DA
20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
PERIODI
STORICI E TEMATICI |
PERSONAGGI E PAESI |
ANNO 925 d.C.
(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")ITALIA - Lamberto arcivescovo di Milano e da Adalberto marchese di Ivrea, pur avendolo chiamato loro in Italia - Rodolfo II di Borgogna- per togliere la corona a Berengario, ora con l'appoggio di papa Giovanni che non lo ha voluto riconoscere, chiamano in Italia Ugo promettendogli a lui la corona.
RODOLFO non aveva salde radici nel paese. Le famiglie che lo avevano chiamato avevano voluto servirsi di lui soltanto come strumento per abbattere Berengario: tolto di mezzo questo, pensarono di disfarsi anche del nuovo sovrano e di dare la corona ad un uomo che in Italia aveva potentissime relazioni.
Quest'uomo era UGO di PROVENZA, che la madre BERTA di Toscana aveva segretamente opposto a Rodolfo, e del quale, è noto l'infelice tentativo di impadronirsi del regno (924).Forti del consenso dell'arcivescovo milanese LAMBERTO e di Papa GIOVANNI X, il quale sperava aiuto da Ugo contro le fazioni romane capitanate da MAROZIA, trovandosi Rodolfo in Borgogna, i marchesi di Toscana e d'Ivrea invitarono il conte di Provenza a scendere in Italia.
Mentre UGO, accolto l'invito, si metteva in mare diretto verso le coste della Toscana, Rodolfo si preparava a soffocare la rivolta. Accompagnato dal duca BURCARDO di Svevia, di cui aveva sposato la figlia un'omonima Berta, alla testa di milizie tedesche e borgognone, scese in Italia per il valico del gran San Bernardo e, invece di puntare su Pavia, mosse contro Ivrea per non lasciarsi alle spalle la seria minaccia che poteva venirgli da quel marchesato.
L'imprudenza di BURCARDO fece fallire l'impresa. Spintosi fino a Milano fu qui trattenuto dall'astuzia dell'arcivescovo, il quale entrò con lui in trattative per dar tempo all'esercito degli alleati di sopraggiungere. Quando Burcardo si accorse del tranello era troppo tardi, per porvi riparo: rimessosi sulla via d'Ivrea, fu assalito, presso Novara, dalle milizie italiane e perì con tutta la sua scorta (28-29 aprile del 926).
La morte del suocero scoraggiò talmente RODOLFO da spingerlo ad abbandonare l'impresa e a fare ritorno in Borgogna.