DA
20 MILIARDI ALL' 1 A.C. |
1 D.C. AL 2000 ANNO x ANNO |
PERIODI
STORICI E TEMATICI |
PERSONAGGI E PAESI |
ANNO 773 d.C.
(Vedi
QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")
*** LA DISCESA IN ITALIA DI CARLOMAGNO
*** DESIDERIO RE LONGOBARDO ASSEDIATO A PAVIA
*** LA BATTAGLIA DI MORTARA
Se a Ginevra Carlomagno si sta preparando per scendere in Italia, il re longobardo Desiderio a Pavia si sta preparando per attaccare Roma.
Papa ADRIANO manda il suo ultimo accorato appello a Carlomagno. Il re franco ricevute le informazioni che desiderava dalle spie sguinzagliate in Italia, convoca immediatamente a Ginevra un'assemblea dei dodici pari, (chiamato anche "paladini dei franchi!), per decidere se attaccare o no l'Italia. Messe sul tavolo, davanti ai presenti, tutte le informazioni dei suoi informatori e il suo piano di invasione tramite due corpi di spedizione che ha allestito, la conferenza si chiude con una unanime approvazione per la guerra contro i longobardi in Italia.
L'entrata in italia dei due eserciti sono un po' rocamboleschi. Questo dimostra che le spie avevano fatto un buon lavoro nei pressi dei valichi alpini. Introdottisi in Italia avevano perlustrato le montagne e i passi dalla Liguria alla Svizzera. Avevano visto che sia il Gran San Bernardo che quello del Moncenisio erano stati discretamente fortificati dai longobardi ed erano ben presidiati. Ma non si arresero e si rivolsero ai valligiani delle località ai piedi delle alpi per sapere quali altri passi esistevano per giungere in Italia. Ne scoprirono uno, in mezzo a montagne dove vi si arrivava attraverso un sentiero turtuoso, ma non controllato né fortificato dai longobardi che forse di quel sentiero ne ignoravano perfino l'esistenza. Non ci è stato tramandato il nome di quel passo, che diventò una leggenda (si narra di un misterioso cantore che guidò i carolingi su quel sentiero tortuoso e faticoso) ma possiamo stabilire molto verosimilmente che era quel piccolo passo che si trova vicino a Bardonecchia famosa per la galleria ferroviaria del Freius, ma non famosa per quel piccolo e ancora oggi ostico passo del Col de l'Echelle.
Dunque, un corpo di spedizione sale al Moncenisio, un altro guidato dallo zio di Carlo, Bernardo sale al Gran San Bernardo. Ma non scendono a valle, danno solo l'impressione ai longobardi di un'invasione, restano fermi sul Passo, mentre l'altro contingente quello piu' numeroso (ed è storicamente accettato) valica e scende dal passo tortuoso su Susa. In pratica i carolingi vengono a trovarsi alle spalle dei longobardi che stanno controllando a valle il Passo Moncenisio e il Passo Monginevro.
La sorpresa è grande; sono presi alle spalle questi difensori, e si diffonde il terrore fra quelli che controllano a valle la discesa dal San Bernardo quando vengono a sapere che i Franchi sono già in Italia e stanno già marciando verso Torino e dilagando in pianura.
Ed anche i difensori longobardi della pianura sono presi dal panico, pensano che le barriere ai passi sono state distrutte, quindi indietreggiano fino a Milano, ma qui si sbandano, si dividono in due tronconi, uno guidato dal figlio del re ADELCHI prosegue verso la fortezza di Verona, l'altro guidata dallo stesso DESIDERIO va ad asserragliarsi nella fortezza di Pavia.
Carlomagno stesso con il suo esercito, raggiunge Pavia e la pone verso la fine di settembre con una parte dell'esercito in assedio; che durerà nove mesi, e sarà una pagina impressionante per la Storia di Pavia.
Ma impressionante fu anche una famosa battaglia.
Il 12 ottobre 773 nei pressi di Mortara (PV) si svolse una delle pi� cruenti battaglie tra i Franchi e i Longobardi.
Si narra che la citt� prese il nome proprio dell'epico scontro che si risolse in una carneficina.
