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MILIARDI ALL' 1 A.C. |
1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
PERIODI
STORICI E TEMATICI |
PERSONAGGI E PAESI |
ANNO 238 d.C.
QUI riassunto del PERIODO: A.
SEVERO A FILIPPO (dal 222
al 249)
* ANARCHIA ASSOLUTA
L'imperatore MASSIMINO dopo quella vittoria a Magonza -contro gli Alamanni- tanto cercata e ottenuta, voleva lasciare il Danubio e finalmente scendere a Roma per farsi incoronare - a tre anni dalla nomina- ufficialmente imperatore. Aveva preso alcune precauzioni quando celebrando la vittoria contro i germani a Sirmiun, nel trionfo tributatigli dalla truppa, dove fece anche un donativo finalmente in oro, aveva fatto acclamare suo figlio GIULIO VERO Massimo suo successore, nominandolo caeser. Qualcosa doveva temere.
Dall'alto Danubio dov'era ritornata una apparente pace, prima della partenza per Roma- gli arriv� una brutta notizia di ribellioni nella bassa Pannonia. Si spost� con il suo esercito nel basso Danubio, and� incontro ai Sarmati sconfiggendoli, poi prosegu� e sbaragli� anche un gruppo di Daci che avevano sconfinato non rispettando i vecchi patti con Roma.
Insomma in brevissimo tempo aveva riportato la tranquillit� nella zona non senza aver lasciato un buon numero di pietre tombali nella zona. Non c'erano al seguito i soliti inviati del senato come in tutte le campagne militari, lui li aveva liquidati tutti per paura di essere assassinato, e quindi di queste battaglie ne sappiamo poco, salvo appunto le pietre tombali che si era lascito dietro, come testimonianza.Comunque formalmente si guadagn� il titolo di sarmaticus e dacicus maximus.
Insomma poteva ora andare a Roma a prendersi il meritato trionfo senza pi� avere quel complesso di inferiorit� nei riguardi della casta senatoriale e aristocratica.
Non fu una impresa facile rientrare in Italia. A Roma nonostante le vittorie la parte avversa aveva lavorato in silenzio per spodestare questo imperatore che nessuno conosceva, di origine plebea, che aveva tolto la successione a chi con mille pretesti la reclamava, dicendosi lontano parente degli Antonini o dei Severi; insomma il clima della congiura si era diffuso sia nel rango senatorio, sia in quello nobile e ovviamente in quello militare e in particolare nel pretorio.
I prefetti, come in passato sapevano di avere dalla loro parte la milizia quindi anche loro, la dose di ambizione era abbastanza elevata nel preparare dei colpi di stato con i loro pretoriani. Insomma ognuno si sentiva pi� forte dell'altro, ognuno giocava la sua carta vincente.
Fra questi un certo PAPIENO, che partito da Roma, si ferm� a Ravenna per radunare alcuni volontari; si rec� poi ad Aquileia prima che vi arrivasse Massimino, e l� fece un bel discorso alla guarnigione, pieno di retorica, ma piuttosto autoritario. Convinse i soldati che il loro obbligo era di rimanere fedeli al senato di Roma e che dovevano combattere per lo Stato costituito, che era uno solo, che dovevano seguire solo gli imperatori che Roma nominava. Ricord� le usurpazioni del passato; e ricord� pure le pene che attendevano chi appoggiava questa illegalit�.
Insomma semin� preoccupazioni; poi attese gli eventi.Massimino appena arrivato in Italia ad Aquileia trov� insomma pronti due pugnali che lo aspettavano, come del resto aveva sempre temuto, uno per lui e uno per suo figlio. E' il 10 maggio, e nella citta' veneta finisce anche il sogno di quest'altro imperatore.
Era scampato per dieci anni agli Allemanni, ai Catti; aveva perfino preferito arruolare nelle sue file alcuni germani, scelto di mettersi al suo fianco alcuni barbari, sostituendo molti italiani di cui si fidava poco perch� legati a losche fazioni romane; era poi uscito indenne quest'anno dallo scontro con i Sarmati e con i Daci, ma sul suolo italiano, per quella nazione per cui aveva combattuto per difenderla meglio dai "barbari", trovava la mano assassina che era infida e peggiore dei "barbari"; il pugnale degli assetati di potere; la malattia pi� diffusa in questo periodo su tutte le province dell'impero