DA
20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
DA
1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
PERIODI
STORICI E TEMATICI |
PERSONAGGI E PAESI |
ANNO 321 d.C.
QUI riassunto del PERIODO di COSTANTINO dal 306 al 337 d.C.
L'ANNO 321
LA NASCITA DELLA CARITA'
Abbiamo visto nel 291 e nel 301 Diocleziano affrontare l'inflazione galoppante con alcuni provvedimenti.
Il primo era la "decima" un prelievo della produzione imposta ad ogni singolo che doveva risolvere (vista la mancanza di denaro liquido in circolazione) l'approvvigionamento in natura degli eserciti e degli abitanti urbani. Il secondo era il "calmiere", che imponeva di vendere a un prezzo politico determinate merci onde non far salire i prezzi.
Entrambi le due cose avevano risolto faticosamente e temporaneamente il problema, ma non lo avevano eliminato. Anzi lo aveva col tempo peggiorato perch� in parallelo era nata la borsa nera che vanificava qualsiasi lotta all'inflazione.
Il meccanismo dell'amministrazione non poteva reggersi certamente su questi due provvedimenti che si andavano sempre piu' logorando.
Il prezzo politico significava calmierare i prezzi delle merci ma nello stesso tempo la borsa nera imboscando le merci (sottraendole al mercato) stava portando l'inflazione a vette impensate; e a favorirla era lo stesso Stato. Perfino la cassa erariale che doveva pagare gli impiegati (met� della popolazione cittadina erano impiegati dello stato) quando gli arrivavano i soldi prelevati con le tasse, non faceva in tempo a dare gli stipendi che gi� il denaro era svalutato.
Insomma mancava ormai poco alla bancarotta.
Quando uno Stato ha accumulato debiti astronomici che non riuscir� mai a saldare ha solo tre possibilit� per uscirne fuori. O trova una miniera d'oro sotto il "Palazzo" (o il petrolio nel caso nostro, quello italiano); o fa una grande svalutazione coniando ulteriore moneta; o fa diventare quella circolante fuori corso sostituendo la moneta stessa.
Il nostro Costantino fa proprio quest'ultima scelta, ma con una novit� che sembr� subito paradossale. Introdusse infatti una moneta d'oro. In precedenza - lo abbiamo letto negli scorsi anni - Diocleziano per frenare l'aumento di valore delle monete alte (di argento) che si erano rarefatte fino ai due terzi di quelle emesse, coni� per gli scambi una moneta vile di rame, che per� giunta in questo periodo con i due provvedimenti restrittivi dimostr� di essere veramente vile. Infatti gli scambi commerciali con il "calmiere" e la "decima" in effetti avevano ridotto non solo gli scambi, ma avevano fatto crollare la moneta, visto che gli scambi ora avvenivano sempre pi� spesso in natura o attraverso la borsa nera, e con i prezzi sempre pi� alti, e questi portavano alla rarefazione della merce nei negozi calmierati, innestando quindi una spirale senza fine.
Piu' salivano i prezzi e meno merce era in circolazione, e meno merce era in circolazione e pi� salivano i prezzi. I commercianti nascondevano la merce; del resto se la vendevano dopo qualche giorno gi� non erano pi� in grado di reintegrare con gli stessi soldi incassati le merci vendute.
Alla fine i soldi in un certo strato della popolazione non avevano pi� nessun valore, ci� che valeva era la merce e solo su questa ci si badava, adottando il sistema arcaico dello scambio in natura.
Chi possiede una pecora ha sempre il valore di una pecora, ma chi possiede il corrispettivo denaro per acquistare una pecora oggi non � sicuro che con gli stessi soldi la pecora la pu� comprare domani. Mentre una pecora se vale dieci polli, sempre dieci vale.
Costantino doveva correre ai ripari, e applico' una sua idea, che si allontanava radicalmente dal passato, cio� fece l'opposto di Diocleziano, invece di una moneta vile, coni� una moneta d'oro: il solidus che non aveva un valore nominale ma valeva il peso effettivo dell'oro (pi� che una moneta era piuttosto un "lingottino" con il marchio dell'imperatore) che dur� molto nel mondo bizantino.
Cosi' facendo svalut� completamente la moneta, chiamata follis, il cui valore divent� bassissimo, tanto e vero che la moneta prese il nome dal sacchetto che le conteneva, che si chiamava folles visto che al mercato per far la spesa ci volevano tanti sacchetti di monete. (ci ricorda la svalutazione di Weimar quando al mercato i tedeschi andavano con le valigie piene di biglietti di banca per fare la spesa).
Costantino per� agendo cos� privilegi� i grandi proprietari, l'alta burocrazia, i funzionari e l'esercito che d'ora in avanti veniva pagata in oro e non pi� con la moneta vile che non valeva pi� nulla.
