SCHEDE
BIOGRAFICHE PERSONAGGI |
SALVATOR
ALLENDE |
Di Giacomo Franciosi
Salvador Allende Gossens (26 luglio 1908 – 11 settembre 1973) Presidente democraticamente eletto del Cile dal 1970 venne destituito in un tragico 11 settembre (data che diverrà un incubo per la democrazia) per opera di un colpo di stato della destra nazionalista sotto l’abile regia degli Stati Uniti.
Nato a Valparaiso, (Cile), Allende fu tra i fondatori del Partito Socialista Cileno nel 1933 per il quale ricoprì cariche come ministro in vari governi e come Presidente del Senato Cileno. Alla sua quarta elezione Presidenziale nel 1970, ottenne il primo posto al voto con UP (Unidad Popolar, una coalizione di socialisti, comunisti, radicali, e cattolici di sinistra), ma non ottenendo il 50% dei voti (prese il 36,3% dei suffragi) la decisione di una sua eventuale ascesa alla presidenza veniva rimandata al parere del Congresso che si trovò a scegliere tra lui e il secondo più votato, Jorge Alessandri. La scelta di Allende accese i riflettori del mondo sul Cile, per la prima volta un marxista può diventare capo di un governo nell'emisfero Ovest grazie a una vittoria elettorale e non a una insurrezione armata.
Da Roma e da Parigi, capitali del marxismo occidentale, arrivano a Santiago del Cile legioni di giornalisti, analisti politici, semplici militanti ansiosi di capire come si reagirà all'inedita formula cilena.
Fra questi giornalisti, inviato del Corriere della Sera c'era Goffredo Parise (1).
E' una vittoria che allarma gli Stati Uniti e gli stati più ricchi della popolazione. Una volta eletto, la CIA ( Central Intelligence Agency, l’agenzia di spionaggio per l'estero degli Stati Uniti d'America.) condusse operazioni di propaganda per incitare l'ex Presidente democristiano del Cile Frei a bloccare la ratifica di Allende come Presidente da parte del Congresso. Secondo la tradizione, il Congresso, controllato dai Cristiano Democratici, si supponeva avrebbe ratificato la sua vittoria; ma, contrariamente a questo principio storico, essi prima forzarono Allende a firmare uno Statuto di Garanzie Costituzionali poi gli consentirono l’insediamento.
La promessa di Allende è di una marcia verso “il socialismo nelle libertà”, il suo programma di riforme è vasto; nazionalizzazione delle banche, inizio della riforma agraria, espropriazione del capitale straniero( in primo luogo statunitense) proprietario delle miniere.
Il gesto che Allende compie è estremamente coraggioso e nessuno prima di lui se ne assunse la responsabilità, nazionalizzare la massima ricchezza del paese, il rame; sino a quel momento sotto controllo di società statunitensi, in particolare dalla Kennecott e dall’Anaconda. ( (2) - un estratto del decreto del 28 settembre 1971, con cui Allende ribassò l'indenizzo alle compagnie americane)
Gesto che gli scatenò contro l’ostilità implacabile e furibonda del grande capitale americano.
Nel corso del 1972-73 l’economia peggiora rapidamente: gli Stati Uniti fanno crollare il prezzo del rame per danneggiare le esportazioni cilene, uno sciopero dei camionisti getta il paese nel caos, alta inflazione, carenza di cibo, eventi che inducono i circoli politici della destra a decidere di intraprendere la via della forza per riportare il Paese verso l'“ordine”.
Nell’agosto del 1973 Augusto Pinochet Ugarte viene nominato capo di stato maggiore dopo le dimissioni di Prats a seguito di contrasti all’interno delle forze armate. Allende dichiara pubblicamente la propria fiducia nei confronti di Pinochet. Intanto, per aumentare il clima di allarme sociale la destra orchestra da settimane azioni violente portate avanti da forze paramilitari, alle quali UP risponde con manifestazioni di piazza.
L’11 settembre 1973 accade quello che ormai era nell’aria.
Le forze armate dichiarano illegittimo il governo Allende e decidono di prendere il potere, il “presidente” rifiuta la proposta di salvacondotto offerta dai militari e si rifugia con i suoi fedelissimi all’interno della Moneda. I golpisti prima presidiano con i carriarmati le strade e circondano il palazzo presidenziale tentando di stanare i rifugiati....
...poi lo stesso palazzo viene bombardato dagli aerei militari.
Muore il sogno cileno di una trasformazione senza violenza verso il socialismo, con il presidente “suicidato”. Il Paese è in mano alle forze armate, governato da una Giunta militare con a capo AUGUSTO PINOCHET (3), capo di stato maggiore dell’esercito che darà vita ad una delle più feroci dittature nella storia del secolo scorso. Durante la cattura del Palazzo Presidenziale semidistrutto, fu detto dal suo medico personale che Allende si suicidò, con una mitraglietta datagli da Fidel Castro sebbene molti comunisti e socialisti credano che egli fu ucciso nella difesa del Palazzo Presidenziale.
