SCHEDE
BIOGRAFICHE PERSONAGGI |
QUINTINO
SELLA |
(vedi anche il suo periodo in "RIASSUNTI STORIA D'ITALIA")
QUINTINO SELLA Nato a Sella di Mosso nel 1827 mor� a Biella nel 1884. Uomo politico, ingegnere e mineralologo, alpinista e cultore appassionato d'archeologia. Di ricca famiglia di industriali lanieri, studi� ingegneria a Torino e si perfezion� poi nel campo tecnico e scientifico in diversi paesi europei, insegnando geometria applicata e mineralogia. Deputato dal 1860, nel 1862 fu nominato ministro delle Finanze, dicastero che guid� anche nel 1864-65 e nel 1869-73.
Fermo assertore di una politica economica rigorosa, riusc� a riportare in pareggio il bilancio dello Stato ricorrendo anche a misure fiscali impopolarissime ma di grande efficacia. Il risultato fu una generale ripresa economica del paese, malgrado le agitazioni operaie provocate dall'attuazione del suo programma. Si scontr� anche con gli interessi ecclesiastici per essere ricorso allincameramento e alla vendita di beni della Chiesa e per essersi schierato tra i pi� accesi fautori della presa di Roma nel 1870.
Il suo appoggio all'occupazione di Roma gli guadagn� almeno in parte le simpatie della sinistra la quale non manc�, tuttavia, nel 1873 di attaccarlo vivacemente costringendolo a rassegnare le dimissioni a causa della sua politica economica.
Tra i pi� prestigiosi esponenti della Destra storica si mise in luce per la sua cultura pi� positiva e scientifica che umanistica. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche di vasta notoriet�, fu anche tra i fondatori del Club Alpino Italiano.
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A Biella i Sella iniziarono nei primi anni dell'Ottocento, la vera rivoluzione industriale italiana. Pioniere era stato PIETRO SELLA, ma subito dopo � il figlio a cogliere l'occasione d'oro, per dare slancio alla sua fabbrica e a tutto il settore. Suo padre Pietro nel 1816 (durante il caos della Restaurazione) da Seirang (Belgio) con una operazione di contrabbando (rigorosa era la vigilanza protezionistica nei Paesi che avevano il monopolio del tessile) attraverso i valichi e viaggiando di notte per non farsi scoprire, aveva introdotto la sua prima macchina per la cardatura della lana in una piccola fabbrichetta biellese a Croce Mosso (oggi estinta). PIETRO SELLA poi nel 1831 sulle sponde del fiume Cervo, a Biella Chiavazza, aveva fondato la sua prima vera fabbrica (oggi monumento archeologico dell'era industriale).
Non ci poteva essere momento più favorevole per lo sviluppo di questo importante settore. A Milano dove a fine Settecento, erano già esistenti grandissime fabbriche tessile (lana, cotone, seta), la seconda dominazione austriaca (1849) aveva modificato anche quella economica. Dando priorità ai prodotti fabbricati nei territori austro-ungarici (Veneto in particolare, con i Marzabotto -poi Marzotto- e i Rossi) riversati su Milano e sull'Intera Lombardia, l'Austria aveva provocato un immediato crollo dei prezzi, seguito subito dopo da fallimenti e chiusura delle maggiori fabbriche milanesi. Fabbriche tessili che avevano già alle spalle una lunga tradizione artigianale come "pannaioli" iniziata ancora sotto i Visconti e gli Sforza cinque secoli prima. Fallirono così industrie che prima soddisfacevano non solo il proprio territorio ma anche tutto il Piemonte e il Ticino.
Vienna ritornandoci nel 1815 con la restaurazione, Milano l'aveva già prostrata fin dai primi anni. Tornandoci nel '49, più che vendicarsi preferì non fidarsi più dei milanesi. Gli austriaci bloccarono ogni sviluppo, anche se i milanesi reagirono con una miriade di fabbrichette artigianali di qualità, per soddisfare il piccolo mercato interno e per non perdere i commerci con la Svizzera; insomma i piccoli mercanti, non si arresero alla recessione.
Comunque in questa critica situazione a guadagnarci fu il Veneto (più remissivo nei confronti degli austriaci). Sono infatti sorte in quegli anni due grandi fabbriche tessili, ed � in pieno boom la gelsicoltura e l'allevamento dei bachi da seta.
