SCHEDE
BIOGRAFICHE PERSONAGGI |
ANDREW
CUNNINGHAM |
Nasce: il 7 gennaio 1883, a Bishop's Waltham nello Hampshire.
Il padre era professore di anatomia al Trinity College di Londra.
Nessuno in famiglia aveva tradizioni marinare, ma quando appena quattordicenne,
era salito per la prima volta su una nave, il padre scherzando gli propose di
entrare e di compiere gli studi nella Royal Navy.
Affascinato dal mare, la proposta non cadde nel nulla; fatta subito la domanda
per entrarvi, nella stessa estate veniva accolta.
1897 - Sale sulla nave-scuola « Britannia » come cadetto. Inizia
a percorrere i mari di tutto il mondo,e inizia quella carriera militare che
lo avrebbe portato al vertice della Marina Britannica.
1916 - Nella Grande Guerra partecipa al comando del cacciatorpediniere «Scorpion»
con il quale compì imprese che gli esperti definiscono leggendarie, una
fra le tante quella nei Dardanelli. Inizia a conoscere molto bene il Mediterraneo,
che diventa il suo "salotto di casa". In effetti, ha visto poco la
terra ferma, alle navi consacrò tutta la sua vita.
1933 - Viene nominato contrammiraglio.
1937 - Col grado di vice ammiraglio è comandante in 2a della squadra
incrociatori del Mediterraneo.
1939 - Diviene comandante in capo della flotta del Mediterraneo. E acquistò
una tale conoscenza del "mare nostrum" che quando si trattò
di combattere in queste acque potè dire a ragione " Non mi troverei
meglio nel salotto di casa mia".
Aprile 1940 - Inizia il grande conflitto. Con la « Warspite » cola
a picco, nella baia di Narvik (Norvegia), 7 cacciatorpediniere tedeschi.
Cunningham poi è destinato al comando della base inglese di Malta, un
punto nevralgico importantissimo. Non ha molte navi e non ha una copertura aerea;
è preoccupato, teme (e molti lo pensano) che Mussolini farà la
prima mossa proprio su Malta; fino al punto che Cunningham smobilita e lascia
la base. Ma gli italiani all'entrata in guerra, fanno solo una breve comparsa
a Malta, poi la lasciano in pace. Churchill incredulo (e non solo lui) pur assediato
in casa dall'offensiva di Hitler e con pochi mezzi, gli telegrafa di tornare
indietro, di rioccupare e consolidarsi sulla piccola isola, che guardando molto
lontano, ritiene essere di capitale importanza.
Cunningham poi scriverà: "Se la flotta italiana avesse agito
con maggiore decisione e avesse attaccto le navi inglesi, certamente si sarebbe
assicurata il dominio del Mediterraneo". E aggiunse pure "...sarebbe
bastato che alcuni mercantili carichi di cemento o di esplosivo si fossero affondati
nel canale di Suez o davanti al porto di Alessandria, per paralizzare le operazioni
navali britanniche". Questo nei primi giorni di guerra, ma "...se
dopo la disfatta della Francia, gli italiani avessero attaccato con le corazzate
e con gli incrociatori, noi avremmo dovuto ritirarci".
Come sappiamo, non accadde nulla di tutto questo. Invece di abbandonare l'isola,
Cunningham vi fece ritorno, e qui iniziò a potenziare la base, non solo
con altre navi, ma con due portaerei (Illustrios, Eagle), e con il Radar sull'isola.
Consapevole della sua supremazia, Cunningham sembra all'inizio mandare allo
sbaraglio i suoi uomini che compiono anche venti operazioni contemporanee, con
quelle sue navi che sono meno potenti e veloci di quelle italiane. Lo accusano
di essere "inumano". Ma questo lo dicono solo gli italiani, che non
sanno che il Radar, il rivoluzionario apparato è installato sulle stesse
navi.
