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CARAVITA |
FRANCESCO CARAVITA DI SIRIGNANO
"padrone di casa" di Capri fu testimone di quell’Italia gaudente e spensierata
"Non fece mai niente d’importante, ma non fece mai male a nessuno. Si divertì’.
lo volle scritto sul suo epitaffioFrancesco Caravita, figlio del principe Giuseppe, fu uno dei personaggi più in vista nella Napoli del novecento. Nato nel 1908, Francesco Saverio Gaspare Melchiorre Baldassarre Caravita di Sirignano, da sempre conosciuto come Pupetto, sin da bambino aveva mostrato un carattere allegro, anticonformista e gaudente.
Visse un’infanzia e una giovinezza dorate, conobbe D’Annunzio, Croce, Sigfied Wagner e il trasvolatore De Pinedo, e visse intensamente la vita napoletana, senza barriere sociali, e a contatto col popolo, da cui imparò a vivere la vita con la spensieratezza e l’allegria, così come solo a Napoli si fa. A nulla valsero gli sforzi della famiglia per indirizzarlo verso una professione ed una vita tranquilla, amante della bella vita, si dedicò infatti a mille interessi diversi: fu campione di automobilismo, pianista, nuotatore subacqueo, e non disdegnò alcuni fantasiosi, quanto fallimentari investimenti industriali.
Appartenente ad un nobile ed antico casato Pupetto di Sirignano vantava una parentela con San Gennaro, ed era cugino di Tomasi di Lampedusa, l’autore del Gattopardo, ma a dispetto degli illustri antenati, fu il personaggio più eclettico e ribelle della famiglia.
La passione per le belle donne, e per le americane in particolare, lo accompagnò per tutta la vita che, dissipato l’intero cospicuo patrimonio, trascorreva tra Capri e Londra. In gioventù aveva viaggiato molto, ed aveva vissuto a Roma, New York Parigi e il Cairo; si stabilì infine a Capri e in breve tempo, grazie al suo indiscutibile fascino, il principe divenne l’anfitrione dell’isola.
Protagonista di primo piano delle notti capresi fu anche nominato Presidente della locale Azienda di cura soggiorno e turismo e ricoprì questo ruolo con la consueta eleganza, ma anche con grande originalità. In questi anni promosse infatti un collegamento con una linea diretta di idrovolanti Southampton-Capri , organizzò il concorso di bellezza ‘Miss Europeo’ e addirittura incontri per cuori solitari, che si rivelò però un fiasco per la bruttezza dei partecipanti.
A Capri Pupetto fu eccezionale padrone di casa ed accolse sull’isola i più grandi protagonisti del novecento, da Onassis al generale Marshall, da Churchill a Joan Crafword, e tanti altri; e fu soprattutto grazie a lui che Capri divenne il vero paradiso della ‘dolce vita’ italiana degli anni ’50 e ’60.
Pupetto di Sirignano, dopo la morte del padre, dilapidò l’immensa fortuna ricevuta in eredità, anche da altri parenti, compreso l’antico palazzo di Napoli che dal 1937 è di proprietà della Tirrenia Navigazione; visse, si può dire da povero, la sua vita gaudente fino agli ultimi giorni, senza mai rimpiangere nulla. Ormai anziano rievocò più volte i suoi anni felici ospite al Maurizio Costanzo Show, e li pubblicò in un libro dall’emblematico titolo Memorie di un uomo inutile.
Ma la sua vita non fu affatto inutile, perch� il Principe di Sirignano è stato testimone di quell’Italia gaudente e spensierata del dopoguerra, della famosa e scomparsa ‘dolce vita’ e di uno stile ed una raffinatezza che solo un nobile signore di vecchio stampo come lui poteva avere.
Sposato e separato, visse gli ultimi anni della sua vita a Roma, con la giovane compagna americana Diana Schlyer; nella sua casa romana, dopo aver visto il famoso film di Totò Fifa e arena, il principe si spense novantenne nel 1998.
Alla morte aveva pensato spesso, e la morte lo colse così come aveva vissuto, serenamente e senza pensieri; aveva scritto per s� un ‘epitaffio che dice: ‘Non fece mai niente d’importante, ma non fece mai male a nessuno. Si divertì’. E in queste parole di commiato alla vita terrena è racchiusa la filosofia del grande principe, l’uomo ‘inutile’ che seppe vivere divertendosi.