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LA RIVOLUZIONE D�OTTOBRE - Un bilancio dopo ottant�anni
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di Claudio Martinelli
I primi anni dello Stalinismo sono dunque gli anni della conquista di posizioni di forza da parte dell�Unione Sovietica nel consesso internazionale e del consolidamento dei principi della rivoluzione. Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale il quadro internazionale era piuttosto complesso. Infatti, alle tradizionali tensioni che nel corso della Storia si sono sempre venute a creare fra gli Stati, determinate dai loro interessi economici o territoriali, per la prima volta un elemento di disturbo � determinato dalla nascita e dall�ascesa di uno Stato portatore di radicali elementi di novit�.
Uno Stato fondato su basi ideali incompatibili con le caratteristiche e i principi tipici di gran parte delle Democrazie occidentali. Si pu� dire anzi che, essendo lo Stato bolscevico costruito e tenuto insieme dal mastice dell�ideologia marxiana concretizzatasi nella Rivoluzione d�ottobre per opera di Lenin, nel fondo della sua essenza vi fosse fin dalle origini la totale contrapposizione rispetto al sistema liberaldemocratico, e non solo nel senso di una avversione all�economia capitalistica, ma anche rispetto ad una concezione complessiva dell�Uomo e della sua libert�. A questa ingombrante presenza va poi ovviamente aggiunta quella degli Stati autoritari o totalitari venutisi a formare fra gli anni venti e gli anni trenta.
La lista si deve ovviamente aprire con il fascismo sia per ragioni cronologiche, sia perch� ad esso si ispirarono tutti gli altri regimi di questo tipo sia perch� purtroppo costituisce l�unica originale elaborazione ed esperienza italiana nel campo dei regimi politici. Oltre al fascismo, l�Europa vedeva poi la presenza inquietante del nazismo in Germania, del Franchismo in Spagna e di Salazar in Portogallo.
IL PATTO RIBBENTROP-MOLOTOV
Pur con le loro peculiarit�, tutti questi regimi erano caratterizzati da una forte spinta antibolscevica oltre che antidemocratica. Mi riservo di ritornare in seguito sul complesso tema dei rapporti filosofici ed ideologici fra il marxismo-leninismo ed i totalitarismi di destra, molto pi� ambigui ed indeterminati di quanto solitamente non si creda. Per il momento � sufficiente, per riprendere l�analisi dei fatti che portarono l�URSS al centro dell�attenzione mondiale, ricordare come uno dei fatti determinanti per l�esplosione della Seconda Guerra Mondiale sia stato il cosiddetto patto Ribbentrop-Molotov, dal nome dei ministri degli esteri di Hitler e Stalin.
La stipulazione di un patto di non aggressione diede infatti la sicurezza ai nazisti che da quella parte non avrebbero avuto alcun fastidio nella loro folle opera di annessione di fette di territorio sempre pi� ampie. Come tutti sanno, l�URSS ebbe poi modo nel corso del conflitto di riscattarsi ampiamente sia per il tributo di sangue che fu chiamata a pagare sia per l�apporto che garant� alla vittoria alleata sull�Asse, l�importanza del quale fu talmente riconosciuta che le diede il diritto di partecipare alla conferenza di Yalta.
Nel corso di questa conferenza, cui parteciparono i leaders delle potenze vincitrici della guerra e che segn� il definitivo ingresso dell�Unione Sovietica nel ristrettissimo novero delle superpotenze, vennero decisi i destini del pianeta ed in particolare dell�Europa.
