“Uno spettro
si aggira per l'Europa: lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della
vecchia Europa si sono alleate in una santa caccia spietata a questo
spettro. Il comunismo è ormai riconosciuto come potenza da tutte
le potenze europee. E ormai tempo che i comunisti espongano apertamente
a tutto il mondo il loro modo di vedere, i loro scopi, le loro tendenze,
e che alla fiaba dello spettro del comunismo contrappongano un manifesto
di partito... La storia di ogni società civile sinora esistita
è storia di lotta di classi. Liberi e schiavi, patrizi e plebei,
baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in
una parola oppressori e oppressi sono sempre stati in contrasto tra
di loro, hanno sostenuto una lotta ininterrotta, a volte nascosta, a
volte palese: una lotta che finì sempre o con una trasformazione
rivoluzionaria di tutta la società o con la rovina comune delle
classi in lotta... La moderna società borghese, sorta dalle rovine
della società feudale, non ha eliminato i contrasti tra le classi...
L'epoca della borghesia si distingue tuttavia perch� ha semplificato
i contrasti tra le classi. La società intera si va sempre più
scindendo in due grandi campi nemici:... la borghesia e il proletariato...
La
borghesia ha avuto nella storia una funzione veramente rivoluzionaria.
Dove è giunta al potere ha distrutto tutte le condizioni di vita
feudali, patriarcali, idilliache... non ha lasciato tra uomo e uomo
altro vincolo che il nudo interesse... non può esist�re
senza rivoluzionare di continuo gli strumenti della produzione, quindi
i rapporti di produzione, quindi tutto l'insieme dei rapporti sociali...
Nel suo dominio di classe, che dura appena da un secolo, la borghesia
ha creato forze produttive il cui numero e la cui importanza superano
quanto mai avessero fatto tutte insieme le generazioni passate, (ma)
le condizioni borghesi di produzione e di scambio, i rapporti borghesi
di proprietà, la moderna società borghese che ha evocato
come per incanto così potenti mezzi di produzione e di scambio,
rassomiglia allo stregone che non può più dominare le
potenze sotterranee da lui evocate.
Da qualche decina d'anni la storia dell'industria e del commercio non
è che la storia della ribellione delle moderne forze produttive
contro i moderni rapporti di produzione, contro i rapporti di proprietà
che sono le condizioni di esistenza della borghesia e del suo dominio.
Le forze produttive di cui essa dispone non giovano più a favorire
lo sviluppo della civiltà borghese; al contrario, esse sono divenute
troppo potenti per tali rapporti (e) minacciano l'esistenza della società
borghese.
Le armi con cui la borghesia ha abbattuto il feudalesimo si rivolgono
ora contro la borghesia stessa. Ma essa non ha soltanto fabbricato le
armi che le recano la morte; ha anche creato gli uomini che useranno
quelle armi: i moderni operai, i proletari. Nella stessa misura in cui
si sviluppa la borghesia, vale a dire il capitale, si sviluppa anche
il proletariato (che) attraversa diversi gradi di evoluzione. La sua
lotta contro la borghesia comincia con la sua esistenza... Di quando
in quando gli operai vincono, ma solo in modo effimero. Il vero risultato
delle loro lotte non è il successo immediato, ma l'unione sempre
più estesa degli operai.
Questa organizzazione dei proletari in classe e quindi in partito politico
viene ad ogni istante nuovamente spezzata dalla concorrenza che gli
operai si fanno tra se stessi. (Ma) nei periodi in cui la lotta di classe
si avvicina al momento decisivo, il processo di dissolvimento in seno
alla classe dominante assume un carattere così violento... che
una piccola parte della classe dominante si stacca da essa per unirsi
alla classe rivoluzionaria... Come già un tempo una parte della
nobiltà passò alla borghesia, così ora una parte
della borghesia passa al proletariato... Tutte le classi che sinora
si impossessarono del potere cercarono di assicurarsi la posizione raggiunta
assoggettando tutta la società alle condizioni del loro guadagno.
I proletari, invece, possono impossessarsi delle forze produttive sociali
soltanto abolendo il loro modo di appropriazione attuale e con esso
l'intero modo di appropriazione.
