ITALIA - ITALY

 1 - VALLE D'AOSTA  

Kmq 3.263,39- Abitanti 120.000- Capoluogo AOSTA (35.100)
La regione fin dall'antichità era abitata da un antico popolo: i Salassi.  Cuore e centro della Valle, Aosta deve la sua fortuna di essere  un importante crocevia dell'antichità che metteva in comunicazione attraverso il Colle del San Bernardo (nonostante l'altezza, m.2473)   un altro importante crocevia, quello di Martigny. A destra attraverso la Valle del Rodano si arrivava nel territorio dei Germani; mentre a sinistra si raggiungeva Losanna per continuare poi nel territorio dei  Galli fino a Parigi.
La Valle intera era già un piccolo mondo per i Salassi prima della conquista romana. Popolo fiero e forte, temprato da una dura selezione del clima,  gli autoctoni ci vivevano a loro agio, in piccoli villaggi nelle valli laterali, non avevano mai sentito la necessità di creare una "Veulla" (la Città), e  quando era necessario scavalcavano senza timori,  monti, ghiacciai e valli anche nei mesi invernali e commerciavano anche nei mercati dei villaggi più remoti in "Francia" come in "Svizzera". 

Quando iniziarono le conquiste romane, proprio per questa sua posizione strategica ai piedi del San Bernardo, nel 25 a.C., crearono più che una colonia e un semplice castro, una vera e propria città, su un rettangolo di m 724 x 572. In onore di Cesare Augusto prese il nome di Augusta, e Pretoria perchè sede di pretoriani. Cinta di mura, si abbellì di notevoli monumenti (tuttora ben conservati): la porta Pretoria, l'Arco di Augusto, il teatro di 8000 posti, l'anfiteatro, il famoso ponte d'El,  uno dei più interessanti di tutto il mondo romano, sulla strada per Cogne (centro minerario già conosciuto e sfruttato dai romani) a 52 metri sul corso d'acqua. Il cuore della città tuttora conserva l'antico riquadro planimetrico.
Alla caduta dell'Impero Romano, dopo il periodo di confusione che ne seguì, nel 570 entrò a far parte del regno dei Franchi. Nell'anno 1000 circa, feudatari furono i Savoia, ma ebbe ampia autonomia amministrativa e politica, fino alla Magna Carta di Tommaso, restata in vigore fino alla dominazione napoleonica. Dopo varie vicissitudini, la stessa autonomia  amministrativa è stata riconfermata alla fine delle Seconda Guerra Mondiale. nel 1948, il 26 febbraio,  la Nuova Costituzione Italiana, ha reso la ex provincia Aosta una regione autonoma a statuto speciale.
Dominata dalle alte vette delle Alpi, la catena montuosa più alta d'Europa: M. Bianco, Cervino, Rosa, Gran Paradiso, la Valle è già un incanto naturale, un fantastico regno di ghiacci e di rocce, severo, solenne e maestoso, poi perfettamente intonato a questo ambiente c'è l'incanto creato dagli uomini: quasi cento castelli, pittoreschi,  turriti, fieri  con la loro storia militare e feudale, ben conservati, fra i più antichi d'Europa (
nella foto il Castello di Fenis).
Percorrendo la strada di questo fantastico regno, ci si rammarica solo di una cosa, di non avere gli occhi spalancati e multilaterali: ad ogni battito di palpebre si rischia di perdere una visione, o perchè guardando incantati da una parte si rischia di perdere una meraviglia dall'altra. Ad ogni curva a sinistra un' apparizione, ad ogni svolta a destra uno spettacolo mozzafiato. Questa è la Val d'Aosta! Un luogo sempre conteso da "piccoli" uomini, ma che é invece ha un solo "grande" Re, che domina incontrastato il suo straordinario Regno, quello della Natura. 
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 2 - PIEMONTE  

