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20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
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1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
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STORICI E TEMATICI |
PERSONAGGI E PAESI |
ANNO 575 d.C.
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QUI riassunto del periodo ( invasione longobardi ) dal 568 al 590 ) >
*** ROMA RESISTE MA E' ORMAI UNA CITTA' MORTA
*** Il 13 luglio muore papa Giovanni III. Il soglio resta vacante fino al 2 giugno del prossimo anno, quando verr� eletto il romano BENEDETTO I.
In questa circostanza, con il caos in entrambi le due grandi capitali (una assediata dai longobardi, l'altra dai persiani e dagli avari) il suo potere poteva imporsi; la Chiesa sulla penisola aveva gi� una solida struttura organizzativa. Purtroppo nei suoi cinque anni di pontificato questo papa non prese nessuna decisione importante, n� religiosa n� politica; assediato dai Longobardi non riusc� nemmeno pi� a comunicare con Costantinopoli.
Quando mor� nel 579, l'anno prima era mancato l'imperatore Giustino II, e Roma fece anche a meno di comunicare la nuova elezione di papa PELAGIO II.
Ci and� di persona l'anno dopo a Costantinopoli, un coraggioso giovane trentacinquenne monaco, che in seguito (nel 590) salito sul soglio, con una grande abilit� politica e un forte fervore religioso, sar� lui a far cambiare molte cose e ad affermare la supremazia del papa sul patriarca di Costantinopoli: quel monaco � il futuro papa GREGORIO MAGNO, uno dei pi� grandi di tutta la storia cristiana.
Proprio il giovane Gregorio, che � ora nella Roma assediata scriver� nelle sue memorie: "Come una spada sguainata queste orde selvagge si abbatterono su di noi e dappertutto gli uomini cadevano come spighe falciate. Le citt� furono spopolate, i castelli distrutti, le chiese bruciate, i conventi demoliti. I campi furono saccheggiati e il suolo piange la sua terribile solitudine giacch� non vi sono pi� uomini per coltivarlo"
*** ROMA ASSEDIATA E' UNA TOMBA - Nella Caputa Mundi, nel grande faro della civilt� del Mediterraneo, ancora discretamente difesa dalle sue mura aureliane, troviamo uno sparuto gruppo di persone, la maggior parte vecchi decrepiti popolani che difendono ancora la loro citt� ormai diventata un cimitero.
Strade vuote, palazzi suntuosi vuoti, negozi chiusi, falliti, sempre meno artigiani con i loro prodotti invenduti, giovani fuggiti per non morire come topi, ricchi scomparsi abbandonando ogni cosa, ville, case, palazzi. Case, quartieri, rioni per un milione di persone danno ora un rifugio e non a una residenza a poco pi� di 40.000 vecchi, malnutriti, debilitati, malati, spenti nello spirito e con lo sguardo attonito. Doveva essere molto triste percorrere i Fori, vedere nello sfondo il colosseo ancora integro e stupendo con la sua facciata in marmi, ma vuoto. Le grandi basiliche dai meravigliosi marmi policromi vuote, le grandi strade lastricate vanto di Roma vuote, e ai lati le grandi vestigia, con gli archi di trionfi ricchi di bassorilievi con le gesta leggendarie, le grandi colonne la Traiana e l'Antonina che fanno solo pi� ombra a qualche gatto randagio, un porto senza barche, senza commerci, senza la variopinta gente di ogni razza, e i grandi mercati Traiani silenziosi, senza folla, perch� non esiste pi� una popolazione.
Il contatto del mondo esterno � completamente perso, nei prati fra una grande basilica e l'altra, nei circhi, all'ippodromo, qualche coppia di buoi sta arando per far crescere qualcosa su quelle piste dove una volta davanti a 100.000 spettatori, correvano le bighe, le quadrighe, che facevano impazzire con il tifo i vari rioni di Roma.
