i nostri fratelli di aia stanno
ascoltando le ultime
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( Card n. 109 del 23 -07-2000)
--- "L'immigrazione avviene e ci è necessaria - dice uno raccontando la prima ovopalla - perchè in Italia le coppie non fanno più figli". Ovopalle! scrive un altro. "Gli immigrati verrebbero comunque, anche se il sig. Rossi e il sig. Bianchi mettessero al mondo dieci figli. Gli immigrati prima di salpare dalle coste mica prendono visione i dati demografi Istat dell'Italia. Sono loro la "demografia" in persona, 250 milioni sull'altra sponda; che ci stanno davanti e premono come la deriva del continente.
--- Tizio afferma: " Gli italiani hanno
studiato troppo, si sentono troppo qualificati per i lavori generici"
. Caio contesta: "Sono ovopalle, ma dove ha preso quello lì le statistiche
della scolarizzazione e della qualificazione in Italia? E poi dove ha sentito
che cercano solo operai generici. (l'ingenuo vada
a vedere qui). Ma diamogli pure ragione, ma vuole
forse suggerire all'eventuale prodigo e prolifico sig. Rossi che i futuri figli
non dovrebbe mandarli a scuola per farli entrare in quell' "esercito
di riserva" (di basso proletariato o di disoccupati- ora anche di ceto
medio) tanto utile alla compressione dei salari di quegli imprenditori
che poi vanno dicendo in giro che l'economia tira, che è forte" ?.
--- Paradossalmente un altro propone la più grossa Ovopalla dell'estate; quella
di fare "centri di qualificazione" nei paesi degli immigrati prima
di farli partire. Già sono pronti i manager per i "centri di formazione"
all'estero. Ma come? quello di prima dice che gli italiani sono troppo
qualificati e poi andiamo a qualificare gli altri alla fonte? Ma che Ovopalle
sono queste?
--- Un politico va dicendo che serve la bassa manodopera perchè questa non si trova, che gli italiani non la vogliono più fare, mentre un leader degli industriali lo contraddice subito affermando che servono invece urgentemente "tecnici, ingegneri, periti, manager, addetti controllo numerici e alla high tech" che invece in Italia si trovano e come! e tanti vorrebbero fare proprio questi mestieri. L'unica cosa che forse dimentica di dirci -il leader- è che li vuole pagare poco. Un tecnico elettronico rumeno, portoghese, algerino o dell'est costa infatti la metà e anche meno.
--- Un altro Tizio - avendo presente l'"età d'oro" degli "squali" degli anni '50-'60, forse ha nostalgia delle famose "Coree" e delle "Shangai" del "triangolo industriale" e scrive con tanta demagogia e provocazione: "Prendiamo prima quelli del Sud se hanno veramente voglia di lavorare". Forse ha preso quello lì la Sicilia o la Puglia per il Ghana o la Costa d'Avorio, lui crede che vivono ancora sugli alberi e mangiano cavallette.
--- Gli dà corda l'Economist: "Sono
tutti "mammoni" quelli del Sud e non vogliono spostarsi da casa".
Ma Caio rimbrotta:
"Non ha capito niente dell'Italia l'Economist"; infatti, subito,
a fianco e sullo stesso giornale, lo smentisce un Presidente di una regione
del Nord-Est, Antonioni: "A Trieste ci sono sacche di disoccupazione
come nel Sud, ma la stragrande maggioranza non si sogna nemmeno di fare 20 chilometri
per spostarsi in un paese dove c'è lavoro". Figuriamoci quello umile!
