DA
20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
PERIODI
STORICI E TEMATICI |
PERSONAGGI E PAESI |
ANNO 799 d.C.
(Vedi
QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")
*** LA FUGA DI PAPA LEONE III DA ROMA
*** I VICHINGHI: MA ERANO NUOVI NELLE SCORRERIE?
Papa LEONE III, non aveva un buon carattere, era spigoloso, arrogante e sempre in continua contraddizione; ben presto si alienò le simpatie dei romani. Fin dalla sua elezione era stato fortemente osteggiato dalla nobiltà romana, timorosa di perdere la preminenza goduta sotto papa Adriano I. Ma anche durante questi cinque anni di pontificato, questo astio non era diminuito, anzi aumentato.
Prima o dopo qualcosa doveva accadere. A fomentare le varie fazioni sembra che Carlo non era del tutto estraneo, anche perché una fazione della nobiltà romana era a favore della teocrazia carolingia e questa ben presto fece alleanza con le fazioni antipapaline.
Il 25 aprile del 799 in occasione della processione per la ricorrenza della morte di SAN MARCO che si svolse tra il Laterano e San Lorenzo in Lucina, Leone III fu aggredito da una banda di congiurati mentre stava seguendo la processione a cavallo.
Ci fu il tentativo di accecarlo di strappargli la lingua che andò a vuoto perchè nel trambusto riuscì a trovare scampo presso il chiostro di San Silvestro, ma raggiunto, catturato e malmenato, lo inviarono al monastero di San'Erasmo. Durante la notte riusci a fuggire con l'aiuto del suo ciambellano e del duca di Spoleto, calandosi dalle mura con una corda, si rifugiò in San Pietro. Qui fece avvisare i Franchi che nottetempo lo presero in consegna e lo portarono in salvo presso Vinigi (duca di Spoleto) e da Spoleto raggiunse Carlo Magno a Paderborn ( nella Renania-Vestafalia, ai piedi della selva di Teotoburgo), dove questi era intento a "convertire" e a sottometterre i Sassoni della regione. .
A Roma qualcuno (un po' come re Alfonso delle Asturie che abbiamo appena letto lo scorso anno) mise la voce in giro che il Papa lo avevano rinchiuso in una fortezza con spesse mura e che lui le aveva trapassate, che gli avevano tagliato la lingua ma che ora era a parlare con Carlo Magno, che lo avevano accecato e invece la grazia di Dio aveva fatto accecare 10 suoi aguzzini. Insomma fu subito celebrato da una fazione come un martire su cui la grazia divina aveva operato dei miracoli.
Ma Leone non era a Roma ma già in viaggio, e quando arrivò in Francia il suo trionfo fu proprio degno di quella grazia divina, la gente sulle strade dove passava correva a baciargli i piedi. A Paderborn Carlomagno gli preparò una splendida accoglienza, e quando l'ebbe davanti lo accolse con cordiali abbracci. Ma dopo il suo arrivo arrivarono naturalmente anche gli informatori di cui sappiamo come operavano bene in Italia, e riportano a Carlo di cosa Papa Leone era incolpato a Roma: di adulterio e di spergiuro, ecco perche' i "maledetti figli del diavolo" venuti anche loro da Roma come li aveva nominati Leone, volevano conferire insistentemente ad ogni costo con lui.
Con grande saggezza il re franco li volle ascoltare e qualcuno disse chiaro che il Papa doveva pubblicamente con un giuramento in San Pietro o discolparsi e rinunciare alla dignità papale. Carlomagno un po' infastidito rispedì a Roma alla fine dell'anno, Leone, accompagnato da inviati reali, che si limitarono nella citta' papale a prendere i calunniatori e i cospiratori e mandarli prigionieri in Francia. Carlo voleva sapere di prima mano quali erano le accuse precise. Ma nel frattempo le lettere di scambio che avvengono tra inviati reali nella città papale e Carlo e Angilberto sono piene di preoccupazioni, Roma non è affatto tranquilla, ecco quindi decidere Carlo per il prossimo anno, quella soluzione suggerita che doveva avvenire in San Pietro, in pubblico, onde sistemare le cose in modo durevole e definitivo.
