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(pagine in continuo sviluppo (sono graditi altri contributi o rettifiche)
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"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA"
ANNO 1354
*** GLI SCALA DI VERONA
*** LA FINE DI COLA DI RIENZO
*** GLI ANGIONI SBARCANO IN SICILIA
****** A MILANO muore l'Arcivescovo e Signore della citt�. GIOVANNI VISCONTI, e gli succedono i tre nipoti Matteo, Galeazzo II e Bernab�.(vedi qui LA DINASTIA DEI VISCONTI e le loro gesta)
Con la morte di Giovanni, la potente signoria viscontea attraversa un momento di crisi perch� i suoi vasti territori vengono divisi in tre parti, ciascuna dominata da uno dei tre nuovi signori, ad eccezione di Milano e di Genova che rimangono in comune.
La scomparsa di Matteo, nel 1355, ridurr� la divisione territoriale ed anche la debolezza della famiglia, in quanto i due fratelli superstiti si renderanno conto che per tutelare gli interessi reciproci sar� meglio unire le proprie forze. Ci� avverr� in maniera organica anche se abbastanza complessa.
A questa convinzione saranno indotti principalmente dal fatto che contro di loro si former� l'ennesima lega tra le Signorie e i Potentati dell'Italia settentrionale, che si sentiranno minacciati dalla continua espansione dell'egemonia milanese.
*** Per rivalsa sull'egemonia veneziana, i genovesi si prendono la rivincita, si vendicano e sconfiggono i veneziani il 4 novembre a Portolungo nel mar Egeo. Mare che la Serenissima ha sempre considerato invece un suo esclusivo dominio. La pesante sconfitta della Serenissima dai veneziani viene attribuita al comandante della flotta NICCOLO' PISANO per negligenza e codardia. Finir� sotto processo al suo rientro il prossimo anno.
La guerra tra Genova e Venezia si � anche estesa e coinvolge Milano che viene cos� a trovarsi con i genovesi schierati contro Venezia, gli Estensi, i Gonzaga e gli Scaligeri.
(Questi ultimi a Verona nel corso dell'anno danno inizio alla costruzione dell'imponente castello al centro della citt�. Eminente famiglia a Verona fin dal XI sec. il capostipite MASTINO I della SCALA nel 1259 dopo aver esautorato dal potere EZZELLINO da ROMANO, fu uno dei protagonisti della nascita del governo veronese; fu lui il capitano e il Podest� del popolo nel successivo 1260; e tre anni dopo signore della citt�. Con i fratelli Alboino e Cangrande, tutti e tre con forti mire espansionistiche, scontrandosi pi� volte con le leghe papali, veneziani e lombardi, riuscirono a creare un organismo territoriale pluricittadino in quasi tutta l'Italia nord orientale. Non ebbe -come vedremo pi� avanti- vita lunga; ma questa particolare struttura degli Scala costitu� in seguito un modello sia per i Visconti e sia per i Veneziani quando i veronesi persero pi� tardi quasi tutto; infatti gli Scala diventando sempre pi� potenti allarmarono le due potenze e queste si prepararono a fare una lunga guerra.
Il grande rovescio arriv� nel 1339 quando gli Scala furono sconfitti da questa lega-antiscaligera che si era formata proprio per fermare le loro mire espansionistiche. Persero cos� Padova (divenne signore un loro ex alleato, MARSILIO DA CARRARA ); persero a ovest Brescia (signore il milanese AZZONE VISCONTI); persero a est Feltre e Belluno (signore Carlo Lussemburgo).
Venezia anch'essa guadagn� qualcosa e con questi nuovi territori ne approfitt� per costituire la sua prima base sulla terraferma dopo aver sottratto agli SCALA, Treviso, Ceneda e Castelfranco.
La potenza degli Scala fu cos� ridimensionata e non super� pi� da quel momento l'ambito cittadino. Fin quando un altro CARRARA (Francesco Novello), contribu� a far cancellare definitivamente la dinastia anche nella citt� medesima.
Verona verr� tolta ad Antonio I della Scala da GIAN GALEAZZO VISCONTI nel 1404; ma nello stesso anno alla sua morte ritorn� per pochi mesi agli Scala, poi ancora a Novello da Carrara (signore di Padova) per passare successivamente sotto il doge Luigi Steno, dopo che Venezia aveva occupato nel 1405 Cividale, Vicenza, Feltre, Belluno, Bassano; pochi mesi e poi anche i Carrara furono cacciati da Verona e dalla stessa Padova dov'erano signori da 65 anni.
Venezia d'ora in avanti dominer� per quasi 300 anni su quasi tutto il Veneto fino all'arrivo di Napoleone.
