DA
20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
DA
1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
PERIODI
STORICI E TEMATICI |
PERSONAGGI E PAESI |
ANNO 412 d.C.
(QUI riassunto dell'intero periodo dal 395 al 431)
*** ONORIO TROPPO TARDI DIVENTA
SAGGIO
*** ATAULFO e GALLA PLACIDIA
Il nuovo re dei Visigoti Ataulfo abbandona il sud della penisola e risale l'Italia.
Pi� che pensare a nuove imprese, � preso d'amore per la bella che tiene in ostaggio, e ha l'ardire, lui "barbaro", di chiedere la mano di GALLA PLACIDIA al fratello Imperatore Onorio.
Per l'imperatore, di sangue reale bizantino, la richiesta del barbaro � quasi un impudenza che in altre circostanze avrebbe respinto sdegnato, ma nell'occasione � abile; trattiene lo sdegno, diventa diplomatico, pur negando il suo consenso al matrimonio.
Non ottiene cos� nemmeno la liberazione di Galla Placidia, ma conosciuto pi� da vicino l'uomo condottiero, visto il potente e bene organizzato esercito, cerca di farselo alleato in modo da utilizzarlo per il ripristino dell'autorit� imperiale in Gallia; per difendere i confini dalle invasioni dei barbari e anche per scacciare quelli che li hanno gia valicati.
Soffre molto nel veder trattenere come ostaggio la sorella, anche perch� ha un affezione profonda per Placidia, ma non ha altra scelta.
ONORIO incomincia a capire l'utilizzo e quali incarichi potrebbero avere questi eserciti di "barbari", fino allora da lui sempre considerati tali. Insomma forse le brutte esperienze passate lo hanno rinsavito, e troppo tardi capisce qual era il progetto di STILICONE suo suocero. Contro dei "barbari" bisognava opporre dei "barbari".
Capisce troppo tardi Stilicone che lui ha fatto uccidere a tradimento, e capisce perch� quell'uomo aveva sempre cercato di favorire relazioni pacifiche tra romani e goti-germani. Gli apparve chiaro qual era il suo progetto finale. Si stava rendendo conto delle insufficienze che aveva l'impero.
Anche perch� ormai Onorio non possedeva pi� un suo esercito; il suo, che era poi quello di Stilicone, dopo la disfatta a Ravenna si era unito a quello di Alarico, ora guidato da Ataulfo (l'uomo che ora chiedeva la mano di sua sorella), mentre quello esistente in Gallia dopo l'uccisione di Costantino III era allo stato ribelle; infatti, avevano gi� proclamato non uno, ma due imperatori, GIOVINO e SEBASTIANO.
Chi mandare in Gallia se non Ataulfo? Non c'erano altre scelte.
Onorio, comprese questa volta con pi� realismo la situazione, che era abbastanza critica. Le due opposizioni che si erano contrastate per quasi 500 anni, potevano unirsi, creando dentro i confini dell'impero una nazione europea forte, unita, con l' obiettivo comune: farne una fortezza e sbarrare le uniche vie d'accesso, cio� i confini, alle numerose orde che adesso giungevano dal nord-est e dalle steppe russe.
Quante energie perse, quanti morti fatti, per poi ritrovarsi senza uomini, senza mezzi e senza uno spirito non solo europeo (vecchio progetto marcoaureliano), ma nemmeno nazionale e neppure regionale. Ora tutti in ogni zona d'Italia e in Gallia vivevano in uno stato di emergenza, con gli Alani e i Vandali che premevano sui confini a milioni, pronti a travolgere nella inarrestabile marcia ogni cosa.
Insomma Onorio in questa circostanza con il visigoto fa un patto di collaborazione, dandogli subito un incarico: quello di recarsi nelle Gallie per ripristinare l'ordine, e possibilmente eliminare i due usurpatori che si erano proclamati imperatori dopo l'uccisione di Costantino.
ATAULFO con i suoi uomini raggiunge la Gallia. Non impiega molto a eliminare i due ambiziosi comandanti e riportare l'autorit� imperiale nell'esercito, al solito sbando, oppure diventato troppo indipendente e spesso autoeleggendo dei propri capi.
Del resto - abbiamo visto con Costantino- se in Gallia da tempo non esisteva la presenza di romani e una autorit� di prestigio, non era poi colpa loro se ogni tanto nominavano un capo. Un comandante agli uomini occorreva, e se prima avevano eletto Costantino, morto lui, con l'esercito diviso in due, ne avevano eletto non uno, ma due di imperatori.
Pur non essendo mai stato in Gallia, Ataulfo sul posto impar� subito qualcosa, cio� prese atto di una situazione che era completamente diversa dalla realt� italiana. I nemici, sia quelli locali da sempre antiromani, e sia quelli che si sono insediati, hanno una legittime pretesa: quella di volersi autogovernare; e possibilmente con un capo con lo stesso sangue nelle vene.
-------------*** A Roma, durante il sacco di due anni fa, nel 410, Alarico, mentre assisteva alla devastazione e alla spoliazione della citt� da parte degli schiavi liberati, assieme alle considerazioni che abbiamo gi� letto ("Che indegni uomini ha questa grande citt�, hanno seminato solo odio"), ne aveva fatte delle altre anche sul cristianesimo, sostenendo che era l'elemento disgregatore dell'Impero Romano.
La sua tesi spinse AGOSTINO a scrivere l'opera De civitate Dei; l'ultimo saggio apologetico della Chiesa antica. Il contenuto � l'antitesi di chi con una fede umile si abbandona a Dio e vive nella comunit� della "Citt� di Dio" , e chi vive con la superbia egoistica rivolta contro Dio nella "Citt� del diavolo". La prima si manifesta nella Chiesa Cattolica, l'altra nell'impero della Roma pagana.
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