Il regime di Pinochet distrusse i resti della sinistra e molti comunisti e socialisti fuggirono dal paese, sebbene molti di loro non fossero forzati a farlo.
“Fate tutto il necessario per danneggiarlo e farlo cadere” parole di Richard Nixon ai suoi interlocutori il segretario di Stato Henry Kissinger, il suo Gabinetto, i vertici della Cia...(4) “Quel figlio di puttana va schiacciato con qualsiasi mezzo”.
Parole della più grande democrazia al mondo.Testo di Giacomo Franciosi
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Ndr. di Cronologia
(1) - Dalla "Biografia di Parise"
"Parise, parte, sta via mesi, e in via Solferino attendono invano, e spesso non arriva nulla....Il Motivo? Ecco cosa scrisse a Barbiellini, dal tragico Cile dopo la morte a settembre di Allende e l'avvento del regime di Pinochet, un Paese dove Parise ha viaggiato per tremila chilometri in lungo e in largo, ma a fine ottobre non ha ancora inviato nulla: "Ti prego di scusarmi con Ottone per il ritardo. Il Cile non � pi� cronaca, azione, ma storia, riflessione. Richiede una visione parzialmente distaccata, come ho tentato di fare qui". E poi parlando dell'articolo che finalmente inviava in ritardo ("Nel grande silenzio del Cile" pubblicato sul giornale il 1� nov. '73) "...vedrai che il distacco necessario appare; sia perch� � passato qualche tempo, sia perch� in queste cose ho purtroppo bisogno di tempo....Non so cosa fare di pi�; per me nulla � "routine" e tutto deve avere un "frisson" interiore". Il "frisson", � il brivido, l'emozione artistica, quello stato d'animo che si chiama anche ispirazione; motivo ricorrente in altri episodi dei suoi grandi reportage. (in Biafra. a, Cuba, in Albania, in Siberia, in Mongolia, in Cina, in Giappone, nel Lahos, o in Cambogia. Da tutto il mondo dove c'erano i "vulcani degli umanoidi" in eruzione.
(2) - Estratto del decreto del 28 settembre 1971, con cui Allende ribassò l'indenizzo alle compagnie americane:
"Riprendiamoci le nostre miniere" - L'uguaglianza formale, che il diritto e la coscienza universali riconoscono a tutti gli Stati, viene ad essere intrinsecamente limitata, quando non addirittura beffata, dall'uso che alcuni Stati fanno dei proprio potere, per sottomettere di fatto altri Stati. Non è possibile parlare propriamente di libertà e dignità nelle relazioni fra i popoli, quando i loro mezzi di produzione fondamentali, le risorse vitali per la loro sopravvivenza, sono stati carpiti o assoggettati da un piccolo gruppo di grandi imprese che perseguono il proprio lucro a spese del sottosviluppo e dell'arretratezza delle masse dei Paesi in cui si sono stabilite. Con un atto di piena sovranità nazionale, il Cile ha deciso di recuperare per s� la proprietà delle fonti di produzione più decisive per il suo presente e il suo futuro, da cui dipende la sorte della battaglia che esso sostiene per sottrarre la grande maggioranza del suo popolo alla miseria materiale, allo sfruttamento umano interno e alla subordinazione allo straniero.
Dopo decenni di spoliazioni, il popolo del Cile, fa valere il suo diritto a che siano considerati i principi dell'equità anche a favore della collettività nazionale, al momento di stabilire l'ammontare dell'indennizzo relativo alla nazionalizzazione. Nella preservazione del suo patrimonio, in difesa degli interessi inerenti alla sua sovranità economica - storicamente intaccati dalle imprese del rame -, il popolo del Cile ha accumulato nei confronti di tali imprese dei diritti che oggi esercita legittimamente e razionalmente, deducendo dagli indennizzi gli utili eccessivi che le imprese nazionalizzate hanno ottenuto. Con assoluto rispetto dei princìpi propri di uno Stato di diritto, il processo di nazionalizzazione delle grandi imprese del rame è stato realizzato conformemente con quanto dispone il nostro ordinamento giuridico, in ognuna delle sue tappe e dei rispettivi procedimenti".In effetti, in assenza di una vera borghesia nazionale, che amministrasse le ingenti risorse di rame e nitrato del Paese, le grandi imprese straniere ebbero campo libero nello sfruttamento di tali risorse. La nazionalizzazione di alcune industrie minerarie colpì gli interessi degli Stati Uniti, che fecero una serie di fortissime pressioni finanziarie sul Cile.
