STORIA |
ISLAM: LA RISCOPERTA DELLE ORIGINI
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IL MOVIMENTO SALAFISTA
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Prof. Giovanni De Sio Cesari
( http://www.giovannidesio.it/ )
STRUTTURA:
Movimenti rinnovatori Salaf e Bida Wahabiti La legge dell'Islam
Salafismo e Occidente Salafismo e terrorismo Prospettive
Generalmente in Occidente noi usiamo il termine di "fondamentalismo islamico" come un sinonimo quasi di fanatismo e quindi come la base del terrorismo. Cercheremo in questo articolo di chiarire i termini
Innanzi tutto notiamo che il termine "fondamentalismo" non trova riscontro nel mondo arabo mussulmano. Infatti il termine, fino a qualche anno fa, indicava generalmente alcune correnti religiose che soprattutto in America propugnavano una interpretazione letterale della bibbia per esempio a proposito della Creazione con conseguente rigetto dell'Evoluzionismo. E' stato poi semplicisticamente esteso al ben diverso ambito islamico.
Teniamo presente innanzi tutto che movimenti di riscoperta delle origini sono comuni in tutte le religioni. Ogni credo religioso inizia infatti con un gruppo ristretto di persone che credono in esso fervidamente : se esso si diffonde ampiamente man mano diventa un fenomeno di massa, conquista intere nazioni, informa di sè intere civiltà e inevitabilmente perde anche di intensità: non è più una scelta personale, diventa un dato, un connotato che si acquista con la nascita. Periodicamente sorgono quindi nel suo ambito movimenti che rinnovano il messaggio iniziale, che dichiarano a tornare ai "principio". In effetti possiamo dire che la vitalità di una religione si misura proprio con l'affermarsi di movimenti del genere
Senza voler allagare il campo ad altre religioni restiamo nel campo più familiare del Cristianesimo. In ogni epoca i movimenti del ritorno alle origini sono stati innumerevoli. Tanto per ricordare il più illustre citiamo il movimento francescano . Francesco vide nella sua epoca la Chiesa troppo "mondanizzata" come si dice nel lessico cristiano: troppo vicina cioè alle esigenze concrete, agli interessi del momento storico e troppo lontana agli ideali dei tempi evangelici. In particolare gli esponenti della gerarchia ecclesiastica erano ricchi e potenti e quindi Francesco propugno la povertà e la umiltà. Alcuni di questi movimenti, come quello francescano, restano nell'ambito della ortodossia, altri invece finiscono fuori di essa.
Movimenti che intendono tornar alle origini sono stati nel passato e sono nel presente attivi anche nel mondo islamico con peculiarità diverse e comunque da inquadrare in un non assimilabile a quello cristiano
In linea generale il movimento che attualmente propugna il ritorno alle origini nel mondo mussulmana puo essere genericamente indicato con il termine di "SALAF" italianizzato con movimento "Salafista".
Il termine "salaf "in arabo significa "predecessori, antenati" e indica, nel nostro caso, i primi seguaci dell'Islam. Praticamente ha un significato corrispondente a quello che ha nel mondo cristiano il termine " evangelico".
Propugna quindi un ritorno alle origini, alla purezza dell'insegnamento dell'islam non contaminato con le tradizioni dei vari popoli, dai compromessi con le esigenze politiche ed economiche, soprattutto purificato da tutte le influenze provenienti dal mondo occidentale cristiano e, peggio ancora, ateo,
Non può quindi essere qualificato come un movimento "tradizionalista" anzi il suo punto essenziale è la lotta alle tradizioni . Nemmeno può esser considerato nazionalista perchè intende combattere tutti i nazionalismi : le regole dell' Islam non debbono essere calate in questa o quella realtà nazionale , valgono per tutti e sempre dagli aridi deserti dell'Arabia ai campus universitari europei. La visione è strettamente internazionalista. Allah non fa distinzioni fra le nazioni, la causa dell'islam non è la causa di un popolo particolare ma è la causa dell'umanità intera. Nessuna differenza fra negri ed bianchi, fra orientali o occidentali. L'unica differenza è fra "muslim" (credenti ) e "kafir", (non credenti)
Il concetto fondamentale è la distinzione fra "SALAF" (cioe delle origini) e "BIDA" cioè innovazione rispetto ai tempi di Maometto.: la prima accettata in modo assoluto, la seconda respinta e qualificata "shirk "(politeismo ), o "kufr " (paganesimo)
Qualche esempio :
- Viene respinto il culto delle tombe tanto che in Arabia si giunse fino a distruggere le tombe di Kadija e dei califfi
- non si ammettono "madhab" (maestri) come interpreti della sharii'ah (legge, islamica data da Allah)
- Viene respinto anche la invocazione alla intercessione di Maometto : non è ammesso dire YA MUHAMMAD
Il pensiero salafista viene contestato da altre componenti dell'islam: per restare negli esempi citati :
- si dice che il culto delle tombe è contenuto nelle prime tradizioni in quanto Muhammed stesso disse "Io (sarò) vivo e fresco nella mia tomba, a chi mi saluterà, gli ritornerò il saluto."