Il nostro continente venne diviso in aree di influenza: da una parte le vecchie e nuove democrazie occidentali, dall�altra i cosiddetti paesi dell�Est, modellati sullo stampo comunista della grande "chiesa" Sovietica. Simbolo di questa divisione drammatica al centro dell�Europa fu la citt� di Berlino, appunto divisa essa stessa in una parte occidentale ed una orientale. L�espansione delle idee della Rivoluzione d�Ottobre non fu per� causata solamente da una virtuale espansione territoriale determinata da un conflitto bellico, ma anche dal fatto che nel mondo occidentale, nei decenni precedenti, le idee socialiste e comuniste avevano preso sempre pi� piede.LACERAZIONI NELLA SINISTRA
I movimenti sindacali ed i partiti di ispirazione marxista avevano tratto nuova linfa vitale dall�insegnamento della rivoluzione. Si faceva sempre pi� strada l�idea che la concreta instaurazione di un nuovo ordine sociale potesse realmente darsi, e non rimanere confinata nelle speranze del proletariato o nei discorsi utopistici di qualche intellettuale. Tutto ci� per�, port� con s� anche lacerazioni nell�ambito della Sinistra e fu la causa di tragici errori ed estremizzazioni controproducenti. Basti pensare a cosa accadde in Italia a cavallo degli anni venti.
Durante il cosiddetto "biennio rosso" si assistette ad una ventata di sindacalismo rivoluzionario che sort� l�unico risultato di ingenerare fobie esagerate nella borghesia, anche in quella pi� aperta alle riforme sociali, e di provocare la scissione del Partito Socialista, che fino ad allora con le sue variegate anime aveva unitariamente rappresentato i lavoratori, con la nascita del Partito Comunista d�Italia, apertamente schierato su posizioni filo-bolsceviche.Ma l�influenza sui Paesi occidentali da parte dell�Unione Sovietica fu estremamente forte anche dopo il 1945. In moltissimi Paesi infatti le forze politiche democratiche di ispirazione laica, cattolica o riformista dovettero per lungo tempo fare i conti con partiti comunisti pi� o meno legati allo Stato della rivoluzione proletaria. Ma � ancora una volta il caso italiano quello maggiormente interessante da analizzare. Da noi infatti, per circa 40 anni la Sinistra � stata egemonizzata dalla presenza di un fortissimo Partito Comunista, il maggiore dell�occidente, per il quale votavano da un quarto ad un terzo della popolazione, e che oltre ad un profondo radicamento sociale (assicuratogli anche dalla contiguit� della CGIL), poteva contare anche sull�appoggio piuttosto esplicito di gran parte dell�intellighenzia italiana.
IL RAPPORTO PCI-MOSCA
Inoltre, moltissimo si � detto e scritto sul rapporto tra il PCI e Mosca. Si trattava certamente di una forte dipendenza nelle scelte politiche di fondo oltre che, come pare ormai storicamente accettato, anche di un certo legame finanziario, ma la storia del PCI � fatta anche di tentativi pi� o meno espliciti o sotterranei di ricavarsi uno spazio di autonomia decisionale e di elaborazione ideologica originaria. Basti pensare ai turbamenti che provocarono in quel partito ed in tutta la Sinistra italiana eventi fondamentali nella storia del dopoguerra, come i fatti di Budapest del �56 o di Praga del �68, o ai tentativi, operati da alcuni dirigenti del PCI negli anni �70, di portare fuori dall�ombrello Sovietico alcuni partiti comunisti occidentali attraverso l�esperienza dell�Eurocomunismo.
Certamente la situazione politica italiana risentiva in modo molto stretto di quella internazionale. Dopo Yalta e la divisione del mondo in due grandi blocchi politici, economici e militari ( con la costituzione della NATO e del Patto di Varsavia), la persistenza della pace venne garantita dal cosiddetto equilibrio del terrore, cio� dalla sostanziale parit� nella forza distruttrice degli ordigni nucleari a disposizione dei due blocchi. Non va inoltre dimenticato che anche al di fuori dei confini europei l�influenza delle idee della rivoluzione ebbero buon gioco ad affermarsi. Basti pensare alla Cina di Mao Zedong, al sud-est asiatico alla Cuba di Castro. Questa situazione di equilibrio armato si protrasse fino al 1989-90, passando attraverso accadimenti drammatici come la costruzione del Muro di Berlino, la guerra in Vietnam, la corsa al conseguimento di armamenti sempre pi� sofisticati e dissuasivi.