Qualcosa allora non quadra. La ragione? L'Economist non ha capito due
cose: La prima che non è che non piace lavorare, ma sono stufi
di essere maltrattati e malpagati, si sono affrancati dall'indigenza (è
forse un male? non è a questo che mira un popolo civile?), si sono scolarizzati
(è forse un male anche questo?) e quindi sono più coscienti dei diritti;
e si sono emancipati dall'obbligo di farsi sfruttare come i loro padri negli
anni '50. E dato che hanno un po' di umana stima di se stessi (è questo
un disonore?) non vogliono sentirsi dire che devono sostituirsi a quel popolo
di disperati di oggi, malpagati e sfruttati, com'era pochi anni fa quell'esercito
di disperati italiani di ieri. (Ma ha presente l'Economist come
è avvenuto il "miracolo italiano"? Gli
enormi sacrifici che lo sviluppo aveva imposto alla classe lavoratrice immigrata
proveniente da quelle sacche povere del paese i cui sacrifici li sopportava
solo perchè era -suo malgrado- temprato da generazioni alla fame,
ai disagi, alle carenze, all'ignoranza, all'ozio forzato, che aveva stroncato
le umane potenziali capacità di laboriosità ma anche di ribellione (li prendevano
a cannonate se reclamavano per il pane!) e si era purtroppo adattato (nelle
"coree" e nei "cantieri fantasma") a sopravvivere in una
lotta individuale eroica quasi quotidiana non priva di tributi di sangue (vi
furono per incidenti sul lavoro 43.000 morti e 675.000 inabili - fu anche
questo il "miracolo". Ancora nel '71, 1.633.559 infortuni e 4.360
morti sul lavoro in un anno; 11 infortuni al minuto, 7 morti al giorno).
Ha dimenticato l'Economist gli annunci "non si affitta a meridionali",
o quel bar torinese che mise il cartello "vietato l'entrata ai cani e ai
terroni". Il Belgio offriva al governo italiano (cioè all'industria metallurgica
italiana) due quintali di carbone al mese per ogni veneto giovane
e forte che l'Italia riusciva a convincere a mandare nelle miniere belghe;
dove molti sono ancora lì sotto, sepolti. (e ci volle ben poco per convincerli
con la fame che c'era in giro; e fu utile a calmierare i salari che gli abitanti
settentrionali pretendevano).
---La seconda cosa che ignora l'Economist (o fa finta) è, che sono invece gli imprenditori che preferiscono un africano e un marocchino, perchè stanno sempre zitti (sono -dicono- remissivi, umili, timidi, volenterosi e si adattano) anche quando ricevono una paga che basta appena a sopravvivere e pagarsi un letto in un tugurio. (vedi sotto immagine recentissima, come si "adattano" loro, e come sono "onesti" gli altri).
(C'erano 11 italiani ("adattati" !!! ma
anche loro sfruttati) , dodici cinesi, cinque algerini, otto marocchini, sedici
macedoni, una lituana,
tre dell'Africa centrale. Dieci sono risultati clandestini. Il proprietario dei lauti (!?) guadagni
un italiano)
--- Quasi riescono a farci credere che gli
immigrati amano e hanno la vocazione a fare i lavori più umili. Volenterosi?
Ovipalle! Per il momento tacciono. Ed è apprezzato il "morto di fame"
e fa molto comodo solo perchè (come negli anni del "miracolo")
calmiera la manodopera.
Merce questa che si trova in costante eccedenza rispetto alla domanda
di questo sistema industriale a causa del processo di semplificazione
delle mansioni lavorative, che rendono superflue le vecchie conoscenze tecniche
perfino di chi era produttivo fino a ieri con quel tipo (inumano) di sviluppo
capitalistico di pochi. (cosa facciamo, ritorniamo agli italiani anni '50?)
--- Negli anni '50'-60 partivano dal Veneto le donne per fare le mondine nel vercellese, o gli uomini a vivere nelle baracche delle miniere Franco-Belghe; oppure a fare gli spazzini a Colonia o a Zurigo. E provenivano dal Sud (sempre per un piatto di lenticchie) quelli usati nelle catene di montaggio nel Nord Italia; perchè altrimenti, dicevano allora come oggi, non si può essere competitivi con l'estero, non possiamo fare esportazione.
--- Memori di quei tempi delle baracche di Marcinelle o di Charleoi (l'esperienza l'hanno fatta i loro padri) a Vicenza hanno proposto di alloggiare gli stranieri nelle ex caserme. E magari a mezzogiorno e sera dare il rancio e suonare la tromba il mattino per poi inquadrarli e avviarli al lavoro, iterinale, mobile, flessibile, in mano a qualche "caporale" che si definisce imprenditore e spesso anche "assistente".
