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ANNO 389 d.C.
QUI
riassunto del PERIODO
da GRAZIANO a TEODOSIO dal
378 al 395 d.C.
L'ANNO 389
* SI PREANNUNCIA IL GRANDE SCONTRO DEI DUE GIGANTI
CHIESA -STATO - (Ambrogio e Teodosio)
* TEODOSIO E VALENTINIANO A ROMA
*TENTATIVI DI ELIMINARE IL PAGANESIMO DEI ROMANI
* RADICI DEL PAGANESIMO
I due imperatori dopo la vittoriosa campagna nel Friuli contro Massimo Magno, dopo aver concesso il perdono a chi si era schierato con lui, proseguirono fino a Milano per il reinserimento di VALENTINIANO sul trono d'Occidente. Con la fatale (ma non conosciamo le vere intenzioni di Teodosio) decisione di mandare ARBOGASTE in Gallia a ripristinare l'ordine ed eliminare fisicamente VITTORE che si era seduto sull'ex trono di MASSIMO MAGNO.
Di fatto TEODOSIO si sta comportando come unico padrone. Atteggiamento assunto fin da quando non reag� al colpo di mano di Massimo Magno a danno del fratello di Valentiniano, Graziano. Anzi gli riconobbe il titolo che si era da solo preso con le armi arbitrariamente.
Mettiamo da parte per un momento le conseguenze che avranno queste decisioni di Teodosio.
AMBROGIO dopo questo ritorno a Milano non dovette insistere molto per convertire VALENTINIANO all'ortodossia. Il diciottenne imperatore oltre che esprimere gratitudine aveva visto all'opera questo intrepido, appassionato, amorevole, ma anche autoritario vescovo di Milano e lo ascolt� fino in fondo, convertendosi.
Di Ambrogio abbiamo appena conosciuto i primi anni, e sappiamo gi� con quanta determinazione agisce affinch� la Chiesa abbia la sua indipendenza dall'autorit� imperiale.
Questo soggiorno milanese di Teodosio, durato quasi un anno, se permise di mettere uno di fronte all'altro due uomini dal carattere straordinario, mise soprattutto anche a confronto i rispettivi poteri in cui Chiesa e Stato si dovevano affrontare in una "partita" decisiva.
AMBROGIO � una figura singolare e il suo grande carisma non � solo religioso; le moderne vedute sull'organizzazione civile di uno Stato gli derivano non solo perch� lui proviene da una famiglia con forti tradizioni nella carriera di funzionari imperiali (Il padre era stato governatore della Gallia, e lui stesso della Liguria. Emilia e Lombardia), ma anche perch� dotato di un eccezionale acume politico. Che TEODOSIO - per quanto anche lui straordinario come carattere - non possiede. Lui ha bisogno dei suoi consigli e ha bisogno della sua fiducia, che fu (secondo gli storici di ogni tempo, e non solo di chiesa) ben riposta; anche se presso molti suoi consiglieri di Stato, preoccupati della sua interferenza, questa fiducia suscit� gelosie, perfino consigliando Teodosio di scaricare questo prete con dei provvedimenti drastici, punitivi, o invitandolo ad esautorarlo nella politica di stato.
Teodosio si rec� a Roma - come vedremo pi� sotto - soggiornandovi fino ad ottobre, poi torn� a Milano e vi rimase per tutto l'intero prossimo anno: il 390. L'anno memorabile della Chiesa. L'anno dove i due potenti, ancora guardinghi l'un l'altro, discutono animatamente e si confrontano. Ambrogio nelle sue polemiche sembra perfino arbitrario, i suoi atteggiamenti anche criticabili, le sue decisioni discutibili, ma il Destino per Teodosio, e il Creatore per Ambrogio, scelsero quest'anno 390 per mettere di fronte due uomini degni l'uno dell'altro.