Inoltre, Cunningham è un marinaio che crede nell'aviazione, non litiga
n� prova gelosia con quelli della RAF, ma anzi se ne serve; non così
gli ammiragli italiani, che lui non stima molto. Ai capi lui preferisce i gregari,
quelli che con grande coraggio fanno azioni individuali. Infatti ammira i sommozzatori,
gli stessi che prima della Battaglia di Matapan gli hanno affondato nella rada
di Creta lo York. Così ad Alessandria, l'ammiraglio fu informato che
erano stati catturati sotto la sua nave la Variant, due sommozzatori. Portati
davanti a lui, non riuscì a farli parlare se avevano già applicato
le mine sotto la nave; uno aprì la bocca ma solo per dirgli che era meglio
che lui e il suo equipaggio abbandonassero la nave, perch� dopo tre minuti
sarebbe saltata in aria, come in effetti saltò. Ai due sommozzatori non
accadde nulla, salvo essere tenuti prigionieri. E più tardi uno di essi,
La Penne, fu decorato al valore dagli ex nemici.
28 marzo 1941 - Cunningham vince con insolita abilità la battaglia di
Capo Matapan. Per quanto criticata (di far uso di spie, e talpe inserite dentro
i comandi militari italiani) Cunningham si avvia verso la gloria; non può
certo rivelare quello che è un grosso segreto.
Si saprà molti anni dopo, che l'ammiraglio riuscì a sorprendere
la flotta italiana grazie al radar e a intercettare e decrittare i messaggi
in codice del comando germanico nel Mediterraneo.
1943 - Appoggia, spesso in maniera determinante, le operazioni contro le forze
dell'Asse in Nord Africa, in Sicilia e a Salerno. Fu proprio in Tunisia, quando
l'Africa Korp, non aveva più strade e scampo per la fuga, che Cunningham
lanciò il suo "Affondate, bruciate e distruggete tutto: che nessuno
passi".
11 settembre 1943 - Concorda con Badoglio la consegna delle unità da
guerra italiane agli Alleati.
1944 - Viene nominato primo Lord dell'Ammiragliato.
1945 - Gli viene conferito il titolo di baronetto. Re Giorgio lo elogia pubblicamente.
1946 - E' creato visconte di Hindhope. Gli danno incarichi civili: rettore dell'universita
di Edimburgo e presidente dell'Istituto degli architetti navali; compare ogni
tanto alla Camera dei Lords. Una vita civile che lui odia, perchè oltre
a essere abituato al mare, il mare gli aveva dato una vita piena di emozioni.
A riposo, si dedica ai due suoi preferiti hobbies: la coltivazione delle rose
e l'allevamento dei cani «cockers»
Il 12 giugno 1963, muore all'improvviso, su un taxi a Londra.
.
Ha scritto: « A Sailor's Odyssey », (odissea di un marinaio),
che è la sua autobiografia, pubblicata nel 1951.
Alcune sue frasi: « Devo considerarmi un bigamo, perch� oltre alla
mia legittima moglie ho anche un'amante, la mia nave. E confesso che in genere
trascorro molto più tempo con questa che non con quella» (prima
della seconda guerra mondiale);
« Nel Mediterraneo mi trovo meglio che nel salotto di casa mia »
(all'inizio del conflitto)
« Ricorderò sempre questi uomini con grande rispetto » (riferendosi
agli aviatori italiani)
« Questi sommozzatori italiani sono riusciti a metterci addosso una gran
paura » (riferendosi agli uomini-rana che avevano violato Alessandria)
« Affondate, bruciate e distruggete: che nessuno passi » (per evitare
una ritirata tedesca dalla Tunisia).
I giornali inglesi al momento della sua scomparsa scrissero: « Andrew
Cunningham è stato il più grande marinaio dei tempi moderni. Si
dovrebbe erigergli un monumento come quello di Nelson in Trafalgar Square".
Bibliografia
La seconda guerra mondiale di A. Petacco - 8 volume
I generali alleati, Ist. Geog. De Agostini