Nelle strade del centro, nella via sacra, non esiste pi� quel traffico con l' ostentazione dei ricchi che tanto dava fastidio a Marco Aurelio, che disgustava Diocleziano, che odiava Traiano.
Ora vi passeggia la morte che alle volte corre, altre volte si riposa, ma poi si accanisce pi� forte che mai con una pestilenza.
Pi� nessuno si avventura per le strade, ogni cittadino � diventato un rapinatore, fa concorrenza spietata ai barbari; alle volte agisce con delle bande, ma alle volta per la disperazione � anche solo a lottare per la sopravvivenza.
Le stesse strade non sono pi� curate, la mancata manutenzione provoca con le piogge frane, allagamenti, erosioni, i ponti distrutti nelle scorrerie di anni e anni non si sono pi� ricostruiti. Da Roma a Firenze la strada attraversava una immensa infida foresta, non c'erano quelle belle pianure che oggi l'autostrada attraversa, fu solo nel 1300-1400 che si cominci� a disboscare, prima entrando nella Cassia, era come entrare in un grande tunnel di 230 chilometri. Lungo questi, oltre che nella stessa Flaminia e nell'Appia, si appostavano bande armate, rapinavano ogni cosa, qualsiasi bottino era l'obiettivo, poi si estinsero in modo naturale, cominciarono a morir di fame anche i ladri, perch� non c'era pi� nulla da rubare e pi� nessuno circolava da una citt� all'altra.
*** IN FRANCIA Sempre in lotta i tre fratelli (figli di Clotario) per portarsi via l'un l'altro il regno franco che si erano divisi.
In un primo momento contrariamente a quanto avevano fatto nel 573 i due fratelli (Chilperico si era unito a Gontrano, contro Sigiberto), quest'anno Sigiberto riesce a convincere Chilperico a unirsi a lui per combattere Goltrano.Ma prima ancora che inizi lo scontro CHILPERICO ritorna con GONTRANO. SIGIBERTO resiste ai due fratelli in una battaglia ma non resiste al fascino di una bella donna che � l'amante di CHILPERICO.
Questa facendosi corteggiare, finendo poi in un letto, trova l'occasione per infilargli un bel coltellaccio nel cuore. La moglie BRUNECHILDE e il figlio CHILDEBERTO II di 5 anni si salvano dalla strage e, forti dell'appoggio dei funzionari della corte, fanno naufragare il progetto della falsa amante al servizio di CHILPERICO e di GONTRANO; dichiarano re il piccolo infante, anche se poi governer� la madre che da questo momento eserciter� un influsso benefico e determinante su tutta la politica merovingia. Ricordiamoci dunque di questa BRUNECHILDE.
*** IN SPAGNA - Il re dei Visigoti LEOVIGILDO ben insediato sul trono e con un potente esercito, respinge anche quest'anno attacchi di Svevi, riconquista la Galizia fa infine con il loro re una pace.
Ma i maggiori pericoli provengono dall'interno, da un gruppo di suoi nobili visigoti che vorrebbero anche loro inaugurare quel sistema feudale adottato dai Longobardi in Italia l'anno; cio� fare a meno del re, spartirsi in "ducati" il regno per poi governare autonomamente.
Questo invito pressante, con sintomi di ostilit�, arriva quando LEOVIGILDO proprio quest'anno associa al suo regno i figli ERMENEGILDO e RECAREDO rendendo ereditario il trono.
A istigare questo malcontento ci sono gli ultimi bizantini in Spagna, che per fermare i successi di Leovigildo, spingono contro di lui i nobili e le popolazioni.
Il re dei visigoti riuscir� per alcuni anni a superare queste difficolt� interne, ma a far aumentare i contrasti, nel 580 sono i motivi religiosi: l'ariana contro la cattolica. Lo stesso figlio Ermenegildo (unitosi in matrimonio con la figlia cattolica del re franco Sigiberto) si schierer� contro il padre, che per� nel 585 fatto prigioniero uccider� il figlio ribelle (i cristiani lo celebrano come martire).