IN ITALIA COMUNISTI ISOLATI
Tutto ci� ebbe delle conseguenze molto dirette sulla vita politica italiana. La principale fu la cosiddetta conventio ad escludendum, cio� la regola non scritta ma presente nei fatti secondo cui il Partito Comunista non avrebbe mai potuto giungere alla guida del governo di questo Paese in quanto troppo legato ai dettami di Mosca, cio� del nemico principale dell�alleanza politico-militare di cui l�Italia faceva parte. Si venne quindi a determinare una situazione che in piccolo quasi riproduceva quella internazionale: un sistema di veti e controveti che per decenni contribu� ad assicurare un certo grado di pace sociale.
Va ricordato infatti che questa situazione, che taluno ha denominato di democrazia bloccata, ebbe come corollario forse obbligato quello che gli studiosi hanno chiamato " consociativismo", e cio� il coinvolgimento da parte dei partiti di maggioranza, ferme restando le scelte di fondo circa la collocazione internazionale dell�Italia, dell�opposizione comunista nella gestione della vita quotidiana della Nazione, vuoi con leggi di spesa spesso dissennate e clientelari, vuoi con la lottizzazione o altro.
Questo sistema si reggeva su alcuni elementi di fatto pienamente accettati da quasi tutti i soggetti politici.
Un sistema elettorale proporzionale che garantiva il massimo grado di rappresentativit� ed il minimo grado di governabilit�, un sistema economico fra i pi� statalisti dei paesi occidentali, il ruolo determinante della corporazioni e delle parti sociali nelle scelte economiche e giuridiche, ed anche, si � visto, una criminogena commistione fra politica ed economia. Ma con gli anni �80 gli assetti planetari cominciarono a mutare. La presidenza Reagan, che agli inizi fu presa quasi come un evento folkloristico, era destinata a mutare profondamente non solo e non tanto gli Stati Uniti, quanto il futuro dell�Umanit�.IL CROLLO DEL GIGANTE D�ARGILLA
Quello che tutto il mondo considerava solo un rozzo cow-boy, era convinto del fatto che l�Unione Sovietica ed il mondo comunista nel suo complesso non possedessero le risorse necessarie per rispondere ad una sfida sul piano economico-militare, simbolo nelle sue intenzioni di una pi� ampia sfida di civilt�. E questo fu ci� che puntualmente avvenne. Portata sul piano inclinato della corsa agli armamenti (che l�URSS aveva iniziato con installazione degli SS 20 convinta che l�occidente, bloccato da spinte contrapposte e da una specie di inferiority complex), l�Unione Sovietica inizi� il suo declino che ancora oggi lascia stupiti per repentinit� ed ineluttabilit�.
Quello che sembrava essere lo Stato dell�avvenire ed il paradiso del proletariato si dimostr� invece un gigante dai piedi d�argilla. Il crollo dell�89, simboleggiato dalla caduta del muro di Berlino, � stato qualcosa in pi� della fine di un regime politico, si � trattato anzi della fine dell�illusione che le ingiustizie sociali potessero essere debellate attraverso la scorciatoia di un�elaborazione dottrinale con troppi e troppo evidenti punti deboli.
Ma quali erano le idee di fondo che avevano animato i rivoluzionari del �17? La grandezza storica di quell�evento consiste nel fatto che per la prima volta veniva applicata ad una concreta entit� statale, in particolare attraverso la leadership di Lenin, l�ideologia elaborata da Karl Marx nell�ottocento. In questo modo, il Marxismo cess� di essere una pura utopia filosofica o, nel migliore dei casi, un�aspirazione, difficilmente realizzabile, ad una definitiva emancipazione del proletariato. Karl Marx, esponente della cosiddetta sinistra hegeliana, fece del metodo dialettico elaborato dal padre dell�idealismo, uno strumento di analisi e di previsione sul futuro della Storia.
