SCHEDE
BIOGRAFICHE PERSONAGGI |
MARIO
MAZZEO |
Insigne medico ricercatore
Nato il 10 aprile del 1889 a Beltiglio, frazione di Ceppaloni, MARIO MAZZEO si laureò in Medicina a Napoli con il massimo dei voti e, subito dopo partì per il fronte della Grande Guerra con il grado di Tenente medico. Durante il conflitto egli si distinse per la grande abnegazione con cui soccorse e curò i tanti feriti, rimanendo egli stesso colpito da una scheggia di granata il 13 giugno del 1917, durante la battaglia sull’Isonzo. A seguito dell’incidente, che lo privò della vista all’occhio destro, Mazzeo fu dichiarato invalido di guerra e decorato sul campo, con medaglia al valore.
Rientrato a Napoli si sottopose a cure specifiche presso la Clinica Oculistica del vecchio Policlinico e, appena ristabilitosi, iniziò a prestare servizio presso l’Ospedale degli Incurabili. Nell’antico nosocomio avvenne il suo incontro con il medico santo, Giuseppe Moscati, e tra i due si instaurò immediatamente un rapporto di stima e collaborazione reciproca.
Lo stesso Moscati fu anche compare d’anello alle nozze del prof. Mazzeo con Maria Cafaro, celebrate al Santuario di Pompei, fondato dal beato Bartolo Longo che fu invece testimone degli sposi. Due santi benedissero così l’unione di quella coppia, che fu sempre unita da una grande religiosità.
Nel 1919 Mario Mazzeo, presentato dallo stesso Moscati, divenne Assistente, e poi Aiuto ordinario, presso l’Istituto di Igiene dell’Università di Napoli, all’epoca diretto dall’insigne prof. Dante De Blasi, Accademico d’Italia.
Nel 1925, negli anni in cui la propaganda fascista tendeva ad incoraggiare la salvaguardia della specie umana attraverso la procreazione dei soli individui sani, il Mazzeo curò la parte scientifica di un volumetto intitolato L’eugenica, stampato dal Segretariato per la moralità, istituito presso la Giunta diocesana dell’Azione Cattolica di Napoli; per lo stesso volume p. Giuseppe De Giovanni curò la parte dedicata ai principi cattolici e morali, mentre Giuseppe Moscati ne scrisse la prefazione.
Nell’ottobre del 1932 Mazzeo prese parte al VIII Congresso Nazionale Italiano Fascista per l’Igiene, con una relazione sulle glandole linfatiche ed ambocettori emolitici, che fu poi pubblicata a Napoli dall’Istituto di Igiene dell’Università.
Nel 1935 Mario Mazzeo partecipò ad un concorso indetto dall’Università di Parma, rientrando nella terna dei vincitori, fu quindi chiamato all’Università di Sassari, ove insegnò Microbiologia ed Igiene nell’anno accademico 1935-36 ricoprendo anche l’incarico di direttore dell’Istituto di Igiene e Medicina Preventiva in quello stesso ateneo.
Dall’anno successivo fu poi direttore dell’Istituto di Igiene all’Università di Palermo, e professore dal 1936 al 1939, diventando poi ordinario nell’ateneo napoletano fino al 1959.
A Napoli fu anche direttore dell’ Istituto di Alimentazione dell’Università e, dal 1959 al 1964, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene.
Autore di numerosi studi scientifici, attento soprattutto agli aspetti minori e meno noti dell’indagine scientifica, il prof. Mazzeo legò il suo nome a ricerche sulla malaria, sulla brucellosi, sull’igiene generale e su quella rurale, con particolare riguardo alla profilassi delle malattie parassitarie.
Le sue prime opere scientifiche si collocano in un periodo difficile a causa delle continue devastanti epidemie infettive e in anni in cui era diffusissimo il flagello della tubercolosi; nel 1934 pubblicò una ricerca Sulla micro-flora delle uova dei mercati, ed uno studio sul periodico ‘Folia Medica’ sulla ‘Resistenza delle brucelle ad alcuni agenti fisici. Resistenza al calore umido’.
Negli anni ’30 studiò le affezioni pnemoniche a Napoli e compì poi numerose indagini sulla tubercolosi negli operai dei panifici Durante gli anni del fascismo fu molto attento ai problemi di igiene, seguendo in tal modo le nuove direttive del partito, interessandosi di problematiche sanitarie connesse alle opere di bonifica, nuovi insediamenti rurali e risanamenti urbani.
Successivamente il Mazzeo si interessò molto anche al problema delle acque potabili, pubblicando poi alcune opere sull’argomento.
Tra le altre sue pubblicazioni va inoltre ricordato ‘Virgulti umani, valori sprituali’, scritto nel 1935. Diresse inoltre la collana Difesa della salute umana.
Negli ultimi anni di attività, dal 1964 fino alla morte, il prof. Mazzeo insegnò all’Istituto Superiore di Educazione Fisica (ISEF) e negli stessi anni, sebbene si fosse ritirato dall’Università di medicina per raggiunti limiti di età, continuò la sua attività all’Ospedale dei Pellegrini in via Pignasecca.
Il prof. Mazzeo moriva in Napoli, il 30 marzo 1973. La città di Benevento gli ha intitolato una piazza.
Anche il figlio Francesco ha seguito le orme paterne ed è stato Direttore della Clinica di Semeiotica Chirurgica dell’Università di Napoli.