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ANNO 1788
RIVOLUZ. FRANCESE
CRONOLOGIA -
ILLUMINISMO E RIVOLUZIONE FR.
CAUSE e VIGILIA RIVOL. FRANCESE - LOTTA
DI CLASSE E RIVOLUZIONE >>
L'INIZIO DELLA RIVOLUZIONE -
LA MICCIA A GRENOBLE
LA SITUAZIONE CRITICA - COM'ERA LA FRANCIA IN QUESTO 1788
*** FRANCIA - I notabili in Francia si rendono conto della grave crisi finanziaria del paese, e hanno la ferma intenzione -e la si discute caparbiamente- di convocare "Gli Stati Generali": Nobilt� (quella di toga e non di spada), Piccolo Clero e "Terzo Stato" si propongono di proclamare un' "Assemblea Nazionale", e non intendono scioglierla fino al momento in cui non ci sar� una vera e propria Carta Costituzionale, moderna, adatta ai tempi e alla nuova societ�, da alcuni anni in profonda trasformazione, politica, economica, sociale.
Trasformazione che si va originando da s�, spesso senza limiti all'anarchia, con l' alto rischio di entropia e di implosione, con forze molto disunite e non ancora in grado di delegare le facolt� razionali alle modeste intelligenze di quei sovrani governanti, che questa trasformazione -chiusi nei loro palazzi- non hanno per nulla fatto mutare la loro esistenza, perch� inviluppati dentro un conservatorismo ostinato, per nulla attento alle mutazioni. Sono distanti dalle realt�.
Le motivazioni di questo lento ma sempre di pi� determinato oltre che premeditato atteggiamento sono legate dunque alla implosione di una profonda inquietudine che ha ormai coinvolto nella sua vorticosa spirale tutti i ceti sociali. E' un malessere comune che illustriamo a parte nei due link sopra, per poi proseguire con i singoli eventi (ormai divenuti traumatici e con una ben definita rottura col passato) a partire dal prossimo anno.
Dopo le polemiche dimissioni di Necker nel 1781 (che aveva denunciato il colossale deficit e lo spreco della corte presentando un ponderato rapporto fatto di cifre) alla direzione delle finanze statali gli era subentrato Calonne. Ma anche lui dopo aver criticato Necker (infatti aveva pubblicato un resoconto che negava le cifre da Necker rese pubbliche) una volta assunto la responsabilit�, CALONNE fu costretto per non mandare in bancarotta lo Stato (in effetti di fatto lo era gi�), a riproporre, in linea di massima gli stessi rimedi, a suo tempo indicati dal suo predecessore, che a sua volta aveva pure lui seguito quella linea tracciata da Turgot nel '75-76: cio� una pi� equa ripartizione delle imposte e liberalizzazione delle attivit� commerciali ed industriali, infine l'imposta fondiaria unica per tutti. Ed era quest'ultima la "bestia nera" per i Notabili abituati a concordare a rimandare e persino ad evitare i pagamenti, ma anche un incubo per il Clero che dalle imposte -pur possedendo grandissime propriet�- erano esenti.
Il re rifiuta di prendere posizione contro nobilt� e clero e, d'altro canto, rifiuta anche fermamente di convocare gli Stati Generali, come da pi� parti suggerito. CALONNE cerca di girare l'ostacolo proponendo di convocare il 22 febbraio dello scorso anno (1787) un' Assemblea di Notabili per discutere le sue proposte. L'esito della riunione era per� scontato perch� sedevano loro sugli scranni : quindi netto rifiuto di pagare le imposte da parte di nobilt� e clero. Si rivel� insomma un tentativo piuttosto ingenuo.
Infatti il 9 aprile anche lui CALONNE, come i suoi predecessori. fu prima vittima di una violenta campagna denigratoria, poi silurato dall'Assemblea dei Notabili. Dovette dimettersi scegliendo volontariamente di esiliarsi a Londra.
