ANNO 1940 
(anno 1940 - Quinta Parte)

C'era un altro 10 Giugno, passato quasi inosservato

 

 

L'ITALIA IN GUERRA

 

RITONIAMO ANCORA AL 10 GIUGNO 

Il 10 Giugno dunque Mussolini dichiara guerra alla Francia e all'Inghilterra annunciando l'inizio delle ostilit� da Palazzo Venezia davanti a una folla osannante. Il discorso � famoso " Combattenti di terra, di mare, dell'aria; camicie nere della rivoluzione e delle legioni; uomini e donne d'Italia, dell'Impero; ascoltate! Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra Patria. L'ora delle decisioni irrevocabili". ecc. ecc. Ma fra le altre cose una in particolare � da sottolineare (avr� la sua enorme importanza come vedremo)  "...vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale e militare che ci soffocano nel nostro mare, poich�  un popolo di 45 milioni di anime non � veramente libero se non ha libero accesso all' oceano"

qui il discorso di Mussolini

Ha parlato di oceano, quindi significa davanti a tutto il mondo che Mussolini intende  l'Oceano Indiano quindi l'Egitto e il Mar Rosso; � dal tempo della guerra in Abissinia che ci pensa e non � un mistero per nessuno.

Nessuno conosce i piani militari di Mussolini. Nemmeno Hitler che manda il suo controspionaggio a Roma, dove per� il capo del servizio segreto non appura un bel nulla, tanto che dalla Germania gli mandano un bel telegramma "o che lei � scemo o che gli italiani sanno mantenere il segreto".

Quel funzionario non era ne scemo, n� il Quartier Generale Italiano aveva segreti strategici. Pi� semplicemente la realt� era.... che in Italia i piani strategici nessuno li aveva mai fatti. Le tre armi, Marina, Aviazione, Esercito non si erano nemmeno viste tra di loro. Le insofferenza erano del resto risapute, fin dal 1922. Soprattutto con la nuova arma: l'Aviazione.

I Giapponesi, i tedeschi e perfino gli inglesi erano sicuri; l'Italia per prima cosa avrebbe scatenato una grande offensiva aerea in Africa settentrionale preventivamente occupando Malta, il punto pi� strategico del Mediterraneo, e  verso la Tunisia e il Marocco, per cautelarsi anche via terra da un attacco proveniente da una sbarco sulle coste atlantiche. Una base quella di Malta che si rivel� decisiva quando poi la vera guerra inizi� in Africa. La disfatta in Africa fu dovuta principalmente proprio alla mancanza di rifornimenti italiani bloccati dalla base inglese di Malta, per non parlare della roccaforte Gibilterra che trasform� il Mediterraneo in una trappola da dove non si usciva n� si entrava. Nessuno si ricord� -dichiarando la guerra- che c'erano  212 grosse navi mercantili (oltre le piccole) fuori dall'ex grande "lago romano".
(vedi. LA TRISTE SORTE DI 64 NAVI )

L'Inghilterra era cos� sicura (!!! ? o fu una sceneggiata? ) di questa mossa italiana, che  nello stesso pomeriggio del 10 evacu� l'isola di Malta da militari, civili, navi e aerei. "Non possiamo certo -si dissero-  difendere Malta con a ottanta chilometri la Sicilia, a mezz'ora di volo dai bombardieri italiani". Gli inglesi dunque scapparono ma... gli italiani non arrivarono. (Perch�?)

