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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
DA 1 D.C. AL 2000
ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 426 d.C.

(QUI riassunto dell'intero periodo dal 395 al 431)

*** GLI UNNI  - BIANCHI E NERI
*** SECONDA ONDATA NEL  TURKESTAN

 E' l'anno fatidico. Una smisurata colonna di individui attraversa l' Asia e va a stanziarsi nel bacino del lago D'Aral. Trib� che sono amalgami di Turco-Mongoli che partiti dai monti Altai e dall'alta Mongolia (lago Baikal), attraversato tutto il Sinkiang entrano dalla Battriana e dalla Sogdiana, prendono la "strada della Seta", toccano Samarcanda, Buchara, arrivano nei pressi dei confini Persiani, e si stanziano, fra questi e il Mar Caspio.

Si parla di 2.000.000 di individui, che premono -dopo un breve stanziamento- da ogni parte. A farne le spese per primi sono proprio quelli della Persia: infatti, una parte di Unni vi si dirige e metter� per anni in serie difficolt� questo paese.

Altri che si erano stanziati nella zona del Turkestan premono invece su quelli che avevamo conosciuto come Unni Bianchi; anche questi li chiameremo Unni Bianchi, ma spingono i primi che avevano occupato i territori 40/80 anni prima, a lasciare la zona e a dirigersi verso il Mar Nero; e quindi a risalire il Danubio per poi sbucare in Pannonia, nei pressi di Vienna  e sul medio e alto Danubio.

Altri ancora (questi saranno chiamati Unni Neri) partendo sempre dallo stanziamento del lago d'Aral, risalendo a nord passano sopra il mar Caspio e il mar Nero puntando sull'Ungheria (una via gi� battuta da circa 2500 anni - vedi i Traci palafitticoli di Varna) sbucano nell'alta Germania, sull'alto Danubio, poi spostandosi, giungono anche sulle riva dell'alto Reno; presto li vedremo molto vicini ai limes romani, da Koblenza a Colonia. Una zona -le due rive del Reno- fortemente abitata gi� da alcuni secoli, dai tempi di Augusto.

Il quadro � quindi questo: in tre zone a est dell'Europa ci sono tre poderose punte che premono sulle "diga" di tre confini, che possono con i ripetuti colpi da un momento all'altro sbriciolarsi  se nessuno si organizza per contenere la piena di quel fiume umano che le dighe resistendo alla meno peggio  stanno ora trattenendo. La pressione � forte, se si sgretolano la fiumana precipiter� gi� dai passi per poi dilagare sull'Europa orientale e in particolare sull'Italia.

Una compattezza di popoli europei sarebbe indubbiamente la carta vincente per fermarli; unendosi Romani, Franchi, Ostrogoti, Visigoti, Germani e anche i primi Unni (quelli presenti a Ravenna di Ezio che ne guida 60 mila) formerebbero una validissima barriera. 
Questa unione essendo dotata del prezioso apporto militare dei barbari (ormai l'intero esercito romano � di etnia barbara, compresi gli stessi generali) questi certamente non si farebbero spodestare dai nuovi arrivati, e anche se sono tanti, loro sanno meglio di chiunque altro che i loro lontani cugini non sono mai bene organizzati, sono poco strategici, non conoscono le zone, e non sono dotati di capacit� per scavalcare quelle difese che da ormai centinaia d'anni proprio i barbari occidentali hanno imparato a concepire con gli insegnamenti dei loro ex nemici romani. 
Non avrebbero insomma i nuovi arrivati, per quanto numerosi, le capacit� per imporsi. 
Per� agli occidentali per non soccombere, occorrerebbe una minima coesione, e questa viene a mancare per motivi banali e per una guerra personale che d� la miccia a quel focolaio che andr� presto a distruggere il sogno di tutte le potenziali locali patrie.

La fine dell'impero Romano deve ancora ufficialmente avvenire, ma di fatto � gi� una realt�, perch� del famoso grande impero romano, di grande  non c'� quasi pi� nulla e di romano neppure l'ombra.

CONTINUA CON L'ANNO 427 >