- che l'intercessione del Rasul Allah (inviato di dio; Rasul viene generalmente tradotto in occidente con Profeta) è presente anche negli hadith (racconti del Profeta) : ad esempio vi si narra che un cieco recupera la vista per sua intercessione
- che in effetti anche i salafisti hanno i loro "madhab " (maestri) da seguire
- Soprattutto si contesta che una minoranza vuole imporre il proprio parere alla grande maggioranza della UMMA (comunità dei credenti ) e che soprattutto ad innovare (BIDA) sono proprio i salafisti che dopo 1400 anni vogliono mutare quello che i "muslin" hanno sempre fatto
Non ci addentriamo in un dibattito teologico tutto interno al mondo dell'Islam: solamente notiamo come gli argomenti addotti dagli uni e dagli altri ricordano singolarmente quelli addotti da cattolici e protestanti nel '500: non è un caso: le tesi salafista sono molto simili a quelle luterane con la richiesta di tornare ai tempi evangelici che in effetti è la versione cristiana del ritorno ai predecessori (Salaf)
Nell'ambito del Salafismo un particolare rilievo e risonanza hanno i Wahabiti. Il movimento fa riferimento a Muhammed Ibn Abd al-Wahab (1703-92).Questi si formò alla Mecca e a Medina secondo una impostazione rigorosa del diritto islamico (Shari'ah ) ricavata al Corano e dagli hadith . Egli si oppose a un islamismo popolare intriso di magia e tradizioni locali. Condannò rigidamente l'iconografia, la intercessione di personaggi ritenuti santi ,in particolare il culto delle tombe. e ogni innovazione di culto posteriori alla predicazione coranica. Il suo programma quindi era presentato come un ritorno integrale alle origini
L'Arabia alla meta del 700 era dominata da una serie di tribu in lotta fra di loro. Al-Wahab allora strinse una alleanza con l�emiro Muhammad ben Saud, della grande confederazione tribale degli �Anaza." Questa alleanza permise la conquista dei luoghi santi, La Mecca e e Medina dove,secondo i dettami del movimento furono distrutti i monumenti di Khadija (sposa di Maometto), di Abu Bakr (primo califfo) e di Ali ( quarto califfo) e si portarono via i ricchi tessuti che ornavano la tomba del Profeta. Il movimento fu poi combattuto dall'impero turco e inoltre da Muhammad Ali kedive d'Egitto che riconquistò i luoghi santi . Piu Importante storicamente pero fu ancora il conflitto con il mondo scita. Nelle tradizioni scite infatti assumono notevole importanza i pellegrinaggi alle tombe e addirittura esporre e portare in processione immagini dei suoi dodici Imam, il tutto con una forte venatura messianica nell�attesa della ricomparsa del dodicesimo Imam, non morto, ma scomparso, nell�878 dopo Cristo, e destinato, per fede, a riapparire un giorno dalla sua Ghayba (luogo nascosto)
La lotta divenne anche guerreggiata e nel 1802, i wahabiti attaccarono la città sacra degli Sciti , Kerbala (la citta irachena che anche gli americani hanno evitato di occupare ) e saccheggiarono il mausoleo più sacro per gli sciiti, quello dell�Imam Hussein.
Attualmente il trono d'Arabia è tenuto dalla dinastia discendente da ben Saud, (Sauditi da cui il nome di Arabia Saudita) che si ispira all'antico maestro .