10 Giugno - Nella notte aerei italiani decollati da basi siciliane puntano su Malta. Si teme qualcosa dalla Grecia? No! Il capo di Stato Maggiore dell�esercito greco gen. Alexandros Papagos (filo-fascista, ma non sa cosa l'aspetta) assicura che il suo governo ha apprezzato le dichiarazioni di Mussolini e annuncia che "la neutralit� del suo paese (attenzione a questa parola e frase) sar� osservata e difesa anche con le armi". (con i greci manterr� la parola, ma non escludiamo una nota dello stesso tenore fatta forse pervenire a Churchill)
Dunque, una puntata su Malta gli aerei italiani la fecero, buttarono qualche bomba nel porto della Valletta e se ne andarono via. (chi scrive ha la testimonianza di un carissimo amico, oltre che suo ispettore; l'aviere Graziano Simoni, di Ferrara) Distrussero a Malta un solo aereo. Che � ancora oggi a Malta come cimelio. 
Churchill non credeva ai suoi occhi e alle sue orecchie (oppure recitava benissimo!) tanto che un paio di giorni dopo ne approfitt�, fece fare marcia indietro ai fuggiaschi, prepar� una intera flotta con una portaerei, priv� perfino di aerei e di cannoni Londra (che ne aveva estremo bisogno) e fece occupare Malta, che si trasform� in quella micidiale Isola (sede poi di una potente base navale, aerea e di aerosiluranti) che andr� fra breve a capovolgere l'esito di tutta la guerra e a compromettere tutta la strategia sia di Mussolini (sempre che non fosse d'accordo con Churchill) che di Hitler stesso. 
Churchill aveva visto molto lontano. Inoltre non aveva solo l'isola al centro del Mediterraneo, ma sull'isola ci mise i suoi Radar che "vedevano" le navi e gli aerei appena  lasciavano i porti e gli aeroporti italiani.
L'aviere citato sopra mi racconter�  "qualcosa gli inglesi dovevano per forza avere, non le notizie radio in codice intercettate alla partenza o delle spie che la comunicavano, perch� un giorno -dopo vari viaggi e alcuni incontri sgraditi- noi decidemmo solo dopo la partenza e di nostra iniziativa di cambiare rotta. E nonostante questo dopo pochi minuti i caccia erano gi� dietro la nostra coda. I caccia non vanno a spasso per il mare; i caccia quando partono puntano su un obbiettivo ben preciso, perch� non hanno una grande autonomia. Noi raccontavamo queste cose, ma era come parlare a dei sordi."
"Questo dopo, ma all'inizio della guerra, qualcosa di pi� avremmo potuto fare, con i nostri SM 79, 80; nei primi giorni di guerra non sarebbe stato per niente  difficile conquistare Malta. Ma si sa, noi dell'aviazione non eravamo ben visti. La conquista la doveva fare la Marina, che però non si muoveva, rimaneva in rada, e noi a girarci i pollici negli aeroporti".

l'11 Giugno invece Mussolini e i suoi generali cosa fanno? Partono per le Alpi a fare delle banalissime offensive contro i Francesi. Il commento di Roosevelt  lo abbiamo gi� letto. Subito dopo arriv� quello di Gandhi, che solo un anno prima aveva dichiarato Mussolini che era il pi� grande statista del mondo, ora lo bollava come un "sciacallo". Ma -siamo obiettivi, leggiamo i giornali di quei fatidici giorni - sciacalli in quelle ore lo erano in molti in Italia, e premevano perch� lo diventasse anche Mussolini.
O se non lo erano, a distanza di anni scrivono quello che abbiamo letto in apertura anno:
  "I pi� fecero come chi scrive, cio� nulla. Ci lasciammo portare dagli avvenimenti quasi dissolvendoci in essi, e senza contribuirvi n� in un senso n� nell'altro. Quelli di noi che vennero richiamati alle armi, cio� quasi tutti, non furono soldati traditori, ma nemmeno buoni soldati". "L'Italia dell'Asse, 1a ediz. Rizzoli, 1981, pag 446)
 Ma uno che non contribuisce "n� in un senso n� nell'altro" chi sono? 
Soprattutto quando sono ufficiali?

I piani militari della vigilia dell'entrata in guerra sono di una incompetenza e di una superficialit� incredibile. Ogni Comando decide per proprio conto, spesso senza neppure informare le altri Armi.
Si � in certi casi perfino al paradosso.  L'Aeronautica (ignora perfino le posizioni politiche dell'Italia) predispone un piano tenendo conto di una Iugoslavia ostile, cio� non sa che esiste un patto di non aggressione  fatto da Mussolini proprio con la Iugoslavia. La Marina - all'opposto- di piano ne fa invece un altro credendola neutrale. E nulla come abbiamo visto �  stato predisposto per Malta. Mentre l'Esercito senza un obbiettivo preciso viene mandato in ogni parte, con al comando Principi, Conti, Duchi, Marchesi o gerarchi del partito che nel 22 avevano fatto la Marcia su Roma. Tutti cercano la propria gloria personale, pensando alla campagna d'Africa del '36 - alle medaglie e onori per tutti. 
A capo delle Forze Armate ci dovrebbe essere il Re, � lui il capo delle Forze Armate, invece il comando (ma � sempre il Re a darglielo *) lo si da per "delega" a Mussolini in persona, poi i due montano entrambi su una camionetta e partono per Aosta a guidare l'attacco alla Francia, proprio nelle Alpi, in quella zona dove i francesi sono in pratica quasi assenti e all'interno di fatto gi� quasi sconfitti.