IL GROSSO ERRORE DI MARX
Vi era in lui fortissima l�idea che quando lo sviluppo capitalistico fosse giunto alla sua fase di definitiva maturazione, sarebbe entrato in crisi e si sarebbe assistito al prevalere di un sistema economico basato sulla fine dei valori borghesi sostituiti da quelli della rivoluzione proletaria.
Quest�ultima avrebbe dovuto essere caratterizzata da una prima fase in cui la dittatura del proletariato avrebbe comportato l�abolizione della propriet� privata, la collettivizzazione dei mezzi di produzione, la fine dell�iniziativa economica privata. Quando questo sistema si fosse consolidato, si sarebbe dovuto poi giungere alla abolizione dello Stato e del denaro, edificando cos� una societ� dove non avesse pi� alcuno spazio l�aspirazione personale al benessere proprio e della propria famiglia.
Questa sintesi, necessariamente scarna ed incompleta, del pensiero di Marx � per� sufficiente per cominciare a formulare delle ipotesi sul perch�, dopo avere cos� tanto influito sul divenire del �900, sia cos� miseramente fallita l�esperienza storica che pi� di tutte l�aveva incarnata.La Storia ha dimostrato come al fondo del Marxismo vi fosse un errore di valutazione sulle caratteristiche dell�individuo. L�idea cio� che certi valori tipici della borghesia costituissero semplicemente uno strumento di conservazione sociale e di prevaricazione del proletariato, e che quindi, qualora quest�ultimo fosse andato al potere, avrebbe saputo costruire una societ� nuova su basi radicalmente diverse. Ed invece i fatti ci dicono che purtroppo l�individuo, sotto qualunque latitudine ed in presenza di qualsiasi regime economico sociale � caratterizzato da uno spiccato "egoismo" di fondo, che comporta la conseguenza che egli pu� dare il meglio di s� solo se � stimolato a raggiungere risultati pratici ragguardevoli per se stesso e non per una entit� lontana e spesso irriconoscente come � lo Stato.
TEORIA AFFASCINANTE MA...
...Produrre per lo Stato, per la propria classe sociale, per la collettivit� � magari un�idea teoricamente affascinante ma concretamente irrealizzabile, perch� l�Uomo, privato di stimoli immediati ed importanti, si adagia, provocando una reazione a catena su di se e sui propri simili, fatta di lassismo, pigrizia, apatia e quant�altro vi possa essere per distruggere un sistema economico anche di grande potenzialit� come certamente era quello Sovietico. Ma vi � forse una ragione ancora pi� profonda per spiegare la fine del Marxismo. Essa va ricercata nel fatto che Marx non si accorse che la Storia del pensiero dopo l�Illuminismo non poteva che andare verso l�accettazione della fine di tutti gli "Immutabili", cio� di tutti quei valori che le idee sostenitrici della libert� individuale avevano messo in crisi.
L�idealismo e Marx in particolare, forse anche perch� animato da una grossa vena profetica, tentarono invece di sostituire il sistema di valori di un mondo che non c�era pi� con una nuova visione complessiva delle cose, apparentemente cos� diversa dalla precedente ma in realt� ad essa accomunata da una visione finalistica della Storia e soprattutto dalla fede nella possibilit� di imbrigliare e canalizzare il divenire ad un certo fine: cio� il paradiso comunista in terra.Va sottolineato come queste concezioni in realt� accomunino tutti i regimi autoritari di qualsiasi epoca: dall�Assolutismo Monarchico al comunismo, dal fascismo al nazismo. Molto si � detto e scritto sul controverso rapporto fra totalitarismi di desta e di sinistra, ma, al d� l� dell�aleatoriet� di queste categorie e dell�asserita comune matrice di queste esperienze politiche, una cosa si pu� forse dire con una certa sicurezza: e cio� che le grandi tragedie di questo secolo sono state tutte determinate direttamente o indirettamente dalla convinzione in capo ad alcuni protagonisti della Storia e ad i loro ideologi che l�Essere pu� venire piegato e cristallizzato in nome di un ideale, di una certa idea della vita, della fede estremistica delle proprie convinzioni; tutti elementi generatori di fortissime intolleranze.