"Il dottor Allende ha detto che nazionalizzando l'industria del rame il Cile non ha fatto altro che rispettare le norme della legge internazionale, che non deve essere identificata con gli interessi di grandi imprese capitaliste e che le ditte straniere che hanno utilizzato il rame cileno hanno per oltre quarant'anni esportato profitti eccedenti 4000 milioni di dollari, mentre il loro iniziale investimento era stato di 30 milioni di dollari. Allende ha dichiarato che in meno di due anni le linee di credito garantite dal Cile da banche private sono state ridotte di centonovanta milioni di dollari e ha descritto in particolare la Corporazione internazionale dei telefoni e dei telegrafi (Itt) come un'impresa il cui capitale eccede il prodotto nazionale di molti Paesi latino-americani e anche quello di alcuni Paesi industrializzati. Di un totale di 1.723 milioni di profitti ritirati dai Paesi del Terzo mondo in un anno dalle corporazioni transnazionali, ha detto, più di 1.000 milioni di dollari provenivano dall'America Latina.
"Il dottor Allende ha dichiarato che c'è stata una vera e propria «battaglia campale» tra queste corporazioni e gli Stati sovrani, «nella politica fondamentale e nelle decisioni economiche e militari» delle quali queste corporazioni stavano cercando di interferire, senza che esse stesse potessero essere controllate da qualsiasi parlamento o istituzione politica. Dal suo punto di vista il Cile si è esposto a una «vasta scala di pressioni esterne» che sono state «ancora un'altra manifestazione di imperialismo... terribilmente effettiva nel prevenirci dall'esercitare i nostri diritti come stato sovrano». In conclusione egli ha richiesto «un'offensiva coordinata in difesa degli interessi del popolo sul continente (americano) e negli altri Paesi in via di sviluppo».
George Bush ha replicato immediatamente in una conferenza stampa, che il suo governo respinge l'accusa cilena di imperialismo e non intende interferire negli affari cileni. Le difficoltà del Cile nell'ottenere prestiti, ha detto, sono un problema di crediti non onorati. Sulla questione della compensazione per gli assetti nazionalizzati, le corti che si occupano delle azioni legali intraprese dalle compagnie concernenti saranno i migliori giudici. Un portavoce dell'Itt ha negato che la corporazione sia mai «intervenuta o abbia interferito negli affari interni del Cile in qualsiasi modo». ("Keesing's Contemporary Archives", 9-15 aprile 1973)(3) AUGUSTO PINOCHET - Dalla sinistra fu chiamato il "Macellaio". Si comportò da dittatore, ma poi venne il suo turno. - Nato nel 1915 a Valparaiso da una famiglia medio-borghese di origine francese, che si era stabilita in Cile nel diciottesimo secolo, Augusto Pinochet Ugarte seguì le orme paterne entrando a 14 anni nella scuola militare della città. Insegnante presso la scuola di guerra, nei suoi corsi sviluppò la nozione di occupazione interna del territorio. Lo si ritrova qualche tempo dopo membro di una missione promossa dall'esercito cileno negli Stati Uniti, poi addetto militare in Ecuador e infine generale di divisione nel 1972. Sebbene fosse noto il suo atteggiamento di critica verso il governo di "Unidad Popular", il 23 agosto 1973 accettò di giurare fedeltà al presidente Allende, assumendo la carica di comandante supremo dell'esercito. Neppure un mese dopo, l'11 settembre, Pinochet si fece promotore del colpo di Stato che rovesciò il governo e, assunta ufficialmente la presidenza della giunta di governo, iniziò una politica interna rigidamente repressiva: l'instaurazione della legge marziale, i processi ai dissidenti, l'uso abituale della tortura, la soppressione dei partiti politici, del parlamento e delle associazioni sindacali si rivelarono una scelta politica strategica.
In campo economico Pinochet attuò la riprivatizzazione quasi totale dei principali settori produttivi,
Tutte le aziende nazionalizzate e le terre distribuite da Allende ai contadini sono restituite ai proprietari. Tutto il personale assunto nello stesso periodo � licenziato, quello nell'amministrazione pubblica mandato nei campi di concentramento. Non se ne sapr� pi� nulla.
Il risultato fu quello di rafforzare il potere della ristretta oligarchia economico-finanziaria che aveva appoggiato il golpe. Con un decreto del dicembre 1974. Pinochet ottenne dalla giunta militare il titolo di presidente della Repubblica, divenendo detentore assoluto del potere esecutivo. Operò allora con abilità per avere il controllo totale dei quattro settori delle forze armate e con l'aiuto della polizia politica allontanò alcuni dei suoi ufficiali che riteneva pericolosi.
