DA
20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
DA
1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
PERIODI
STORICI E TEMATICI |
PERSONAGGI E PAESI |
ANNO 403 d.C.
(QUI riassunto dell'intero periodo dal 395 al 431)
*** LA SECONDA INVASIONE DI ALARICO
*** IL VISIGOTO SARO
ALARICO CI RIPROVA - Dopo la prima "visita" in Italia, soprattutto perlustrativa; dopo l'invito di Stilicone ad abbandonare l'Italia (sotto ricatto tenendo in ostaggio i figli e la moglie), fermatosi sul confine (dove con un compromesso � ora magister di Stilicone) il capo Visigoto attese questa primavera per scendere nuovamente in Italia con un suo esercito rinforzato da altri gruppi con cui ha stretto alleanze.
Il percorso � lo stesso dello scorso anno: da Aquileia si porta su Padova, poi su Vicenza, ma si ferma questa volta ad assediare Verona. Permettendo ai romani di organizzare una spedizione per attaccare da sud il grosso borgo posto sull'Adige.
La citt� in questo periodo � la piu' importante dell'Italia settentrionale, � la pi� grande per chi proveniva da Aquileia. Da circa 600 anni � stata sempre il crocevia della strada che parte dalla cittadina veneta, conduce a Milano e prosegue in Gallia, inoltre per la sua felice posizione collega attraverso la Val d'Adige e la Val Venosta, il Passo Resia, che sbocca nei territori del Danubio superiore, mentre attraverso la Val Isarco arriva al Passo Brennero e confluisce sull'Inn poi nel medio Danubio di Carnuntum (Vienna).
Il generale Stilicone sferra l'attacco con il suo potente esercito; ALARICO assalito da sud, ripara indietreggiando a nord di Verona, sulla riva destra, verso Parona, risalendo la valle dell'Adige, su fino a Bolzano a quel bivio descritto sopra.
Stranamente un suo generale rimane in trappola proprio mentre sta lasciando Bolzano (salvo che sia stato fatto di proposito). E' il principe Visigoto SARO che con l'intero suo reparto si � fatto inseguire e sorprendere da STILICONE proprio nella grande pianura a sud di Bolzano dove i due fiumi l'Adige e l'Isarco si uniscono. Aggirato a destra sulla Via Augusta, e a sinistra nella zona di Castelfirmiano, Saro resta in trappola, le due vie di fuga sono presidiate.
Stranamente non si svolge nessuna battaglia, nemmeno uno scontro, nemmeno un morto da entrambi le parti. E mentre Alarico si allontana con un certo margine di sicurezza, Saro a Bolzano depone le armi. Sembra che alla fine siano andati i due nemici a mangiare insieme in una bettola di Bolzano. Tutto finisce attorno ai "bretzel mit wein", a tarallucci e vino tirolese.
Di collaborare con Stilicone come magister, dopo la promessa del dopo Pollenzo dello scorso anno, Alarico non ne vuol sapere. Non cos� -forse- il suo generale.
Infatti non sembra un tradimento o un modo di pensare diverso quello del generale Saro, anzi sorge il dubbio che dietro questa resa ci sia una vera e propria strategia di Alarico.
Infatti, ottiene immediatamente due risultati: la resa di Saro a Bolzano permette di allontanarsi indisturbato; e nello stesso tempo senza creare sospetti riesce a mettere un uomo molto intelligente a fianco di Stilicone.
Non dobbiamo ora dimenticare proprio questo personaggio: SARO, che virtualmente ci appare amico e nemico di entrambi i due condottieri.
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*** Di questo periodo, in CINA, sono alcuni reperti di alcuni giocattoli per bambini. Due in particolare. Uno ha un'elica; un altro � stupefacente: una piccola curiosa barchetta: introducendovi uno stoppino che brucia, provoca la dilatazione dell'aria all'interno che uscendo cos� compressa da un foro posto dietro, fa avanzare il giocattolo sull'acqua. In pratica � il principio dell'aereo a reazione moderno: surriscaldamento dell'aria, espulsione, propulsione.
Negli anni Cinquanta, in Italia nelle fiere si vendeva un giocattolo quasi simile, una barchetta di latta; dentro vi si accendeva un lumino e il piccolo natante lentamente avanzava nell'acqua delle grande fontane dei giardini pubblici. L'idea nacque ad un ingegnere nel periodo in cui si stavano portando avanti da una decina di anni proprio gli studi del motore a reazione per gli aerei.
*** Muore lo scrittore EPIFANIO, autore di Ancoratus, Panarion