repubblica popolare cinese appena costituita (1949, 10 ottobre) iniziò subito un deciso movimento espansionistico nazionalista (Sinkiang e Tibet) e appoggiò con propri volontari la Corea del nord contro il regime della Corea meridionale e gli americani. In nome della libertà dal colonialismo dei popoli sottosviluppati, cercò di dilatare la propria influenza offrendo aiuti ai paesi del sud-est asiatico e africani, ma con scarsi risultati. Per le frontiere del Sikkim entrò in urto violento con l'India (1959-1963). Nel 1964 fece scoppiare la prima bomba atomica, nel 1967 la sua prima termonucleare, inserendosi cosí al 4° posto nel club atomico mondiale; il 4 marzo 1971 pure la Cina iniziò a far girare un satellite intorno alla Terra. Ma già nel 1966 si era dotata di un missile con testata atomica a grande gittata; (uno fu sperimentato e lanciato dal deserto di Gobi alla Mongolia, a 1500 chilometri ).
(E' molto singolare la provenienza della mente che diede un fortissimo impulso nelle ricerche spaziali e nella missilistica cinese. Lo scienziato Hsueshen Tsien. Poco più che ventenne era emigrato negli Stati Uniti da Shanghai nel 1935, aveva studiato i principi della propulsione a razzo all'Istituto di tecnologia della California. Fu l'autore nel 1949 di un classico studio sui missili a propulsione nucleare. Ma nel 1950 diventò vittima della «caccia alle streghe» del senatore Joseph McCarthy, rientrò in Cina assumendo subito la direzione dell'istituto di meccanica dell'università di Pechino. Alla sua prima prova nel lancio dei satelliti aveva fatto meglio dei colleghi delle due superpotenze lanciando un satellite del peso di 173 chilogrammi con un razzo bistadio. (il primo russo pesava 83 chili, quello americano 14).
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A quest'attività intensa che ha in pochi anni candidato la Cina a diventare la terza superpotenza (a fianco degli USA e dell'URSS), essa ha affiancato (giugno 1966 giugno 1969) anche un movimento interno (la Rivoluzione culturale) che ebbe per protagoniste le Guardie rosse (vedi più avanti), punta di diamante del comunismo internazionale in contrapposizione (con il motto Tou-P'i Kai: Lotta continua, critica e trasformazione) al revisionismo dell'Unione Sovietica.
Dopo le critiche di Kruscev a Stalin nel XX Congresso del PCUS (1956) e la questione di Cuba (1962), la Cina aveva rotto apertamente con i sovietici e la rivoluzione culturale mobilitò i giovani (contadini, studenti e operai) a stroncare con il ritorno alla teoria pura marxista leninista, il revisionismo e il conservatorismo burocratico che si erano creati in seno alle vecchie leve del Partito. Il personaggio piú importante travolto da questo movimento è stato Liti Shaochi, Presidente della Repubblica.
Per comprendere la serietà del fenomeno bisogna ricordare che da secoli in Cina tutte le cariche pubbliche erano vinte a concorsi per titoli ed esami, per cui solo le persone colte e intellettualmente molto dotate (i mandarini) potevano assumere cariche statali o parastatali; questo spiega perché la storia politica e militare
cinese sia strettamente intrecciata con quella letteraria e filosofica. E nella tradizione si rimise il comunismo quando, con il poeta-letterato Mao Tsetung alla testa, decise di rinnovare la burocrazia della vecchia guardia impoltronita e fattasi opportunista e conservatrice, ricorrendo per tradizione agli intellettuali e facendo leva sugli studenti, i giovani contadini (che studiavano le nuovissime tecniche occidentali agricole) e gli operai (che frequentavano la sera i corsi di periti), creando cosí quel movimento rinnovatore culturale (delle Guardie rosse) che ha fatto quasi rinascere (come raccomanda il Machiavelli nel Principe) il « regime a nuova vita e vigore ».
