SCHEDE
BIOGRAFICHE PERSONAGGI |
ABELE
DE BLAISO |
Insigne medico, antropologo, criminologo, paletnologo ed etnologo
ABELE DE BLASIO nacque a Guardia Sanframondi il 5 settembre del 1858; compiuti gli studi a Cerreto Sannita si iscrisse poi all'Università di Napoli, ove conseguì la laurea in Medicina e Chirurgia e, successivamente quelle in Chimica Farmaceutica e Scienze Naturali.
Durante i primi anni di attività il De Blasio si dedicò a ricerche in campo botanico, portando a termine nel 1889 un lavoro sperimentale per il Laboratorio di Botanica dell'Università di Napoli che fu anche pubblicato, successivamente approfondì gli studi di chimica, con la pubblicazione, nel 1890, di un Prontuario di Chimica Analitica Qualitativa ad uso dei medici.
Nel 1891, attratto da alcuni aspetti secondari della medicina, all'epoca ancora poco esplorati, li approfondì presso l'Istituto di Antropologia sotto la guida di Giuseppe Nicolucci, dedicandosi a studi antropologici sulle civiltà antiche e pubblicando le sue prime opere: I crani dei Sanniti nel 1891, Intorno ai crani di Nubiani antichi, edito nel 1893 in Napoli per il 'Bollettino della Società tra Naturalisti', e Società Umane nell'Egitto Antico, nell'anno successivo. Da non sottovalutare è pure la sua attività di archeologo, che lo vide coordinatore degli scavi presso la Grotta delle felci a Capri, il cui resoconto fu poi pubblicato nel 1893 nel ‘Bollettino di paletnologia’.
La sua vasta cultura in campo medico lo portò a compiere, a partire da questi anni, accurati ed innovativi studi nei quali mise in relazione le caratteristiche psicologiche e sociali di varie popolazioni e categorie di persone, con la forma del loro cranio. Negli anni che vanno dal 1891 al 1906 pubblicò poi i risultati di queste analisi in varie opere, tra cui ricordiamo: I crani dei Lucani del 1895 per la 'Rivista Italiana di Scienze Naturali' di Siena, Cranio microcefalo nell'ossario dell'Annunziata di Napoli e Cranio scafoide dell'anno successivo, Anomalie multiple in cranio di prostituta apparso nel 1900 sulla ‘Rivista di Psichiatria Antropologia e Scienze affini’, Cranio trapanato del paese degli Incas, Delitto e forma geometrica della faccia fra i delinquenti napoletani e il saggio sul Cranio di un'epilettica per la stessa rivista nel 1901, Cranio Macrocefalo del 1903, ed ancora Intorno ai crani umani scoperti sul Vesuvio presso l'Osservatorio, L'Ossario dell'Annunziata, Le labbra dell'uomo, Un microcefalo tra i microcefali e Mummie e crani dell'antico Perù.
Questo tipo di ricerca appassionò il De Blasio per tutta la vita, ed egli servendosi dello stesso metodo di indagine scrisse anche dei saggi, mettendo a confronto aspetti fisici analoghi in persone socialmente o caratterialmente diverse. Tra le opere di questo genere ricordiamo: L'orecchio dei napoletani normali e criminali, pubblicato a Torino, La pubertà dei napoletani normali e delinquenti, edito dalla casa editrice Priore di Napoli nel 1907.
Negli stessi anni, dal 1890 al 1907, collaborò, al Museo di Antropologia di Napoli, ove il Nicolucci aveva riunito importanti collezioni, e arricchì non poco questa istituzione con importanti donazioni di reperti da lui raccolti; è analogamente degna di nota la sua imponente collezione di coltelli usati dai camorristi risalenti agli inizi del ‘900, da lui raccolti nei depositi della Questura di Napoli, oggi divisa tra il Museo di Criminologia di Torino e il Museo di Arti e Tradizioni Popolari.
Nel 1904 successe al Nicolucci nell'insegnamento di Antropologia generale all'Università di Napoli, ove tra l'altro ebbe il merito di fondare la Scuola Pedagogica per Direttori Didattici. Ad uso dei suoi studenti, che numerosissimi ne seguivano le interessanti lezioni, pubblicò nel 1906 per le edizioni Pierro, Appunti di Antropologia, volume che nel 1920 giunse alla quinta edizione. Il suo grande interesse per gli studi antropologici, di cui fu indubbiamente tra i pionieri, lo portarono anche a fondare in Napoli un Ufficio Antropometrico, primo in Italia, che si avvalse dell' 'antropòmetro' di sua invenzione, descritto tra l'altro nel volume Un nuovo antropòmetro, del 1903.
Significativo poi il suo contributo alla paletnologia, con i volumi Appunti di Paletnologia, del 1905, e Minuzzoli di Paletnologia Indigena ed Estetica, nonch� altre opere di argomento vario, tra cui Pregiudizi sugli eventi umani, edita in Napoli per le ed. Pierro nel 1906, ed alcuni studi su usi e costumi minori di Napoli, relativi, tra l’altro, ad alcune tipologie di tarantella, e danze popolari antiche.
