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20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
PERIODI
STORICI E TEMATICI |
PERSONAGGI E PAESI |
ANNO 771 d.C.
(Vedi
QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")
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MORTE DI CARLOMANNO
*** CARLO MAGNO UNICO RE DEI FRANCHI
*** FRANCIA - Inizia il regno di CARLO (nato nel 742, detto poi MAGNO), rimasto unico sovrano dei Franchi dopo la morte del fratello Carlomanno.
Muore improvvisamente a Samoussy, CARLOMANNO fratello di CARLOMAGNO, che si fa proclamare re anche nel territorio del fratello, annettendosi così tutto il territorio franco.
La moglie di Carlomanno GERBERGA (la longobarda) protesta inutilmente per l'usurpazione e fugge da suo padre DESIDERIO re dei longobardi, che interviene presso il re franco per far rispettare i diritti di successione; ma questa contesa provoca solo delle fratture insanabili con Carlomagno (che forse erano quelle che cercava) che ripudia anche la moglie DESIDERATA, cioè l'altra figlia di Desiderio e sorella di Gerberga.
Il Re franco interrompe così improvvisamente quella politica di pace che sembrava stesse nascendo con il suocero. Carlomagno si risposa con la sassone ILDEGARDA.
Non era poi tanto strana questa situazione, se l'unione era avvenuta per motivi politici, la rottura rispondeva probabilmente anche ai desideri personali del re. La rottura di questi rapporti parentali scavò la tomba all'amicizia con i longobardi e fu l'inizio di un'accanita ostilità.
Cosa era mai accaduto per arrivare a questa rottura visto che solo un anno prima c'erano stati tutti quei matrimoni che sembravano affossare le antiche tradizioni della politica franca con il papato. Tradizione che era nata ai tempi di Papa Gregorio.
Protagonista ancora una volta un papa, papa STEFANO che da quei matrimoni aveva molti validi motivi di preoccupazione. Seguiamo questi suoi primi passi molto ambigui. Passi che prima diedero fastidio a Carlomagno, ma poi gli diventarono utili, come vedremo.
Quando a papa Stefano gli era giunta notizia dei matrimoni progettati, inviò ai due re franchi una lettera in cui esprimeva tutta la sua avversione per i longobardi e la sua costernazione per il cambiamento avvenuto nella politica franca. Mise in guardia i francesi contro un'alleanza con i longobardi, "un popolo fetido - scrive - portatore di lebbra, non riconosciuto fra le popolazioni civili della vecchia Respublica Romana " e minacciò scomuniche qualora i suoi avvertimenti non fossero stati ascoltati. Tuttavia quando si celebrarono i matrimoni, accettò il fatto compiuto. Non solo, ma troviamo che scrive una nuova lettera a Carlo, di tutt'altro tenore perchè Desiderio dopo che verso la fine di quest'anno si era recato a Roma, simulando pietà e sottomissione, concesse finalmente al papa quelle terre che prima non aveva voluto dare al suo predecessore.
Del resto se STEFANO III era stato eletto papa lo si doveva anche un po' a DESIDERIO, e ai suoi longobardi che lui aveva inviato per esautorare l'usurpatore TANO e Costantino; e anche se per Roma c'era stato un macello non ben controllato dai longobardi corsi in aiuto, l'aveva alla fine spuntata lui, Stefano. E questa riconoscenza la leggiamo proprio in una sua lettera a Carlomagno, dove definisce Desiderio, re dei longobardi il suo salvatore. "il suo figlio piu' illustre", che finalmente aveva restaurato tutte le prerogative di san Pietro. Erano passati solo dodici mesi dall'altra costernata lettera contro i nefasti matrimoni con i "fediti longobardi, portatori di peste".
CARLOMAGNO a questo doppia parte fece buon viso, soprattutto perché con suo fratello Carlomanno, prima che morisse, non andava molto d'accordo per due motivi; primo: alla divisione del regno erano subito sorte delle divergenze, quando Carlomanno non lo aiutò nella conquista della Aquitania. Secondo motivo: Carlomagno sapeva che i franchi ora non erano ben visti dal papa a causa di suo fratello Carlomanno che si era schierato contro i longobardi quando questi appoggiarono proprio Papa Stefano nei disordini romani. Una ostilità che il papa non aveva certo dimenticato ma che si rifletteva anche sull'altro fratello.
