SCHEDE
BIOGRAFICHE PERSONAGGI |
ALFREDO
PARENTE |
Insigne bibliotecario, filosofo, scrittore, critico musicale e letterario.
Sannita di Guardia Sanframondi, ALFREDO PARENTE, nacque il 4 luglio 1905 da Giuseppe e Clotilde Marliani. Laureatosi in filosofia, fu a ventidue anni già titolare di cattedra nei licei, e dopo poco, lasciato l’insegnamento, divenne ispettore per la Soprintendenza in Campania.
Abbandonato l’incarico per problemi di salute, fu poi designato Bibliotecario della Società di Storia Patria di Napoli, ove ebbe occasione di conoscere Benedetto Croce, di cui fu devoto seguace e allievo. In linea con il pensiero crociano sono tutte le sue opere, tra cui le prime, relative a studi musicali: Musica ed opera lirica, La musica e le arti e Castità della musica.
Appassionatosi allo studio del filosofo tedesco Giovanni Federico Herbart , pubblicò nel 1938 Lineamenti del pensiero Herbartiano.
Critico musicale assai stimato, collaborò per quarant’anni alla ‘Rassegna Musicale’ ed anche a ‘La Scala’, ‘Rivista dell’Opera’, ed ai fascicoli stampati in occasione del Maggio Musicale Fiorentino, manifestazione a cui prese parte sin dalla prima edizione del 1933. A Napoli fu tra i più attivi collaboratori del Teatro San Carlo.
Negli anni di guerra partecipò con gran fervore alle quattro giornate di Napoli come Partigiano e nel capoluogo campano fu inoltre apprezzato giornalista pubblicista per ‘Il Mattino’ e per il ‘Roma’; collaborò anche a ‘Il Giornale’, ‘Il Messaggero’, ‘Il Risorgimento liberale’ e ‘Il Gazzettino’.
Fondamentale fu infine la sua opera per la ‘Critica’ di Benedetto Croce e per altre prestigiose riviste, tra le quali ‘La Nuova Italia’, ‘Pan’, ‘Nuova Antologia’, ‘Cultura e Scuola’, ‘Il Mondo’, ‘La Rassegna d’Italia’, ‘Letterature moderne’, ed infine il periodico turco ‘Italyan Filolojis’. Diresse inoltre per anni la ‘Rivista di Studi Crociani’.
Nella seconda metà degli anni ’70 Parente prese parte attiva alla vertenza aziendale del ‘Mattino’, il quotidiano di Napoli che passò bruscamente dalla gestione CEN, guidata dal Banco di Napoli, a quella della EDIME, controllata dalla Rizzoli. Ne seguì una agitazione di giornalisti e poligrafici che occuparono la sede del quotidiano sospendendone le pubblicazioni. In un numero unico edito durante lo sciopero, Parente dedicò un polemico corsivo al direttore, e quando la situazione si normalizzò, coerentemente alla posizione da lui assunta nei confronti del responsabile in carica, preferì concludere il suo rapporto di collaborazione con il quotidiano, continuando a scrivere per altri giornali e riviste.
Alfredo Parente era ancora molto attivo nonostante la non più giovane età; morì tragicamente pochi mesi prima di compiere ottant’anni, quando fu travolto da un motociclista il 3 aprile del 1985, mentre usciva di casa per recarsi come di consueto alla ‘sua’ biblioteca della Società Storica Napoletana. Trascinato per una decina di metri fu portato in ospedale ma qui si spense poco dopo per il forte trauma riportato.
Tra i tanti suoi meriti va anche ricordato che egli donò al proprio paese, una bella collezione di farfalle, oggi esposta al pubblico. Una strada di Benevento è a lui intitolata.