ANNO 1944 (provvisorio) (anno 1944 . Sesta Parte)
Via Dante- Milano- Ultimo discorso di Mussolini
Disse in quell'intervista "Ho sopravvalutato l'intelligenza delle masse. Nei dialoghi che tante volte ho avuto con le moltitudini, avevo la convinzione che le grida che seguivano le mie domande fossero segno di coscienza, di comprensione, di evoluzione. Invece, era isterismo collettivo."
Non era giusta ed era anche ingrata l'analisi di Mussolini, al Teatro Lirico c'era un altro tipo di massa molto pi� evoluta di quanto lui pensasse, e il battere le mani era la nuova moda che stava nascendo, quello di batterle nei funerali dei grandi personaggi. E il Lirico era un funerale. Se poi lui era grande (o fu grande in un certo periodo) questo lo dir� la Storia e il Tempo, quando assisteremo, comparandole, noi o i nostri nipoti, ad altre rivoluzioni, migliori evoluzioni o... involuzioni forse anche peggiori.
A condizione che si abbiano sotto mano i fatti obiettivi, precisi, storici, e si prenda coscienza di quello che � accaduto nella prima parte del novecento e poi dopo, indistintamente nel bene e nel male. Il presente non � che eco e propagazione di quel periodo, il futuro, l' eco e la propagazione del presente, e quel periodo bisogna conoscerlo. Senza pregiudizi! Altrimenti i ciechi di oggi condurranno molti più ciechi domani. Ignorare o distruggere tutto ci� che ci ha preceduto non sempre serve per migliorare, ma si rischia di cadere dentro un altro precipizio, che nelle carte della storia sono segnalati con dei paletti.
Affermava Voltaire "i pregiudizi sono i re del volgo", non di meno Diderot "l'ignoranza � meno lontana dalla verit� del pregiudizio".
Riguardo poi al giudicare "Se il giudice fosse giusto, forse il criminale non sarebbe nemmeno colpevole"- Dostoevskij"
Quando abbiamo detto sopra "involuzioni anche peggiori", partiamo da questa ultima considerazione. Molti, ma diciamo quasi tutti, all'improvviso non erano pi� fascisti. I padri -e i figli che avevano allevato- iniziarono a dire che erano stati plagiati, abbindolati, costretti ad essere fascisti. All'improvviso una mattina si svegliarono tutti saggi, tutti capaci di rivedere le proprie posizioni e prenderne altre, chi al centro chi a sinistra. Sembrava un bipolarismo perfetto. Tutti antifascisti dichiarati, strillato da mille pulpiti.
Tutti a recitare la commedia. I democristiani a scandalizzarsi quando apparivano al vertice nomi compromessi (ma intanto loro erano rimasti o si erano insediati in ogni anfratto dell'ex potere fascista - comodo!) e i comunisti (forse perch� non erano riusciti ad entrarci nelle "stanze dei bottoni") a combattere in ogni occasione gli ex fascisti. Sbrigativamente erano tutti fascisti, quelli della Chiesa, i sindacati, chi limitava le libert� di espressione, o contro chi era a favore del liberismo ecc.
I primi, a volerci far credere di essere legati alle tradizioni cattoliche (intanto si arricchivano con le partecipazioni, con i terremoti, con le crisi del petrolio, con gli enti ecc), i secondi a guardare ancora alle utopistiche lotte di classe, al collettivismo sovietico o a quello di Mao. Ma nel frattempo anche loro, quando potevano si arricchivano, case, ville, barche, cuoco personale, vestiti firmati, edonismo pari agli altri, e intanto andavano dicendo che "combattevano per una societ� migliore".
Entrambi gli uni e gli altri a cavalcare le masse strumentalizzate. Cos� venne il '68, gli anni di piombo, i veri o fantomatici colpi di stato, le brigate rosse, le brigate nere, gli opposti estremisti, gli extraparlamentari, i servizi segreti deviati. Nel frattempo le cifre del debito pubblico salivano alla stratosfera, e i soldi -zitti zitti senza lasciare tracce- solo in certe tasche andavano a finire. Costo della vita altissimo, servizi carenti, dazione ambientale diffusa. Lo abbiamo poi visto poi a tangentopoli. Tutti avevano preso qualcosa. In sostanza noi tutti abbiamo pagato un qualcosa in pi� del prezzo reale, direttamente o indirettamente, e solo perch� qualcuno potesse mettersi in tasca un bel malloppo.
In prima fila -in certe messinscene della Sinistra- lotte senza quartiere contro il centro o la destra e spesso anche a contestare una parte della stessa sinistra.
Sempre in prima fila -in certe messinscene del Centro- con anche qui lotte senza quartiere contro la destra (che ipocriti!), contro la sinistra e spesso anche lotte intestine micidiali (e forse perfino bagnate di sangue) nelle loro stesse file.
Per quarant'anni si sono tenuti dentro la loro vera natura. Poi agli inizi degli anni Novanta, ecco (e quello che � peggio dopo aver plagiato i loro figli, che quell'esperienza la maggior parte non ha vissuto) a rivelarci chi sono veramente costoro oggi e chi erano quelli di questo 1943-1945. Incorreggibili e ipocriti voltagabbana. Altro che ideologie e tutta quella demagogia strombazzata in quarant'anni.
Troveremo cos� nei primi anni Novanta, extraparlamentari della sinistra dentro le file di una ambigua destra di un palazzinaro arricchito con sete di potere e di neoliberismo personale, e troveremo fondamentalisti cattolici dentro queste file e pure in quelle della sinistra; ed entrambi a dire che seguono la tradizione di don Sturzo. (Ma quale? ma quella che fa pi� comodo!)
Uno spettacolo che ha preso inizio con tangentopoli. Uno spettacolo indecente. Qualche vero prete esclam� "state almeno zitti, e lasciateci piangere in pace dalla vergogna")
Verrebbe quasi voglia di ammirare allora quelli che non hanno mai rinnegato nulla. Quelli di Almirante ad esempio, che hanno continuato -in tempi non facili come ora- a sostenere da che parte veramente stavano; anche nella impopolarit� (che ipocrita sceneggiata "di innocenza" fu quella dei democristiani al governo Tambroni del 1960): non i socialisti, i comunisti, i repubblicani, i radicali, quelli della Cgil, e la Dc che dichiaravano "la loro fedelt� agli ideali della resistenza" per poi chi poco chi tanto a vederli fare marcia indietro nei vari compromessi per avere una poltrona di sottosegretario, di sindaco e di semplice assessore.
Patetico poi l'appello dei sessantadue intellettuali (immacolati) contro le tentazioni autoritarie e la collaborazione con i neofascisti (dopo pochi anni eccoli ad appoggiare il nuovo autoritarismo)
Non pu� non venire in mente all'autore che scrive, quella frase di un famoso generale della Nato, quando verso la fine degli anni Cinquanta, di fronte a certe mie perplessit�, quando per formare alcuni reparti speciali per la lotta all'anticomunismo, vidi reclutare dei veri fascisti (da non confondere con nazisti). Lui non era proprio per nulla convinto di quella globale conversione all'antifascismo avvenuta all'indomani della liberazione. E se ne venne fuori con questa frase "Chi ha tradito una volta, lo fa anche la seconda volta, e noi non ci possiamo fidare. Meglio quelli che nella loro intera vita danno una parola sola, non vogliamo "badogliate".
Mi insegnò una cosa: a diffidare da quella gente; ed avevano ragione. La carriera politica di molti sta a dimostrarlo; per le tante capriole e tanti salti mortali si ha l'impressione di stare al circo equestre.
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