Il 13 aprile l'incarico di risanare le finanze statali viene affidato a un ambiguo LOMENIE DE BRIENNE, arcivescovo di Tolosa. Pur essendo un oppositore di CALONNE anche lui a sua volta uscir� sconfitto dall'Assemblea dei PARLAMENTI (*) nel proporre delle pseudo riforme.
Il 15 agosto, infatti, propose un prestito di 440 milioni di lire promettendo un rinvio di 5 anni della temuta convocazione degli Stati Generali.
Durante la seduta il re, che sosteneva la proposta di DE BRIENNE, cerc� di forzare la volont� dei Parlamenti imponendo la registrazione del decreto relativo al prestito.
Questo era sempre il punto cruciale; l'arroganza della lobby, si poteva permettere il lusso di rifiutarsi a registrare e quindi a imporre i decreti.
Il DUCA di ORLEANS, super� perfino la sfacciata e ardita arroganza, lo accus� di illegalit�, ed il re adottando la stessa arroganza dei suoi avi, ribatt� seccamente "� legale perch� io lo voglio". Atteggiamento inconsueto in un sovrano debole com'era Luigi XVI, abituato a non prendere mai una decisione netta, precisa e definitiva. Tanto meno a imporla.
Il prestito comunque non passa e il DUCA di ORLEANS viene punito con l'esilio a VILLER-COTTERET. Sconter� il periodo di punizione dal 19/11/1787 al 16/4/1788.
LOUIS PHILIPPE DUC D'ORLEANS (detto anche PHILIPPE EGALITE).
Era nato a SAINT-CLOUD il 13/4/1747. Discendente in linea diretta dal fratello del Re Sole, era uno degli uomini pi� ricchi e pi� ambiziosi di Francia.
All'arresto di suo cugino, voter� la morte di Luigi XVI. Sperando forse di poter cingere lui la corona, quando la Rivoluzione gli avrebbe spianato la strada eliminando i vari successori.
Cambiando bandiera, riusc� persino a farsi eleggere agli Stati Generali come rappresentante della Nobilt� modificando anche il suo nome, con il pi� rivoluzionario: PHILIPPE EGALITE.
Ambiguo, membro anche del Club dei Giacobini, il suo voltagabbana non convinse molto i capi rivoluzionari; durante il Terrore fin� davanti al Tribunale Rivoluzionario di ROBESPIERRE, e la sua testa fin� nel cesto della ghigliottina il 6 novembre del 1793.
(*) I PARLAMENTI. - Da notare che in questo periodo pre-rivoluzionario, in Francia esistevano 13 Parlamenti con sede nelle pi� importanti citt� del paese.
Il termine Parlamento/i non deve trarre in inganno sulle loro funzioni. Istituiti nel 1278 come supreme corti di appello e di giustizia per determinati reati (crimini contro lo Stato, lesa maest�, ecc.) avevano anche il compito di registrare ufficialmente leggi, decreti ed ordinanze emesse dalla Corte. Questi enti, in mano alla nobilt� ed al clero, nel corso dei secoli erano degenerati in vere e proprie cricche di giudici intriganti e prezzolati, tanto da essere pi� volte sciolti ed i loro appartenenti esiliati, salvo poi a ricostituirli quando faceva comodo ai detentori del potere averli come alleati.
Al tempo di Luigi XVI il Parlamento di Parigi, composto da 164 membri (dotati di cospicue rendite) era particolarmente ostile al re ed in netto contrasto con la Corte in generale, rifiutando sovente la registrazione dei provvedimenti della Corona;
Nessuna meraviglia quindi che la proposta DE BRIENNE, caldeggiata dal re, sia stata respinta.
Respinta! Ma questo episodio � ritenuto l'inizio del principio della rivoluzione. Fra i membri che avevano respinto la proposta del re e di De Brienne, i pi� contrari erano stati quelli del Parlamento di Grenoble. Tornarono quindi a casa non proprio tanto pacifici.
Ed eccoci al 1788! Tutto riparte da Grenoble!
