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ANNO 308 d.C.
QUI
riassunto del PERIODO
di COSTANTINO dal 306 al 337 d.C.
L'ANNO 308
* "HO I
CAVOLI E I PISELLI DA RACCOGLIERE"
* LA CONFERENZA DEI TETRARCHI
Quella citata sopra, � la prima frase con cui viene accolto verso Giugno il messaggero che porta la notizia all'ex imperatore Diocleziano, la proposta di riprendere la carica oppure in alternativa di partecipare come conciliatore alla conferenza di pace promossa da Galiero per mettere fine alla contese sorte fra i suoi successori.
Diocleziano da' questa banale risposta non certo perch� lui ormai diventato un dilettante orticoltore piace la campagna e ama i piselli pi� di ogni altra cosa, ma perche' non vede una soluzione a questo scontro causato da quell'ambizione che sta rodendo i contendenti; e forse nella sua risposta (nell' anteporre i piselli) sta forse il profondo disprezzo verso costoro, che stanno nuovamente ritornando ai vecchi metodi, alle vecchie gelosie di un tempo, all'anarchia alimentata dalla brama del potere assoluto, con la conseguenza che tutto ci� che era stato creato da lui in 25 anni, ora sta andando tutto in disfacimento. Creando una grande famiglia voleva creare un Impero indistruttibile, invece la cupidigia di ogni singolo di quella famiglia sta demolendo la sua grande costruzione.
E' amareggiato, i suoi insegnamenti non sono serviti, e sapere che un "capo" � nuovamente chiamato per soffocare le liti o addirittura a fargli riprendere la carica, significa anche dover ammettere che non � stato un ottimo maestro, nè si � scelto dei buoni allievi. Essere indispensabili � l'ambizione di un uomo egoista "piccolo", che non fa certamente del bene alla causa per cui lavora; "grandi" si � solo quando si lascia dietro di s� degli ottimi elementi, messi con buoni esempi e buoni suggerimenti nelle condizioni ideali per onorare una successione. La meritevole capacit� di un insegnante dovrebbe essere quella che gli permette di far camminare il suo allievo o il suo beniamino con le proprie gambe.
Diocleziano dovette vedere il suo fallimento, e vedere anche da un punto di osservazione privilegiato -quale era il suo giardino e il suo orto, che gli permettevano ora riflessioni profonde- che c'era sull'impero il vento della disgregazione e c'era il ritorno all'anarchia e forse nuovamente l'orrore.
Solo perch� vede ancora un piccolo spiraglio, Diocleziano si lascer� convincere di partecipare a Novembre a Carnuntum (Vienna) alla conferenza di quei miserabili litiganti, a quella cena che poi lui stesso definir� "la cena dei tradimenti", e "dei traditori", visto che in mezzo a loro c'era il suo vecchio compagno di buone battaglie, il coimperatore MASSIMIANO, che rompendo i patti non era stato capace di resistere al richiamo di quella "sirena" chiamata Potere, e con questo morbo aveva infettato anche gli altri partecipanti.
Al Convegno autunnale, i convenuti decidono proprio a Carnuntum le nuove nomine. Casear COSTANTINO/Gallia/Britannia e MASSIMINO/Oriente, invece per l'Occidente (Pannonia e Mesia) diventa Augusto LICINIO (un dacico) sostenuto da GALERIO. A quest'ultimo non rimane altro che il governo della Pannonia e la Mesia. Massimino insomma lo ha scavalcato.
E' chiaro che anche se tutti i convenuti ignorano volutamente la presenza di Massenzio, che si � dato assente, che ha "fatto il furbo" ed � rimasto a governare a Roma fregandosene della conferenza e di tutti quelli che vi hanno partecipato, questa situazione e le nuove nomine che non hanno accontentato nessuno, lasciano uno strascico di celato malcontento che non fa presagire nullo di buono.Infatti, Costantino si sente degradato a fare solo il Casear, pretende anche il titolo di Augusto, mentre Massimino non contento di aver scavalcato Galerio trova che Licinio l'ultimo arrivato � stato messo subito troppo in alto come Augusto e che semmai spettava a lui quella carica.