Oltre all'insegnamento di Antropologia, tenuto per oltre vent'anni, De Blasio fu anche titolare delle cattedre di Antropologia Pedagogica e di Ortofrenia (1), presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, e di Etnologia all'Istituto Universitario Orientale, rendendosi meritevole di aver apportato contributi di studio e ricerca in discipline all'epoca ancora poco conosciute in ambito scientifico e culturale.
Seguace del fondatore dell'antropologia criminale Cesare Lombroso, De Blasio nutrì per lo studio della malavita in generale e per gli usi e costumi di quella napoletana in particolare, che gli offrì lo spunto per la pubblicazione di importantissimi testi sull'argomento. Tra essi non vanno dimenticate le due edizioni del suo scritto del 1897 Usi e costumi dei Camorristi, il volume Nel paese della Camorra-L'imbrecciata, del 1905 con prefazione del Lombroso, e La malavita a Napoli, dello stesso anno. Particolarmente insoliti ed affascinanti i suoi scritti sullo studio dei tatuaggi dei malavitosi, in parte contenuti ne Il tatuaggio, edito a Napoli da Lubrano nel 1905.
Sorprendentemente moderni per l’epoca in cui furono scritti anche i suoi volumi sul brigantaggio e sul brigante Michele Caruso, rispettivamente del 1908 e 1909, nonch� il suo volume Storie di briganti, di ispirazione lombrosiana, pubblicato nel 1908, ed ancora riedito nel 2001, per l’editore Capone di Lecce, a testimonianza dell’unicità e della validità ancora attuale dei suoi studi.
Studioso attento anche di odontoiatria pubblicò nel 1924 per la 'Rivista Medica' uno scritto dal titolo Terzo Molare e nell'anno successivo studiò le Anomalie dentarie in delinquenti napoletani.
Uno degli aspetti più all’avanguardia della ricerca scientifica del De Blasio riguarda però gli studi sull’omosessualità, argomento certamente inconsueto e scabroso per l’epoca. In particolare è importante sottolineare le sue indagini sui cosiddetti ‘femmenielli’ a cui dedicò ampio spazio nel volume Usi e costumi dei camorristi del 1897, con un capitolo intitolato ‘O spusarizio masculino (il matrimonio tra due uomini), in cui si esamina uno strano ed inconsueto legame, che all’epoca univa un delinquente comune, indicato da lui come ‘pederasta attivo’, ad un omosessuale, generalmente travestito, detto ‘pederasta passivo’.
Queste accurate e profonde analisi dei modi di vita e dei sentimenti di categorie sociali disagiate, furono corredate dal De Blasio anche da studi e ricerche scientifiche delle patologie in esse riscontrate con più frequenza, ed in tal senso vanno citati i suoi studi del 1918 sul Grembiule di Venere in una prostituta italiana ed un saggio sulla Secrezione lattea nei pederasti passivi, pubblicato a Torino sul periodico 'Archivio di Antropologia, Criminologia, Psichiatria e Medicina Legale'.
Particolarmente interessante risulta inoltre l'attenzione che egli rivolse allo studio del comportamento degli animali domestici, messo a confronto con il corrispettivo umano; in tal senso egli pubblicò un saggio sulla Criminalità in animali domestici e alcune sue osservazioni sugli Amori anomali in animali domestici.
Estranea all'attività medica, ma più vicina all'antropologia ed all'archeologia, la sua attività letteraria, con oltre venti opere, sull'età preistorica, concernenti lo studio sulle forme di vita nel Sannio durante il periodo arcaico e sulle tradizioni e leggende locali, come la stregoneria beneventana e i riti settennali di penitenza di Guardia Sanframondi.
Legatissimo al paese natìo, ove gli è stata dedicata una strada ed una lapide dettata da Dante B. Marrocco, Abele De Blasio pubblicò vari scritti di storia locale, nonch� biografie commemorative di alcuni suoi conterranei tra cui il pittore Michele Foschini ed i matematici Filippo Maria e Sebastiano Guidi.
Per i suoi importanti contributi in campo medico, antropologico e sociale Abele De Blasio fu membro di numerose accademie e società scientifiche, sia italiane che straniere, nonch� vice-presidente della sezione di Antropologia, Etnologia e Paletnologia della Società Italiana per il progresso delle scienze. Collaborò inoltre con i suoi scritti ai maggiori periodici scientifici italiani e fu uno dei direttori della 'Rivista mensile di Psichiatria, Antropologia criminale e scienze affini'.
Morì a Napoli il 5 aprile del 1945, all'età di ottantasei anni.Estratto da: Andrea Jelardi, Giuseppe Moscati e la scuola medica sannita nel Novecento, Realtà Sammita, Benevento, 2004