Nell'agosto 1967, per la prima volta, Bandiera Rossa, organo ufficiale del PC cinese, scriveva che la Rivoluzione culturale è « una grande decisiva battaglia fra lo stato maggiore proletario del Presidente del partito Mao e lo stato maggiore borghese della persona al vertice (il Presidente della Repubblica, Liu Shao-chi) che ha preso la via capitalistica ».
Questa lotta personale fra comunisti cinesi - anche questa valida interpretazione della Rivoluzione culturale - è cominciata nel 1959 quando l'allora ministro della Difesa Peng The-huai, sostenuto proprio da Liu Shao-chi, criticò la politica del « balzo in avanti » e delle « comuni » iniziata un anno prima. Mao apostrofò costoro come «opportunisti di destra», ma, oltre a non poterli radiare dal Comitato centrale, fu costretto ad accettare quelle critiche al punto che il partito con il cosiddetto « aggiustamento » accantonò le iniziative, specie economiche, di Mao.
Durante il Comitato centrale del Partito comunista cinese (settembre 1965) Mao tentò di ripresentare la sua politica riproponendo un atteggiamento piú « rivoluzionario » che però fu opposto dalla maggioranza del Partito guidata dal Presidente Liu Shao-chi, che dal '58 aveva assunto la presidenza della Repubblica, carica occupata fino ad allora da Mao, poi soltanto Presidente del partito. Mao Tse-tung, appoggiato dal nuovo ministro della Difesa Lin Piao, si preparò da allora alla rivincita e non potendo contare sulle gerarchie del partito preparò la « Rivoluzione culturale », facendo leva sulle masse popolari per intimidire i dirigenti del PCC.
Le prime manifestazioni della Rivoluzione Culturale apparvero nell'inverno del 1965 proprio con la destituzione del sindaco di Pechino (poi arrestato) ; ma il vero operare della « Rivoluzione culturale » data alla primavera del 1966 quando Mao chiarisce che il partito è ormai uno strumento inadatto alla rivoluzione e alle necessità dei giovani delle università, delle fabbriche e delle campagne, dando cosí vita, il 25 maggio 1966, al primo nucleo delle GUARDIE ROSSE.
Le "Guardie rosse" non erano un'organizzazione, ma una generazione di cinesi dai 14 ai 25 anni fatta intervenire da Mao direttamente nel tessuto politico del paese « perché la Cina non cambiasse colore, perché la rivoluzione non fosse un sentimento del passato e neppure semplice stabilizzazione di una vittoria ».
Con il « dazibao » (giornale a grandi caratteri, affisso ai muri delle case, delle scuole, delle fabbriche con il quale l'opinione pubblica prende parte al dialogo politico) del 1° giugno 1966 appeso nell'università dì Pechino criticante alcune autorità locali, Mao fece scattare la molla della Rivoluzione culturale il cui «bersaglio principale fu un pugno di uomini che nel partito detenevano posizioni di potere e avevano aspirazioni burocratiche di restaurazione».
Con la Rivoluzione Culturale si è esteso quel principio di rotazione del lavoro già dettato da Mao all'esercito con la Direttiva del 7 maggio 1966: « L'esercito deve essere una grande scuola dove lo studio della teoria si associa alla prassi del lavoro agricolo, industriale e di politicizzazione delle masse. Andare a fare il lavoro manuale alla base è un'eccellente occasione per i dirigenti di imparare daccapo. A parte le persone anziane o deboli, i malati e gli invalidi, questa via deve essere seguita da tutti ».
Cosí alle "Scuole 7 maggio" (un centinaio in tutta la Cina) sono indirizzati coloro che (professori, medici, funzionari del partito, personaggi altolocati) diagnosticati burocrati dalla Rivoluzione culturale debbono essere «rieducati» al nuovo credo rivoluzionario per mezzo dell'autocritica e del lavoro manuale, dove tutto è proiettato non piú verso l'individuo ma verso la collettività.
Con uno sconvolgente fenomeno di massa, per la prima volta nella storia della rivoluzione, una classe dirigente ha (singolare contraddizione del potere) contestato se stessa, impegnando specie le nuove generazioni a ripercorrere un cammino rivoluzionario e spingendo e costringendo i vecchi rivoluzionari ad abbandonare le posizioni raggiunte e a ricominciare daccapo.