TEODOSIO e VALENTINIANO oltre le reciproche espressioni di stima per l'aiuto ricevuto da questo vescovo di Milano, trascorsero nella citt� lombarda tutto l'inverno e la primavera, poi si incamminarono verso Roma giungendovi il 13 GIUGNO. A seguirli c'era un bambino di 5 anni, figlio di Teodosio. E' ONORIO: di lui sentiremo in seguito molto parlare, nonostante la sua breve esistenza.
A Roma, nella capitale leggendaria del millenario impero romano, i due imperatori non c'erano mai stati. Era la loro prima visita.
I romani comunque riservarono ai due un'accoglienza festosa che TEODOSIO contraccambi� con cortesia da vero re. Nei tre mesi di soggiorno profuse numerose feste, manifestazioni e giochi pubblici per il popolo, che gli fece guadagnare la simpatia di tutti per la sua cordiale umanit�. Abbandon� quella regalit� e alterigia che i romani avevano conosciuto negli ultimi imperatori, e nonostante gli importanti e numerosi impegni di stato, presenziava non solo alle manifestazioni della plebe, ma vi partecipava. Ed era quello che normalmente vuole la plebe per avere la massima considerazione di chi li governa.
Nonostante questi impegni "popolani", non dimentic� gli affari di Stato. In soli tre mesi attu� importanti riforme nella vita sociale, nella vita amministrativa, in quella religiosa. Su quest'ultima scopr� con sorpresa che a Roma, contrariamente quanto avveniva a Milano, dove c'era il "polso di ferro" di Ambrogio, esisteva ancora un forte potere e un'influenza oligarchica di coloro che non si erano ancora schierati con la Chiesa.
Il "paganesimo" romano (inteso come l'insieme di ogni altro tipo di religioni non bibliche - quindi non solo quelle del pagus=contado cio� culti da villaggio primitivo, magici e affollati di spiriti, demoni e streghe) aveva radici profonde nella vita nazionale del popolo. Le dominazioni dei romani su altre Paesi, scoprendo la loro cultura, avevano fatto mutare pi� volte queste "religioni nazionali", decise da singolari imperatori in diverse epoche.
(Si pensi ai vari passaggi e ai vari stadi evolutivi delle principali religioni a Roma: si inizia con la religione mitologica greca, e si passa dopo vari percorsi, spesso bizzarri (vedi quello di Elagabolo, nel 218) a quella spirituale vedica-indo-iranica. E proprio da quest'ultima, dal parsismo di Zarathustra, arriviamo alle altre con tutta l'escatologia riportata in superficie dal passato (paradiso, inferno, purificazione, resurrezione, battesimo, altari, penitenze, benedizioni, apocalissi, trinit�, messia, ecc.)
Escatologia che, prima e dopo Zarathustra (� lui il riformatore, attaccando le religioni popolari degenerate, a eliminare le escrescenze politeistiche, e a riportare il luce il monoteismo primitivo) esercit� una grande influenza sull'ebraismo, sul cristianesimo di questo periodo che da "primitivo" diventa "dotto-evolutivo" (lo afferma S. Agostino) e infine sull'islamismo (e in parte anche nella quinta "religione universale", che ha in comune con le altre quattro un fondatore: Buddha)
(ricordiamo che religioni nazionali sono quelle che restano confinate in un Paese, universali quelle che coinvolgono anche altri Paesi)
Il "romano imperiale" di questo periodo era diventato un cosmopolita dell'universo religioso del mondo conosciuto anche senza mai essersi mosso da casa. Erano le nuove conquiste dell'impero che avevano nel corso di cinque secoli riversato su Roma moltissime altre culture sconosciute, altre religioni, riti, credenze, culti, dottrine.
Voler mettere un confine netto fra queste diventa impossibile. Tutte mutuarono qualcosa da una o si ispirarono a un'altra, originariamente religioni naturalistiche o monoteistiche primitive.