(*) Non dimentichiamo (lasciamo stare il discorso di Mussolini, che non conta nulla giuridicamente)  la comunicazione ufficiale inizia con queste parole "Sua Maest� il Re e imperatore dichiara che l'Italia si considera in stato di guerra con la Francia a partire da domani 11 giugno".
La medesima comunicazione viene inviata agli ambasciatori della Gran Bretagna.
 La firma � del Re, non di Mussolini. (Questa comunicazione e il testo integrale � riportato su tutti i giornali di marted� 11 giugno. E vi si aggiunge il documento interno. "Circa il Comando supremo delle nostre Forze Armate  esso sar� tenuto personalmente dal Duce per delega della Maest� del Re Imperatore".

I giornali del pomeriggio dell'11, fanno seguire al comunicato "dell'ora fatale" e alla cronaca della sera del 10, gli avvenimenti della mattina dello stesso giorno 11:

"Tutto un popolo ha stasera legato la sua volont� e il suo coraggio al genio e alla fortuna di Mussolini: ora in colonne vuole recarsi dal Re Imperatore per mostrargli il suo entusiasmo. Fiumane di popolo s'avviano cantando alla Reggia. Le grida di "Savoia" s'innalzano verso il balcone del Quirinale, che ha ancora le vetrate chiuse: ma ecco che queste si aprono, e subito dopo, il Re Imperatore appare; egli veste l'uniforme di marcia col berretto a busta".

"Non ci sono dubbi -prosegue il cronista-  � gi� in partenza per le zone di operazioni. E da queste ha diretto ai soldati di terra, del mare e dell'aria il suo proclama: "Soldati....Capo Supremo di tutte le Forze Armate, seguendo i miei sentimenti e le tradizioni della mia Casa, come venticinque anni or sono, ritorno fra di voi" (Corriere della Sera , edizione del pomeriggio, 11 giugno 1940).
Il Re si mette la bustina del combattente e parte a fare le ispezioni sul fronte.

carta canta - ecco chi comandava!

(Il Re non ha dimenticato lo Statuto Albertino e lo applica. Potrebbe destituire il Capo del Governo. Ma non lo fa. Ma con lo stesso potere e con lo stesso Statuto in mano  lo destituisce poi il 25 luglio del 1943!! Anzi lo fa anche arrestare. Il potere quindi l'aveva!)
Non dimentichiamo inoltre che l'Alleanza con la Germania l'ha fatta lui, il Re, non Mussolini.
Fu Mussolini che incaric� Ciano (che era diventato l'uomo di fiducia al Quirinale) di preparare lo scambio di telegrammi tra il Re e il Fuhrer, per evitare "maligne insinuazioni". Cio� che l'accordo non si stipulava tra l'Italia di Mussolini e la Germania di Hitler, ma tra il Regno d'Italia e il Reich germanico. Il Re si avvalse della sua "regia" autorevole prerogativa.

Il Re dunque nel dichiarare guerra alla Francia e all'Inghilterra si assunse tutte le responsabilit�.
"Il 5 giugno scrisse perfino una lettera a Mussolini, in cui gli comunicava che:
"manteneva in base allo Statuto, il comando supremo delle forze armate,
delegandogli la direzione politica e militare della guerra".
 
(i comunicati ai giornali parlano chiaro)

Conservava dunque il Re il potere supremo, cio� quello di revocare il capo del governo in qualsiasi momento.
"Mussolini leggendo quella lettera ebbe perfino un accesso di cieco furore, ma non reag�" (Memorie di Alberto Consiglio, decima puntata, Oggi, n.8, 1950

Mussolini ricevuto per delega il comando, riversa sul confine italo-francese 300.000 uomini, richiamati e ammassati in gran fretta; impreparati, che non sanno nemmeno che tipo di guerra devono fare se offensiva o difensiva. Ma quello che � pi� grave non lo sanno nemmeno i generali. 
Badoglio non vuole un attacco, Mussolini invece sì. Gli altri non di meno e con mille dubbi si mettono a litigare l'un l'altro, ognuno con le proprie convinzioni appoggiando chi Mussolini chi Badoglio.