Tutti, dopo questo Convegno si allontanarono in piena armonia, ma ognuno si riprometteva di prendersi poi con la forza cio' che era una loro ambizione, e siamo sicuri che Diocleziano ritornando al suo orto a parlare con i piselli, ebbe la sensazione che la "crisi fatale " dell' Impero Romano era vicina. Si convinse che aveva fatto bene a non accettare di ritornare al comando -dato il clima e l'aria che si respirava in quella conferenza di pace dove semmai invece era palpabile la guerra- lui se lo avesse fatto non sarebbe certamente morto nel suo letto ma forse in qualche corridoio del palazzo di quella gente e con un pugnale nel cuore o peggio nella schiena.
MASSENZIO l'assente, invece a Roma, sta vivendo il suo momento di celebrit�, offre donativi, feste, giochi e non vuole essere da meno di Diocleziano nel lasciare ai posteri il suo nome; fa progettare e subito fa iniziare i lavori di quella che sar� nel tempo una delle pi� belle basiliche della capitale: la Basilica di Massenzio. Un vero capolavoro di quelle straordinarie maestranze e degli architetti che in questi anni operavano a Roma. Indubbiamente uno dei pi� imponenti monumenti di Roma antica. Fu dunque iniziata da Massenzio quest'anno ma fu portata a termine da Costantino. Lunga 100 metri e larga 76 ha la fronte sul lato del Colosseo, mentre l'altra abside a nord fu fatta aggiungere in seguito proprio da Costantino. La navata centrale � alta 53 metri e ancora oggi (anno 2000) in estate vi si tengono dei concerti.
Il 27 MAGGIO sempre per cercare consensi un po' da tutte le fazioni e quindi anche dai cristiani, Massenzio permise con un atto di magnanimit� l'elezione del vescovo della Chiesa di Roma (Papa MARCELLO, secondo l'elenco tradizionale), ma per il suo eccessivo rigorismo sui fedeli e per i canoni cerimoniali cristiani si scontr� con una parte di seguaci di Cristo che la pensavano diversamente, e che alla fine avversandolo riuscirono il prossimo anno perfino a mandarlo in esilio, eleggendo il 18 aprile il vescovo greco Eusebio.
Dopo quattro anni di "vacatio " al soglio pontifificio fu consacrato Marcello I. Le prsecuzioni anticristiane e le diaspore furono tante e tali da non consentire un comune intento di volere una unica figura "super partes ". Marcello fu eletto il 27 maggio del 308, quando imperava Massenzio e dallo stesso fatto uccidere il 16 gennaio del 309. La persecuzione anticristiana si stava per� esaurendo.(nda: probabilmnente la morte di Marcello non fu dovuta tanto all'anticristianesimo imperiale, quanto a diatribe interne al cristianesimo stesso). La salma fu deposta nel cimitero di Priscilla. Santificato, Marcello I protomartire viene ancor oggi festeggiato il 16 di gennaio.
EUSEBIO, greco (309-309) - Dopo la morte di Marcello fu eletto al soglio pontificio Eusebio di famiglia greca.
Probabilmente uno dei papati pi� brevi nella storia dei pontefici: dal 18 aprile al 17 agosto dello stesso anno. Le persecuzioni di Massenzio non diedero tregua ai cristiani e ..."le vite umane caddero come spighe di grano sotto la falce..." Nonostante le persecuzioni "statali" per�, i cristiani non si specchiarono in una loro chiara identit�. Ancora molte furono le polemiche eretiche ed i tumulti di piazza che alimentarono le repressioni di Massenzio.
Eusebio, quale rappresentante del "disordine pubblico" fu immediatamente esiliato in Sicilia, dove mor�. Successivamente le spoglie furono traslate nel cimitero di San Callisto... ma non sembra siano state deposte nella cripta papale. (nda: probabilmente disperse).
Sant' Eusebio papa viene festeggiato il 26 settembre.