Presto quindi li vedremo come nei Gulag russi: "Inquadrati dal
"caporale" escono
dalle caserme offerte dalle magnanimi
amministrazioni locali, "particolarmente" sensibili alla
carenze di alloggi degli extracomunitari. Come quelli sotto.
--- L'idea sarebbe forse anche buona, ma spuntano subito fuori le commissioni di studio, i lavori da fare per rendere idonei questi fatiscenti edifici, le persone preposte al loro funzionamento e alla gestione, i direttori, i vice direttori, i funzionari e gli impiegati vari, più i patronati delle varie etnie o religioni, e ovviamente le varie associazioni umanitarie "volontarie" (ma con rimborso spese) ecc. ecc. Non è poi da escludere all'interno di queste "caserme" la nascita dei "caporalati", i "negrieri", gli "asientisti" del 2000. (già nati - vedi QUI ) . Un tale ne gestisce già 5000 !! (cinquemila uomini!). E nascono sempre di più in certi oscuri ambienti gli improvvisati italiani "Vu' cumprà cittadinanza?". Inoltre compaiono certi osceni abusi dietro i paraventi dell' "umana assistenza". Come questo:
Il
comune di questo paese (omissis il nome - perchè non è giusto nei confronti dei
cittadini onesti - ma è a disposizione).
aveva dato in concessione un edificio a
una associazione di assistenza (!?) immigrati ("umanitaria")
--- Conclusione: ogni extracomunitario alloggiato nei proposti lagher-caserme potrebbe costare minimo 300.000 lire al giorno. Dieci milioni al mese a spese della comunità, perchè l'immigrato possa prenderne uno e mezzo dal comparto produttivo; che deve esportare, e che minaccia altrimenti di andare a mettere le fabbriche all'estero: con in Italia il management e la commercializzazione dei prodotti e all'estero la produzione. Una ottima "patriottica" idea che sta scatenando già una ribellione (ne parliamo in una prossima cartolina - cosa sta bollendo in pentola).
--- Ma torniamo all'idea delle caserme. Sensibili (sic.) al problema (oppure visto il grande affare) reclamano ora chi? i costruttori di case: "Gli stranieri hanno diritto a una casa e non ai ghetti" e chiedono quelli dell'Ance un piano di edilizia sociale con i contributi dello Stato. Non dei produttori; quindi a pagare saranno ancora gli stessi lavoratori italiani, quelli magari che hanno pagato per decenni l'Ina-Casa senza averne ricevuta mai una; il tutto "per il bene della nazione" dicono gli imprenditori. (Ma nessuno s'è levato invece a favore (nemmeno i sindacati) di una più adeguata gratificazione dei lavori peggiori che dovrebbero fare gli italiani cui si offrono questi lavori. Contano sulla "riserva" di chi si accontenta, ecco perchè tanta insistenza a farli entrare, aprire le frontiere E gli immigrati non solo costano poco, ma fanno (con la concorrenza) guadagnare poco agli italiani! Anche quelli superqualificati; e fra non molto ai tecnici, periti, ingegneri, manager, impiegati (la Ovopalla del lavoro umile si sgonfia, ci crederanno solo più i fratelli di aia, i polli!).
occorrono ingegneri
--- Il ministro dell'Industria Letta va dicendo (13 luglio, C.d.S.) che
occorre non solo urgente manodopera ma anche personale altamente specializzato,
tecnici qualificati, ingegneri, "da noi non ce ne sono a sufficienza, ci
stiamo rivolgendo all'India, aprendo da tempo un dialogo sull'high tech".
Ci sono, ci sono i tecnici e gli ingegneri, caro Letta. Il figlio
di chi sta scrivendo è perito in telecomunicazioni. Si è laureto in ingegneria
elettronica; automazione industriale. Ha completato con un famoso team una tesi
d'avanguardia sull'high tech: sulle comunicazione
di strumenti in rete (Scpi-Internet). Vive
nel Nord-Est. (dove anche il leader degli industriali veneti dice le stesse
Ovopalle di Letta: che mancano ingegneri, periti, addetti ai controllo numerici).
Ma ha fatto fatica a trovare lavoro dopo mesi e mesi di annunci e di colloqui.
