SCHEDE
BIOGRAFICHE PERSONAGGI |
CAMILLO
BENSO DI CAVOUR |
CAVOUR E MAZZINI:
LE DUE DIVERSE FACCE DEL RISORGIMENTO
Il Risorgimento italiano non � comprensibile se lo si estrapola dal resto della storia italiana. Fin dalla caduta dell�Impero romano d�Occidente era mancata una unica realt� geopolitica in grado di unificare la penisola che si era trasformata in un campo di battaglia su cui erano transitati tutti gli eserciti nazionali o mercenari dei principali paesi europei.
Mentre si formavano le principali nazioni europee, la penisola stentava a riconoscersi in un�unica realt� politica e culturale e continuavano ad esistere le rivalit� tra i principali principi italiani, forte era l�influenza dei poteri stranieri e, come ben aveva sottolineato Machiavelli, fin dal XVI secolo vi era stato un esorbitante potere temporale delle gerarchie ecclesiastiche contrarie all�unit� nazionale.
Erano sempre di grande attualit� gli addolorati versi politici che Dante aveva dedicato alle infauste condizioni della penisola: �Ahi serva Italia, di dolore ostello,/nave senza nocchiere in gran tempesta,/non donna di province, ma bordello!� .
L�unificazione avvenne nel 1861, ma non fu frutto di quel moto nazional popolare auspicato da Giuseppe Mazzini, ma fu la vittoria della linea monarchica e liberale di Camillo Benso conte di Cavour, per cui l�unit� nazionale non era altro che l�ampliamento del Regno di Savoia; non a caso il primo Re d�Italia non mut� il numero della linea dinastica mantenendo il nome di Vittorio Emanuele II, segno tangibile della poca sensibilit� nei confronti dei nuovi sudditi.
Come ebbe a dire Gaetano Salvemini: �A mezzo il secolo XVIII, la parte settentrionale della penisola italiana era divisa fra quattro dinastie e due repubbliche. Se ora saltiamo da mezzo al secolo XVIII al 1871, troviamo che l�intera penisola � stata unificata sotto una sola delle dinastie, la casa Savoia. Tutte le altre dinastie erano state spossessate. �
Nel 1861 l�Italia smetteva di essere soltanto quella �espressione geografica� di cui aveva parlato il Metternich all�inizio del XIX secolo.....,
«La parola Italia è una espressione geografica, una qualificazione
che riguarda la lingua, ma che non ha valore politico che gli sforzi
degli ideologi rivoluzionari tendono ad imprimerle, e che è piena di
pericoli per la esistenza stessa degli Stati di cui la penisola si
compone. » Klemens Wenzel Lothar von Metternich-Winneburg (1773-1859)
....ma non era ancora divenuta quell�unica entit� cara a Manzoni, �una d�arme, di lingua, d�altare,/di memorie, di sangue e i cor.�
Ci� riuscir� solo grazie alle trincee della Grande Guerra, ai diciotto mesi di lotta partigiana e, anche se ci� pu� sorprendere o risultare paradossale, soprattutto ad opera della televisione negli anni �50-�60 del XX secolo.
L�Italia unificata iniziava, fra molti problemi (in primis la Questione romana e la quella meridionale), il suo mutamento di cui noi oggi siamo gli ultimi prodotti.
All�origine della nostra storia unitaria, come accennato in precedenza, vi fu la possibilit� di scegliere tra la via liberale e monarchica di Cavour e quella democratica e popolare di Mazzini: tutti sappiamo bene che prevalse la linea moderata, ma il pensiero del Mos� dell�Unit�, rappresentava l�opzione pi� ambiziosa che, in un�Italia presto vittima di bassi e deteriori compromessi, � sempre attuale.
In ogni tempo sono valide le parole di Andr� Malraux, �Non si fa politica con la morale, ma non la si fa meglio senza.�
di Luca Molinari
IL CONTE: DA AFFARISTA A PADRE DELLA PATRIA
( vedi anche i "RIASSUNTI" STORIA D'ITALIA )