SCHEDE
BIOGRAFICHE PERSONAGGI |
LUIGI
COSENZA |
Insigne ingegnere urbanista
LUIGI COSENZA, fu illustre ingegnere napoletano che ha legato il suo nome a veri capolavori del razionalismo.
Nato a Napoli il 31 luglio del 1905 Luigi Cosenza apparteneva una famiglia di ingegneri saldamente legata alla cultura napoletana dell'800 e, intrapresi gli studi di ingegneria si laureò nel 1928 in Ponti e Strade presso l’Università di Napoli.
Personaggio dinamico, poliedrico ed estroso, allevò per diverso tempo un leoncino, Zimbettino, che gli fu fedele compagno fin quando, divenuto troppo grande per essere tenuto in casa, fu costretto a consegnarlo allo zoo. Nel giardino zoologico napoletano si recava spesso a fargli visita e il feroce animale ogni volta lo riconosceva, manifestandogli il suo affetto con tenere effusioni.
La sua prima opera fu il Mercato Ittico a via Marina, che fu da lui progettato in rapporto con la strada e l’intera area circostante, ove tornerà nuovamente a lavorare quasi vent'anni dopo.
Negli anni Trenta iniziò a collaborare con le riviste di architettura Casabella e Domus diede avvio all’importante sodalizio professionale con l’architetto viennese Bernard Rudofsky. Si impegnò quindi, in questo decennio, nello studio della casa unifamiliare, realizzando villa Oro e villa Savarese sulla collina di Posillipo, ispirandosi all'architettura mediterranea del golfo di Napoli congiunta alla poetica razionalista dell'architettura contemporanea.
Partecipò inoltre, ai grandi concorsi nazionali per la realizzazione dell'Auditorium e del Palazzo Littorio di Roma, confrontandosi con i grandi temi dell'architettura collettiva.
Durante la guerra fu nella capitale in veste di interprete dello Stato Maggiore, e collaborò alla rivista Comando dove, oltre a diversi articoli e recensioni, pubblicò uno studio urbanistico sulle "Città Militari".
Nel 1943 d'accordo con Adriano Olivetti costruisce un efficace riferimento territoriale elaborando uno studio di Piano Regionale della Campania, a cui fecero seguito, negli anni 1945-1948, il Piano regolatore di Napoli, il Piano di ricostruzione della via Marittima, il Piano Particolareggiato per Fuorigrotta e Bagnoli ed il Piano di Ricostruzione di Torre Annunziata, indicando questi interventi come proposte significative per la rinascita delle aree colpite.
Nello stesso periodo condusse studi per l'industrializzazione e prefabbricazione dell'edilizia istituendo il CESUN (Centro Studi per l'Edilizia) presso la Facoltà di Ingegneria di Napoli ed avviò la costruzione del Quartiere Sperimentale a Posillipo, con le prime 16 palazzine, ciascuna realizzata con diverse tecnologie di prefabbricazione, in collegamento con la contemporanea esperienza del QT8 di Milano, diretta da Piero Bottoni.
In questo stesso anno elaborò progetti innovativi per l’edilizia popolare con i quartieri di Poggioreale, Capodichino, Barra, Luzzatti, via Consalvo, San Giovanni a Teduccio e viale Augusto.
Nel decennio 1948-1958 si dedicò all’insegnamento presso la Facoltà di Ingegneria di Napoli, ove tenne la cattedra di Composizione Architettonica e Progetti Edili.
In questi anni progetta e costruisce altri due capolavori del razionalismo: la fabbrica Olivetti a Pozzuoli e la nuova facoltà di Ingegneria di Napoli.
Iscritto già da anni al Partito Comunista fu pure partigiano per la pace ai congressi di Wroclaw, Parigi, Helsinki.
Dal 1959 al 1965 studiò la pianificazione del territorio e progettò i Piani Intercomunali di Torre Annunziata, Ercolano, dei Campi Flegrei e dell'Aversano.
Convinto sostenitore delle proprie idee, Cosenza, non esitò ad entrare spesso in polemica con le istituzioni, nonch� con le direttive impostegli dall'Amministrazione statale e dagli Enti locali: si dimise per questo motivo da progettista del Piano Regionale Campano e dal Piano Regolatore di Napoli del 1969; per contrasti con il mondo accademico, già dal 1958 aveva rinunciato anche all'insegnamento universitario.
Si dedicò quindi alla professione privata e, nel 1974 elaborò il progetto, iniziato fin dal 1965, dell'ampliamento della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
Deluso per il fallimento dei principi democratici e culturali, in cui aveva creduto, e che aveva ritenuto unico mezzo per una effettiva crescita culturale e sociale della città, Luigi Cosenza si ritirò in un progressivo isolamento fino alla morte, avvenuta a Napoli il 3 aprile 1984.