All'Associazione industriale si è messo in lista per quasi un anno. Nessuno
lo ha chiamato. Quando poi ha trovato un posto, in una famosa azienda,
l'offerta massima è stata di un milione e mezzo al mese, di più non pagano
perchè dicono che ci sono gli indiani che costano meno. E sa cosa gli
hanno fatto fare? Andare all'estero, in Portogallo, in Romania, in Madagascar,
in Transilvania ecc. e... in India, a insegnare a costruire apparecchiature
elettroniche a tecnici che prendono 250.000 lire al mese (mangiano una
volta al giorno e male; riso o patate) poi le stesse apparecchiature vengono
importate e vendute in Italia al costo di milioni. (valore costo materiale componentistica
(obsoleta, di scarto) e manodopera tecnica - 100 mila lire). Insomma a questo
ragazzo gli hanno offerto di fare il capo "negriero", per permettere
a una impresa di fare astronomici guadagni pagando poco i tecnici in Italia
(*), poco le maestranze per la produzione all'estero e poche tasse (pagamento
estero-estero). Insomma come i famosi palloni cuciti a cento lire l'uno.
Sono quindi -certe dichiarazioni- Ovopalloni d'estate. Non si conosce il
problema! - Altro che "Gli immigrati sono necessari a una economia
di un Paese industrializzato come l'Italia, che altrimenti rischia di
essere soffocata se non andiamo incontro alle richieste degli industriali
che vogliono riaprire le frontiere". (per pagare poco!). Come vede -sig
ministro Letta- le frontiere sono aperte, sia nell'andata che nel ritorno.
L'unica cosa è che nessun italiano ne beneficia. Solo alcuni: cioè i furbi. Si
scopre così che non è che gli italiani non vogliono fare i lavori umili ma si
vuole solo pagarli poco anche quando fanno gli ingegneri, i periti e i tecnici.
(*) Paradossalmente è stato assunto con un contratto di formazione in
Italia per andare a fare formazione all'estero. Cioè in Italia è considerato
un allievo, mentre per l'estero è considerato un maestro. E di fatto lo è;
è perito in telecomunicazioni, è ingegnere elettronico ed è cresciuto
in mezzo ai computer (perchè suo padre li vende dal 1980).
--- Dice un altro sempre riferendosi al Sud: "Devono imparare a rischiare
in iniziative localmente radicabili, accettate e condivise. Come in Veneto ad
opera di quelle intelligenze capaci di progettare e rischiare: intelligenza
di singole persone, famiglie, piccoli gruppi legati da interesse comune e solidarietà
intraprendente. (Parla un monsignore locale).
Ovipalle fresche sono! Fino al non lontano 1970 dove le avevano utilizzate queste
capacità e intelligenze? Perchè mai andavano a Vercelli, a Marcinelle o a Stoccarda?
Forse perchè non c'era ancora il trio PI-RU-BI. (vedi
Sicilia-Veneto - il 1970 a confronto).
RIFFA e ARRAFFA
Sempre il figlio
dell'autore che scrive, l'intraprendenza l'aveva. Voleva mettersi in proprio,
ha quindi pensato di ricorrere a quegli incentivi varati dal governo per costituire
nuove imprese tecnologiche. Nel presentare la domanda è stato scavalcato da
cordate di commercialisti "bagarini" che presentavano
20-30 domande di altri aspiranti che però avevano pagato a loro anche 5 milioni
con il sistema della "riffa" per essere nei primi posti delle accettazioni,
e che ovviamente hanno fatto dopo, la "raffa". Lo scandalo della
"riffa" e... "araffa" è andato su tutti i giornali. E tra
gli ammessi alle nuove aziende tecnologiche: una che fa dei banalissimi corsi
d'inglese. Mancava solo uno che proponesse un'azienda con corsi di vanga e badile
nei campi, e la tanto pubblicizzata Promozione per la Creazione di Imprese Tecnologiche
del Nord-Est della New Economy, cadeva nel ridicolo e nel paradosso. Il ministro
Letta se vuole può informarsi della scandalosa "riffa" e "raffa"
avvenuta a Vicenza. (Chi paga è ai primi posti e "arraffa". Alcuni
ingenui si erano portati i sacco a pelo, erano poi riusciti ad avere il n. 23,
ma si sono ritrovati al 1055 mo posto. Una colossale e vergognosa beffa.
