DA
20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
PERIODI
STORICI E TEMATICI |
PERSONAGGI E PAESI |
ANNO 846 d.C.
(Vedi
QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")
* * * I SARACENI A ROMA
Impegnati nell'assedio di Messina, nelle operazioni in Val di Noto e contro l'esercito bizantino sbarcato in Sicilia ma poi sconfitto nell'845, i Musulmani dell'isola avevano per tre o quattro anni lasciate in pace le coste tirreniche e ioniche della penisola; imbaldanziti dalla conquista di Messina e dalle disfatte inflitte ai Bizantini, ripresero nell'846 ad infestare le rive italiane. Si ripresentarono con una numerosa flotta nelle acque di Napoli. Questa volta il loro disegno era più vasto del solito. Essi volevano estendere le loro razzie al Lazio che sapevano indifeso dal lato del mare e tentare di portare le armi contro Roma, centro della fede nemica ma soprattutto un'ambita città che prometteva un bottino ingente.
Allo scopo di tenere immobilizzate le forze della lega campana, gli Arabi, occuparono e presidiarono il forte castello di Miseno, poi rotti gli indugi e mossi dal venale ardire, con il grosso delle navi si diressero alla foce del Tevere. Ostia, alcuni anni prima, papa Gregorio IV l'aveva rafforzata con mura e con trincee, ma nonostante questo, dopo una debole resistenza fu espugnata e i Musulmani si presentarono davanti alle mura di Roma in agosto.
Ma impadronirsi della metropoli non era un'impresa facile: le sue fortificazioni erano salde e le milizie cittadine le difendevano egregiamente. Perciò gli Arabi, che non erano attrezzati né preparati ad un assedio, si accontentarono di penetrare nei sobborghi indifesi, mettendo però a sacco le due maggior basiliche cristiane: S. Pietro e S. Paolo, che, essendo allora fuori le mura, furono facile preda degli invasori. Tutti i tesori che vi erano accumulati, furono asportati, ingiurie furono recate alle sacre immagini e alle reliquie dei Santi e fu profanata perfino la tomba stessa dell'Apostolo Pietro.
Mentre erano impegnati nei saccheggi, giunse ai Musulmani la notizia che un esercito franco si avvicinava. Il papa LEONE aveva chiesto urgente soccorso a Ludovico II, il figlio dell'imperatore Lotario e a Guido da Spoleto.
Quest'annuncio e l'atteggiamento ostile dei contadini consigliarono gli invasori ad allontanarsi da Roma. A Civitavecchia una parte della soldataglia prese posto nelle navi dove furono messi i tesori trafugati, il resto, imboccata la via Appia marciò verso il mezzogiorno con il proposito d'invadere dal nord il ducato di Benevento e dare man forte ai loro correligionari che già vi si trovavano.
Per via saccheggiarono ed arsero Fondi e giunti nel mese di settembre a Gaeta la posero l'assedio. La città oppose fiera resistenza e fra i difensori si distinse Bertario che poi fu abate di Montecassino; ma sarebbe indubbiamente caduta in mano degli Arabi se non fossero sopraggiunti dalla via di terra il soccorso dei Franchi guidati dal Marchese GUIDO DI SPOLETO. Purtroppo questi tratti in agguato il 10 novembre i Musulmani li sconfissero.Giungeva in quel mentre in soccorso di Gaeta CESARIO, valoroso figlio dell'altrettanto ardito duca SERGIO (quello della lega); bastò la sua presenza per intimorire e immobilizzare il nemico a terra e le navi musulmane fuori del porto. Queste però, rifugiatisi al largo, si vennero a trovare in una critica situazione, con il mare agitato da una terribile tempesta; a quel punto gli Arabi scesero a patti con Cesario; lo pregarono ed ottennero di poter fare entrare nel porto i navigli promettendo che, rasserenato il tempo, sarebbero partiti subito. E così fu: riparati nel porto, dopo un paio di giorni, tornata la calma sul mare e il cielo sereno, i Musulmani alzarono le vele da Gaeta e ripresero il mare; ma, furono colti al largo da una nuova improvvisa furiosa tempesta, e in gran parte finirono in fondo al mare navi e uomini.
Le scorrerie musulmane nel ducato longobardo, la presenza di navi nell'Adriatico, le occupazioni di porti nel sud, le lotte tra Radelchi e Siconolfo non potevano lasciare indifferente LOTARIO. Dimenticò la questione di papa Sergio consacrato senza la sua approvazione, e decise di intervenire.
Ludovico aveva lasciato Roma alla fine dell''845, per rientrare a Pavia, e in questa città in agosto si trovava quando gli giungeva la notizia della comparsa dei Musulmani nel porto di Ostia, e che poi erano arrivati sotto le mura dell'antica capitale dell'impero, avevano profanato e depredato San Pietro.Grande impressione dovette causare nell'animo di Ludovico il saccheggio di Roma, visto che si affrettò a recarsi in Francia dal padre per informarlo subito del fatto e discutere i provvedimenti da prendere per la difesa di Roma e della basilica dell'Apostolo. La discussione fu portata in un'assemblea tenuta nell'ottobre dell'846 e qui fu stabilito che la Chiesa fosse restaurata e munita di un forte muro di cinta che la proteggesse dagli assalti degli infedeli e che alle spese -condonando le tasse erariali- partecipassero tutti i sudditi del regno dotati di benefici o di beni immobili.
*** IN MORAVIA viene eletto re RATISLAO che rende indipendente il paese dal regno Franco orientale, accostandosi alla corte di Costantinopoli.