Ma nel 1980 la crisi economica alienò a Pinochet anche l'appoggio di una parte della borghesia. Nonostante il malcontento dei ceti medi, la ricorrente protesta operaia e popolare e l'opposizione della Chiesa, Pinochet fece approvare mediante referendum una Costituzione che prevedeva la sua permanenza al potere fino al 1989. Il 7 settembre 1986 uscì indenne da un attentato che uccise cinque uomini della sua scorta e ne ferì dieci. L'attentato venne rivendicato da quello che si supponeva fosse il braccio armato del partito comunista, ma altre fonti lo attribuirono addirittura alla Cia, viste le crescenti divergenze sorte con gli Stati Uniti, proprio quelli che lo avevano precedentemente aiutato. Il regime di Pinochet praticò sistematicamente l'illegalità anche nei confronti delle proprie leggi; infatti dopo la sconfitta nel plebiscito del 5 ottobre 1988, nonostante le elezioni previste per il 1989 (con un apparente ritorno alla democrazia), dichiarò di voler rimanere al suo posto fino al 1990 e incaricò un comitato di giuristi di preparare la sua candidatura personale alla successione di s� stesso. Ma nel 1990 rinunciò con riluttanza (o gli fu imposto) alla guida del Paese.
(4) - Dietro il Golpe dell'11 settembre la CIA - Uno scoop dei "New York Times" denunciò che l'amministrazione Nixon aveva finanziato attività della Cia in Cile contro il regime di Allende.
L'8 settembre 1974, il "New York Times" ha rivelato che, secondo una testimonianza resa il 22 aprile dello stesso anno da William Colby, direttore della Cia, di fronte alla Sottocommissione dei servizi armati sull'intelligence della Camera dei rappresentanti, l'amministrazione Nixon avrebbe stanziato oltre otto milioni di dollari per le attività della Cia contro il regime del presidente Salvador Allende. Le operazioni di intervento, secondo Colby, erano state approvate in blocco dalla Commissione dei quaranta, un quadro di comando di alto livello addetto all'approvazione dei piani di sicurezza guidati da Henry Kissinger, segretario di Stato degli Stati Uniti, e sono state considerate come prova schiacciante delle tecniche di sovvertimento di altri governi attraverso lo stanziamento di fondi.
Il primo presumibile coinvolgimento degli Stati Uniti contro Allende avvenne nel 1964, allorch� tre milioni di dollari vennero stanziati in aiuto del Partito cristiano democratico il cui candidato alle elezioni presidenziali, Eduardo Frei Montalva, sconfisse Allende. Ulteriori somme di denaro si dice siano state finanziate negli anni seguenti, compresi cinquecentomila dollari nel 1970 donate alle forze anti-Allende prima delle elezioni presidenziali e culminate nello stanziamento di un milione di dollari, nel 1973, come parte della campagna per "destabilizzare" il regime di Allende. Nel corso di una conferenza stampa tenutasi il 16 settembre, il presidente Ford ha difeso l'operato statunitense in Cile in quanto teso « agli interessi del popolo cileno e, sicuramente, dei nostri interessi», ma ha negato che gli Stati Uniti siano stati coinvolti nel sovvertimento del regime del presidente Allende. Di seguito, ha affermato che gli sforzi dell'America sono stati tesi al «preservare i giornali e i partiti di opposizione» che, presumibilmente, il presidente Allende cercava di annientare.
Kissinger, nella testimonianza del 19 settembre resa di fronte alla commissione di inchiesta del senato sulle relazioni internazionali, ha ripetuto che il coinvolgimento della Cia è stato autorizzato unicamente per preservare i partiti politici e i giornali minacciati dal regime. Mentre il segretario di Stato in una occasione precedente nel 1974 aveva affermato innanzi al Congresso che «la Cia non aveva avuto nulla a che fare con il golpe, per quanto ne so e credo», un portavoce del dipartimento di Stato il 29 settembre aveva notato che Kissinger presiedeva una commissione composta da quaranta membri e che generalmente le decisioni erano prese all'unanimità. Secondo le fonti dei servizi segreti citate in un altro articolo comparso sul "New York Times" il 19 settembre, gran parte del denaro autorizzato dalla Cia per attività in Cile venne usato nel 1972 e nel 1973 per sostenere gli scioperi anti-Allende, in particolare lo sciopero dei camionisti del 1972. Tuttavia, le fonti insistevano sul fatto che scopo della amministrazione Usa non era consistito nel ribaltare il governo Allende, e poneva l'accento sul fatto che la richiesta da parte della confederazione dei camionisti nell'agosto 1973, un mese prima del golpe, per un incremento dei fondi d'aiuto, era stata rifiutata dalla Commissione dei quaranta, anche se non si negava la possibilità di «futuri stanziamenti a favore del sindacato dei camionisti». Il "New York Times" del 20 ottobre di nuovo pubblicò l'informazione secondo cui la Cia, sei settimane prima del golpe contro Allende, aveva cercato di finanziare il Partito nazionale di destra.
("Keesing's Contemporary Archives", 12-18 maggio 1975)