--- Un altro va dicendo: "Gli
stranieri ci sono necessari, ci occorrono per pagare le future pensioni
degli italiani". Quali, quelle d'oro? O per gli stessi genitori anziani
degli stranieri di cui possono chiedere ora legittimamente il ricongiungimento?
E legittima sarà fra poco anche la richiesta (e chi potrà più impedirlo?) di
votare nelle amministrative e FARSI LORO le leggi dell'immigrazione locale
(In America non è accaduto nell'800? Se le sono fatte gli europei le leggi mica
i locali indigeni!). - Ricatti? No o forse SI. Se incrociano le
braccia sono dolori per tutti. Facchininaggio, macelli, acciaierie, industria
pesante, mercati generali, spazzini, stallieri, infermieri, concerie, allevamenti,
fogne, manovali edili ecc (lavori altamente integrati e necessari in una
economia opulenta e differenziata come la nostra) sono attività funzionanti
perchè saldamente in mano agli immigrati.
E questi iniziano a prendere coscienza (altro che umili e tonti) che sono
diventati importanti (e lo sa già tutto il Mediterraneo! Alcuni
pagano 10 milioni per farsi trasportare in Italia. Non sottovalutiamoli
nè diciamo che sono dei poveracci, alcuni hanno due lauree). Anche elettoralmente
gli italiani diventeranno presto in alcune città e paesi una minoranza che dovranno
accettare impopolari provvedimenti non certo a loro favore. Chi produce -e maggiormente
concorre alla ricchezza- comanda! E' il liberismo che abbiamo insegnato;
e molti (non sono ignoranti) sanno anche leggere! e sono capaci
di fare -e stanno facendo- anche loro impresa. Purtroppo sono assistiti
da una fauna sempre più in crescendo. L'immigrazione è ormai un grosso affare
politico ed economico. Tutti ci vogliono mettere le mani. E sembra che renda
assai. Per alcuni è un grande business.
--- Non ha finito quello sopra a dire una Ovopalla (che i contributi degli immigrati
occorrono per pagare le pensioni) che subito appare una strana Ovopalla a smentirlo.
Infatti il direttore generale dell'INPS Fabio Trizzino al meeting di Loreto
ha ricordato che "solo 400.000 degli 800.000 che hanno il "permesso
di soggiorno per lavoro", risultano iscritti all'INPS" (oltre
ai 400-500.000 clandestini di cui non si sa cosa facciano) "e che è necessario
creare una banca dati". (ma che bell' Ovo di Colombo!). Ma allora chi sta
utilizzando questi 900.000? (VEDI
QUI LA PROTESTA - Cioè la buona volontà di alcuni
immigrati, e la cattiva volontà di chi non solo vorrebbe pagare poco ma anche
non pagare)
--- Ricongiungimento; alcuni si sono stracciate le vesti; sembra che nessuno
ne sapeva niente. La legge c'è, esiste, e a saperlo sono proprio gli interessati,
un po' meno alcuni politici. Hanno diritto tutti quelli che lavorano e pagano
i contributi a farsi raggiungere dai figli e genitori anziani che così possono
godere di diritto la pensione sociale, la scuola, la sanità ecc. E avrebbero
più di una ragione a pretenderle, visto che "loro" sono necessari
alla competitività, alle pensioni, al funzionamento di questo nostro tipo di
società integrata, e quindi al benessere della nazione Italia; settima potenza
industriale del Mondo "con il contributo del Terzo Mondo". "Sono
una vera ricchezza per il nostro Paese" (Mancini, 13 luglio, C.d.S.).
Questo gli immigrati lo sapevano già, ma ora sanno che sono indispensabili,
e domani fondamentali. Quindi prepariamoci a pagare domani, la cambiale in bianco
che stiamo -tutti come gli struzzi- firmando oggi.