Kmq 25.399,97- Abitanti 4.298.731 - Capoluogo TORINO (861.000) - Città: ALESSANDRIA (85.000) - ASTI (71.000) - BIELLA (46.000) - CUNEO (54.800) - NOVARA (102.000) -VERBANIA (30.200) - VERCELLI (44.800)
La sua antica e originaria popolazione erano i Liguri. Liguria veniva indicato il Piemonte ancora ai tempi di Diocleziano e corrispondeva in realtà all'attuale Piemonte, Lombardia e Liguria. Dopo le conquiste dei romani e gli  insediamenti  a partire dall'età augustea, alla caduta dell'Impero Romano, dopo un periodo di caos,  nel VI secolo la regione attuale fu divisa dai Longobardi in ducati. Più tardi, verso l'anno 1000, la troviamo disgregata in quattro "Marche" in lotta fra di loro, ma alla fine con un unico vincitore. Infatti subito dopo cadde sotto il dominio dei Savoia verso il 1100 circa. Di Liguria non se ne parlò più, nemmeno indicando quella attuale che costeggia il mare, che prese il nome Genovasato fino all'arrivo di Napoleone. In Piemonte (quello attuale)  fino al 1748 ci furono moltissimi contrasti e divisioni con altri feudatari,  anche  dopo la Pace di Aquisgrana del 1668 ma senza tanti sostanziali cambiamenti di confine, e il Piemonte fu completamente assoggettato ai sabaudi e da loro unificato. Dopo la dominazione Napoleonica e i sovrani sottomessi, con  la successiva Restaurazione, il Piemonte ritornò ai Savoia ripristinando l'assolutismo feudatario col l'altisonante nome Regno di Sardegna.  Con Carlo Alberto salito al trono nel 1831 questa difesa al conservatorismo più retrivo, sempre ostile ai moti liberali, assunse  aspetti fortemente repressivi e se vi furono alcune apertura queste furono sempre  offuscate dall'ambiguità, che gli costò la disfatta e l'abdicazione.  Più opportunista e pragmatico suo figlio Vittorio Emanuele nel 1849, che oltre che difendere il proprio territorio, si assunse il compito (ma la regia era di Cavour) dell'unificazione dell'intera penisola italiana, culminata poi con la proclamazione del Regno d'Italia il 4 marzo del 1861 e l'"annessione" al regno delle altre "circoscrizioni" (così si chiamavano e non regioni) della penisola dopo la terza guerra d'indipendenza.

