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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
1 D.C. AL 2000
ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 819 d.C.

(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

*** IL GRANDE CALIFFO DI CORDOVA HAKAM
*** LUDOVICO SPOSA GIUDITTA


Mentre in ogni luogo della Terra sembra esserci un gran fermento culturale, lo abbiamo visto in Giappone, a Bagdad, ad Aquisgrana, in Cina, è però la Spagna che domina dall'alto. La fioritura d’ogni disciplina non conosce soste ed è seguita passo passo da uno dei più grandi benefattori dell'umanità' soprattutto per la custodia di opere che sarebbero andate distrutte per sempre. A Bagdad come abbiamo letto c'era la stessa tendenza, e le scuole e le biblioteche erano stipate di milioni di libri e di codici che erano stati pazientemente raccolti in ogni parte del grande sterminato regno, che appartenevano alle più antiche civiltà, poi riscritte, copiate, tradotte e compilate con nuove aggiunte. Queste preziose raccolte -come vedremo in seguito- furono distrutte completamente quando arrivarono le orde di Mongoli che distrussero fino all'ultima pagina (ne buttarono così tanti di libri i mongoli nel Tigri che nel fiume si formò una diga che per poco non fece straripare il grande corso d'acqua)
.
In Spagna i Mongoli non arrivarono mai, e questo patrimonio dell'intera umanità che era custodito nelle grandi biblioteche, rimase integro e ben conservato fin quando la Francia conquistati anche questi territori, se ne impossessò a piene mani, formando o arricchendo le grandi biblioteche dei sovrani, delle abazie e delle sorgenti università.
Gli Europei degli antichi greci non avrebbero saputo nulla se in Spagna non ci fossero stati illuminati emiri che alla cultura dedicarono quasi l'intera esistenza raggiungendo vette altissime. Alcuni li abbiamo già conosciuti, e iniziano da quel saggio capostipite che fuggito come Omayyade dall'Arabia, in contrapposizione agli Abbasidi di Bagdad andò a creare il suo regno indipendente in Spagna e a formare una dinastia con delle doti universali; rarissime nei sovrani succedutisi nel corso del successivo millennio.

Uno di questi è senz'altro un nipote di quel ABD ar RAHMAN capostipite. Lo abbiamo già menzionato, era al-HAKAM II, omonimo di quello che governa quest’anno la Spagna, e che troveremo ancora più avanti ma che non ci stanchiamo di menzionare: quell'emiro che nonostante la sua immensa cultura assimilita in un’ala del palazzo paterno, per ben 40 anni, ebbe anche la fortuna di incontrare quella leggendaria donna che portava il nome di AURORA e che come inviata dal cielo seppe proprio far nascere, - accanto al suo "padrone" che l'aveva ricevuta come schiava da un castello sperduto della Spagna- il centro culturale più grande, più sofisticato dell'occidente o almeno quello che aveva raccolto il più grande patrimonio che l'umanità possedeva fino allora, dai tempi più remoti.
L'influenza di questa AURORA non finirà soltanto a servizio del singolare califfo, perché morto il marito, fu poi lei a scegliere il personaggio che dominò ancora di più di al-HAKAM II, la scena mondiale della cultura; ma lo incontreremo più tardi....
Le opere sappiamo giungevano a Cordoba da ogni angolo della terra conosciuto, su desiderio di questo principe ma soprattutto perchè stimolato da quella dea della sapienza che era Aurora. Perfino dal Mar Glaciale (zona di commercio delle pelli) alle Filippine ai porti cinesi. Altra corrispondenza arrivava da un certo Ibn Fadlan perfino dall'alto Volga, dalla Bactriana, da Samarcanda, scrivevano tutti in arabo e inviavano quintali di volumi che attraversavano ostili e faticosi percorsi che possiamo solo immaginare.
Il letterato della corte di Cordova, Ibb Isa al-Ghassan, aveva un solo compito, che gli era stato affidato da Aurora, doveva sempre viaggiare e raccogliere testi in ogni angolo della Terra, e lo fece cosi bene che solo i titoli dei volumi che lui inviò a Cordova sono stipati in altrettanti 30 volumi, (30 volumi con soli i titoli da lui di volta in volta inviati- una vera e propria contabilità per giustificare le ingenti spese che tali viaggi comportavano anche a distanze di migliaia e migliaia di chilometri). E nell'elenco troviamo opere antichissime, che ancora oggi esistono e ci sono giunte a noi in un unico esemplare. Opere dei grandi Platone, Aristotele, Euclide, Erodoto, Varrone, Cratete, Apollonio, Eratostene, Zenone, e tanti altri sono stati trovati e sono poi partiti di qui, dalla biblioteca di Hakam per invadere l'Europa dentro le case di chi si stava chiedendo con una nuova ventata di curiosità nel cosmo, chi eravamo, da dove venivamo, e che cosa avevamo dietro alle spalle, oltre qualche libro di preci.

Gli "Elementi" di Euclide ne abbiamo una sola versione araba proveniente da Cordova, non ne esistono altre; Il Corpus delle opere di Ippocrate pure; Il Timeo, la Repubblica, le Leggi di Platone sono uscite da Cordova, non ne esistono altre versioni né in greco né in latino.
Non li avremmo mai letti, né potrebbero appartenere al patrimonio dell'umanità se questo non fosse stato con così amorevole cura raccolto da un principe che aveva fatto diventare Cordova un crogiuolo se non proprio di religioni (che non si fusero affatto) certamente di arte, di cultura, di lingue, di civiltà.