Sarebbero stati convocati nella chiesa di San Pietro, difensori e accusatori, ma senza parlare o inveire, non si doveva fare un vero e proprio processo, ma ci si aspettava un giuramento prestato da LEONE III spontaneamento. Si salvava così un papa da una procedura gravissima e non si mancava di rispetto alla dignità . Ma ne parleremo più avanti..........nella notte di Natale del prossimo anno.
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I VICHINGHI fanno altre "perlustrazioni" (saccheggi) non soltanto in Inghilterra e in Irlanda, ma attraversato il mare sulle loro veloci barche si aggirano ora in tutta l'ampia costa germanica, fra un'isola e l'altra, Frisoni occidentali e orientali si affacciano a spiare l'intera costa che queste isole fanno da paravento alla Frisia tedesca. Carlo Magno che riceve sempre dettagliati rapporti da tutto il suo impero, considera questa situazione anomala e forse gravida di pericoli, decide quindi di stabilire una sorveglianza costiera fissa e con delle truppe dislocate nei punti più strategici.
Ma la frase comune sulla bocca dei Vichinghi è una sola " Ro voek over alt!" Avanti dappertutto! E i Vichinghi non si lanciavano verso mondi sconosciuti, le strade e i territori li conoscevano da qualche millennio. Fin dall'età del bronzo, la rete fluviale di tutto il Baltico aveva già stabilito un circuito commerciale con gli stanziamenti germanici della costa. Dal V secolo, i Nordici conoscono il Vestr Viking, la strada dell'ovest, aperta dai pirati danesi, juti, e sassoni, che collega la Norvegia con la Scozia e l'Irlanda; più a Sud, la via Irlanda - Armorica golfo di Guascogna è praticata a partire dal Basso Impero; le flottiglie costellano gli itinerari fluviali, ed anche la strada della Spagna e del Mediterraneo è individuata; verso l'estremo Nord Ovest trovano la strada Erin-Isole di Scozia, Faer, Oer Islanda.
I Vichinghi solcheranno tutti questi mari. Inaugureranno le strade, quella da Trondhaim al Mar Bianco e quella dall'Islanda alla Groenlandia, poi da quest'isola intorno all'all'anno mille, si spigeranno fino Vinland (identificata coma l'America del Nord) Ovunque: "Avanti dappertutto!"
Sono queste tribù del nord, uomini che alla metà della primavera tirano fuori la loro inbarcazione dai ripari invernali dentro le grotte dei fiordi, le allestiscono e partono in viking, in samfor nella "spedizione collettiva" su uno scafo che accoglie al minimo un equipaggio di una trentina d'uomini, di cui una dozzina sono dei forti combattenti. CONTINUA ANNO 800 > >
Questi ultimi sembrano uscire dal regno soprannaturale quando al parossismo della loro rabbia, ognuno diventa berserkr, "uomo orso" e compie frenetiche imprese in un'aura di magia. Lui il berserkr è l'archetipo dell'asociale, nato da famiglia sempre guerriera, dotato di una forza rara e di un carattere impetuoso, riceve in età precoce il battesimo del viking del samfor ma poi cerca di farsi la propria strada da solo berserkrtrionfando sugli ostacoli con il suo vigore di fronte al suo clan che l'osserva, che lo segue nelle sue imprese, che lo celebra quando ritorna vincitore, ma se gli succede di attirare su di se le catastrofi, la cattiva "qualità del destino" che è legata al suo clan, allora muore ucciso dai suoi compagni, inseguito nella landa o bruciato nella fattoria con tutto il suo clan, come racconta la celeberrima l' Islendinga saga con fredda ferocia "Sereno, ma forte, senza lamenti e senza paura gioioso devo attendere la Morte". Questo è il nostro Vichingo che sarà maledetto per sempre dai cristiani d'Occidente, che chiama papars, Vikingr mikill, con disprezzo e ammirazione nello stesso tempo, cioè "Gran Vichingo", il terribile uomo del mare, che semina terrore, distruzione e morte.
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*** ITALIA - Muore nell'Abbazia di Montecassino, l'abate PAOLO DIACONO. lasciando incompiuta la sua Storia dei Longobardi (dalle lontane origini, a re Liutprando).