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 3 - LOMBARDIA 

Kmq 23.862,90 - Abitanti 9.121.714 - Capoluogo MILANO (1.247.000) - Città: BERGAMO (113.00) - BRESCIA (187.000) - COMO (79.000) - CREMONA (70.000) -  LECCO (45.000) - LODI (42.000) - MANTOVA (49.000) - PAVIA (74.500) - SONDRIO (22.000) - VARESE (84.500) 
Abitata già in età preistorica come la Liguria e Piemonte dai Liguri (e Liguria  si chiamavano i territori delle tre attuali regioni, fino ai tempi di Diocleziano)  fu in parte occupata nel V secolo a.C. dai Galli e successivamente conquistata  dai Romani nel 222 a.C. trasformando Milano in un  importantissimo centro per il controllo dei movimenti dei barbari ai confini. Con l'avvento di Costantino (313 d.C.)  Milano divenne  per un breve periodo la capitale dell'Impero. Alla caduta di questo, nel 476, con Odoacre  l'intera Italia settentrionale iniziò prima a chiamarsi Gozia, poi Regnum Italiae.  Nel 568  calarono sull'Italia i Longobardi di Alboino, ma misero la loro capitale Pavia. Dominando l'intera pianura Padana per circa due secoli, lasciarono poi  in eredità il nome "Longobardia" (poi Lombardia) anche se in realtà questa denominazione seguitò a indicare l'attuale Italia settentrionale, mentre tutto il resto a sud dell'Emilia, prendeva il nome di "Ducati dell'Italia", ma non Italia. Terminata questa egemonia, il territorio fu annesso  al Sacro Romano Impero di Carlo Magno sempre sotto il nome di Regnum Italiae.. Dopo la crisi dell'impero carolingio, il regno si frazionò anch'esso prima in Ducati e Marche, poi in comuni; i primi d'Italia. Ma la crescente potenza di alcune città, provocarono vari interventi dell'Imperatore Federico Barbarossa. Sconfitto a Legnano (1176) dalla Lega Lombarda, seguì presto il periodo delle potenti Signorie di  Milano, con i Visconti e gli Sforza, che riuscirono comunque a riunificare tutta la regione e perfino ampliarla fino a Genova, Asti, Bologna e parte della Toscana, trasformando il Ducato  in una potenza, e Milano  nella città più importante come centro culturale e commerciale dell'intera Europa, e come sfarzo, unica.
Nonostante queste -precedenti e anche successive- continue fusioni o divisioni, gli autoctoni  creeranno dentro gli attuali confini della Lombardia,  una individualità storica geografica ben precisa, una corrispondente unità politica ed una rilevante tradizione culturale oltre che linguistica, molto diversa dalle regioni confinanti, meno accentuata nel confine a sud, ma decisamente diversa rispetto a ovest col Piemonte e a est con il Veneto. Unica regione dell'intera penisola ad avere (o meglio dire determinata "a volere") i nutriti scambi commerciali e culturali con il centro Europa; la regione ne ricevette grandi benefici.

La fine del 1400 segnò la fine di questo periodo d'oro e d'indipendenza: si succedettero, provocando disastri e decadenza politica ed economica,  i Francesi, gli Spagnoli (1535-1700 - il  periodo più riprovevole), poi gli Austriaci, sotto il cui governo (prima e dopo la campagna napoleonica (1815)  la regione dopo il Trattato di Vienna fu trasformata nell'austriaco  Regno Lombardo-Veneto  che durò fino al 1859, anno della seconda guerra d'indipendenza con l'annessione (non proprio gradita) al Piemonte; poi "ciscoscrizione" (o "compartimenti")  dell'unito Regno d'Italia. L'antico nome romano "Regione" (così per  tutte le altre) fu riesumato solo nel 1913.
Nonostante le tante dominazioni (quella spagnola fu perfino mortificante) che annullavano i grandi progressi raggiunti in ogni settore della vita lombarda fin dal profondo medioevo,  gli abitanti conservarono l' ingegnosità e una singolare attitudine che potremmo definire precapitalistica, e che alcuni storici ritengono addirittura anticipatrice (ma soffocata)   a quella calvinista-protestante sviluppatasi nel centro Europa. Comunque appena nuovamente libera di esprimere queste attitudini (anche nel secondo periodo austriaco 1815-1848 fu fortemente penalizzata - ma non la sua cultura), la Lombardia è subito ritornata non a caso ad essere una delle regioni più prosperose d'Europa, Milano una delle sue più importanti capitali, e in alcuni settori unica.  
 I GONZAGA E LA STORIA DI MANTOVA
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 4 - VENETO 

CRONO DI VENEZIA --------------  IMAGE DI VENEZIA (time wait  45 ")

