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20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
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ANNO 348 d.C.
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riassunto del PERIODO
di GIULIANO dal 337 al 363 d.C.
L'ANNO 348
** I "VU' CUMPRA'" DI ROMA ANTICA
*** A TAVOLA CON I ROMANI
- Il "Libro dei Cuochi" che hanno tutte le matrone a Roma in questo periodo, � sempre quello famoso di APICIO. Era vissuto nel primo secolo e riusc� a mettere insieme un ricco ricettario che per tutti gli anni successivi non ebbe mai rivali. Non vi era casa romana che non avesse quella specie di "re dei cuochi" che era stato Apicio.
I gusti dei romani negli ultimi due secoli del resto non si erano per nulla modificati. Le province dell'impero erano pi� o meno quelle, e i prodotti che giungevano sui mercantili, come variet� erano quasi gli stessi, anche se in maggiore quantit�. Le importazioni, infatti, di molti prodotti si erano incrementate, e se prima alcuni erano riservati ai ricchi, ora i bassi costi dei trasporti via mare avevano permesso di far arrivare pure sulle bancarelle rionali un'abbondanza di prodotti sia alimentari sia artigianali di ogni genere. Compresi i clandestini! Algerini, libici, egiziani, marocchini, tutti in cerca di fortuna. Era ultimamente diventata la piaga di Roma, ma non era nuova, prosperava da circa trecento anni.
Quindi abbondanza di verdure, di frutti, di nuova selvaggina, e oggetti e merci varie, le pi� disparate, arrivavano da quasi due secoli in abbondanza a Roma dalle contrade pi� lontane, sia nei mercati rionali ma ormai anche in ogni strada dove ognuno metteva la sua bancarella e iniziava a vendere quello che aveva e voleva, alla faccia delle corporazioni, che alle volte facevano gli ipocriti, si stracciavano le vesti per quest'abusiva concorrenza, ma erano loro stessi a provvedere a rifornirli di merce per fare altrettanta sleale concorrenza ai propri colleghi o per avere diversi punti vendita nei luoghi pi� affollati.
Ma il fenomeno che pi� dava fastidio era quello degli ambulanti, i "Vu' cumpra'" dell'epoca, anche loro "extracomunitari". Il fenomeno assunse ad una tale portata che ci fu una specie di rivolta dei negozianti che avevano le botteghe nelle principali strade di passeggio o di passaggio, dove si trovavano i migliori negozi e, che pagavano, a sentir loro, tante tasse ma poi non erano tutelati dallo stato.Stanchi del lassismo si scatenarono contro l'abusivismo di tutti questi orientali che una volta arrivati a Roma in mille modi e in clandestinit� sulle numerose navi cargo che facevano la spola con l'Africa e l'Oriente, non sapendo cosa fare per sbarcare il lunario s'improvvisavano tutti venditori ambulanti di chincaglierie.
Occupavano i marciapiedi con le loro piccole mercanzie d'ogni genere, tanto che intervenne Domiziano (ancora nel 96) con un editto che tentava di ridimensionare il fenomeno abusivismo, sempre pi� in crescita. Non solo dannoso alle botteghe ma anche fastidioso per i passanti che sui marciapiedi non riuscivano neppure a passeggiare e dovevano subire il continuo assalto di questi progenitori dei "Vu' Cumpra'" anni 2000.
Marziale ci lascia un'esatta "fotografia" di questa situazione nelle sue memorie: "... Stanno costoro in ogni luogo, si aggirano dentro le terme, ti vengono vicino mentre sei dal barbiere, dal macellaio, mentre ti fermi a parlare con gli amici o quando sei fermo agli incroci con la carrozza; ti vengono ad infastidire in casa, nel foro, ai giochi, e ce ne sono centinaia nelle strade dove vendono di tutto; t'importunano, e si arrabbiano pure se non gli compri nulla, insomma Roma � oggi una sola immensa bottega" (nulla come vedete � cambiato nella Storia! Sempre ciclica)
LA CUCINA DI APICIO
Ma ritorniamo alle ricette di APICIO. Il suo libro nonostante vecchio di due secoli � il pi� diffuso nella cucina romana in questi anni (Un po' come il nostro Artusi d'oggi). Per le provette cuoche romane consigliava e sono ancora attualissime, queste ricette.
CARDI: lessale e tagliale, poi condisci con salsa fatta di olio e uova; spruzzale poi con vino buono e cospargi sopra pepe intero. CAROTE: lessale, tagliale, cospargi sopra salsa di comino con poco olio, oppure servile fritte con una salsa leggermente acida. ZUCCHINE: taglia sottilmente le zucchine sul fianco e ricava un tassello lungo che metterai da parte, svuotale e mettile a scottare in acqua fredda, poi farai il ripieno rompendo delle uova crude, trita poi del pepe, metti origano, cervella scottate, del pangrattato e fai tutt'uno poi riempile con questo ripieno e richiudi col tassello e inseriscilo bene, poi fai una salsa acida di vino, trita del pepe, spruzza con un po' di passito, metti nel tegame con poco olio, restringi a fuoco lento, versa sulle zucchine, poi servi calde.ARAGOSTE: si aprono le aragoste con il loro guscio vi s'infondano un misto di pepe e coriandolo si bagnano con una goccia d'olio d'olivo e cos� si arrostiscono in gratella, poi servi calde; se vuoi puoi prepararci una salsa da versarci sopra preparala con prezzemolo, menta secca, poco cumino, miele, aceto, poco olio.
BRACIUOLE APICIANE: disossa le braciuole, pigale in rotondo, infilale con degli stecchini e accostole al forno, poi falle indurire, levale in modo che trasudino il grasso, infine seccale sulla gratella a fuoco lento in modo che non brucino. Trita del pepe, del cumino, stempera con la salsa e del passito. Metti nel tegame le braciuole con questa salsa, e quando saranno cotte, levale e asciugale senza salsa, cospargi di pepe fine e portale calde in tavola. Cosi' potrai fare anche con le braciuole di buon cinghiale.
UN DOLCE: prendi fior di farina e cuocila in acqua calda in modo di farne una pastella tiepida, poi versi a cucchiaiate in padella nel migliore olio d'oliva di frantoio caldo, friggila, cospargi con del miele fuso e porta in tavola ancora calde. Meglio farai se userai latte invece di acqua.""
Queste alcun ricette di Apicio per la tavola romana.
Hanno 2000 anni, e sono ancora attualissime