Lo scritto politico unitario della Rivoluzione Culturale è il "LIBRETTO di MAO" , tradotto nel mondo in 70 lingue e diffuso in Cina in centinaia di milioni di copie. Questo scritto, che riafferma il primato della politica, è servito anche, essendo scritto in cinese moderno, a superare i dialetti e a imporre a tutti i cinesi un'unica lingua.
Negli ultimi anni, a cominciare dai fanciulli, sia i cinema che le televisioni (come in occidente l'epopea del Far West) proiettono e irradiano in ogni angolo della Cina i documentari dei combattimenti tra Cinesi e Sovietici sulle frontiere dell'Ussuri (7000 chilometri di confine fra i due Paesi in mezzo a regioni che restano tuttora fra le meno conosciute.
(QUI la cartina della "GRANDE MARCIA")
La crisi ideologica e politica con l'Urss, e il fallimento del "Grande balzo" costrinsero il partito ad affrontare le prospettive dello sviluppo con molto maggiore realismo e sui tempi lunghi e a contare integralmente, come negli anni di Yanan, solo sulle forze interne alla Cina. Si andò da allora consolidando una forte tendenza pragmatica la cui migliore espressione politica, anche sul piano internazionale, era offerta da Zhou Enlai (1898-1976 primo ministro dal 1949 fino alla morte) consentendo un sempre crescente margine di espansione a iniziative economiche locali e individuali anche al di fuori della pianificazione centrale. La lotta politica interna al partito passò prima attraverso la crisi della Rivoluzione culturale, poi con la caduta di - Lin Biao (1971) e della "banda dei quattro" (capeggiata da Jiang Qing, consorte emarginata di Mao).
Sul piano internazionale, mentre restava alta la tensione con Taiwan, scoppiò la breve guerra con l'India (1962-1963), si riapri, dopo la guerra d' Indocina (1945-1954), la guerra del Vietnam (1960-1975) e con gli incidenti dell' Ussuri (1969) giunse al culmine il contrasto con l'Urss.
Alla morte di Mao Tse-Tung (1976) la Cina era ormai una grande potenza planetaria, con un'economia solidamente strutturata che negli anni Ottanta godette di una sempre più rapida crescita e senza gli squilibri settoriali dell'Urss, e di una posizione politica e diplomatica del tutto autonoma in un'Asia in cui declinava gradualmente la presenza americana, era sempre più forte economicamente il Giappone e l'Unione sovietica non aveva più spazi di manovra.
Crollata l'Urss nel 1991, appiattitosi il ritmo d'espansione del Giappone, la Cina si trovò a essere, terza al mondo per reddito nazionale, la più dinamica delle entità nazionali del continente asiatico, in un'Asia orientale divenuta ormai il principale polo economico mondiale; una delle maggiori entità statali del globo come superficie (9,4 milioni di Kmq - circa 30 volte l'Italia) e la più popolata: oltre 1.3 miliardi di abitanti.
FINE DI QUESTO CAPITOLO
Bibliografia:
Jerome Ch'en. Mao e la rivoluzione cinese, Oxford University London. - Ed Sansoni
1965
Collotti Pischel, Dizionario di Storia, Il Saggiatore; 1991
S. Schram, Mao Tse-tung e la Cina moderna, II Saggiatore, Milano 1966;
E. Collotti Pischel, Storia della rivoluzione cinese, Editori Riuniti, Roma
1971;
Opere di Mao Tse-tung, 20 volumi, Edizioni rapporti sociali, Milano 1971 e segg.;
Annuario 1972 del Reader's Digest
Comunicati stampa Ansa. Sergio Lepri: "Mezzo secolo della nostra vita".
vedi anche "LA LUNGA MARCIA" > >
oppure (Storia) in TABELLA CINA > >
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< CINA IN "STORIA DELLE CIVILTA'"