Kmq 18.390,67 - Abitanti 4.540.853 - Capoluogo VENEZIA (296.400) - Città: BELLUNO (35.300) - PADOVA (212.000) - ROVIGO (50.900) - TREVISO (81.200) - VERONA (254.500) - VICENZA (108.200)
 La storia del Veneto è fondamentalmente legata a quella di Venezia (a cui rimandiamo le molte pagine dedicate).  Le prime tracce di presenza umana nel Veneto risalgono al paleolitico Inferiore, (2000 a.C) con la presenza di genti indoeuropee, i ven,  parlanti una lingua paleoveneta; dunque all'età del bronzo finale e alla prima età del ferro. Nel 1200 a.C. altre ondate migratorie giungono dalla Grecia o attraverso i Balcani o dal mare.  Popoli  nella loro globalità detti Achei.  Ma anche Celti, Protoilliri,  Protoveneti,  avrebbero in questo periodo massicciamente colonizzato le regioni dell'Adriatico settentrionale e l'entroterra. 
 VENEDI è il nome etnico più antico menzionato nelle fonti greche (Tolomeo, geografo del II sec. a.C.) e romane (Plinio,Tacito). Indicano alcune popolazioni stanziate lungo la slava Vistola. Il termine sopravviverà integro in Italia con il latino, ma anche nella lingua tedesca il termine  Windische indicava le popolazioni slovene-venete. Erodoto cita venedi per indicare una tribù illirica dei Balcani. Ma non dimentichiamo Omero che ci ricorda nell'Illiade una popolazione ven della Paflagonia abitante lungo le coste dell'Asia Minore. Del resto Livio, Virgilio, e Catone ci narrano che i venedi dopo aver partecipato alla guerra di Troia come (Traci?) alleati dei troiani (ed Enea era Trace!) migrarono in massa sotto la guida di Antenore e sbarcarono nelle coste adriatiche settentrionali. A un altro eroe di Troia, a Diomede, è anche attribuita la fondazione di Adria. Quindi molto prima che arrivassero gli Etruschi  e i Greci nel sud Italia e in Sicilia.
La diffusione di una cultura  palafitticola (originaria dal Mar Nero, che aveva risalito il Danubio, fino al di là delle nostre Alpi e che poi attraversarono) si diffuse su  tutto il Veneto (che comprendeva allora tutto il Tridentino).  Prima nelle Valli Alpine dei Laghi si stanziarono per circa 1000 anni, poi nel 1200-1000 a.C. i palafitticoli improvvisamente le abbandonarono e si concentrarono sulla pianura  Veneta orientale. Molte le tracce della cultura Tracia (intendiamo quella preromana, del 4000-3000 a.C) e Micenea (2000 a.C.) quindi molto prima della nascita della civiltà greca e perfino di quella cretese; anzi sembra proprio che la minoica  sia stata creata dagli antichi Traci; Erano loro che adoravano già il toro circa 2000 anni prima.
Nel 388 a. C. si verifica l'invasione gallica  fino a Verona.  Qui i Veneti aiutarono i primi Romani in zona per respingere il nemico comune dai confini. Nel 189 furono poi i romani ad aiutare i Veneti per respingere alle loro spalle i temuti Carni che stavano invadendo la pianura scendendo dal Friuli. I Romani li aiutarono e sul posto ci rimasero, dando origine a una colonia che in breve si trasformerà in una fortezza e questa in uno  dei più strategici baluardi dell'impero nei successivi 632 anni: Aquileia.  