--- Padre Baget Bozzo non ha dubbi rispetto a
quelli che invece vorrebbero gli italiani più disponibili a fare i facchini
e i lavori umili a 40-50.000 lire al giorno: "La gente, gli italiani
vogliono arricchirsi non impoverirsi! Basta criminalizzare la ricchezza
come quella di Berlusconi e compagni".
E' questo infatti il desiderio legittimo degli italiani che
possono permettersi di fare un bel niente, e che godono del più ambito dei diritti
acquisiti: la proprietà privata, e il liberismo furbesco, che gli viene somministrato
ogni minuto facendoli sognare a occhi aperti. Tutti al mattino si alzano pensando
al "colpo gobbo", all'occasione (anche losca - vedi certi stimati
funzionari o presidi che non resistono poi alla corruzione di un paio di milioni)
che tutti aspettano; e che aspetteranno, perchè sono troppi i sognatori. Non
c'è posto per tutti. Inoltre -che illusi e ciechi- la ricchezza non va espandendosi
su un largo strato della popolazione ma concentrandosi in un piccolo nucleo,
dominante, monopolistico e con i capitali all'estero. E sempre di più -oggi-
questo neoliberismo selvaggio intacca e rosica il modesto benessere anche
della classe media, dei piccoli risparmiatori, degli artigiani, dei colletti
bianchi. Fino a ieri sereni, tutti convinti di non essere loro bocconi per gli
"squali".
--- Ovipalle politiche estive - sono proprio queste idee di arricchimento
facile - che alimentano e suggestionano gli italiani, tutti convinti
di poter emulare i Berlusconi che quando invece parla di loro non li chiama
cittadini, ma il "popolo". Va dicendo in questi giorni
: "E' giusto che chi è stato capace -come me- di fare molto bene i propri
personali interessi, sia designato a fare gli interessi del popolo".
E' una logica ineccepibile e ribalta quella che conosciamo fin dal medioevo.
Ci aspettano dunque tante disinteressate leggi del tipo "Tremonti".
La legge che passerà ai posteri per spiegare ai nostri nipoti in che cosa consisteva
il "Conflitto d'interesse".
Cioè come si potrebbero fare i propri interessi appena
si entra nella stanza dei bottoni. La "Tremonti" è ormai un classico
di uno Stato di "diritto" tutto "italiano".
--- La stessa logica di sopra (prima fare i propri "disinteressati"
interessi) è stata subito applicata a Milano, alla Regione Lombarda. Gli 80
consiglieri appena eletti, la prima cosa che hanno fatto- utilizzando
il denaro pubblico- è stata quella di aumentarsi la paga. Voto a scrutinio segreto
(per non essere additati al disprezzo) così hanno pure votato anche dieci
apostati che avevano fatto (al "popolo") pura demagogia e si erano
scandalizzati della proposta.. "Così possono dedicarsi a fare meglio l'interesse
pubblico" ha detto un tale giustificandoli. Il volontariato è una
favola degli sciocchi idealisti. La filosofia vincente in voga è quella di padre
Baget Bozzo: "la gente vuole arricchirsi, non impoverirsi". - Insomma
chi lavora per la gloria è un fesso.
--- Ovipalle libere. - Case, casine e casotti delle libertà. Ma non è
stato spiegato se queste case sono le loro ville a trepiani
con la vista sul golfo e la protezione di tremonti, oppure le nostre
case nelle trevalli di lacrime. Presto lo sapremo. Aspettiamo
tutti l'ultimo miracolo di Besù; la moltiplicazione dei pani e dei pesci, sperando
che non siano solo pescicani e i pani non siano Ovopalle.
--- Ovipalle "sbruffonate": "Meno tasse a tutti! Meno tasse
ai produttori, ai commercianti, agli artigiani, ai professionisti! Pensioni
più alte a tutti! Sanità gratis! Scuole gratis! Tutti gli italiani diventeranno
ricchi! Libertà a tutti (di andare anche a destra e a sinistra nelle strade?).
"Mi dicono dove troverò i soldi? Ho un idea: metteremo la luce nei campi
e coltiveremo bruscolini; pagheremo con quelli".
Italia del 2000 Auguri !! Alle prossime Ovopalle. E tanti auguri bruscoliniani.