il 12 Giugno a togliere tutti dall'imbarazzo e a dare "la sveglia" ci pensano due aerei inglesi che raggiungono Torino e  Genova; che sono addirittura (!!) scambiati per aerei italiani in arrivo all'aeroporto (in Africa faranno l'incontrario) invece sono due bombardieri inglesi che hanno come obiettivo la Fiat e l'Ansaldo. Sanno gi� dove colpire: al cuore della zona della produzione bellica. Sono passate appena 24 ore dall'entrata in guerra e Mussolini non ha pensato agli aerei, nessuno ci ha pensato, e ci si accorge pure di non avere una contraerea; chiede subito aiuto ad Hitler, che tutto si aspettava ma non che Mussolini attaccasse la Francia dalle Alpi mentre lui stava marciando su Parigi; gli aveva raccomandato nella lettera di mantenersi solo in difensiva e fare solo propaganda anti-anglo-francese.

14-15 Giugno - Viene predisposto da Badoglio l'attacco sul fronte francese. Hitler non � pi� quasi, ma � veramente alle porte di Parigi.

Infatti nel frattempo dal 12 Giugno Guderian ha attraversato le alture della Champagne, ha lanciato il XXXIX corpo corazzato su Ch�lons-sur-Marne, che cade senza opporre alcuna resistenza.
Il gen. Weygand, comandante in capo dell�esercito francese, firma l�ordine di ritirata generale.  Weygand, appoggiato da P�tain, sostiene la necessit� di chiedere l�armistizio: la proposta viene energicamente respinta dal capo del governo Paul Reynaud che vorrebbe la resistenza a oltranza e spalleggiato da Churchill chiede l�aiuto degli Stati Uniti.
In effetti dagli Usa salpa la Eastern Prince, ed � la prima nave da carico con armamenti destinati per� non alla Francia ma all�Inghilterra. Fa inoltre sapere Roosevelt a Reynaud che gli Stati Uniti non intendono scendere in campo.

La Spagna sollecitata dagli alleati e da Hitler a prendere una decisione, si dichiara neutrale, non belligerante.

Il 13 Giugno Parigi � stata occupata, sulla Torre Eiffel, sventola la bandiera tedesca, le stazioni radio diramano gi� notiziari in lingua tedesca. Il governo francese si trasferisce da Tours a Bordeaux.

Ma a Hitler non gli basta solo Parigi; vuole umiliare militarmente la Francia; infatti a sud di Saarbrucken, la Maginot viene sfondata dai soldati del Gruppo di armate C. Da sud-ovest, puntando sulla Loira  il XIV corpo corazzato taglia la ritirata alle truppe francesi che stanno ripiegando su Bordeaux. Il XVI corpo corazzato punta invece a sud-est, verso Lione e Digione. Infine Guderian con il XXXIX e il XLI corpo corazzato punta a est, tagliando la ritirata alle armate francesi che erano "sedute" sulla Maginot.
L'unica operazione riuscita bene ai francesi, � la tempestiva iniziativa dei suoi ammiragli;  la flotta alla fonda nei porti della Manica, la mettono in salvo, parte in Gran Bretagna e parte nell�Africa settentrionale. 

Il 14 Giugno il comunicato tedesco annuncia che l'esercito francese ha cessato di esistere:
"Der vollige Zusammernbruch der ganzen franzosischen Front zwischen ..... Il crollo totale dell'intero fronte francese tra il canale della Manica e la linea Maginot a Montmedy ha fatto fallire la originaria intenzione del comando francese di difendere la capitale della Francia. Di conseguenza Parigi � stata dichiarata citt� aperta. In questo momento le truppe tedesche vittoriose, stanno entrando a Parigi"
(Questo discorso  alla radio lo abbiamo in originale. Lo metteremo in seguito)