Tutti i movimenti avvenuti sinora furono movimenti di minoranze o nell'interesse
delle minoranze. Il movimento proletario è il movimento indipendente
dell'enorme maggioranza nell'interesse dell'enorme maggioranza.
Che relazione passa tra i comunisti e i proletari in genere? I comunisti
non costituiscono un partito particolare di fronte agli altri partiti
operai: (se ne) distinguono per il fatto, che nei vari stadi di sviluppo
che la lotta tra proletariato e borghesia va attraversando, rappresentano
sempre l'interesse del movimento complessivo.
I comunisti sono la parte più risoluta dei partiti operai di
tutti i paesi, quella che sempre spinge avanti; dal punto di vista della
teoria, essi hanno un vantaggio sulla restante massa del proletariato
per il fatto che conoscono le condizioni e l'andamento e i risultati
generali del movimento proletario. Le posizioni teoriche dei comunisti
non poggiano affatto sopra idee o principi che siano stati inventati
o scoperti da questo o quel rinnovatore del mondo. Esse sono soltanto
espressioni generali dei rapporti effettivi di una lotta di classe che
già esiste, di un movimento storico che si svolge sotto i nostri
occhi.
I comunisti possono riassumere la loro dottrina in quest'unica espressione:
abolizione della proprietà privata... Il primo passo nella rivoluzione
operaia (è) l'elevarsi del proletariato a classe dominante, la
conquista della democrazia. Il proletariato si servirà della
sua supremazia politica per strappare alla borghesia, a poco a poco,
tutto il capitale, per accentrare tutti gli strumenti di produzione
nelle mani dello Stato, vale a dire del proletariato stesso organizzato
come classe dominante, e per aumentare, con la massima rapidità
possibile, la massa delle forze produttive.
Naturalmente
sulle prime tutto ciò non può accadere, se non per via
di interventi autoritari nel diritto di proprietà e nei rapporti
borghesi di produzione, vale a dire con misure che appaiono economicamente
insufficienti e insostenibili, ma nel corso del movimento sorpassano
se stesse e sono inevitabili come mezzi per rivoluzionare l'intero sistema
di produzione.
Quando, nel corso dell'evoluzione, le differenze di classe saranno sparite
e tutta la produzione sarà concentrata nelle mani degli individui
associati, il potere perderà il carattere politico. Il potere
politico, nel senso proprio della parola, è il potere organizzato
di una classe per l'oppressione di un'altra. Se il proletariato nella
lotta contro la borghesia si costituisce necessariamente in classe,
e per mezzo della rivoluzione trasforma se stesso in classe dominante,
e, come tale, distrugge violentemente i vecchi rapporti di produzione,
esso abolisce insieme con questi rapporti di produzione anche le condizioni
di esistenza dell'antagonismo di classe e le classi in generale, e quindi
anche il suo proprio dominio di classe.
Al posto della vecchia società borghese con le sue classi e coi
suoi antagonismi di classe subentra un'associazione nella quale il libero
sviluppo di ciascuno è la condizione per il libero sviluppo di
tutti... I comunisti appoggiano dappertutto ogni moto rivoluzionario
contro le condizioni sociali e politiche esistenti (e) lavorano all'unione
e all'intesa dei partiti democratici di tutti i paesi. I comunisti sdegnano
di nascondere le loro opinioni e le loro intenzioni. Essi dichiarano
apertamente che i loro scopi non possono essere raggiunti che con l'abbattimento
violento di ogni ordinamento sociale esistente.
Tremino
pure le classi dominanti davanti a una rivoluzione comunista. I proletari
non hanno nulla da perdere in essa fuorch� le loro catene. E
hanno un mondo da guadagnare.
Proletari di tutti i paesi unitevi!”
|
MARX Heinrich
Karl - Filosofo, economista ed uomo politico tedesco (Treviri, 1818 - Londra,
1883). Dopo essersi laureato a Bonn con una tesi sulla filosofia di Epicuro,
si dedicò quasi esclusivamente allo studio dell'economia e dei rapporti
sociali; nel 1842 venne chiamato a dirigere il giornale Rheinische Zeitung
(= Gazzetta Renana), edito a Colonia: il giornale fu soppresso
nel 1843 e M. si trasferì a Parigi, dove cominciò a pubblicare
i Deutsch-Franzósische Jahrbucher, in cui iniziò i
suoi lavori socialisti con uno studio sulla Critica della filosofia del
diritto di Hegel. In quest'opera gettò le idee fondamentali della
sua dottrina: "...i rapporti giuridici e le forme dello stato non sono
tanto uno sviluppo dello spirito umano, quanto una conseguenza dei rapporti
materiali della vita".