Nel Vicentino, nel 1836, un certo PIETRO MARZABOTTO (poi Marzotto) partendo da uno dei tanti piccoli laboratori artigiani, il suo fondato nel 1800, ha inaugurato a Valdagno Vicentino un grande stabilimento tessile; e altrettanto ha fatto il pannaiolo ROSSI a Schio: anche lui ha costruito una fabbrica meccanizzata introducendovi, come il Marzabotto, i filatoi meccanici e i telai Jacquard. Sia per le commesse austriache militari, sia per rifornire il mercato lombardo, le due fabbriche sotto gli austriaci non conoscono di certo quella crisi presente in Lombardia, soprattutto nel Milanese. Coprono le richieste sulla propria area, in più forniscono il mercato lombardo e quello austriaco con le massicce forniture militari.Se il Veneto si era avvantaggiato a spese della Lombardia, per un'altra ragione si era avvantaggiato il Piemonte, prima rifornito proprio dalla Lombardia. Non solo sono nate le prime fabbriche per soddisfare la domanda locale, ma con una serie di mutamenti nelle politiche doganali, prima protezionistiche, poi la libera importazioni dei macchinari inglesi, il settore tessile ha una vera e propria esplosione nelle valli biellesi.
Del resto, la politica di Carlo Alberto prima e poi quella del figlio Vittorio Emanuele � quella di non favorire gli austriaci e anche se sono parenti degli Asburgo non vogliono aver bisogno di loro. Aveva ragione Metternich: "odiano la Francia ma anche noi non siamo graditi". Ma era anche l'Austria che si era resa odiosa. Il Piemonte viveva con le forti esportazioni in Lombardia con il suo vino, quando sempre per favorire il Veneto, l'amministrazione austriaca a Milano, aveva raddioppiato i dazi sul vino piemontese.Tornando ai Sella, a Biella c'è l'epicentro di questa boom tessile, con il pioniere Sella. Fiutando subito la situazione che da lì a poco si sarebbe creata (la Restaurazione), fin dal 1816 Sella � partito, e si è subito avvantaggiato; passano solo quindici anni e nel 1831 costruisce la sua prima grande fabbrica. Ne passano altri dodici, ed � ora il figlio QUINTINO SELLA, scienziato mineralogo, viaggiando e assorbendo il meglio dall'Europa (Finanze, Banche, Risparmio, Industria ecc.) che inizia la grande attività dando l'impulso a tutto il settore, trasformando Biella in una Manchester d'Italia. Sella acquista una popolarità tale che non solo verrà mandato in Parlamento, ma sarà anche un grande statista, capace di sanare (con un po' di spregiudicatezza, e quindi con tanta impopolarità proprio nei ceti alti) in pochi anni le finanze italiane.
Quintino Sella, insomma, ha colto anche lui al volo, come suo padre, la situazione che si è creata in Piemonte con l'Unità d'Italia. Contribuisce non poco a far decollare l'industria manifatturiera biellese adoperandosi a fare il primo passo verso la civiltà industriale italiana. Essendo il tessile ad alto assorbimento di manodopera, le prime vere grandi fabbriche, nascono proprio a Biella e nel Biellese. L'indotto, la meccanica e tutto il resto, trasformarono ben presto l'intera economia del territorio. Ancora nel 1900 il Biellese era la zona a più alta concentrazione industriale; con alcune fabbriche che impiegavano dai 1000 ai 2.000 e più operai, e alcune anche 6.000.
A metà del XX secolo nel Biellese si potevano contare circa 450 opifici.
A Biella QUINTINO
SELLA si meritò un monumento nella più
grande piazza; e dai biellesi se lo meritò tutto, per le sue riforme
liberiste
(anche se impopolari nel resto d'Italia) e per essere stato su vari fronti il
primo a intuire la vigorosa azione economica per tentare di riacciuffare il
resto d' Europa che stava decollando con il liberismo, l'industria, la finanza,
l'istruzione, le aperture ai mercati mondiali
Invitiamo
i lettori (STUDENTI, PROFESSORI, SCRITTORI, GIORNALISTI E APPASSIONATI DI LETTERE
E ARTI)
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quelli che ci sono gi�.
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