SCHEDE
BIOGRAFICHE PERSONAGGI |
UGO
LA MALFA |
UN EUROPEISTA
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di LUCA MOLINARI
UGO LA MALFA nasce a Palermo il 13 gennaio 1903 in una famiglia piccolo-borghese, il padre � un maresciallo di pubblica sicurezza e la madre affronta dure ristrittezze economiche per farlo studiare.
Si avvicina fin da giovane a posizioni antifasciste che non celer� mai, anche ricorrendo alla �dialettica dei cazzotti�. Studia al corso di allievi ufficiali, ma ne viene espulso con disonore perch� trovato in possesso di un giornale sovversivo. Verr� anche trasferito in un reggimento di punizione e trascorrer� alcuni mesi in carcere.
L�idolo della sua giovinezza era stato Giovanni Amendola di cui condivise l�esperienza della Pentarchia e la visione liberaldemocratica e progressista della politica.
Durante il fascismo lavora alla Banca Commerciale del �banchiere umanista� Raffaele Mattioli e, dopo l�8 settembre, diviene uno dei massimi rappresentanti del Partito d�Azione e della Resistenza. Nel P.d�A., con Calamandrei e Parri, rappresenta l�ala libelraldemocratica e anglofila che si contrapponeva, anche aspramente, alla corrente filosocialista di Emilio Lussu e Riccardo Lombardi.
Nel governo Parri (1945) assume la direzione del Ministero dei Trasporti dando impulso, anche all�aiuto logistico degli americani, alla ricostruzione delle pi� importanti arterie ferroviarie e stradali del Paese.
La contrapposizione tra le due anime del P.d�A. e gli scarsi risultati conseguiti alle elezioni per l�Assemblea Costituente del 1946, portano alla fine del piccolo partito laico. (La Malfa ne era uscito nel febbraio dello stesso '46). Bench� vi fossero rappresentati i massimi esponenti della cultura dell�epoca, i membri del P.d�A. aderiscono agli altri partiti della sinistra, al Pci, al Psi i �filosocialisti� ed al Pri i liberaldemocratici.
La Malfa e Parri entrano, dopo la breve esperienza della Concentrazione repubblicana, nel partito dell�Edera e La Malfa ne diventer� segretario nel 1965 per rimanerne leader fino alla morte avvenuta nel 1979. Dopo la fine della solidariet� antifascista e l�estromissione dei socialcomunisti dal governo del paese, il Pri rimane nella coalizioni degasperiane centriste.
Nel 1950-51 (VI e VII De Gasperi) � Ministro senza portafoglio ed a interim Ministro per il Commercio Estero. � in questo ruolo che promuove l�avvio della liberalizzazione del commercio italiano verso l�estero passando per l�abolizione di molti dazi doganali: � il primo passo verso il lungo percorso di integrazione europea che, proprio in quegli anni e in maniera lungimirante l�Italia stava intraprendendo. Il ministro La Malfa, cos� operando, dimostrava tutta la sua convinta fede europeista a cui cercava di dare applicazione pratica.
Matura in quegli anni anche una convinta strategia politica, creare una �terza forza�, laica e progressista, composta dai repubblicani, i socialisti riformisti di Saragat, i demolaburisti di Ruini, gli ex azionisti �dispersi� e liberali radicali raccolti attorno a Il Mondo di Mario Panunzio. Compito di questo partito liberalriformista di stampo europeo in grado di mediare e di far accordare i due grandi blocchi di massa, i democristiani ed i socialcomunisti di Togliatti e Nenni. Fallito questo tentativo, volle fare del Pri l�elemento propulsore dell�innovazione politica in Italia in ottica europea ed europeista. � il massimo fautore dell�apertura a sinistra, ossia dell�inclusione del Psi di Nenni nel governo: infatti insieme a Moro, Fanfani e Nenni, terr� a battesimo il centro-sinistra, formula di governo auspicata fin dagli anni �50.
Nel 1962 � Ministro del Bilancio e della programmazione economica nel IV Governo Fanfani: sar� artefice delle grandi nazionalizzazioni come, ad esempio, l�Enel e di un tentativo di pianificazione economica attuata attraverso la �Nota aggiuntiva al bilancio� del 1962 in cui si auspicava, in cambio di una moderazione salariale da parte delle organizzazioni operaie, una serie di riforme strutturali dell�Italia. I sindacati ed il Pci riterranno inaccettabile tale proposta, ma il maggiore ostruzionismo alle tesi lamalfiane ed all�azione riformatrice del centro-sinistra verranno da ambienti confindustriali e dalla destra: nel 1964, dopo il "rumor di sciabole" dell�Affaire De Lorenzo, finisce la spinta propulsiva del centro-sinistra e le riforme, con buona pace e con il rammarico di La Malfa e del duo socialista Lombardi. Giolitti, vengono rinviate �a data da destinarsi�.
Sul finire degli anni �60 La Malfa compie un�ulteriore elaborazione politica: sostiene la necessit� di includere e di coinvolgere il Partito Comunista Italiano nel governo. In quest�ottica, anche attraverso articoli apparsi sulla rivista ufficiale del partito di v ia delle Botteghe Oscure Rinascita, comincer� un lungo e proficuo confronto con i massimi dirigenti comunisti, in primo luogo con Giorgio Amendola e Pietro Ingrao. La linea della formazione di una grande coalizione comprendente i maggiori partiti democratici, dai democristiani ai comunisti, passando per i socialisti e senza escludere i laici, trova l�assenso del leader del Pci Enrico Berlinguer (teorizzatore di �un compromesso di portata storica�), del segretario del Psi Francesco De Martito (che proponeva �equilibri pi� avanzati�) e del presidente della Dc Aldo Moro (che voleva �allargare le basi della democrazia�).
La tragedia di Moro impedir� la realizzazione di questo programma di modernizzazione dell�Italia e aprir� le porte al craxismo di cui Ugo La Malfa fu uno dei pi� convinti e forti oppositori. Da sempre impegnato nella lotta alla corruzione, anche a costo di ammettere errori personali e del suo partito, La Malfa si oppose duramente, da Ministro del Tesoro del IV Governo Rumor (1973) ai piani di Sindona e di Gelli.
L�ultimo incarico di governo lo assunse pochi giorni prima di morire nel 1979, divenendo Vicepresidente del Consiglio e Ministro del Bilancio e della programmazione economica nel V governo presieduto da Giulio Andreotti (Dc).
Luca Molinari
vedi anche
DE GASPERI, - TOGLIATTI,
- NENNI, - LA MALFA:
QUATTRO
PADRI PER LA DEMOCRAZIA ITALIANA
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