I membri di questo Parlamento, rifiutarono la registrazione e quindi l'applicazione di alcuni editti reali emessi nel mese di maggio. E' la prima sfida alla Corona!
Luigi XVI, il 7 giugno, tenta ugualmente di imporre la sua autorit�, ordinando la soppressione del Parlamento di Grenoble e l'esilio dei suoi membri.
Ma a GRENOBLE, scoppia la "rivolta delle tegole". Salendo sui tetti i cittadini iniziarono a bombardare con quelle le truppe reali incaricate di far eseguire gli ordini della Corte.
Ma a complicare la crisi, che da locale divenne generale, ci si mise dopo pochi giorni anche il tempo:
Il 13 luglio, con il grano pronto da raccogliere, un violento uragano devasta le regioni della Normandia, Champagne e le Fiandre, distruggendo i raccolti. Poi il maltempo imperversa anche in tutte le altre regioni causando, in definitiva, una perdita stimata del 25% del raccolto di quest'anno 1788.
E' una grave crisi che provoca immediati rialzi nei prezzi ai danni delle popolazioni con basso reddito. Si profila l'ombra della carestia. Si tent� di calmierare i prezzi. Ma insensibili al gravissimo problema alimentare nazionale, alcuni proprietari terrieri, liberi di poter esportare in Europa spuntando prezzi migliori di quelli interni calmierati, venne cos� a mancare sul mercato anche i raccolti che si erano salvati dalla distruzione. In pi�, in quelli devastati, alcuni provvidero anche a ridurre la manodopera -ovviamente- non pi� necessaria.
E se c'era gi� la rivoluzione che covava da tempo nel ceto borghese, la situazione critica diede fuoco alle polveri del ceto popolare. E questa bastava solo gestirlo, strumentalizzarlo, usarlo per i propri scopi. Come vedremo questo poi accadde. Il popolo prima fu usato dai rivoluzionari contro i nobili, poi usato dai nobili contro i rivoluzionari, prendendo questi ultimi la popolazione anche a cannonate.
Il 21 luglio i maggiorenti delle Provincie del Delfinato si riuniscono a VIZILLE per concordare un piano di azione in opposizione al potere centrale. La Rivoluzione � di fatto iniziata.
Il 5 agosto il re � costretto, suo malgrado, a convocare gli STATI GENERALI per la data del 1 Maggio 1789. Lo scopo: chiedere il consenso ampio e incondizionato, da parte di tutti i componenti la societ� francese, per mettere in atto i provvedimenti necessari onde evitare la bancarotta tramite la riforma fiscale. Convocazione eccezionale per decidere tutti quei provvedimenti atti a risolvere i gravi problemi del paese.
L'ultima convocazione degli Stati risaliva al lontano 1614.
I partecipanti all'assemblea dovevano essere designati con pubbliche elezioni da svolgersi in ogni Dipartimento e per ciascun ordine. Mentre tutti i nobili e gli ecclesiastici erano considerati elettori di diritto, per il Terzo Stato avevano diritto al voto solo i cittadini maschi con almeno 25 anni di et� e regolarmente iscritti nei ruoli delle imposte.
Intanto diamo uno sguardo alla Francia di questo periodo e alla popolazione ripartita in categorie sociali.
Questa era la Francia del 1788.