Nell' 89 a.C. i Veneti dai Romani ottennero il diritto latino, e la piena cittadinanza nel 49  a.C. - Poi si formò una nuova amministrazione territoriale dopo la guerra civile fra  Marco Antonio e Bruto, con la creazione della Cisalpina (creazione delle "regioni"; 11 con Augusto, 16 con Diocleziano). Nel corso dei successivi quattro secoli, fino alla caduta dell'Impero Romano, il Veneto orientale ebbe un intenso e fiorente sviluppo economico. A sconvolgere poi tutta la regione e a portare la frattura tra la costa e la  terraferma,  giunsero prima  gli Unni di Attila nel 452 d.C., poi nel 568 furono i Longobardi a invadere il Veneto . E' il momento in cui le due aree (costa e terraferma) si differenziano sempre di più. La fascia costiera con risorse e interessi commerciali é legata a Bisanzio (quella eminentemente marittima), mentre quella  interna  (a vocazione contadina, più arrendevole ma forse anche di una etnia diversa)  andrà incontro a vari destini nel corso dei successivi secoli.  Dalla terraferma già l'anno dopo il passaggio di Alboino, nel 569, alcuni gruppi della vicina ALTINO  (Torcello,  Burano, Murano, Giudecca,  Rio-alto e Olivolo -erano  appunto i rioni di Altino) si rifugiarono nelle isole creando i primi insediamenti fissi in laguna, dando ognuno il rispettivo nome del suo rione all'isola  occupata. Prima a Torcello (la più vicina alla terra ferma, poi a Burano, infine  a Rio-alto (Rialto) fondarono quella che sarebbe divenuta poi Venezia.  Nato e consolidatosi un elemento sociale preminente, quello del ricco patriziato scaturito da oltre cinque secoli di floridi commerci con i romani, con il suo singolare governo e la sua vocazione marittimo-mercantilistica, la nascente e poi ormai prosperosa Venezia  fortemente autonomista e isolazionista, riuscì più tardi (nel 1183- Pace di Costanza) ad affermare i propri diritti di libertà verso il Sacro Romano Impero, restando così fuori da quel confuso periodo feudale, comunale e delle signorie, che investì e divise l'intera penisola.  Con il forte sviluppo economico e commerciale, Venezia ormai diventata una potenza marittima, riuscì a imporre su tutto il Veneto il proprio dominio, espandendosi  (approfittando della sgretolato  potere centrale - il fatidico a. 1378) anche sulla terra ferma: dal Friuli si estese fino a Bergamo (1404-1420), in Puglia (1495), in Romagna (1503). Attaccata da tutte le potenze europee, proprio per questa velleità espansionistica sulla terraferma (ma con la scoperta del Nuovo Mondo stava perdendo i commerci con l'Oriente, e una forte fazione del patriziato veneziano spingeva questa alternativa  politica di mercato più terricola),  le ostilità misero a rischio la stessa esistenza di Venezia,  ma con la  Lega Cambriai del 1509, il forte patriziato della città dogale, ammaestrato dall'esperienza, si riamalgama e manterrà, a partire dal 1525, una saggia neutralità nella situazione di conflittualità internazionale creata dallo scontro fra gli Stati europei. Positiva per la pace interna, ma troppo isolazionista e inerme questa neutralità, fino al punto che non riuscì poi a conservarla  (non avendo alleati) di fronte all'attacco  napoleonico. Nel 1797 (Pace di Campoformio)  Napoleone cedeva il Veneto all'Austria che lo mantenne anche dopo il Congresso di Vienna fino alla sua cessione al Piemonte nel 1866, con la terza guerra d'indipendenza, quando fu "annessa"  all'Italia unita, ma piemontese. Cosa che lasciò molto amareggiati i Veneti, convinti che quell'autonomia  goduto in mille anni e che aspiravano con il ritorno di Manin, fosse divenuta una realtà con il voto del plebiscito, invece  si ritrovarono sudditi di un Re piemontese e a questa istituzione (Statuto Albertino) legati. Anzi "sotto-messi". La targa ricordo che si trova nel Palazzo del Doge, parla del resto chiaro: "Unita al Regno d'Italia, sotto il governo monarchico"
(vedi la Lapide)
 (vedi VENEZIA ANNO 1999 ) ) E anche "1866: LA GRANDE TRUFFA DEL PLEBISCITO"

