HOME PAGE
CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
1 D.C. AL 2000
ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 836 d.C.

(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

*** VENEZIA -eletto XIII Doge PIETRO TRADONICO
*** NAPOLI CHIEDE AIUTO AI SARACENI

Da famiglia di provenienza istriana, non sapeva leggere e scrivere pertanto i documenti e gli editti venivano firmati con "signum manus". Il suo dogado fu contraddistinto dalle lotte ai pirati che infestavano le acque dell'adriatico, sui quali però Venezia riuscì a concludere qualcosa solo più tardi; con le guerre contro i saraceni che avevano conquistato Bari e Taranto, alla sconfitta nella battaglia di Sansego (isoletta a sud di Pola); né conclusero molto con il "patto di Lotario"; tuttavia si avvantaggiarono camminando spediti verso la propria indipendenza, quando i due potenti si neutralizzarono a vicenda e lasciarono al loro destino gli abitanti di quella infida laguna.

Dopo secoli di guerre e cospirazioni, finalmente i due "blocchi": l'occidentale dei franchi e l'orientale dei bizantini, capirono che forse una piccola "Svizzera" commerciale poteva far comodo a tutti.

Nel 840, infatti Lotario riconobbe l'indipendenza di Venezia che divenne ducato sovrano su tutta la gronda lagunare e i vari territori limitrofi fino ad "acquas salsas", mentre da li a poco, pure Bisanzio nominerà il doge di origine locale, suo spatario ed ipato. Prima era l’incontrario, era lo spatario bizantino che veniva nominato doge.


NAPOLI CHIEDE AIUTO AGLI ARABI

Avevamo letto nell' 817 che uno degli ultimi duchi bizantini in Italia che aveva ancora in mano la città di Napoli era stato più volte attaccato dal duca longobardo di Benevento SICONE che aveva con la forza eliminato GROMOALDO IV e si era preso il trono non contrastato da Ludovico il Pio. Vistosi riconosciuto, per chissà quale motivo ( forse a Ludovico gli veniva comodo un usurpatore per magari con lui conquistare tutta la Napoli bizantina e poi annettersela all'impero) costui e poi il suo successore SICCARDO si sentono in forza di attaccare ripetutamente il Duca bizantino ANDREA, e assediando a più riprese la città lo costringono a pagare un tributo annuo; tributo che Andrea inizia a non pagare e che ovviamente provocheranno altri assedi.

Andrea, di questi Longobardi alleati alla corte imperiale francese, visto che non hanno ricevuto nessun rimprovero dopo l'usurpazione fatta nell' 817 DA SICONE, ne è stanco, e ripetutamente si lamenta con l'imperatore franco; ma inutilmente, sembra quasi che ci sia una connivenza, un troppo lasciar fare che è ambiguo, forse solo opportunistico.

Andrea visti inutili i tentativi, ha degli approcci con gli Arabi appena insediatisi in Sicilia, e chiede la loro collaborazione per respingere l’ostile duca.

Gli arabi approfittano di buon grado l’opportunità che offriva loro l'occasione di interferire nelle vicende italiane, come avevano fatto poco prima in Sicilia dove vi erano giunti in seguito a un appello. E così fanno per Napoli, inviano una flotta per controllare la situazione locale ma mettendosi preventivamente in difesa temendo un attacco, e contemporaneamente assediano con un altro esercito il duca di Benevento, che non poté far altro, anche se è indignato di questa alleanza Saraceni- Napoletani, di abbandonare la partita; ma indignazione o no, l'alleanza con i saraceni a Napoli era servita eccome; e durò anche parecchio tempo con reciproco vantaggio delle due parti.

A Napoli fecero grande festa quando seppero che l’odiato Siccardo l'anno dopo era stato sconfitto a Brindisi e che la sua città era stata data alle fiamme. E festa più grande fecero quando nell' 839 giunse la notizia che era stato ucciso. Napoli ripagò il favore fatto dagli arabi con un aiuto di alcune navi, quando in seguito i saraceni assediarono Messina negli anni 842-843.

La morte di Siccardo e le lotte intestine che si stavano svolgendo anche nelle altre città per portarsi via il trono locale, erano piuttosto gradite ai saraceni. I contrasti seguite da lotte e autodistruzioni dei locali favorivano i loro insediamenti.

Voleva dire che quando sbarcavano avevano sempre o uno o l'altro come alleato, quindi una fatica dimezzata per le conquiste; e infatti, appena morto Siccardo nell'839, il grande ducato fu poi diviso in due principati con RADELCHI a Benevento e SICONOLFO a Salerno, che però subito entrano in guerra fra di loro, chiamando in aiuto proprio gli arabi per essere appoggiati entrambi uno all'insaputa dell'altro. I saraceni l’aiuto lo concedono al primo, ma intanto sbarcano in Calabria, avanzano fino alla Puglia e anche se non conquistarono subito Bari, nell' 840 Taranto cadde nonostante una vaga spedizione fatta dai Veneziani chiamati dai bizantini per contrastare lo sbarco.

Ma gli arabi non si fermarono lì, salirono ad Ossero che incendiarono, continuarono fino ad Ancona, e comparvero inaspettatamente nelle laguna di Venezia dove catturarono al porto anche delle navi mercantili davanti agli stupefatti veneziani, che però l'anno dopo, nell' 841 tentano una nuova spedizione nelle Puglie per vendicarsi, ma gli Arabi ormai hanno preso Bari, ne fanno una fortezza e una base per le loro azioni future che dureranno quasi trenta anni; ai veneziani fecero subire un'altra sconfitta e quel RADELCHI che li aveva chiamati lo trasformarono in un loro bamboccio seduto su un trono di carta, che permise loro di depredare sistematicamente -quasi facendosi scudo del fittizio potere del duca- tutte le città del suo ducato.

L'altro duca SICONOLFO non rimase a guardare, non potendo contare sui saraceni della Sicilia che avevano preferito aiutare il suo avversario, invocò altri saraceni, quelli che erano stati fatti sloggiare dalla Spagna perché indesiderati e che si erano rifugiati a Creta. Fanno però solo il solletico al grosso della flotta siciliana. MASAR con i suoi saraceni siciliani dominava ormai con le sue centinaia di navi, sia il Tirreno che lo Ionio e iniziò a costruire delle basi navali all'Isola di Ponza, a Capo Miseno, a Ischia mentre il terrore saliva sulle coste bagnate dal mare, su fino a Roma che nell'846........farà conoscenza degli arabi e delle loro razzie......

*** A BAGDAD il nuovo califfo abbaside MUTASIM lascia Baghdad, la capitale per eccellenza dell'impero della dinastia Abbaside, cara a Harum, e trasferisce la corte a Samarra.

*** AMALFI con la favorevole situazione che si era venuta a creare con gli arabi quasi in casa, visto che la città apparteneva a Radelchi che però ora fa il re fantoccio dei saraceni, ne approfitta per darsi al commercio in quel mare ormai quasi tutto arabo; inizia i suoi rapporti commerciali con molte località costiere tirreniche, ioniche e mediterranee. I suoi naviganti e mercanti su quelle coste creano numerose colonie e fondachi, di cui uno molto fiorente: Costantinopoli.

CONTINUA ANNO 837 > >