Del resto tra fede e superstizione la separazione � molto fluida; sono stati, infatti, i vari stadi evolutivi della superstizione partendo da strati inferiori a far evolvere il mondo delle idee e dei fenomeni religiosi con un processo mentale essenzialmente di appropriazione. Un processo mai terminato, con la religione, che a Roma si sta imponendo ora, mentre un'altra pi� tardi, fra due secoli, vedr� la luce a Medina; nel 621.
In tutte le religioni, nazionali o universali, ci sono sempre somiglianze, tantissime relazioni con quelle del recente passato, comprese le primitive. C'� sempre in ognuna l'appropriazione personale del proprio idolo, del proprio oggetto scaramantico, del proprio santo. Questo processo � nato con l'uomo e non � mai terminato, e nessuno nemmeno oggi pu� credere di essere uscito del tutto da questo desiderio di possedere il "suo portafortuna" o il "suo protettore" personale nato da un processo mentale di ogni uomo, che � unico e spesso molto singolare e alquanto bizzarro.
Non a caso anche le religioni monoteistiche hanno creato una infinit� di intercessori. Come la mitologica greca, la mosaica, la cristiana, la maomettana, la buddista. Compresa quella attuale scintoista giapponese con una infinit� di dei nazionali - 900 - che affollano le sette, di cui 13 sono ufficialmente riconosciute dallo Stato (Nella Roma di questi tempi dovevano essere altrettante come numero)Credenze pagane ed eretiche furono per� considerate a Roma - in questo periodo in cui si voleva energicamente abolirle tutte - anche alcune religioni monoteistiche rivelate (la mosaica) e quelle spirituali parsiste, dotate di una cultura altamente spirituale, compresi i seguaci che le professavano. E furono considerate eretiche anche quelle cristiane di corrente ariana, donatista, docetista ecc.
TEODOSIO in questi tre mesi di soggiorno romano, fece proprio questo tentativo: voleva energicamente eliminarle. Divent� quasi una ostinata missione la sua. E come vedremo in seguito, adotta tutte le strategie, fa terra bruciata ad ogni altra manifestazione non solo di tipo religioso, ma anche su molte altre che distoglievano l'attenzione all'ascetismo.
Per questi delicati "affari" di Stato, deleg� il Pontefice, che ora si chiama Papa, deleg� i funzionari delle diocesi ancora sotto la sua giurisdizione, e nomin� dei capaci consiglieri adatti allo scopo. Anche se il suo consigliere per eccellenza rimaneva sempre AMBROGIO, uomo degno della fiducia di un sovrano, "purch�, lo avvis� - non ti macchi di colpe gravi, inoltre con l'autorit� che non ti riconosco non voglio interferenze sul mio campo". Anche se non gli specific� quale era questo campo. Ma Ambrogio, lui non aveva dubbi, intendeva ogni cosa.
In sostanza afferm�: io non voglio essere un servo di nessuno, n� desidero essere servito da nessuno. Del resto la sua fermezza a dominare le situazioni aveva impressionato favorevolmente tutti, Teodosio compreso (e impressiona ancora oggi)
Il prossimo anno, ancora una volta, ci dar� una clamorosa dimostrazione di questo carattere di ferro nello scontro del secolo tra Chiesa e Stato. Complice la collera di Teodosio, mentre Ambrogio, come al solito intrepido, ha in mano lui il contesto situazionale. Pi� che un affare di Stato lo scontro � di due uomini forti, autorevoli, orgogliosi, entrambi anche tirannici. Ma a piegarsi, a mettersi letteralmente in ginocchio, facendo vincere la partita all'altro, � Teodosio, � lui il soccombente.(LA VICENDA IL PROSSIMO ANNO)
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In Grecia iniziano i giochi della CCXCII Olimpiade, � la penultima. Fra quattro anni scompariranno dal calendario greco, che era appunto computato con le olimpiadi quadriennali, da oltre mille anni, esattamente da 1161. La prima si tenne nel 776 a.C. (Ne riparleremo nell'anno 393)