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ANNO 71 d.C.
Qui
il riassunto PERIODO DEI FLAVI (Vespasiano, Tito, Domiziano) 69-96 d.C.
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IL PROGRAMMA DI VESPASIANO
*** INIZIO DINASTIA DEI FLAVI
*** LA MONARCHIA DIVENTA UN DIRITTO EREDITARIO
*** NASCE L'ASSOLUTISMO MONARCHICO
A Roma VESPASIANO ottiene il suo terzo consolato con M. Coccei NERVA, che � al primo (poi imperatore alla morte di Vespasiano)
VESPASIANO giunto a Roma dopo essere stato designato imperatore dai suoi alleati governatori o generali in armi, era abile, era militarmente forte, ma aveva indubbiamente una posizione poco sicura. Quel titolo di imperatore che gli avevano cucito addosso per acclamazione (lui ultrasessantenne si lo era tirato un po' indietro) era considerato a Roma una usurpazione fino a quando popolo e senato non concedeva pieni poteri.
Popolo e Senato per� andarono cauti, avevano fatto nello scorso anno una brutta esperienza con Galba, Otone e Vitellio e non la volevano ripetere. Gli eserciti ne erano usciti scossi come lealt� e morale. Volevano vedere quest'uomo plebeo da vicino, prima volevano valutarlo, poi gli avrebbero affidato il trono.
Vespasiano aveva gi� 62 anni, non era un aristocratico n� uno stravagante raffinato, dava perfino poca importanza al valore del denaro, ma era persona che aveva conosciuto la povert�, che aveva imparato ad affrontare un'esistenza dura e a condurre un tenore di vita da contadino. Malgrado questo, era colto, parlava greco e latino, era spiritoso, e come pochi uomini era dotato di sensibilit� e di equilibrio anche nella sua tenacia. Ma non era un uomo da dipendere o da farsi ingannare dai suoi sottoposti, infatti la sua perizia e le capacit� militari che possedeva era proprio dovuto a questi due fattori, ed erano i due pi� importante suoi titoli; questi venivano riconosciuti, ma in quanto al resto c'erano degli interrogativi.Oltre a questi fattori a suo favore, i suoi due figli Tito di 30 anni (gi� valido condottiero) e Domiziano di 18 (educati nell'ambiente militare) rappresentavano una garanzia nella successione dinastica.
Roma -ponendosi molti dubbi- impieg� un anno prima di concedere pieni poteri a Vespasiano. Alla fine di quest'anno gli diede la debita convalida; era formalmente a posto giuridicamente e poteva essere designato come legittimo successore di Augusto.
Il problema ora pi� urgente era per Vespasiano riportare la fiducia nell'impero sconvolto e dimostrare a tutto il mondo che Roma non era scossa.
Come prima cosa si propose di ricostruire subito il simbolo dell'impero: il Tempio Capitolino, poi il Campidoglio che era stato profanato, depredato, bruciato e distrutto dai barbari scesi dal nord. Lui stesso (e il popolo se ne compiacque) personalmente aiut� a trasportare le macerie per far posto al Nuovo Campidoglio.Con un proclama restitu� tutti i diritti civili a coloro che erano stati accusati, da Nerone in poi. Le parate e le feste ai fori per le vittorie a Gerusalemme contro gli Ebrei e contro i Batavi gli servirono per dimostrare subito che le legioni romane guidate da validi generali erano all'altezza della situazione, e uno di quei generali era suo figlio. Il messaggio doveva essere chiaro a tutti, ai civili ai militari e ai pretoriani e ai barbari.
Accanto a se volle e nomin� successore il figlio TITO, l'autore della vittoria (strage) in Palestina, che d'ora in avanti divider� quasi sempre con lui il consolato fino al 79 mentre i successivi due anni (mori nell'81) lo divise con il fratello pi� giovane, Domiziano, poi suo successore e imperatore fino al '96.Scegliendo i figli, anche questo era un messaggio chiaro, deciso e preciso. C'era un successore, e se moriva uno c'era l'altro, si ristabiliva una dinastia dove i futuri imperatori potevano essere educati al comando, all'esperienza politica, alla conoscenza delle problematiche dell'impero sia in guerra che in pace. "Saranno i miei figli a succedermi o nessuno" e aggiunse "o la mia famiglia o l'anarchia".
L'assolutismo monarchico fu quindi a chiare lettere annunciato, non c'erano equivoci. Con Vespasiano la Monarchia diventava di diritto ereditario. Questo aveva affermato!Era di origine plebea (quindi il primo plebeo che saliva al trono imperiale), un uomo di senso comune, di semplici costumi, e questo non soddisfece molti aristocratici, ma in fatto di lucidit� mentale, il programma che aveva esposto parlando di difesa e dell'organizzazione statale dell'impero, era molto preciso e la sua politica, pur essendo guidata da un uomo energico come lui, era a un tempo prudente e liberale.
Voleva un governo con una serie di provvedimenti immediati e a lunga scadenza. Restaurare subito la disciplina nell'esercito. Restaurare le finanze con uno stretto controllo dell'amministrazione pubblica. Riformare il Senato mettendo dentro gente onesta di tutte le classi sociali. E dopo il ladrocinio perpetrato da Vitellio (900 milioni di sesterzi) voleva ridurre subito le spese dello Stato, pur cercando di mantenere dei buoni rapporti con tutte le categorie sociali indirettamente o direttamente colpite; infatti volle alcuni rappresentanti accanto a se o al senato. Per evitare la bancarotta dello Stato riteneva necessario intervenire drasticamente nelle attivit� economiche. (Napoleone nel 1799-1805, imit� moltissimo Vespasiano - Il suo assolutismo monarchico era tipicamente romano- dei Flavi e degli Antonini)VESPASIANO diede principio alla sua opera, lentamente e senza traumi, iniziando a sostituire gli inetti che aveva gi� trovato nei posti chiave; e sostitu� anche quelli che lui aveva scelto ed elevato al rango senatorio ma che poi dimostrando di non averne le capacit� li rimand� subito a casa. Prefer�, e fu il primo a farlo, ammettere dei provinciali, e che le sue scelte fossero molto sagge e oculate, ci viene dal fatto che fra questi provinciali scov� degli uomini che divennero poi famosi, U. Traiano, A.Vero, G.Agricola, C. Anzio. B. Avito.
Regn� per circa nove anni, fino al 79, senza grossi problemi, salvo una piccola congiura subito sventata dal figlio e la preoccupazione della terribile epidemia di peste che provoc� numerosi morti. Per il resto Vespasiano fu ricordato in seguito "Difensore della libert�", "l'equit� dell'imperatore", "la fortuna di un popolo", ed espresse in una sua moneta e promise ai romani la leggendaria "eternit� del popolo romano". In nemmeno dieci anni di attivit�, VESPASIANO lasci� un' impronta profonda nella storia di tutto l'impero mirando a romanizzarlo, e profonda anche la sua impronta su Roma che abbell� con vari monumenti, tra i quali figura il Colosseo.
*** BRITANNIA, i Romani stanziati nei nuovi territori trasformano una piccola colonia in una residenza stabile con costruzioni in muratura dando inizio alla fondazione della citt� di Eboracum (oggi YORK )