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MILIARDI ALL' 1 A.C. |
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ANNO 106 d.C.
Qui il riassunto del PERIODO DA NERVA
fino A TRAIANO ( dal 97 al 117 d.C.)
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L'ANNO 106
* NUOVA SPEDIZIONE IN TRACIA DI TRAIANO
La pace dei Romani con i Daci stipulata nel 102 non era destinata a durare nel tempo. Traiano forse gi� lo sapeva, nutriva molti dubbi su quel patto stipulato con Decebalo. Infatti, come abbiamo visto, i lavori nei pressi della frontiera con la Dacia erano continuate senza sosta per preparare strade, ponti, fortini; sia al passo delle Porte di Ferro che al passo della Torre Rossa. E cosa pi� importante aveva fatto dislocare sul territorio o nelle vicinanze almeno tredici legioni.
Decebalo a sua volta pur con una guarnigione romana dentro la sua capitale, aveva stretto rapporti con gli Iazigi e sentendosi abbastanza forte viol� pi� volte il trattato di pace; infine verso la fine del 105 ebbe il coraggio di annettersi alcuni territori degli alleati romani. Traiano non volle perdonare questa rottura dei patti e i colpi di mano di Decebalo nei regni vicini, cap� che era arrivato il momento di liquidare per sempre la questione Dacia. Eccolo quindi partire nuovamente per il fronte. Questa volta forse utilizzando la strada Roma-Brindisi e poi imbarcandosi con le sue truppe verso l'Albania, mentre un altro contingente prendeva la nuova strada Roma-Ancona per imbarcarsi e raggiungere via mare Zara.
Decebalo aveva previsto questa mossa e in Mesia, aveva deciso di colpire alcuni accampamenti dei romani prima dell'arrivo dell'imperatore, che giunto sulle rive del Danubio, si trov� ad affrontare una situazione difficile, ma critica solo per pochi giorni. Spost� tutte le sue legioni sulle Porte di Ferro, utilizz� il nuovo ponte sul Danubio costruito da Apollodoro, e dilagando a tenaglia con ingenti forze nella Dacia, scoraggi� subito gli alleati di Decebalo che si diedero alla fuga, infine lo stesso re dei Daci pur riparando al nord, venne raggiunto da una legione romana nella valle del Marisus. Vedendosi circondato assieme a molti altri suoi capi e intuendo che Traiano non gli avrebbe mai concesso un'altra pace ma la punizione con la morte, con i suoi fedeli prefer� un suicidio di massa.
Traiano ora era libero di dare un assetto definitivo alle sue conquiste e forse lo fece in una maniera forte. Qualcuno esager� forse nelle cronache di questa "pulizia" etnica. Ma � certo che seguirono delle stragi immani. Molte le deportazioni. 50.000 fra i pi� validi Daci fatti prigionieri furono inviati in catene a Roma per concludere tragicamente la loro vita come gladiatori nei festeggiamenti romani. Altri 50.000 uomini validi furono impiegati nelle miniere. Un'altra testimonianza drammatica ci racconta l'esodo di quelli che emigrarono verso il nord in direzione della Rutenia.
Molte legioni (forse 4) furono dislocate nella capitale e si narra che nella stessa Dacia l'intera popolazione indigena fu sostituita con ingenti arrivi da tutto l'impero, dai veterani delle varie legioni, da coloni e da una popolazione poliglotta che la trasform� in una delle pi� cosmopolite province romane portando con se i costumi di Roma, i propri culti e la stessa lingua di cui ancora oggi il Rumeno e totalmente mutuata. E non per nulla che venne chiamata e si chiama ancora oggi ROMA-nia. Ebbe ripercussioni immediate questo processo di sviluppo anche in Tracia (Bulgaria) in molte citt�, e non di meno in Dobrucia in Macedonia, dove troviamo comunit� di agricoltori fatte da veterani che dipendevano per i loro commerci dalle citt� greche della costa.
Intenso lo sviluppo dell'agricoltura, nei pascoli con l'allevamento del bestiame, ma soprattutto intenso fu lo sfruttamento delle miniere della Transilvania che si rivel� subito essere il forziere di Traiano. Infatti da questo momento le miniere per le finanze imperiali divennero di una eccezionale importanza. Oltre all'oro si inizi� a estrarre ferro e sale.
Da questo momento in ogni settore della vita pubblica, in quello militare, e in quello delle costruzioni o per le feste le spese divennero ingenti, le elargizioni numerose, la distribuzione degli alimenta frequenti. Fu tale il massiccio arrivo di oro che port� perfino a una svalutazione della moneta, subito bilanciato all'aumento della lega del denario dal 10 al 15%.
Insomma il totale successo di Traiano in Dacia perseguito in sette anni, anche con notevoli sacrifici, sembr� giustificare sia i sacrifici stessi che le spese che lo avevano permesso. Non solo, ma avevano restituito quella fiducia che da molti anni era venuta a mancare ai romani che si stavano rassegnando alla decadenza. Un successo cos� poteva bastare una generazione. Le iniziative che si intraprendevano per migliorare ancora si vedevano in ogni angolo delle province. A Roma era addirittura il periodo migliore che si era fino allora mai vissuto e gli stimoli non accennavano a diminuire in ogni settore per creare altro benessere e anni di tranquillit�. Non era prevista nessuna guerra. Molti soldati furono messi a riposo per ridurre le spese, si erano distribuite terre da coltivare, dati sussidi, incentivati i commerci in proprio e le attivit� artigianali.
Ma qualcosa covava in Oriente........