*** FRANCIA - Nel mese di gennaio, il Conestabile di Francia, Charles D'Espagne, viene assassinato in Normandia da Filippo di Navarra, per ordine del fratello Carlo di Navarra, detto "Il Malvaggio".
Il gesto di Carlo vuole essere un oltraggio al re di Francia, Giovanni II, che odia perch� ritiene che l'abbia defraudato del trono, in quanto nipote di Luigi X e quindi pi� stretto discendente della dinastia dei Capetingi rispetto a Giovanni.
Infatti i suoi genitori, per la rinuncia alle pretese sul trono di Francia, erano stati ricompensati da Filippo VI con il regno di Navarra e con la contea di Evreux, che implicava il possesso di vasti territori in Normandia.
Proprio per questa sua grande influenza sulla Normandia, Carlo il Malvaggio assumer� un ruolo politico rilevante sia nella lotta tra la Francia e l'Inghilterra, con la quale stringer� patti segreti, sia nella protesta interna di tutti quei nobili francesi stanchi delle continue pretese fiscali del re.
*** ACCORDO TRA LA FRANCIA E LA SAVOIA. L'11 ottobre viene stipulato un accordo politico tra il re di Francia, Giovanni II, e Amedeo VI di Savoia, Il Conte Verde, in cui � stabilito che il Conte sposer� Bona di Borbone, sorella di Giovanna, moglie del Delfino Carlo, e che tra i due stati vi sar� - come donativo- uno scambio territoriale.
I possedimenti francesi del Gex, del Genevese e del Faucigny diventano sabaudi; mentre tutta la regione del Viennese passa alla Francia.
Questo cambiamento dei confini territoriali rientra nella volont� del Conte Verde di affermare il principio dell'omogeneit� territoriale gi� perseguito fin dai primi anni del suo dominio.
Infatti, grazie al nuovo accordo, i confini tra i due stati sono molto pi� lineari correndo per buona parte lungo il fiume Rodano.
*** MASSACRO DI STUDENTI AD OXFORD. I vasti privilegi concessi dal re Enrico III nel 1248, allo "Studium Generale" di Oxford, avevano provocato il lungo risentimento della popolazione locale, che talvolta era sfociato in azioni violente.
L'ennesimo conflitto, scoppiato il 10 febbraio di quest'anno, si trasforma in una cruenta battaglia in cui la popolazione insorge in armi e fa strage di studenti per due giorni di seguito.
L'Universit� viene chiusa finch� non interviene il re, Edoardo III, che prende i provvedimenti necessari a garantire i suoi vecchi privilegi.
*** LA FINE DI COLA DI RIENZO.
Il primo agosto entra a Roma da trionfatore Cola Di Rienzo, alla testa delle truppe mercenarie di Fra Moriale i cui fratelli, Annebaldo e Bettrone di Narva, hanno finanziato il suo ritorno al potere, fornendo la cifra necessaria a pagrae la Compagnia di Ventura.
Infatti il cardinale d'Albornoz, che ha stabilito il suo quartier generale a Montefiascone, autorizza Cola a recarsi a Roma ma non gli fornisce i mezzi necessari, anzi pretende che reperisca i fondi occorrenti prima di nominarlo senatore per la durata di soli 6 mesi.
Riconquistato il dominio dell'Urbe, Cola � in costante ricerca di denaro per finanziare il suo governo e per questo introduce nuove tasse che, per�, che creano malcontento nella stessa popolazione che l'aveva accolto trionfalmente.
Il senatore di Roma diventa diffidente e, temendone il tradimento, fa imprigionare il Capitano di Ventura Fra Moriale e i suoi fratelli, che avevano permesso la sua ascesa al potere.
Malgrado le ripetute offerte di denaro e di soldati, Cola fa giustiziare Fra Moriale nella piazza ai piedi del Campidoglio, dove una gran folla si � riunita per assistere alla fine coraggiosa del famoso mercenario.
Il 7 settembre arriva a Roma la notizia che il Papa, Innocenzo VI, ha confermato la nomina a Senatore di Cola Di Rienzo. Subito viene organizzata la rivolta contro di lui dalle ricche e potenti famiglie dei Colonna e dei Savelli.
L'8 ottobre due schiere di uomini armati, giunti da fuori citt�, danno l'assalto al Campidoglio e catturano Cola mentre tenta di fuggire travestito da popolano.
Subito dopo viene trucidato a coltellate e a bastonate dalla folla e appeso per i piedi sulla scalinata capitolina.
Cos� si conclude l'avventura di un uomo che, partito da un sogno repubblicano, si era lasciato prendere la mano dall'esercizio del potere.
