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RIFLESSIONI DEI NS. LETTORI
Mi scrive uno studente di Scienze storiche:
SULLA DEMOCRAZIA ATENIESE
DOMANDA: "Lo sviluppo democratico in Atene (sempre basandomi non già su supposizioni ma su fonti classiche) ha sicuramente avuto sostegno diciamo così "popolare"o di parte del popolo, fu il processo democratico in Atene portato da esponenti di una classe aristocratica con l'approvazione della maggioranza del popolo (come io giudico sia stato) o fu una Rivoluzione proletaria appoggiata da una parte di "progressisti" aristocratici?"
"Noi siamo abituati a studiare le cose in base a prove certe, documenti, immagini. Così noi studiamo, ad esempio, la rivoluzione francese, o l’unità d’Italia, o la storia dei partiti politici. Non è invece possibile, applicare questo metodo nello studio della grecia classica, nella storia di Sparta, Atene, Corinto; studio, che è quello che io sto facendo.
Un dato certo emerge però dalle fonti classiche; molti studiosi Elleni avevano sottoposto le forme di governo, e la politica in generale a disquisizioni appassionate. Grazie così ai fatti e alle idee di storici, politici, artisti filosofi, abbiamo testimonianza dei mutamenti delle forme di governo nella grecia antica che hanno dato nei secoli la stura a dibattiti e commenti.
Caso lampante è la Democrazia ateniese: le domande intorno, sono sempre le stesse: quale fu il sistema migliore? Cosa possiamo imparare da quelle esperienze di governi diversi? Fu la democrazia veramanente efficace?
Secondo me poche cose emergono veramente chiare: ad esempio l’oligarchia spartana fu considerata più stabile della democrazia ateniese: se escludiamo la tirannide, fenomeno avversato dalla stragrande maggioranza della cultura antica, perchè la stabilità dei governi oligarchici sembra convincere molti sapienti dell’antichità? A me stupisce, per contro, il continuo bisogno della democrazia ateniese di fare riforme, quasi la democrazia stessa avesse avuto bisogno di continui consensi , come le tirannidi. Forse la democrazia ateniese nata come antidoto contro la tirannide stava diventando sempre più simile alla tirannide stessa.
Analizzando la democrazia vediamo che l’organo parlamentare del regime democratico, era la boulè o assemblea dei cittadini adulti eletti per sorteggio in numero uguale, da ciascuna tribù o distretto territoriale dell’attica, moltiplicato per tre. Atene non ha un re, ha un ”primo cittadino” che non è eletto direttamente dal popolo ne è una reale carica giuridica dello stato: però conta molto. Egli può essere ostracizzato previa votazione della boulè e quindi esiliato per dieci anni dalla città: ora finchè egli ha il controllo della boulè ciò non può avvenire.
Questo controllo si può esercitare in vari modi: ora, è nota a tutti la tendenza dei greci a riunirsi in partiti rivali, e basta contentare ad esempio il partito mercantile o dei ricchi mercanti di schiavi facendo qualche guerra qualche annessione o qualche sopruso, e ottenere così ampi consensi dai membri più influenti dell’assemblea. Che poi in periodi di imperialismo marcato questo partito della guerra fosse la stragrande maggioranza della città, non deve illuderci troppo. I cittadini più importanti cioè gli strateghi, non eletti per sorteggio, e che si occupano di governare, appartengono poi alle fascie più agiate della popolazione; e non può essere altrimenti, solo i più ricchi potevano avere la cultura, il potere, il prestigio, l’eloquenza e l’esperienza per occupare le cariche più alte.
Aveva ottenuto poi, Pericle, il modo di garantire alla boulè anche il controllo sulla magistratura. Così non vi era nessuna separazione fra i poteri, condizione necessaria alle democrazie moderne per esistere. Ogni ricca persona capace di allestire spettacolari cori per il teatro o opere d’arte imponenti o vittorie in guerra, otteneva consensi enormi.
Diventando “primo cittadino” , poi, si era garanti contro la tirannide; come ad esempio Pericle o Nicia, o Cleone. Ma ove questo primo cittadino fosse un Alcibiade, le cose si complicherebbero molto. La spedizione in Sicilia rivela, secondo me, quali fossero le debolezze della democrazia Ateniese: non esisteva un opposizione vera al governo: Alcibiade poi, ad esempio, non poteva venir ostracizzato perchè simpatico al popolo. Egli venne sì condannato, ma da un tribunale in base a testimonianze incerte.
Questo tipo di democrazia, era ben lungi dal somigliare ad una democrazia moderna, con un codice di leggi che difendono la democrazia e il popolo tutto. Abbiamo un parlamento che invece di legiferare approva le leggi proposte dal cittadino più influente e in pratica, esegue gli ordini dei cittadini più influenti che possono anche mirare a soddisfare i propri bisogni, a scapito del resto della cittadinanza. Quando questo sistema andava in crisi, poi, avveniva la “catalysis toù demoù” cioè l’impossibilità dell’assemblea di mantenere l’ordine; che poteva portare a fisiologiche reazioni oligarchiche atte alla salvaguardia almeno dell‘esercito e della marineria, dalla quale dipendevano tutte le importazioni.
Aveva questa forma di governo, garantito alcune libertà individuali, l’isonomia o isegoria, cioè la parità di diritti che del resto erano termini precedenti il termine democrazia: ma non aveva abolito la schiavitù nè le rigide divisioni in classi in base al censo nè creato un corpo elettorale diretto. Poteva essere in conclusione considerato un governo che garantiva la libertà dalla tirannide, ma che sostanzialmente non poteva impedire una sorta di governo del primo cittadino, mascherata da libertà, come attestato da storici antichi.
Ciò spiegerebbe anche perchè le lunghe mura furono, in seguito alla caduta della democrazia abbattute al suono dei flautisti e forse, perchè la città fu risparmiata dalla schiavitù dopo la sconfitta".
(Un invito a proseguire questo dibattito)
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