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 5 - FRIULI VENEZIA GIULIA  

Kmq 7.854,97 - Abitanti 1.188.000 - Capoluogo TRIESTE (252.000) - Città: GORIZIA (37.600) - PORDENONE (48.500) - UDINE (95.000)
La storia del Friuli, prima, durante e dopo l'epoca della dominazione romana, si confonde con quella del Veneto appena narrata. Anche perchè per un lunghissimo periodo i Veneti dominarono il Friuli. 
Nel 2000 a.C. già abitato da un popolo di ceppo pre-indoeuropeo chiamato Euganei, si sovrappose un popolo Celto chiamato Carni (lasciarono il nome alla attuale Carnia). Una nuova ondata emigratoria di Carni nel 186 a.C. mise in allarme i Venedi..  Fu allora che chiesero (dopo averli prima appoggiati a respingere i Galli a Verona) aiuto ai Romani che ricambiarono non solo il favore, ma sul territorio fondarono una colonia che in seguito, trasformata in una fortezza, diventerà di enorme importanza strategica. Era Aquileia! un vero baluardo contro i barbari, che non tardarono ad affacciarsi sui vicini confini dell'Impero;  la colonia poi divenuta  fortezza presto si trasformò in un vero crocevia del mondo romano. Nel periodo augusteo, da Aquileia partivano le strade che portavano le legioni a Augusta, o a Vienna, o in Pannonia, nell'illirico, in Tracia, in Dacia, in Macedonia, in Grecia, in Oriente, oltre che a Verona, Brescia, Milano e in Gallia. -  Nella vicina Concordia c'era il lusso romano delle famiglie dei  funzionari e dei generali, a Grado e Altino (quelli che poi fondarono Venezia)  i lucrosi commerci, alla fortezza di  Aquileia il comando strategico. Di qui passarono quasi tutti gli imperatori romani e anche i primi imperatori bizantini.
Ma sia le sue frontiere sia lo strategico crocevia, furono anche utilizzati  poi dagli Unni, Ostrogoti, Avari, Slavi, Longobardi per fare le loro veloci razzie in Italia, o gli ultimi la loro migrazioni di massa.
Caduto l'impero romano, furono proprio queste tre città - per quello che simbolizzavano - ad essere completamente distrutte. Prima dall'Unno Attila,  poi dal Longobardo Alboino. E se per i Venedi  di Altino, lo scampo fu la laguna, per i friulani non ci fu una via d'uscita per opporsi a quel sistema feudale longobardo che dominò e poi favorì da quel momento in poi una forte penetrazione germanica; i cui re e imperatori (come Enrico IV) concessero al patriarcato proprio di Aquileia l'investitura ducale del Friuli. Quasi indipendente dal 1077 al 1420, quando iniziarono tensioni e lotte nei vari feudi, ne approfittò Venezia (abbiamo visto sopra le ragioni dell'espansione sulla terraferma), ed  unificando le due  regioni riuscì ad annettersi i territori fino a Gorizia. Iniziò così il periodo della dominazione della Repubblica della Serenissima fino al 1797,  influenzando non poco il Friuli, ma anche portandovi un lungo periodo di pace e un impulso a tutta l'economia del territorio. Il Friuli era prezioso e necessario per Venezia: dalle foreste del Friuli giungevano i milioni e milioni di pali per le fondamenta (si è calcolato che ne siano stati impiegati circa 12 milioni).
Con Napoleone il Friuli  e la Venezia Giulia seguì la stessa sorte di Venezia e del Veneto, finì sotto l'Austria nel Regno Lombardo Veneto. Ma non ebbe lo stesso destino dopo il 1866: infatti tornò all'Italia solo  l'Udinese, il resto rimase all'Austria. Poi sconfitto  l'impero Asburgico  nella Grande Guerra 1915-1918 dalle grandi potenze, l'Italia riunificò sotto la stessa bandiera le due regioni nel 1919, perdendo però Fiume e Pola.  Nella seconda guerra mondiale, con l'Italia nella disfatta, la Iugoslavia prima della fine della guerra riuscì ad occupare Trieste e il Goriziano. Seguì un lungo processo di rivendicazione (anche piuttosto critico negli anni Cinquanta) che ebbe poi termine negli anni successivi con il Trattato di Osimo del 1975. 
(VEDI QUI- TRIESTE  IL CRONO...DRAMMA DAL 1943 AL 2000)


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