*** GLI ANGIONI SBARCANO IN SICILIA
Nel mese di marzo un contingente napoletano sbarca a Milazzo e si insedia nella zona provocando lutti e rovine alla popolazione residente.
In aprile, dopo intensi scambi diplomatici, quattro galee napoletane approdano nel porto di Palermo con a bordo un piccolo esercito.
Non vi � il minimo accenno ad una resistenza n� da parte delle autorit� n� da parte del popolo. Al contrario, il Gran Siniscalco del regno di Napoli, NICOLO' ACCIAIUOLI, viene accolto in citt� come un trionfatore, tra il tripudio e i canti di gioia dei palermitani.
L'occupazione angioina della Sicilia occidentale scatena una sanguinosa guerra civile tra i nobili sostenitori dei napoletani e quelli schierati dalla parte dei catalani che controllano l'altra met� dell'isola.
Questa ulteriore tragedia si aggiunge alla terribile carestia ed alla devastante epidemia che hanno colpito la Sicilia nei primi mesi dell'anno.
La stessa fisionomia e la struttura della regione sono scosse dalla spinta recessiva azionata dalla sinergia tra miseria estrema e guerra civile.
Subito dopo lo sbarco angioino a Palermo, le truppe al servizio di baroni siciliani partigiani dei napoletani, come i CHIAROMONTE, attaccano Catania senza successo.
Ne segue una controffensiva dell'altra parte che assedia Lentini.
La resistenza e l'aggressivit� dei due schieramenti � fortemente influenzata dalla fame incombente.
Nel mese di ottobre, Milazzo subisce un attacco congiunto per terra e per mare dalle truppe guidate da Enrico Rosso e da Artale d'Alagona che fanno strage della popolazione.
La guerra sul mare � condotta in forma corsara, poich� la preda pi� ambita sono le navi da trasporto cariche di vettovaglie piuttosto che quelle militari.
La fame e la miseria costringono la popolazione siciliana a lasciare l'isola per la Calabria o per altre regioni pi� lontane.
Cos� accade che una nave armata da Messina che da la caccia alle imbarcazioni da trasporto di parte angioina, cattura un panfilo carico di 100 donne che stanno lasciando l'isola stremate dalla fame.
La pirateria diventa cos� un mezzo per garantirsi la sopravvivenza, anche se c'� chi comincia a percorrere questa strada costretto dal bisogno ma poi continua attirato dal facile arricchimento.
Questo fenomeno marinaro ne fa emergere per� un altro ben pi� inquietante.
Infatti nei mari di Sicilia le navi dei pirati si imbattono spesso in quelle dei mercanti di schiavi.
Nel mese di dicembre un'imbarcazione di pirati siracusani avvista due galee provenienti da Catania e dirette in Catalogna e riesce a catturarne una. A bordo scoprono che il carico consiste in 70 uomini in catene che stanno per essere condotti lontano per essere venduti come schiavi. Infatti Catania � diventata la base principale usata dai catalani nella tratta di schiavi provenienti dalla cattura o dall'acquisto degli abitanti della parte di Sicilia da loro controllata.
Quindi avviene spesso che la fuga dalla miseria e dalla fame dei siciliani si concluda nella schiavit� e nei postriboli di vari paesi nei quali finiscono le molte donne che lasciano la loro terra spinte dal bisogno.
Chiaramente il maggior numero di uomini e donne siciliani vengono deportati in Catalogna dove molti, seppur fedeli alla Chiesa cattolica, sono venduti come schiavi a mercanti stranieri di altre religioni. (By: Silvio Galletta)
*** Nei Balcani i Turchi si impossessano della loro prima testa di ponte in Europa: Gallipoli. Questo evento si colloca nell'ambito dei disordini e delle guerre civili che dilaniano l'ormai decadente Impero Bizantino che va sempre pi� riducendosi di territorio. La presenza turca in Europa inizia da questo momento.
ANNO 1355
*** VENEZIA - Dopo vari scontri delle due repubbliche marinare, senza arrivare a una felice conclusione militare, entrambe, Venezia e Genova, finalmente trovano una pi� saggia soluzione: � chiamata la "Pace dei mari". L'Adriatico � chiuso alle navi genovesi, mentre il Tirreno fino a Marsiglia non � navigabile ai veneziani.
Questi ultimi (ovviamente i nobili e quelli del Gran Consiglio ) arrestano e processano il Doge MARIN FALIER reo di avere instaurato un potere legato solo ai suoi affari e di aver congiurato con il popolo.