Nobilta' | 370.000 |
Clero | 190.000 |
Funzionari pubblici, militari | 500.000 |
Operai
specializzati, artigiani, professionisti, commercianti, borghesi |
4.700.000 |
Contadini piccoli proprietari | 11.000.000 |
Salariati agricoli | 7.000.000 |
Manovalanza generica | 4.240.000 |
Totale popolazione 1789 | 28.000.000 |
Nobilta'
e clero (560.000) detenevano il 66% delle terre
Piccoli proprietari (11.000.000) detenevano il 33% delle terre
I SALARI GIORNALIERI DI UN
OPERAIO SPECIALIZZATO: 30-35 SOLDI
DI UN UOMO DI FATICA, MANOVALE: 15-25 SOLDI
DI UN SALARIATO AGRICOLO: 12-18 SOLDI
(L'ORARIO DI LAVORO DALLE 10 ALLE 14 ORE GIORNALIERE - 20 SOLDI EQUIVALEVA A UNA
LIRA
SALARIO ANNUO QUINDI DI MEDIA DALLE 360 LIRE ALLE 540 LIRE
IL COSTO
DEGLI ALIMENTARI
PANE 2 SOLDI LA LIBBRA (453 GRAMMI)
CARNE BOVINA E SUINA 5-6 SOLDI LA LIBBRA
VINO 5 SOLDI LA PINTA (1,136 LITRI)
Quando NECKER, nel 1781 si era dimesso dall'incarico, da buon banchiere, svizzero e pragmatico, ebbe l'ardire, tra le altre cose, di criticare, con il suo documento Compte Rendu, le spese folli e gli incredibili sprechi della Corte, che ammontavano gi� allora ad oltre 200 milioni di lire.
Queste alcune cifre indicative: - Il Debito Pubblico ammontava a circa lire 2.340.000.000 - Gli interessi annui dovuti sul Debito Pubblico erano di circa Lire 425.000.000 - Spesa pubblica corrente annuale circa lire 360.000.000 - Spese della corte lire 200.000.000.
A fronte di una uscita annuale fissa di circa lire 985.000.000 le entrate correnti per imposte, tasse, ecc. ammontavano a circa lire 600.000.000. La cifra relativa alle entrate � molto incerta e solo virtuale, in quanto la maggior parte dei nobili versava acconti sulle imposte dovute con ritardo di anni.
Il 1� aprile 1790 fu poi reso di pubblico dominio il "Libro Rosso" con la lista dettagliata delle spese della Corte. Ecco alcune cifre rilevate nel "Libro Rosso":
- a favore dei fratelli del re: 28 milioni - doni e gratificazioni a terzi: 6 milioni
- pensioni e trattamenti di favore: 2 milioni - elemosine: 254.000 lire - indennit�, prestiti, anticipi: 15 milioni
- acquisizioni, contributi: 21 milioni - interessi finanziari: 6 milioni - contatti (?) con l'estero: 136 milioni.
- spese varie: 2 milioni - spese personali del re e della regina: 11,5 milioni
Il totale � di circa 230 milioni. Il salario ANNUALE di un operaio parigino lo abbiamo accennato sopra, era di circa 450 lire.
(re e regina hanno quindi speso in un anno pari ai salari di 25.555 operai)
(La famosa "collana" dello "scandalo", costava 1.600.000 lire, pari a 3500 salari).
Le attivit�, le cariche, la giustizia, la liberta, la nobilt�
- Qualsiasi attivit� investa una funzione pubblica � un privilegio acquistato a caro prezzo o ereditato; questo vale anche per i mestieri e le professioni pi� diffuse.
- Le cariche civili, militari ed ecclesiastiche sono riservate ad alcune classi privilegiate e, nell'ambito di queste, solo ad alcuni individui.
- Nell'ambito della giustizia la carica di magistrato � sovente acquistata, diventa patrimonio familiare ed � trasmissibile agli eredi. In molti distretti l'amministrazione della giustizia � a pagamento il ch�, fuori perifrasi, significa che in una causa vince chi ha pi� soldi da versare al giudice
- La libert� di stampa � condizionata al placet dei censori regi ed agli umori del clero.
- Il re concede abitualmente patenti di nobilt� in cambio di grosse somme destinate alle sue casse personali.
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(da ADOLPH THIERS - Storia della Rivoluzione Francese - L'Opera pi� completa ed esaustiva.
Cronologia ha realizzato un CD con l'intera opera - vedi la presentazione qui )
Le statistiche invece, per la maggior parte di esse � stata tratta da giornali e riviste francesi che le riportano nelle varie celebrazioni del 14 luglio.
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