Va notato che il contrasto fra Wahabiti e Sciti spiega anche avvenimento contemporanei. La rivoluzione integralista dell'ayatollah Khomeini nell'Iran scita non ha avuto appoggi nell'Arabia Saudita che come è noto ha invece sostenuto l'Iraq laico di Saddam Hussein cosi come l'Iran si è sempre dichiarata avversaria di Bin Laden che comunque poteva considerarsi un wahabita. Vero è che in questo complicati giochi di inimicizia sono presenti anche rivalità etniche fra arabi ed iraniani ( per la guerra Iran Iraq ) e fra Dari e Pashtun in Afganistan i primi un ramo degli iraniani e i secondi invece una etnia Pakistana
La religione islamica a differenza del Cristianesimo ha un carattere eminentemente normativo. Infatti nel cristianesimo vi è un ampio contenuto teologico e vi sono poi dei principi etici generali: da questi ultimi la comunità dei fedeli ( la Chiesa) trae poi delle norme piu o meno precise da seguire. Pertanto i movimenti innovativi , le sette, gli scismi, le eresie nel Cristianesimo hanno un carattere prevalentemente dottrinale e teologico. derivanti da diverse lettura e interpretazioni delle Sacre Scritture: le eresie cristologiche davano una diversa interpretazione della figura del Cristo, i luterani avevano un diversa idea della grazia e delle opere. L'Islam invece, a somiglianza dell'antica fede ebraica, è essenzialmente un "legge" che il fedele deve seguire. Nell'ambito islamico viene distinto il "DIN", cioè la fede in Dio e quindi la volontà di vivere secondo la sua che può essere di tutti gli uomini anche non mussulmani (soprattutto dei popoli del Libro, cioè cristiani ed ebrei) dalla "SHARI'AH"che significa in arabo "via" o meglio "cammino verso la fonte ": con essa si intende l'insieme delle prescrizioni legali che sono considerate derivanti dalla Rilevazione Divina. Con Muhammad si è enunciata la legge definitiva, che non potrà mai essere modificata: essa infatti è stata enunciata direttamente da Dio, in lingua araba. e Muhammed semplicemente la ha ripetuta a voce, "recitatata" (Corano appunto significa "recitazione"): il mussulmano pio quindi vuole seguire la volontà di Dio come è stata enunciata. Nel Cristianesimo quindi il dotto o il rinnovatore è sostanzialmente un teologo. un filosofo ( Ario o S. Tommaso o Lutero,) ma nell'Islam invece può esso più paragonarsi al giurista. E' vero infatti che le prescrizioni coraniche sono precise: tuttavia, come per le nostre leggi civili, occorrono esperti, cioè giuristi per armonizzarle e interpretarle cosi che gli Iman, gli ayatollah sono dei conoscitori delle complesse leggi che regolano l'Islam.
Da questo punto di vista pertanto il Salafismo (come tutti i movimenti religiosi islamici ) focalizza la sua attenzione sulle prescrizioni religiose: interpretano e applicano in modo rigido le norme che trovano nel Corano e nelle hadith .si oppongono agli innovatori, ai modernisti che invece ritengono di poter dare ad esse una interpretazione più estensiva. Facciamo un esempio oggi di molta attualità: il velo islamico (higiab) : per i modernisti la prescrizione che si ritrova nel Corano viene interpretata come un richiamo generale alla modestia e al pudore femminile senza che esso debba essere necessariamente indossato: per i safalisti invece la prescrizione coranica va presa alla lettera e quindi esso deve essere effettivamente e obbligatoriamente indossato dalle donne, senza eccezione. Viene quindi presentata tutta una serie molto complessa di regole che il fedele deve seguire se vuole veramente seguire la volontà divina e considerarsi un vero islamico cioè, come indica il temine, una persona che" si abbandona alla volontà di Dio". Da questo punto di vista non vale alcun considerazione sociologica, alcuna valutazione umana : Dio non può sbagliare , la legge va presa e seguita nella sua interezza
La concezione Salafista quindi è contraria a tutto ciò che non è contenuto nell'islam dei primi tempi. A tanto maggiore ragione è contraria a tutti gli influssi provenienti dall'Occidente, civiltà non islamica, espressione del Cristianesimo ma ancora cosa più grave, percorsa dall'ateismo o comunque dal laicismo che nega nel mondo la validità della legge divina. Khomeini ( non safalista ma comunque espressione di un islam rigoroso) definì l'America il " grande satana". Il termine "satana " piu ancora che "nemico" puo essere inteso come " tentatore" . Infatti l'Occidente con il suo benessere , con le sue vetrine scintillanti, con la sua potenza economica può essere considerata la tentazione di seguire una via diversa da quella indicata da Allah. Ma l'Occidente da un punto di vista del rigorismo islamico è invece il "male": è egoismo eretto a sistema, immoralità e prostituzione eretti a principi morali. Bisogna allora contrapporre a tanto male il ritorno integrale al Corano, la purificazione da ogni influsso occidentale. Questo non significa rinunciare alle scoperte scientifiche e al progresso tecnico degli occidentali ma rifiutare le loro concezioni etico politiche. Non si riconosce il nesso che invece per noi europei è chiarissimo fra progresso tecnico-scientifico e nuove concezioni filosofiche nate dal Rinascimento in poi in Europa .