...E� PREFERIBILE LA DEMOCRAZIA
Non � un caso che la forma di totalitarismo sopravvissuta ai terremoti del �900 sia il fondamentalismo religioso, in particolare di matrice islamica. Cosa c�� di pi� onnicomprensivo, rassicurante, facile da capire per qualsiasi strato della popolazione dell�idea di un Dio padrone dei destini di tutti noi? Un Dio che si prende cura delle nostre debolezze e ci guida con il suo sguardo ed attraverso i suoi ministri? Verrebbe quasi da dire che il �900 � stato il tentativo fallito, operato dall�occidente, di sostituire l�Assolutismo divino, ormai abbattuto dall�Illuminismo, con diverse forme di Assolutismo terreno, tutte accomunate dall�avversione nei confronti del relativismo di stampo liberale. E non � un caso pure il fatto che siano state proprio le tanto vituperate democrazie liberali a sconfiggere i totalitarismi. Esse infatti, pur nelle loro drammatiche contraddizioni, rappresentano tuttora il sistema sociale pi� avanzato e aperto che si sia mai dato.
E forse la spiegazione di questo epocale successo va ricercata proprio in alcune contrapposte caratteristiche rispetto a quelle dei regimi totalitari. L�assenza cio� di una visione assoluta delle cose fa s� che i problemi possano essere affrontati con maggiore elasticit� e pragmatismo, conseguendo cos� risultati pi� apprezzabili e duraturi.Infatti una delle innumerevoli profezie errate di Marx fu quella di prevedere il crollo dell�economia capitalistica a causa delle ingiustizie sociali che questo sistema avrebbe provocato. Ma anche in questo caso la Storia si � peritata di dimostrare come invece il riscatto del proletariato passasse necessariamente attraverso lo sviluppo capitalistico accoppiato a meccanismi moderni di redistribuzione della ricchezza, e non dalla via rivoluzionaria basata sulla mortificazione della libert� personale. Ma al termine di questa analisi impietosa dell�esperienza comunista, siccome le cose non sono mai tutte bianche o tutte nere, e possibile tracciare anche qualche giudizio positivo? C��, in altre parole, qualcosa da salvare nel marxismo?
UN INSEGNAMENTO DA COGLIERE
C�� da salvare l�aspirazione ideale ad un sempre maggiore grado di giustizia sociale, che tuttavia non � certo una esclusiva di questa dottrina politica: basti pensare al solidarismo cattolico o all�umanesimo socialista. C�� probabilmente da cogliere un insegnamento circa la non ineluttabilit� del sistema capitalistico per evitare che esso stesso si trasformi in un dio indiscutibile ed immutabile. E c�� sicuramente da salvare il contributo che la Sinistra nel suo complesso ha portato allo sviluppo delle democrazie occidentali in termini di assetti sociali, contributo peraltro pi� ascrivibile ai filoni socialisti e socialdemocratici, spessissimo avversati dai comunisti, che non da questi ultimi.
Quanto poi al ruolo che la Sinistra potr� giocare nel futuro le opinioni sono le pi� disparate, ma forse � possibile sostenere la tesi che dopo aver contribuito ad ampliare le garanzie sociali, la Sinistra dovr� occuparsi soprattutto di estendere le opportunit�, al fine di favorire il pi� possibile la mobilit� e la vitalit� di una societ� avanzata come quella occidentale.FINE
di Claudio Martinelli
Ringraziamo per l'articolo
(concesso gratuitamente)
il direttore di
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MARX
: LE SOCIETA' NELLA STORIA
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