A quest'opera seguì la Sacra Famiglia, critica dell'idealismo
filosofico tedesco, scritta in collaborazione con Engels. Nel '45 M. venne
espulso dalla Francia e dovette trasferirsi a Bruxelles, dove pubblicò
nel 1847 e in lingua francese, la Miseria della filosofia, critica
della Filosofia della miseria di Proudhon, e, nel 1848, un Discorso sul
libero scambio.
Nel 1847, sempre
a Bruxelles, entrò nella Lega dei comunisti, trasformandone l'organizzazione
e fondando anche un' "Associazione degli operai tedeschi"
riuscì a dare un vasto carattere internazionale alla Lega. Per enunciare
i principi fondamentali del movimento comunista (egli prescelse questa parola
perchè "socialismo" indicava un movimento borghese,
non operaio) redasse, con Engels il Manifesto del Partito Comunista,
pubblicato nel 1848 a Londra.
Arrestato e quindi
espulso dal governo belga, ritornò a Parigi e poi a Colonia, dove fondò
la "Neue Rheinische Zeitung", che ebbe vita dal 1°
giugno 1848 al 19 maggio 1849 e fu l'unico giornale che difendesse le posizioni
del proletariato. In seguito alla soppressione delle libertà democratiche
e al soffocamento delle insurrezioni nel Baden e nel Palatinato al giornale
fu vietata la pubblicazione.
Dopo un breve
soggiorno a Parigi, M. trovò rifugio a Londra. Dopo il colpo di stato
del dicembre 1851, M. pubblicò il 18 brumaio di Luigi Bonaparte
e Le rivelazioni sul processo dei comunisti a Colonia. Dopo la condanna
dei membri della Lega dei Comunisti si ritirò dall'agitazione politica
e si dedicò agli studi di economia, di cui il primo frutto fu Per
la critica dell'economia politica. Fascicolo primo (Berlino, 1859),
nel quale è contenuta la prima esposizione sistematica della teoria
marxista del valore.
Accanto agli studi rigorosi di economia M. non cessò mai del resto,
di battersi, in articoli e pamphlets, contro i movimenti reazionari, come
il bonapartismo o la politica prussiana. Nel 1864, a Londra, riuscì
a far approvare una proposta che da tempo aveva formulato nella sua mente:
quella di fondare un' "Associazione Internazionale degli Operai".
L'associazione fu fondata, e fu la 1a internazionale, di cui lo stesso
M. fu l'animatore fino al 1872. Nel 1867 pubblicò ad Amburgo il 1°
volume del Capitale, la sua opera principale, in cui espose le linee
fondamentali della sua critica alla società capitalista.
Dopo il congresso dell'Aia (1872) e il trasferimento del consiglio generale
dell' Internazionale in America, M. ritornò ai lavori di carattere
teorico, di economia ed anche di filologia.
Il pensiero di
M, è svolto nella Critica dell'economia politica, in cui si afferma
che i rapporti di produzione non dipendono dalla volontà degli uomini,
ma corrispondono a un certo grado dello sviluppo delle forze produttive economiche,
materiali. Secondo Engels due sono state le grandi scoperte fondamentali di
M.: la prima è "la rivoluzione da lui compiuta in tutta la
concezione della storia mondiale".
Egli sostenne "che la forza motrice della storia è la lotta
di classe, che sono sempre esistite classi dominanti e classi dominate e che
la grande maggioranza degli uomini è sempre stata condannata a lavoro
duro e a una vita misera e povera e, infine, che la classe dominante, ha praticamente
adempiuto la sua missione storica".
La seconda scoperta
di M. sta nell'aver spiegato in modo esauriente i rapporti tra capitale e
lavoro e la formazione del capitale come frutto del plus-valore.
Il pensiero di M. è mirabile per l'organicità e la concatenazione
del suo sviluppo.
MARX
: LE SOCIETA' NELLA STORIA
alla luce della storiografia contemporanea > >