Può destare meraviglia che teorie tanto radicali possano trovare seguito non solo nei paesi tradizionalmente islamici ma anche e forse soprattutto fra i mussulmani nati o vissuti in Occidente e anche fra i convertiti di origine occidentale. Bisogna però considerare un fenomeno importante indicato in sociologia con il temine " marginal man", cioè della situazione in cui vengono a trovarsi individui che a causa di emigrazione restano sospesi fra due identità diverse.
Un musulmano che vive in Occidente sarà percepito dagli occidentale come un "diverso" perchè mussulmano e dai suoi compatrioti ancora come un "diverso" perchè vive in Occidente: un emigrante di terza generazione in Francia di origine magrebina non verrà percepito come francese dai francesi ma nemmeno come arabo dagli arabi: la sua identità rimane incerta, indefinita. Il Salafismo invece gli offre una identità decontestualizzata nel tempo e nello spazio: un salafista non è ne afgano ne americano, non è del XXI scolo o del X secolo: vive in una specie di patria ideale senza confini, non ha tradizioni nè patria nè tempo . E una identità particolarmente adatta per chi non riesce più a identificarsi in nessuna patria e in nessuna tradizione.
A questo punto c'è da chiedersi che cosa c'entra il terrorismo , il jihad contro l'Occidente con il Salafismo: approssimativamente in Occidente il "fondamentalista" islamico è quasi sinonimo di terrorista. In realtà il rapporto è molto complesso e vario.
Innanzitutto va notato che niente accomuna di per se il mussulmano che vuole essere particolarmente pio con il terrorista. Seguire i dettami del Corano in modo puntuale, stare attenti che negli animali macellati non resti alcuna traccia di sangue, che non si mangi nulla del maiale, che le preghiere vengano recitate nel modo piu corretto non ha alcuna attinenza con il mettere bombe sui treni o far crollare i grattacieli. Anche in Occidente vi sono molti movimenti religiosi cristiani che contestano alcune aspetti della modernità, che si battono contro l'egoismo liberista e contro la pornografia ma certo non vengono percepiti come pericoli. Nessuno penserebbe al Papa come un pericoloso sovversivo perchè si dichiara contro il consumismo e richiama fedeli e non fedeli a una rigorosa morale sessuale. Nemmeno è da credersi che, come qualche volta si sente dire, che i musulmani intendano convertire il resto del mondo a colpi di bombe e di massacri. Anche nei tempi antichi i mussulmani non hanno mai costretto gli altri a convertirsi all'Islam come la sopravvivenza di comunità cristiane nel Medio Oriente testimonia.
In realtà storicamente il Safalismo non è stato sempre "nemico" dell'Occidente; anzi spesso si è collegato a un movimento di riforma del mondo islamico che tendeva a metterlo al passo con l'Occidente. In tempi recenti la monarchia wahabita dell'Arabia è stata la più fedele alleata degli USA nell'area medio orientale, e in genere i movimenti più religiosi sono stati alleati di fatto con l'Occidente in chiave anticomunista. Lo stesso Bin Laden in altri tempi ha ricevuto, sia pure indirettamente, qualche aiuto dagli Usa . I Talibani hanno preso il potere in Afganistan con l'appoggio se non proprio degli Usa di due alleati storici degli Usa stessi cioe il Pakistan e l'Arabia Saudita.
