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CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
1 D.C. AL 2000
ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

ANNO 729 d.C.

(Vedi QUI i singoli periodi in
"RIASSUNTI DELLA STORIA D'ITALIA")

*** LIUTPRANDO FA IL DOPPIO GIOCO - IL PAPA PURE

Il re dei longobardi, anche lui -al pari del Papa- non mantiene le promesse, dopo aver combattuto contro un avventuriero bizantino che si era a Ravenna perfino autonominato imperatore, si allea con l'esarca di Ravenna EUTICHIO e muove contro il duca di Benevento e contro il duca di Spoleto che entrambi sottomette.


Costoro pur essendo della stessa famiglia longobarda, avevano goduto secondo Liutprando troppa autonomia, e insieme forse complottavano per rovesciarlo; Liutprando era giunto alla decisione di voler ristabilire la sovranità e quell’autorità che gli derivava dalle insegne di Re dei Longobardi.
Con l'esarca bizantino che lo aiuta in questa campagna, Liutprando promette che una volta domati i due duchi ribelli, a sua volta darà il suo contributo all'altro che gli permetterà di riconquistare la Roma bizantina, negli ultimi tempi con una città che pur non parteggiando per i bizantini, era piuttosto ribelle al papa e agli stessi Longobardi (che a Roma disprezzano e non hanno smesso di chiamarli “barbari”).

Ripristinata l’autorità sovrana nei due ducati, i due eserciti di Liutprando e di Eutichio si dirigono verso Roma. Alle porte della città sostano e mettono il campo prima di sferrare l'attacco decisivo.


Papa GREGORIO per nulla impressionato, lui che portava il degno nome del suo omonimo operante due secoli prima, si comporta coraggiosamente come lui, con Attila. Fa la sua intrepida comparsa nel campo del suo nemico, causando sgomento. Poi affrontato Liuprando, lo convince non solo a levare le tende, ma il longobardo colpito dall’audacia e conquistato dalla dialettica di questo audace prete, Liuprando ne rimane affascinato, abbandona l'impresa, e gli fa anche dono della città di Ravenna che i suoi uomini hanno conquistato dopo la fuga del nuovo esarca inviato da Bisanzio.

Gregorio II, a sua volta lo prende sottobraccio come un amico, s’incammina verso la capitale, entra con lui nelle vie di Roma, lo conduce sulla tomba di San Pietro e gli fa fare atto di sottomissione a “Dio vincitore”, “non a lui” tiene a precisare.

CONTINUA ANNO 730 > >