SCHEDE
BIOGRAFICHE PERSONAGGI |
SALVATORE
GAMBARDELLA |
Uno dei padri della canzone napoletana e precursore del gruppo di musicisti e poeti autodidatti.
Figlio di un umile guardaporte, SALVATORE GAMBARDELLA nacque nel popolare quartiere di Montecalvario il 17 novembre del 1873; sin da piccolo condusse vita da scugnizzo di strada senza compiere studi regolari e, per questo motivo, fu mandato dai suoi a fare il garzone di fabbro. L’incontro con De Chiara, il suo principale, fu particolarmente importante perch� nella bottega, oltre ad imparare il mestiere di fabbro ferraio, imparò anche a suonare il mandolino, che già da piccolo strimpellava, dimostrando uno straordinario intuito musicale.
Un lontano giorno del 1893, mentre Gambardella era intento nel suo lavoro, in quella bottega di piazza Mercato entrò il poeta Gennaro Ottaviano (1874-1936) che cercava il principale per mostrargli alcuni versi da mettere in musica; approfittando dell’assenza di De Chiara, Gambardella chiese di poter leggere il testo della canzone e subito vi adattò una bellissima melodia di ispirazione belliniana, giosa e malinconica al tempo stesso. Nacque così ‘’O marenariello’, una celebre canzone napoletana che i due il giorno dopo presentarono al maestro Raimondo Rossi, direttore dell’orchestra del Teatro Nuovo Politeama, che si trovava all’imbocco della Villa Comunale del Popolo. La sera stessa la cantante Emilia Persico la consacrò al successo. E’ anche verosimile che la storia tramandataci circa la nascita di questa canzone sia stata arricchita con una buona dose di fantasia, perch� secondo alcune fonti la prima versione apparve nell’agosto 1893 su ‘La tavola rotonda’, con versi di Diodato Del Gaizo che, solo in un secondo momento, furono sostituiti con quelli di Ottaviano, nella stesura definitiva.
Comunque sia l’editore musicale Bideri acquistò per poche lire la canzone e, intuendo le capacità del giovane, che era pressoch� analfabeta, gli mise accanto un musicista con l’incarico di trascrivere sul pentagramma le melodie da lui elaborate.
Le straordinarie doti di Gambardella non sfuggirono neanche ai grandi poeti napoletani che gli affidarono i testi delle loro canzoni. Nacquero così, con Ferdinando Russo, ‘Raggio di sole’(1895), ‘Serenatella nera’ (1903, con Eduardo di Capua),‘Nun me guardate chiù’ (1905) e ‘Quanno tramonta ‘o sole’ (1911); con Salvatore Di Giacomo ‘’E trezze ‘e Carulina’ (1895) e ‘Campagnola’ (1896) e con Libero Bovio ‘Si chiagnere me siente’ (1907).
Dalla sua collaborazione con l’inseparabile amico Aniello Califano nacquero, nel 1903 ‘Madama Chichierchia’ e, nel 1907, ‘Serenata a Surriento’, ma il loro maggiore successo fu l’allegra ed immortale ‘Ninì Tirabusciò’, che con il suo motivetto effervescente fu eseguita per la prima volta da Gennaro Pasquariello al Politeama, e poi ripresa da numerosissime interpreti, ispirando anche il film di Marcello Fondato ‘Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa’ (1970) con Monica Vitti.
Anche il sodalizio di Gambardella con Giuseppe Capaldo diede frutti non trascurabili, con la canzone ‘L’arte d’’o sole’, ma soprattutto con ‘Comme facette mammeta’, notissimo brano del 1906 che arrivò seconda a Piedigrotta e che fu interpretato da Antonietta Rispoli al Teatro Eldorado; la canzone fu in seguito ripresa anche da Elvira Donnarumma e divenne il suo cavallo di battaglia.
Salvatore Gambardella è unanimemente considerato uno dei padri della canzone napoletana e precursore del gruppo di musicisti e poeti autodidatti. Molti ne seppero apprezzare le innate capacità e tra i tanti anche Giacomo Puccini che, in segno di stima, gli regalò un pianoforte.
Morì giovanissimo, appena quarantenne, il 29 dicembre del 1913.