Avvenne quello che -da allora- non avvenne più nel mondo. Gli influssi bizantini accentuarono gli elementi romani, questi quelli indigeni, la sedimentazioni culturali si mischiavano con quelle visigotiche e quelle vandaliche che si mischiavano a loro volta a quella cristiana che era indifferentemente circolante come cattolica o ortodossa, quest'ultima si fuse paradossalmente con il giudaismo ormai libero di poter esercitare e di vivacizzare alla luce del sole la sua millenaria cultura, e tutte insieme come in un corticoso caleidoscopio multicolore si univano a quella araba, cinese, indiana, persiana, egiziana. Insomma doveva essere veramente un Era splendida, visto che quando morì al-HAKAM un saggio arabo disse " i nostri giorni sono trascorsi con lui come sogni..."

Ma il nostro grande stupore è ancora più grande quando scopriamo che in ben 400.000 volumi, che provengono dalla biblioteca di Cordova, che ne custodiva un milione, recano note della mano di al-HAKAM e di Aurora, il che significa che perlustrarono ogni pagina, ogni autore, e da quelle e da questo prendono nota di altra importante bibliografia esistente ma scomaprsa, e scrivono ad altri funzionari di biblioteche per chiedere di rintracciare i titoli di quei volumi che mancano, e che gli autori antichi citano come di importanza fondamentale; di Aristotele deve esistere "la Fisica", bisogna assolutamente cercarla, è citata in altri testi, non può essere un'opera fantasma, inesistente, fare ricerche in tutte le biblioteche dell'impero islamico; e così via per altri.
Ed eccoci alle corrispondenze con altri distretti arabi d’ogni territorio, e scopriamo che Ibb Isa al-Ghassan entra in contatto perfino con Maragha nel lontano Azerbaigian dove esisteva prima della distruzione mongola, una biblioteca che aveva i testi dall'antica Babilonia, dei Sumeri, dei Greci, e che il numero delle opere negli scaffali erano 400.000. Al Cairo, dove erano confluiti testi egiziani, greci e quelli che erano scampati all'incendio della famosa Biblioteca di Alessandria, c'era il direttore di questa biblioteca, Al-Aziz che custodiva un milione seicentomila opere. Il visir Abdad ne conservava personalmente duecentoseimila. Erano questi tutti personaggi in contatto frequentissimo con l'emiro di Spagna nonostante lui fosse un abbaside e gli altri omayyadi. La cultura non aveva ideologie nè frontiere insormontabili per chi saggiamente l'amministrava, altrimenti quale saggezza da essa avrebbe acquisito.

Sappiamo che alcuni Europei quando misero piede a Cordova dentro quelle sale dove vi era riunito il sapere del mondo rimasero frastornati dallo stupore alla vista di quel pluralismo d'opinione e di dottrine, e alcuni, quelli che erano insaziabili di sapere e spiritualmente più inquieti, alla vista di tanta libertà spirituale e culturale, non rimasero indifferenti, iniziarono a prendere i primi raggi che andarono da lì a breve tempo ad illuminare il mondo occidentale, chiuso dal buio dei catenacci dei conventi, dove oggi sappiamo alcune di quelle opere già esistevano, erano state scritte, riscritte elaborate da monaci pure loro inquieti, curiosi, sommamente intelligenti, ed erano gelosamente conservate, ma mai divulgate; alcune fino al 1600. Come quelle del prete Copernico che scritto "Il libro De Revolutionis Orbitis Celeste" la mise poi da parte, non così Giordano Bruno che nel voler divulgare ad ogni costo le sue idee finì sul rogo, o lo stesso Galileo quasi un secolo dopo stava quasi facendo la stessa fine, fino a quando per non finire sulla graticola opportunisticamente ritrattò. (vedi qui l'abiura e tutto il resto > ). Ma il Sapere andò avanti comunque!

KAKAM aveva dimostrato e ci ha lasciato la dimostrazione di ciò che lo spirito riesce a dare se la tolleranza non trova ostacoli, ma forse ci ha lasciato anche ciò che disse quel saggio, un sogno, l'illusione della felicità che potrebbe trovare il mondo quando nuovamente ripercorrerà quei sentieri di tolleranza nelle razze, nelle culture, nelle religioni così diverse, nella lingua e nella politica. Ma è forse proprio quest'ultima, perseguendo interessi diversi da quelli culturali, che ostacola il meccanismo più semplice, quella che viene dalla base, forse più sprovveduta nelle strategie di potere e alle sue macchinazioni, ma più incline alla solidarietà e alla cooperazione di un qualsiasi suo simile; reciprocamente, senza ostacoli demagogici e ideologici che alle volte sono solo machiavellici e perversi, e ostacolano egoisticamente il sapere delle masse e quindi anche il loro progresso civile, culturale ed economico.
Questo - diciamolo pure- in ogni latitudine.

*** IN FRANCIA LUDOVICO il Pio dopo la morte della moglie ERMENGARDA, l'ambiziosa donna che aveva subito voluto la spartizione del regno ai figli con un atto formale che abbiamo visto nell'817, va a nuove nozze con la figlia del conte di Baviera GIUDITTA, che presto gli darà un figlio, (Carlo il Calvo) e presto vedremo la donna, più ancora dell'altra, determinata, quando il piccolo avrà dieci anni.......

*** LETTERATURA - In Cina abbiamo la pubblicazione di una importante opera del cinese LIU TSUNG yuan, letterato propugnatore del " ritorno ai classici". Le sue prose, e una raccolta di saggi sulle condizioni del paese di questo periodo, dove svolse un lavoro decennale d’amministratore, ci danno delle esatte visioni del mondo culturale cinese di allora e in una sorta di zibaldone ci fa conoscere lo stile semplice dei prosatori della dinastia HAN che operarono con lo stile confuciano, scevro di artifici stilistici.

CONTINUA ANNO 820 > >