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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
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ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 811 d.C.

(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

*** UNA STRAGE DI BIZANTINI

L'imperatore Niceforo come abbiamo già letto in precedenza, aveva riorganizzato l'esercito in un modo molto efficiente attingendo alle risorse che erano costate forti pressioni fiscali non proprio al popolo ma a tutte quelle categorie che in precedenza godevano di esenzioni, oppure aggirando il fisco avevano accumulato ingenti capitali, e nel caso dei monaci e del clero ingenti proprietà terriere esentatasse. Dopo aver fatto appunto questa riorganizzazione Niceforo ritiene ormai giunto il momento di assestare con queste forze un duro colpo ai Bulgari diventati col tempo sempre più pericolosi ed esosi. Alla testa di un potente esercito muove verso la Bulgaria.

Il capo, il khan bulgaro KRUM non appena vide questa armata venirgli contro, un po' preoccupato cercò in tutti i modi di fare una pace, ma l'imperatore ignorando le sue richieste mosse contro Plinska la capitale dov'era la sede della reggia bulgara, che già due anni prima aveva assediata ma poi preferì non insistere per mancanza di soldati che una volta conquistata gli erano necessari per presidiarla. Si era però ripromesso di ritornarci quando avrebbe avuto a sua disposizione un grosso esercito, come appunto era quello che aveva riorganizzato e costituito ora.
La posizione geografica di questa citta' era strategica, ma i bizantini in un primo momento forse non ci pensarono.
Per arrivarci bisognava entrare dentro una gola provenendo da un passo che rappresentava un balurdo quasi insormontabile. I bulgari chiusero il passo, sbarrarono la strada all'inizio della gola dove i bizantini avventatamente si erano accampati, nei pressi di Virbitza, e iniziarono la mattanza. Niceforo si narra che si accorse subito della mortale trappola e che esclamò che " neppure con le ali possiamo sperare di sfuggire alla distruzione".

Infatti, fu micidiale, gli uomini di KRUM piombarono sui bizantini presi in trappola e li massacrarono dal primo all'ultimo, compreso lo stesso imperatore e molti dei suoi generali. Il Kan bulgaro tagliò di persona la testa a NICEFORO, e dopo averla lasciata in mostra in cima a un palo per diversi giorni, ne fece rivestire il teschio in argento e lo usò come coppa per bere.

Una disfatta così totale non si era mai vista da quelle parti negli ultimi cinque secoli, bisognava ritornare indietro nel 378 quando l'imperatore Valente subì quel famoso disastro detto di Adrianopoli.

 

Costantinopoli quando vide tornare indietro qualche decina di scampati che portavano queste ferali notizie, fu presa dal panico. Si cerco' di trovare un valido successore di Niceforo. Si parlò inizialmente del figlio Stauracio, ma la scelta finale cadde dopo varie discussioni su un certo MICHELE RANGABE, genero di Niceforo, un tipo ritenuto in una situazione così critica il piu' adatto a ricoprire tale carica. E non si sbagliarono, gli avvenimenti dimostrarono che avevano scelto l'uomo giusto perché Michele si sottomise docilmente al volere degli ecclesiasti e si rivelo' tutt'altro che uno spirito indipendente. Del resto in quel frangente bisognava essere uniti, non c'erano alternative. Dietro richiesta del patriarca di Costantinopoli si impegnò a non violare la fede ortodossa e ad astenersi a infliggere pene corporali sia ai laici che agli ecclesiastici. Richiamò il clero che Niceforo aveva inviato in esilio dopo i suoi personali concili, e accettando la linea che gia' si stava instaurando sia con Roma sia con la corte dei Franchi; inviò due ambasciate per dichiarare il riconoscimento dell'investitura di Imperatore d'Occidente a Carlo Magno, e rivolgendosi proprio a lui lo invitò a cercargli una sposa franca per suo figlio TEOFILATTO che Michele aveva nominato co-imperatore.

Michele stava seguendo anche il consiglio del patriarca che voleva che firmasse a tutti i costi appena salito sul trono, la pena di morte per tutti gli eretici della corrente pauliciana e degli atingani, ma alcuni gli consigliarono di comminare pene piu' miti, in modo da offrire a questi eretici la possibilita' col tempo di pentirsi e convertirsi. Ma non riusci' a fermare del tutto la mano del sanguinario patriarca (che portava lo stesso nome del precedente imperatore Niceforo). Le esecuzioni capitali in massa dei ribelli -secondo lui tutti eretici- bagnarono molte piazze di Costantinopoli, di modo che i cittadini ribelli prendessero come monito la pena che lui implacabilmente comminava agli oppositori.

Michele fece anche altro: oltre che gli ambasciatori, per iscritto inviò a Carlo Magno un documento nel quale lo riconosceva ufficialmente Imperatore d'Occidente (e cosa altro poteva fare dopo che i bizantini non avevano neppure piu' un esercito?), gli concedeva inoltre le due isole che per due anni erano state oggetto dei noti contrasti (Venezia), l'Istria, la Liburnia, la Dalmazia; ma chiedeva in cambio di conservare il diritto nell'usare il termine: "Imperatore" senza che seguisse alcun altro titolo nei documenti ufficiali. Insomma ci teneva a conservare questo titolo, anche se era privo com'era di un potere, che di fatto (politicamente e militarmente) ora aveva solo Carlo Magno.

Il Re Franco in un primo momento tentennò a questa ultima richiesta, mai poi visto che poche righe prima gli riconosceva formalmente la piena legittimità come Imperatore d'Occidente, pensò con magnanimita' che quel nome lo poteva anche concedere. Ma non bastava uno scritto, ci voleva una vera e propria cerimonia ufficiale da celebrarsi il prossimo anno con MICHELE in persona oppure con i suoi ambasciatori inviati per la circostanza ad Aquisgrana. Cosi aveva deciso Carlo......

IN FRANCIA nel frattempo muore anche l'altro figlio di Carlo Magno, CARLO il Calvo, e rimane come unico erede LUDOVICO re di Aquitania detto il Pio.

A BENEVENTO troviamo quest'anno seduto sul trono il quarto duca GRIMOALDO; questi subito - pur di conservare il ducato- stipula un trattato con Carlo Magno accettando di pagare all'imperatore un tributo annuo. Ricordiamo che Grimoaldo fa parte di quella stirpe di Longobardi che Carlo aveva (con il primo Grimoaldo) rimesso sul trono. Un ducato che però scottava, sempre in contrasto con il Papa che lo voleva assorbire, e con i duchi sempre costretti a fare il doppio gioco (alternando alleanze con i bizantini, con i franchi o con il papato).

CONTINUA ANNO 812 > >