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ANNO 154 d.C.
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riassunto del
PERIODO ANTONINO - M. AURELIO ( dal 138 al 180 d.C. )
LA PACE ROMANA - "LA CONCORDIA NILO-TEVERE"
PROSEGUI NELL'ANNO 154 >E' l'anno in cui a Roma dopo i disordini e le rivolte dei plebei per la mancanza di pane, manc� poco che venisse linciato lo stesso imperatore ANTONINO (vedi anno 149, quando sorse il problema) si arriv� a un compromesso sia con i rivoltosi che con i latifondisti romani in Egitto che monopolizzavano i raccolti del cereale (fu poi chiamata la prima "pace del Nilo-Tevere", e la vedremo nei dettagli quando segu� nel 156 la seconda "pace del Nilo-Tevere".
I senza scrupoli in Egitto operavano la selvaggia politica dei prezzi nei confronti dei vecchi cugini romani, e questi ultimi non si comportavano a Roma meglio; nella capitale avevano in mano i grandi magazzini, la distribuzione, i forni, quindi monopolizzavano il prodotto dalla banchina del porto fino alla mensa. La lotta quindi si svolse tra i grandi esportatori e importatori; ognuno di loro voleva guadagnare di pi�.
Non conosciamo l'accordo nei particolari, comunque emerge dalle varie cronache che il problema non era stato risolto definitivamente con la "pace". Forse lo stesso Antonino aveva, come al solito, fatto indubbiamente delle concessioni che andavano al di l� delle possibilit� che l'impero si poteva permettere. Un atto liberale lo conosciamo, mise a disposizione il suo patrimonio per acquistare derrate alimentari e calmare gli animi. Ma questa era una soluzione a breve termine, paternalistica non certo di politica illuminante. Quindi i grossi problemi erano solo rimandati.
Negli scorsi anni lo abbiamo gi� scoperto, la prosperit� era riservata a pochi, e questi pochi non incidevano nelle strutture portanti dell'economia e della societ� romana; la gran parte della popolazione viveva ancora a livelli di sussistenza, ne' vi erano strutture sociali come quelle della nostra societ� moderna. Inoltre c'era un limite allo sviluppo economico del mondo romano, e non dovuto solo, come alcuni sostengono, al fatto che erano assenti le tecnologie, ma alla mentalit� rigida di quella che era stata fino a ieri Roma. Con le province dipendenti da Roma, tutti i benestanti seguitavano a sentirsi non solo tranquilli dal lato economico, ma anche se costoro facevano solo affari speculativi (anche sporchi, abbiamo visto gli ex romani il Libia) avevano sempre l'arroganza di sentirsi parte integrante del "faro del mondo", pur vivendoci dietro, o a rimorchio.
Roma aveva oltre un milione di abitanti, e questo significa che assorbiva una enorme quantit� di risorse economiche e forze lavoro nei servizi privati, quindi le risorse governative non erano indirizzate alle opere sociali e pubbliche, e nemmeno accantonavano grandi somme per i sussidi che molte volte si rendevano necessari dopo le calamit� o le carestie che mettevano in ginocchio il mondo rurale e quello dei poveri.
Si lesinava insomma sempre sulle infrastrutture e sulla politica del sociale.
Roma soffriva di conseguenza molto nella circolazione monetaria, ch'era in mano solo a pochi ricchi, che inoltre la tesaurizzavano e non ci pagavano le tasse. Sempre pi� spesso il pagamento dei salari della pubblica amministrazione e dei militari non avveniva perch� le casse dello Stato erano vuote.
La fine delle conquiste (per oltre venti anni non fu fatta nemmeno una spedizione) e il perdurare dello status quo antoniniano non consentiva l'afflusso di nuove ricchezze e nemmeno si potevano drenare le citt� e le campagne all'interno del Paese, rimasto arcaico a lottare con la fame e la povert�, visto che per anni si era trascurata una mirata politica agraria, con incentivi, piani di sviluppo o progetti alternativi.
Certo la lunga pace, la coesione politica, ci rivelano un grande periodo, ideale, mai pi� raggiunto in seguito. Si ebbe l'impressione della pi� grande libert�. Ma questa impressione assieme a quella del grande sviluppo del capitale non deve trarre in inganno, non sono verit� oggettive, perch� queste testimonianze ci giungono solo dai soggetti di una classe elevata (intellettuali, storici, cronisti compresi, tutti al soldo dei potenti), ossia da una classe che traeva i maggiori vantaggi proprio da questa situazione di stallo. In realt� l'equilibrio ottenuto era profondamente instabile. E come vedremo in seguito basteranno le prime invasioni per mettere a dura prova i militari, le finanze dell'impero e l'intera economia.CASA A VOLTA DIPINTA - E' di quest'anno una delle prime case dove nel soffitto troviamo delle pitture. E guarda caso � ancora a Roma, in una dimora di un ricco commerciante di Ostia. L'abitazione costruita verso il 115 aveva alcune stanze a volta, che furono dipinte con scene mitologiche. Da questo momento si va creando questa singolare moda del tutto sconosciuta, anche se dagli scavi di Pompei o dalla Domus Aurea, quella parietale era abbastanza diffusa nelle case dei romani.