Citt� aperta significa, citt� risparmiata quindi i parigini festeggiano.
La rapidit� della vittoria tedesca e la conseguente richiesta di armistizio da parte dei francesi costringe Hitler a impartire nuove istruzioni ai suoi pi� diretti collaboratori. Con la Francia non vuole infierire. Gli interessa solo staccare la Francia dalla Gran Bretagna che gli ha promesso aiuti.
1) il governo francese deve sopravvivere come potenza sovrana. Solo in questo modo i tedeschi potranno essere sicuri che l�impero coloniale francese non passer� all�Inghilterra
2) consentire la sopravvivenza del governo francese (che deve quindi conservare una propria sfera di sovranit�) perch� non � consigliabile l�occupazione totale del paese
3) l�esercito francese verr� fatto affluire nella zona libera dove smobiliter�: sar� consentito solo il mantenimento di alcuni reparti con il compito di provvedere all�ordine pubblico
4) la flotta francese deve essere neutralizzata evitando di chiederne la consegna perch�, molto probabilmente, in tal caso si ritirerebbe oltremare o in Inghilterra
5) le questioni territoriali devono essere poste durante le trattative per il trattato di pace
6) richieste relative all�impero coloniale francese potranno venir formulate solo in un secondo tempo; farle ora significherebbe probabilmente l�annessione delle colonie stesse da parte dell�Inghilterra.

Il 15 Giugno con le sue armate gi� dentro Parigi, Hitler  comunica a Mussolini che rifiuta nettamente l'aiuto delle sue truppe nelle operazioni che sta conducendo in Francia. Mussolini � infuriato, e non lo ascolta, incita Badoglio a sferrare un attacco offensivo alla Francia su l'arco alpino, cosa che il generale non solo non vuol fare ma non pu� fare, perch� lui ha predisposto sul confine tutto un piano difensivo (cio� arretrato)  e non offensivo e ci vorrebbero almeno dieci giorni per modificarlo. Mussolini � ancora pi� infuriato e a questo punto lui personalmente  ("io ho le responsabilit� politiche, io prendo le decisioni militari" - non potrebbe farlo... ma il Re lo lascia fare) d� quindi l'ordine al Maresciallo Graziani, che predispone  un attacco per il giorno 26 giugno, che � il minimo necessario per far muovere tutta la macchina bellica su un terreno non facile come quello alpino. Ma il giorno dopo.....

Il 17 Giugno il Furher ha raggiunto Parigi, sta brindando  sotto la Torre Eiffel e sta aspettando le sue armate che al suono marziale e festoso della Badenweilermarch sfilino lungo i Champs-Elysees per raggiungere l'Arco di Trionfo. 
Comunica a Mussolini di sospendere tutte le operazioni, perch� i Francesi hanno chiesto l'armistizio (e seguendo il consiglio di Hitler lo hanno chiesto anche all'Italia) e di raggiungerlo a Monaco, dove .....

17 Giugno la Francia ormai senza speranza davanti all'invasione tedesca capitola.  Hitler incontrando poi Mussolini a Monaco, gli ribadisce di non fare ulteriori operazioni belliche sul confine, inoltre non lo invita al tavolo delle trattative con la Francia in procinto di firmare la resa a Compi�gne. Grande delusione del Duce.

18 Giugno - Hitler e Mussolini si incontrano a Monaco, e non certo per decidere a guerra conclusa di spartirsi reciprocamente in qualche misura la Francia senza aver quasi sparato gli italiani un colpo.  La Francia   ha perduto 92.000 uomini; i feriti sono 250.000, 1.500.000 i prigionieri. Dal canto loro gli inglesi lamentano 3500 caduti e 14.000 feriti, i belgi 7500 morti e 16.000 feriti, gli olandesi 2900 caduti e 7000 feriti. Le perdite tedesche ammontano a 27.000 morti e 18.000 dispersi: i feriti sono 111.000.  Gli italiani ancora nessuno (Mussolini ne voleva un migliaio per sedersi a Parigi - ne "avr�" alla fine 631) e ovviamente non viene chiamato (su decisione di Hitler) a sedersi con lui nelle trattative con i francesi.

Mussolini si era fra l'altro proprio illuso, era partito con una lunga lista di pretese nei confronti della Francia: voleva la Corsica, la Tunisia, Avignone, Valenza, Lione, Casablanca, Beirut; occupazione fino al Rodano e una testa di ponte a Lione. Voleva inoltre  la consegna della flotta francese che era dentro il Mediterraneo.
Hitler lo calma, lo ridimensiona, gli dice che queste cose lui alla Francia non le chieder� mai, non vuole infierire sui francesi, lui far� il "suo" armistizio e detter� le "sue" condizioni, mentre Mussolini avanzi le sue ai francesi ma in separata sede e non a Parigi ma a Roma. Per Mussolini � una cocente umiliazione.

il 19 Giugno Mussolini rientra furioso in Italia ed � deciso a fare di testa sua....

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