Secondo la tradizione i morti furono oltre 70.000 ed il luogo della battaglia prese il nome di Mortis Ara (altare della morte), da qui Mortara.
A questo avvenimento si riferisce anche la leggenda di Amico e Amelio, due notissimi cavalieri franchi, amici per la pelle, morti nella battaglia ma seppelliti in due chiese diverse.
Furono però ritrovati il giorno successivo nello stesso sepolcro uniti nella morte come lo furono nella vita.
Il luogo della loro sepoltura, in seguito molto venerato divenne l'Abazia di S.Albino alle porte della citt�, molto frequentato da pellegrini francesi che vi giungevano per pregare sulla tomba dei due amici.
Il re franco, lasciati parte dei suoi uomini all'assedio di Pavia, raggiunge Milano, poi prosegue verso altre città dove fa opera di convincimento a tutti i duchi longobardi che ben presto dopo aver visto sbandarsi l'intero esercito di Desiderio, e con il re longobardo assediato a Pavia, depongono le armi e consegnano le loro città senza spargere ulteriore sangue .
Carlomagno raggiunge poi Verona, l'assedia, ma invia anche qui messaggi di pace al duca e alla popolazione; lui vuole solo la consegna della moglie di Carlomanno GERBERGA con i figli e ADELCHI (figlio di Desiderio) che fuggendo da Pavia si erano rifugiati a Verona. I cittadini di questa città poco disposti a lottare per difendere un esercito ormai perdente, aprono le porte a carolingi, e consegnano gli scomodi fuggiaschi.
Adelchi invece proco prima era riuscito a fuggire in territorio bizantino e più tardi lo troviamo rifugiato a Costantinopoli dove forse credeva che l'antico nemico si sarebbe alleato con lui per un'intervento contro il re franco, affermando che stava portando via sia ai bizantini che ai longobardi l'intero territorio italico.
Ma a Costantinopoli c'era ormai la rassegnazione, l'Italia era già un ricordo del passato e ben poca cosa era la presenza bizantina nel sud, ormai ridotti a piccoli territori disseminati nella penisola a macchia di leopardo, e che erano quasi un peso per l'erario di Costantinopoli. Le entrate delle tasse che gli spietati funzionari raccoglievano con vere e proprie angherie, non erano nemmeno sufficienti a pagare gli stessi.
Vedremo poi ADELCHI organizzare una spedizione nei mesi invernali del 775-776 con l'appoggio di un duca longobardo, quello del Friuli, Rotgaudo, ancora non convinto che la partita era ormai finita. Tenteranno di entrare in Italia per riprendersi Roma, ma una rapida campagna di Carlo mise per sempre fine all'ultimo tentativo, l'esercito fu affrontato e lo stesso Rotgaudo fu messo a morte.
Nelle altre regioni apprese le novità che provenivano dal nord, molti duchi di territori longobardi e bizantini, trovarono conveniente passare sotto la protezione del papa, che ora sanno essere protetto e appoggiato da Carlomagno. Il re Franco ha infatti già messo in ginocchio tutto il nord Italia e ha riconquistato i territori ex bizantini usurpati a suo tempo dai longobardi.
Il primo a passare sotto la nuova bandiera è il duca di Spoleto. Lo stesso che era salito al nord per offrire il suo appoggio a Desiderio. Ma visto la mala parata del re longobardo, assediato a Pavia, inviò subito le sue credenziali a Carlomagno dicendo che aveva già fatto volontà di sottomissione al Papa.
Lo seguono i suoi colleghi di Ancona, Osimo, Fermo, Citta' di Castello. Tutti si dichiarano prontamente sudditi del papa.
IN SASSONIA mentre Carlomagno sta conducendo la sua campagna in Italia, scoppia una tremenda rivolta contro i Franchi occupanti lasciati da Carlomagno nella sua prima campagna. Sono massacrati, per vendicarsi dell'abbattimento della famosa quercia idolo di Irminsul. Carlo riceve queste brutte notizie mentre la sua strategia in Italia sta dando i suoi frutti e quindi non può abbandonare la sua campagna, ma si ripromette di far pagare un conto molto salato ai Sassoni l' anno prossimo. E sarà molto salato!