*** VENEZIA. ELEZIONE DEL NUOVO DOGE. Mentre il Consiglio dei Dieci � ancora impegnato a reprimere nel sangue la congiura ordita dal Doge Marino Falier, condannato a morte e decapitato il 17 aprile sul pianerottolo della scala di pietra del Palazzo Ducale, dove appena 6 mesi prima aveva giurato fedelt� alla Repubblica, il Maggior Consiglio nomina il 21 aprile il nuovo Doge nella persona di GIOVANNI GRADENICO.
Giovanni discende da una famiglia di dogi sia dalla parte del padre Marino, fratello del Doge Pietro Gradenigo (1289-1311), che dalla parte della madre, figlia del Doge Giovanni DANDOLO (1280-1289).
Aveva ricoperto diverse cariche pubbliche al servizio della Serenissima Repubblica, tra cui quella di podest� a Capo d'Istria, Treviso e Padova.
Infine si era distinto particolarmente come procuratore nella repressione della congiura del Falier.
Il suo primo atto ufficiale � quello dell'instaurazione di un processo per negligenza e codardia contro il comandante della flotta Niccol� Pisani, che aveva subito la pesante sconfitta di Portolungo (4-11-1354) contro i genovesi.
Il 1 giugno il nuovo Doge firma a Milano la pace con Genova, a condizioni umilianti per Venezia che deve pagare un risarcimento per i danni di guerra di ben 200.000 ducati, una cifra enorme il cui pagamento avr� gravi ripercussioni su tutta l'economia veneziana dei prossimi anni. (By: Silvio Galletta)
*** Nella CHIESA inizia una controversia infinita; Il Papa pretende di riavere sotto il suo dominio le Marche e la Romagna. A condurre questa campagna viene incaricato il cardinale ALBORNOZ, gi� inviato in Italia come legato nel '53.
*** L'INCORONAZIONE DI CARLO V. Gi� nel mese di ottobre del 1354 l'imperatore Carlo era partito da Praga con 300 cavalieri per raggiungere Roma dove deve essere incoronato secondo l'antica tradizione.
Tutto era stato gi� concordato con il Papa, Innocenzo IV, che aveva appoggiato Carlo di Lussemburgo gi� al tempo della lotta per la successione al trono di Germania.
Il sovrano giunge prima a Milano dove viene incoronato, nella Basilica di S. Ambrogio, re d'Italia. Subito riparte assegnando ai Visconti il titolo di vicari imperiali.
Il 28 marzo Carlo marcia verso Roma, passando da Pisa lungo la stessa strada percorsa dal nonno Enrico VII nel 1309. Evitata Viterbo che gli � ostile, raggiunge la citt� eterna il 2 aprile dalla parte di Monte Mario, da dove pu� ammirare uno splendido panorama.
Viene incoronato il 5 aprile, giorno di Pasqua, in San Pietro dal Cardinale di Ostia delegato dal Papa, con una cerimonia molto modesta rispetto ai suoi predecessori e nella quasi totale indifferenza dei romani. Nello stesso giorno Carlo lascia Roma insieme alla consorte per la pi� sicura Tivoli.
*** RIPRENDE LA GUERRA tra Francia e Inghilterra. IL 2 novembre le truppe inglesi sbarcano a Calais, guidate dal re, Edoardo II, e dal Duca di Lancaster.
L'esercito inglese, formato da 7000 uomini, comincia a marciare verso sud saccheggiando le regioni della Piccardia e dell'Artois.
Il re francese, Giovanni II, gi� nel mese di maggio aveva emanato il bando di mobilitazione generale di tutti gli uomini abili alle armi, di et� compresa tra i 18 e i 60 anni.
La risposta dei nobili e della popolazione era stata lenta e parziale, per cui l'esercito con cui re Giovanni affronta gli inglesi � ancora incompleto.
I francesi arrivano ad Amiens tra il 5 ed il 7 novembre e dopo 4 giorni sono a Saint-Omer, sul lato sinistro degli inglesi.
I due eserciti evitano di affrontarsi direttamente e i re si sfidano reciprocamente secondo la nobile regola cavalleresca, ma entrambi declinano gli inviti a combattere con pompose allocuzioni.
Re Giovanni decide di fare terra bruciata intorno agli inglesi, a scapito della popolazione contadina della zona che vede distruggere tutte le provviste e i raccolti, frutto di tante fatiche, proprio da coloro che avrebbero dovuto proteggerla.
L'esercito inglese, rimasto senza vettovaglie, decide di ripiegare e ritorna verso la costa della Manica.
Giunti a Calais, la notizia di una minaccia al confine scozzese porta Edoardo II a decidere di tornare in patria, dopo una campagna di guerra durata solo 10 giorni. (By: Silvio Galletta)