Tuttavia è pure un fatto che attualmente le organizzazioni terroristiche che hanno operato in occidente si richiamano alla ideologia safalista e comunque all'integralismo islamico.
Per comprendere tale rapporto che puo apparire incomprensibile bisogna a nostro parere partire da una analisi del mondo arabo e musulmano in generale. Prima degli anni 80 hanno prevalso in esso correnti che piu o meno si ispirarono alla cultura occidentale sia che si riferissero al modello liberista cha a quello socialista pure esso tutto interno, giova ricordarlo, alla cultura occidentale. Alcuni stati erano allora filo occidentali, altri filo russi con tutte le possibili gradazioni ed equilibri. Ma questa opera di modernizzazione non ha dato i frutti sperati per motivi che qui non esaminiamo. Correnti allora più integraliste islamiche che qui indichiamo con il temine generico di Salafismo hanno preso consistenza e rilievo, ed é nata quindi una lotta tutta interna al mondo arabo musulmano fra coloro che intendevano portare avanti l'opera di modernizzazione in senso occidentale e coloro che invece ritenevano che il rinnovamento poteva venire solo da un ritorno integrale all'islam. Il conflitto come era forse inevitabile in un mondo non democratico è passato dal piano puramente culturale al confronto politico e militare. In Iran esplose la rivoluzione scita , una vera rivoluzione popolare, come concordano tutti gli osservatori. In qualche altro paese prevalse qualche regime integralista ma nel complesso le elittes rivolte all'occidente hanno mantenuto il potere anche nei paesi dove esso si era affermato, i frutti non erano stati quelli sperati e alla fine degli anni 90 l'integralismo politico ispirato all'Islam sembrava in declino. A questo punto alcuni gruppi hanno ritenuto che il vero nemico da colpire non fossero i regimi arabi laici ma gli occidentali considerati loro protettori. Gruppi come quelli di Al Qaeda hanno cioè alzato il tiro colpendo gli Usa nella speranza non certo di conquistare gli Usa ma di unire tutti il mondo arabo musulmano in una guerra comune contro l'occidente e fare apparire i regimi arabi non islamici come una emanazione dell'Occidente, del grande Satana
Il conflitto a nostro parere è interno al mondo mussulmano ed è debordato al di fuori di esso quando la parte soccombente ha tentato di riprendere vigore coinvolgendo gli Occidentali in un conflitto che non li riguardava e che essi difficilmente riescono a comprendere.
Difficile indicare le prospettive di un conflitto quando esso è in corso. Crediamo che in in qualche modo il terrorismo ha avuto un successo nel provocare l'intervento militare americano in Medio Oriente trasformando questi da aggrediti in aggressori. In effetti nessun arabo crederà mai che gli americani sono in Afganistan o in Iraq per difendersi ma interpreterà l'intervento come una aggressione. D'altra parte questo avviene largamente anche in Occidente.
Vero è pero che la possibilità che l'integralismo possa prender il poter nei paesi arabi che era il fine essenziale del terrorismo si è indefinitivamente allontanato : In qualche paese nel quale aveva il potere lo ha perso. Dovunque in Occidente e in Medio Oriente la caccia al sospetto di terrorismo è accanita, soprattutto poi il movimento salafista nel suo insieme viene visto come la fonte del terrorismo ed è difficile distinguere un salafista pacifico e un salafista che ricorre al terrore.
Consideriamo poi la proporzione delle forze in campo: da una parte vi è la enorme potenza economia e militare degli Usa: dall'altra parte un movimento frammentato in mille rivoli diversi, privo di mezzi e di guida. Il resto del mondo può essere anche in disaccordo con questa o quella iniziativa americana ma tutti dalla Cina all'Europa all'India alla stessa maggioranza dei musulmani è comunque nemica del terrorismo islamico. In questi termini non vi può essere alcun dubbio sull'esito finale del conflitto. Anche se i movimenti terroristici vincessero una o cento battaglie questo non farebbe che altro che aumentare la forza e la determinazione dei loro avversari. Il problema è invece quanti esseri umani, migliaia, centinaia di migliaia , milioni debbono ancora morire inutilmente.
Prof. Giovanni De Sio Cesari
( http://www.giovannidesio.it/ )
altre pagine
* "Il terrorismo islamico: radici storiche e culturali"