Non valeva piu' nulla per quelle caste abituate ai lussi, ma era rimasta l'ultima risorsa per scambiarsi nel ceto povero ancora qualche bene, soprattutto chi non aveva un piccolo podere, chi non produceva nulla e non poteva scambiare proprio nulla, cio� i cittadini poveri che si ritrovarono cos� dalla sera alla mattina a non avere la opportunit� di possedere quelle monete d'oro, n� con quelle ormai svalutate potevano acquistare il necessario per vivere.
Costantino si rese ben conto che questa rivoluzione non difendeva i ceti umili, anzi li metteva del tutto in ginocchio. Ma questo provvedimento si doveva fare ed era necessario sia per la rivalutazione della economia naturale, che per il risanamento della casse erariali sempre vuote oppure piene di ingombrante moneta che perdeva ogni giorno il potere d'acquisto.
Costantino si accorse che le tasse che venivano dai poveri, rappresentavano una miseria dentro nel grande calderone dei contributi che invece dovevano pagare i ricchi, e ora i ricchi ricevevano o dallo stato o dagli scambi commerciali oro puro e con oro puro dovevano pagare le tasse. Il gioco sembrava semplice. Si evitava quindi che le somme incassate prima di essere spese si svalutassero. Mentre invece cos� oro usciva e altrettanto oro zecchino entrava.
Non pens� invece Costantino alla tesaurizzazione. Cioe' l'oro era subito diventato un bene rifugio per molti. E alla fine sul mercato non circolavano neppure le monete d'oro.
E agli umili?, rimasti con sacchi di monete inutili e senza potere d'acquisto chi avrebbe provveduto? Qui Costantino si accorse che disponeva di uno strumento formidabile, la Chiesa, a cui deleg� i pieni poteri, e la Chiesa non deluse; entr� subito in campo con la sua capillare organizzazione che gest� e svilupp� rapidamente tutte le forme assistenziali. Da questo momento tutte le istituzioni assistenziali dipesero dagli ecclesiastici. L'unica risorsa e speranza per sopravvivere per i poveri - sempre pi� numerosi - era ormai la benevolenza della Chiesa. (infatti il latino caritas viene dal greco charis che significa benevolenza).
Era nata LA CARITA'. Che se prima era legata alla liberalit� dei ricchi, cio� privata (ma si chiamava eleemosyne = compassione), da questo momento le elargizione di denari o di generi alimentari in favore dei ceti popolari umili e diseredati divenne con queste disposizioni costantiniane, una assistenza e una funzione pubblica di uno Stato dentro lo Stato, una necessit� politica, una funzione sociale che trasformava la Chiesa d'ora in avanti in un potere forte, che per molti era esistenziale, vitale, di sussistenza, l'unico punto a cui poter fare riferimento nel bisogno.
Come e se fu bene assolta questa funzione e gestito questo universo di deboli non � nostro compito. Vi furono deviazioni certo, le abbiamo gi� accennate gli scorsi anni, ma non possiamo riconoscere che innestarono non solo quei canoni morali della solidariet� umana per i fedeli, ma anche esempi etici per i non fedeli.
Si ampliarono quindi le idee religiose cristiane, diffondendo non solo la caritas come assistenza materiale quale era la beneficenza, ma anche quella vocazione (oltre che benevolenza caritas significa anche amore) all'assistenza spirituale offerta agli infermi, ai bambini, ai condannati a morte, alla sepoltura dei morti nelle grandi calamit� epidemiche, ai minorati, ai perseguitati politici. (vedremo pi� tardi S.Ambrogio vendersi gli averi della chiesa, e dare asilo agli stessi nemici della Chiesa, curare gli appestati ecc ecc).
Questo sistema dell'assistenza non cambi� piu' fino alla Rivoluzione Francese, quando Napoleone pose fine a tutte le concessioni del passato, tutte risalenti o mutuate e continuate dalle leggi costantiniane. Infatti Napoleone procedette alla confisca dei beni ecclesiastici che erano diventati ormai di enormi proporzioni con i vari donativi che la Chiesa aveva ricevuto nel corso dei secoli.
Napoleone non le abol� queste istituzioni giuridiche ma (ritornando ai tempi pre-costantiniani) vi deleg� i funzionari di quello Stato creato democraticamente dai cittadini tutti, e non pi� quelli religiosi; migliorando le istituzioni e ampliandole, con quei princ�pi che ritroveremo poi nella Carta di ogni Costituzione dei paesi civili (in quella italiana all'Art. 38) e divenuti universali nella "Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo" nel 1948). "Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. A provvedervi sono gli istituti predisposti dallo Stato"
In Grecia si svolgono i giochi della CCLXXV Olimpiade.