La pazienza di Carlomagno ebbe successo, quando Marcomanno quest'anno muore, forte di un appoggio morale anche del papa si annette tutto il territorio del fratello, in pratica tutta la Francia, con il consenso quindi di tutti i franchi e del Clero della Francia che affermò" rendiamo la grazia a Dio perchè la sua autorità si è estesa su tutto il regno senza spargimento di sangue".
Anche se il disprezzo del diritto era innegabile.
Comunque l'unione dei domini franchi anche se fatti in questo modo, sotto un'unica autorità fu un elemento essenziale del loro sviluppo futuro. Da questo momento ebbe inizio il governo indipendente di Carlomagno. La superiorità e, allo stesso tempo, la spietatezza di questo grande sovrano avranno modo di manifestarsi quando lo vedremo agire nelle sue conquiste; che formeranno un'impero che abbraccerà tutte le razze germaniche occidentali e si estenderà fino alle vaste regioni slave e sul territorio degli avari, un'impero paragonabile, per importanza ed estensione, al vecchio impero romano di occidente.
La spinta all'espansione del potere carolingio non fu certo la religione, bensì un'ideale secolare: la lotta per il potere che sempre ha dominato uomini e nazioni. Solo più tardi il cristianesimo ebbe un ruolo essenziale nella fondazione del Sacro Romano Impero, che portò poi a compimento il processo di affermazione di un'autorità universale in occidente, facendo liquidare lo stesso potere carolingio quando questo si arrogò il potere di fare anche da solo, sensa il Clero di Francia e senza la Chiesa romana. Errore come abbiamo già detto sopra, che costò l'estinzione della dinastia carolingia.
Il primo passo di Carlomagno comunque, come vedremo negli sviluppi dei prossimi anni, coronato da successo, fu in direzione dell'Italia per la conquista del regno Longobardo. Il secondo passo fu contro gli Arabi che ancora occupavano territori al di quà dei Pirenei: Il terzo passo lo fece verso la Baviera e nel territorio degli Avari. Il quarto verso nord e nordest, nel territorio dei Sassoni, Slavi e dei Danesi.
La curia di Roma per tutti quei motivi che sappiamo, ebbe grande importanza e aiutò molto Carlomagno a realizzare il suo progetto espansionistico. Roma si stava liberando e forse si era già liberata dalla dipendenza politica dei bizantini, (viste tutti quelle richieste di aiuto andate a vuoto) ed era ansiosa di attribuirsi tutto quanto era prima appartenuto all'impero orientale e se la cosa riusciva anche l'intero regno longobardo. Ecco quindi con queste premesse pronto a incendiare e a seminare ancora più discordia fra longobardi e franchi.
Desiderio a Roma è fuori le mura con il suo esercito; anche se ha fatto devozione a San Pietro e a Papa Stefano, e anche se sembra non abbia proprio molte buone intenzioni di fare il pio, a indicarlo come il diavolo ci pensa qualcun altro. Dentro le mura della città dell'urbe si semina nuovamente ad arte lo stato di panico, ancora una volta la minaccia la si strumentalizza, si propaganda l'antipatia per quei barbari, cui non bisogna fidarsi; ed ecco ancora una volta fra i romani la sollevazione del popolo con le due fazioni pro bizantini e pro longobardi pronte a scannarsi. Come nella precedente rivolta a farla da padrona è solo la morte; che arriva anche per Cristoforo e suo figlio Sergio entrambi filo-longobardi che avevano guidato lo scorso anno le sommosse. Ancora una volta è guerra civile.
Per il Papa il momento tanto atteso era giunto, mancava solo la spallata definitiva, e questa arrivò con la morte di Carlomanno e il rifiuto del fratello di dare il regno al figlio di questi. L' intervento dei longobardi era stato respinto in un modo sprezzante, in più Carlomagno aggiunse l'affronto di ripudiare la figlia del re longobardo che aveva sposato, e di rimandargliela a casa. Desiderio infuriato si comporta come tale, e con l'ira addosso non va molto per il sottile con i romani, che adesso scopre essere dei traditori. e doppiogiochisti.
A Roma la miccia esplosiva era stata accesa, bastava ora attendere l'attimo che avrebbe fatto esplodere la bomba dell'odio, del disprezzo e dell'affronto subito da Desiderio.
Papa Stefano sta già cantando vittoria ma .......